Caso Sacci il comitato in fermento

Giovedì, 30 Gennaio 2014 01:00 | Letto 1076 volte   Clicca per ascolare il testo Caso Sacci il comitato in fermento Perché le associazioni di cittadini su temi di impatto ambientale, come la vigente normativa comunitaria obbligherebbe, non vengono coinvolti dagli enti pubblici?”. È ciò che si chiede il Comitato Salva Salute relativamente alla riunione in Provincia che ha visto protagonisti, lunedì 27 gennaio, i sindaci di San Severino Marche, Cesare Martini, di Castelraimondo, Renzo Marinelli, altri amministratori, il presidente della Comunità montana Ambito IV, Gian Luca Chiappa ed il direttore dellArpam Gianni Corvatta “che hanno deciso come e dove effettuare il monitoraggio senza convocare o interpellare il Comitato. Eppure il 6 dicembre 2013, a San Severino, si erano impegnati a decidere con il nostro Comitato le modalità ed i tempi dellindagine ambientale ed epidemiologica al fine di valutare limpatto del cementificio Sacci nei Comuni interessati. La prima proposta di monitoraggio formulata dallArpam prevedeva linstallazione di ununica centralina mobile. Solo a seguito delle rimostranze del Comitato si sono prese in considerazione altre possibilità, quali lo studio dei licheni. Constatiamo con piacere che grazie alle nostre pressioni gli enti si stanno finalmente muovendo per comprendere quale sia stato limpatto del cementificio sul territorio ed i suoi abitanti, ma rileviamo con disappunto come le Amministrazioni continuino con ostinazione a tenere i cittadini lontani da ogni possibilità di partecipazione su temi fondamentali come la salute. Stupisce, infine, che il monitoraggio venga deciso quando il cementificio opera da oltre quarantanni e dopo aver autorizzato la Sacci a realizzare un impianto delle dimensioni e della potenzialità pari a due volte e mezza lattuale struttura”. In definitiva, il Comitato Salva Salute ritiene “che la riunione del 27 gennaio, oltre ad essere illegittima, rappresenti lennesima occasione persa e lennesima dimostrazione di come gli enti non riescano a mantenere gli impegni assunti e a rispettare le regole, quando questi impegni e queste regole comportano trasparenza e collaborazione con la cittadinanza”.  

Perché le associazioni di cittadini su temi di impatto ambientale, come la vigente normativa comunitaria obbligherebbe, non vengono coinvolti dagli enti pubblici?”. È ciò che si chiede il Comitato Salva Salute relativamente alla riunione in Provincia che ha visto protagonisti, lunedì 27 gennaio, i sindaci di San Severino Marche, Cesare Martini, di Castelraimondo, Renzo Marinelli, altri amministratori, il presidente della Comunità montana Ambito IV, Gian Luca Chiappa ed il direttore dell'Arpam Gianni Corvatta “che hanno deciso come e dove effettuare il monitoraggio senza convocare o interpellare il Comitato. Eppure il 6 dicembre 2013, a San Severino, si erano impegnati a decidere con il nostro Comitato le modalità ed i tempi dell'indagine ambientale ed epidemiologica al fine di valutare l'impatto del cementificio Sacci nei Comuni interessati. La prima proposta di monitoraggio formulata dall'Arpam prevedeva l'installazione di un'unica centralina mobile. Solo a seguito delle rimostranze del Comitato si sono prese in considerazione altre possibilità, quali lo studio dei licheni. Constatiamo con piacere che grazie alle nostre pressioni gli enti si stanno finalmente muovendo per comprendere quale sia stato l'impatto del cementificio sul territorio ed i suoi abitanti, ma rileviamo con disappunto come le Amministrazioni continuino con ostinazione a tenere i cittadini lontani da ogni possibilità di partecipazione su temi fondamentali come la salute. Stupisce, infine, che il monitoraggio venga deciso quando il cementificio opera da oltre quarant'anni e dopo aver autorizzato la Sacci a realizzare un impianto delle dimensioni e della potenzialità pari a due volte e mezza l'attuale struttura”. In definitiva, il Comitato Salva Salute ritiene “che la riunione del 27 gennaio, oltre ad essere illegittima, rappresenti l'ennesima occasione persa e l'ennesima dimostrazione di come gli enti non riescano a mantenere gli impegni assunti e a rispettare le regole, quando questi impegni e queste regole comportano trasparenza e collaborazione con la cittadinanza”.
 

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