San Severino: no alla Tares, resta la Tarsu

Giovedì, 28 Novembre 2013 01:00 | Letto 879 volte   Clicca per ascolare il testo San Severino: no alla Tares, resta la Tarsu “Senza ritoccare la Tarsu, vecchia tassa che abbiamo preferito mantenere, caso quasi unico in Italia, senza sostituirla con nuovi balzelli, eviteremo ai settempedani il salasso della Tares, che avrebbe invece fatto scattare aumenti dal 30 al 160 per cento”. Il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini, si dice più che soddisfatto della scelta, deliberata nellultimo Consiglio comunale, di non apportare modifiche sostanziali alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e ad altre imposte ed addizionali. “La legge – sottolinea il primo cittadino settempedano – ha previsto, con il decreto “Salva Italia”, lintroduzione della Tares stabilendo, con il successivo decreto n. 35 del 2013, che solo per lanno in corso i Comuni possano prevedere il rinvio di una o più scadenze Tares fatto salvo il versamento, a favore dello Stato, di una maggiorazione standard pari a 0,30 euro per metro quadrato. In soldoni per le utenze domestiche, in unabitazione tipo di 100 metri quadrati, le famiglie composte da un solo componente continueranno a pagare al Comune, come fu per il 2012, 141 euro, quelle con due o più componenti 201 euro. Passando alla Tares avrebbero pagato 153 euro nel caso di un nucleo con una sola persona, 211 per famiglie con due persone, 234 euro per quelle composte da tre persone, 275 quelle composte da quattro persone, 340 euro quelle da cinque e ben 389 quelle formate da sei occupanti. Ma per le utenze non domestiche il risparmio è veramente considerevole – aggiunge Martini che, a titolo di esempio, cita alcune attività – Se avessimo introdotto la Tares una pizzeria si sarebbe trovata a pagare il 120% in più con una differenza fra Tarsu 2012 e Tares 2013 di ben 1.053 euro. Un negozio di ortofrutta o un negozio di piante e fiori avrebbero pagato il 160% in più. Lortofrutta si sarebbe trovato a pagare una maggiorazione di ben 1300 euro, un negozio di piante e fiori quasi 400 euro. Per un pub laumento sarebbe stato del 70%, per i bar di circa il 30%. A guadagnarci sarebbero state solo le banche. Le scelte dellAmministrazione comunale – prosegue Martini, conti alla mano – vanno nella direzione di dare un aiuto concreto alle imprese, alle attività commerciali ed artigianali, allo scopo di superare una crisi che sta costando sacrifici a tutti e che non fa guardare al futuro con ottimismo anche alle giovani generazioni. E anche per questo che abbiamo deciso di confermare le aliquote delladdizionale comunale allIrpef adottate nellanno precedente: per i redditi fino a 15mila euro rimane laliquota del 0,60%, per quelli da 15 a 28mila euro dello 0,75%, da 28 a 55mila euro dello 0,78%, da 55 a 75mila dello 0,79% e oltre 75 dello 0,80%. Immutata pure lImu, lImposta Municipale Propria, con la conferma della detrazione di 250 euro per coloro che hanno contratto un mutuo relativo allacquisto della prima casa e con un premio per lefficienza energetica degli edifici”.

“Senza ritoccare la Tarsu, vecchia tassa che abbiamo preferito mantenere, caso quasi unico in Italia, senza sostituirla con nuovi balzelli, eviteremo ai settempedani il salasso della Tares, che avrebbe invece fatto scattare aumenti dal 30 al 160 per cento”. Il sindaco di San Severino Marche, Cesare Martini, si dice più che soddisfatto della scelta, deliberata nell'ultimo Consiglio comunale, di non apportare modifiche sostanziali alla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e ad altre imposte ed addizionali.

“La legge – sottolinea il primo cittadino settempedano – ha previsto, con il decreto “Salva Italia”, l'introduzione della Tares stabilendo, con il successivo decreto n. 35 del 2013, che solo per l'anno in corso i Comuni possano prevedere il rinvio di una o più scadenze Tares fatto salvo il versamento, a favore dello Stato, di una maggiorazione standard pari a 0,30 euro per metro quadrato. In soldoni per le utenze domestiche, in un'abitazione tipo di 100 metri quadrati, le famiglie composte da un solo componente continueranno a pagare al Comune, come fu per il 2012, 141 euro, quelle con due o più componenti 201 euro. Passando alla Tares avrebbero pagato 153 euro nel caso di un nucleo con una sola persona, 211 per famiglie con due persone, 234 euro per quelle composte da tre persone, 275 quelle composte da quattro persone, 340 euro quelle da cinque e ben 389 quelle formate da sei occupanti. Ma per le utenze non domestiche il risparmio è veramente considerevole – aggiunge Martini che, a titolo di esempio, cita alcune attività – Se avessimo introdotto la Tares una pizzeria si sarebbe trovata a pagare il 120% in più con una differenza fra Tarsu 2012 e Tares 2013 di ben 1.053 euro. Un negozio di ortofrutta o un negozio di piante e fiori avrebbero pagato il 160% in più. L'ortofrutta si sarebbe trovato a pagare una maggiorazione di ben 1300 euro, un negozio di piante e fiori quasi 400 euro. Per un pub l'aumento sarebbe stato del 70%, per i bar di circa il 30%. A guadagnarci sarebbero state solo le banche. Le scelte dell'Amministrazione comunale – prosegue Martini, conti alla mano – vanno nella direzione di dare un aiuto concreto alle imprese, alle attività commerciali ed artigianali, allo scopo di superare una crisi che sta costando sacrifici a tutti e che non fa guardare al futuro con ottimismo anche alle giovani generazioni. E' anche per questo che abbiamo deciso di confermare le aliquote dell'addizionale comunale all'Irpef adottate nell'anno precedente: per i redditi fino a 15mila euro rimane l'aliquota del 0,60%, per quelli da 15 a 28mila euro dello 0,75%, da 28 a 55mila euro dello 0,78%, da 55 a 75mila dello 0,79% e oltre 75 dello 0,80%. Immutata pure l'Imu, l'Imposta Municipale Propria, con la conferma della detrazione di 250 euro per coloro che hanno contratto un mutuo relativo all'acquisto della prima casa e con un premio per l'efficienza energetica degli edifici”.

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