Coldiretti Marche, 2mila nuovi posti di lavoro dalla gestione dei boschi

Venerdì, 29 Luglio 2016 12:11 | Letto 1718 volte   Clicca per ascolare il testo Coldiretti Marche, 2mila nuovi posti di lavoro dalla gestione dei boschi Sono 2mila i nuovi posti di lavoro che potrebbero nascere nelle Marche dall’aumento del prelievo del legname dai boschi che oggi coprono una superficie record di 311mila ettari. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Marche diffusa in occasione dell’assemblea nazionale di Fedeforeste ad Ancona, con la presenza del presidente nazionale Gabriele Calliari.. Sotto accusa è il mancato riconoscimento culturale, sociale ed economico di chi vive e lavora a difesa del paesaggio e dell’ambiente, nell’interesse dell’intera collettività che ha provocato una inarrestabile avanzata della foresta che, senza alcun controllo, si è impossessata dei terreni incolti con una densità che la rende del tutto impenetrabile, con rischi per l’ambiente, gli incendi e la stabilità idrogeologica. Non a caso nel giro di vent’anni le giornate di lavoro in agricoltura nelle montagne marchigiane si sono più che dimezzate, passando da 1,54 milioni  a 670mila, con un crollo che ha costretto 6670 aziende agricole a chiudere i battenti, togliendo un’opportunità di reddito vitale a dipendenti e familiari che lavoravano all’interno delle imprese nelle aree montane. Nonostante un terzo delle Marche sia oggi ricoperto dai boschi,  si importa dall’estero più dell80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento, mentre il potenziale economico delle nostre foreste rimane ancora inespresso, al punto che nel 2015 la produzione di legna è crollata sotto i 90mila metri cubi (dieci anni fa “viaggiava” sui 160mila metri cubi). Eppure i boschi regionali, se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare non solo il serbatoio naturale di assorbimento del carbonio, ma anche un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree marginali, rurali e di montagna. Un obiettivo che, secondo la Coldiretti, va raggiunto con l’approvazione del nuovo testo forestale per la semplificazione della gestione attiva dei boschi, dando più valore al ruolo degli imprenditori agricoli per la qualità dell’aria e riconoscimento dei crediti di carbonio, con lo sviluppo della filiera 100% italiana attraverso i Piani di sviluppo rurale e con l’incentivazione dell’utilizzo di legno prodotto in Italia negli appalti pubblici.

Sono 2mila i nuovi posti di lavoro che potrebbero nascere nelle Marche dall’aumento del prelievo del legname dai boschi che oggi coprono una superficie record di 311mila ettari. È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Marche diffusa in occasione dell’assemblea nazionale di Fedeforeste ad Ancona, con la presenza del presidente nazionale Gabriele Calliari.. Sotto accusa è il mancato riconoscimento culturale, sociale ed economico di chi vive e lavora a difesa del paesaggio e dell’ambiente, nell’interesse dell’intera collettività che ha provocato una inarrestabile avanzata della foresta che, senza alcun controllo, si è impossessata dei terreni incolti con una densità che la rende del tutto impenetrabile, con rischi per l’ambiente, gli incendi e la stabilità idrogeologica. Non a caso nel giro di vent’anni le giornate di lavoro in agricoltura nelle montagne marchigiane si sono più che dimezzate, passando da 1,54 milioni  a 670mila, con un crollo che ha costretto 6670 aziende agricole a chiudere i battenti, togliendo un’opportunità di reddito vitale a dipendenti e familiari che lavoravano all’interno delle imprese nelle aree montane. Nonostante un terzo delle Marche sia oggi ricoperto dai boschi,  si importa dall’estero più dell'80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento, mentre il potenziale economico delle nostre foreste rimane ancora inespresso, al punto che nel 2015 la produzione di legna è crollata sotto i 90mila metri cubi (dieci anni fa “viaggiava” sui 160mila metri cubi). Eppure i boschi regionali, se valorizzati attivamente con pratiche di gestione sostenibile, possono rappresentare non solo il serbatoio naturale di assorbimento del carbonio, ma anche un fondamentale strumento di investimento nella crescita dell’indotto produttivo ad esso collegato, garantendo così lo sviluppo socio-economico delle aree marginali, rurali e di montagna. Un obiettivo che, secondo la Coldiretti, va raggiunto con l’approvazione del nuovo testo forestale per la semplificazione della gestione attiva dei boschi, dando più valore al ruolo degli imprenditori agricoli per la qualità dell’aria e riconoscimento dei crediti di carbonio, con lo sviluppo della filiera 100% italiana attraverso i Piani di sviluppo rurale e con l’incentivazione dell’utilizzo di legno prodotto in Italia negli appalti pubblici.

Letto 1718 volte

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo