Scuola: Il grido di protesta dei bidelli.

Venerdì, 01 Settembre 2017 17:06 | Letto 1927 volte   Clicca per ascolare il testo Scuola: Il grido di protesta dei bidelli. A pochi giorni dallinizio della scuola e della prima campanella, il grido di protesta arriva dal personale Ata ( i così detti bidelli ) che denunciano nelle Marche una grave carenza di personale.Con un comunicato congiunto i sindacati -  Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, hanno fatto sentire la loro voce e hanno chiamato in causa  i parlamentari marchigiani Alessia Morani e Camilla Fabbri. Nei prossimi giorni sono previsti incontri con altri parlamentari del territorio.   Le Marche sono la regione che ha ottenuto meno personale ATA per le proprie scuole in tutta Italia. Appena 42 posti in più rispetto a un organico di diritto di 5.949 che è stato progressivamente limato nel corso degli anni. Nellanno scolastico 2015/2016 erano 6.139 le unità necessarie per far funzionare la scuola delle Marche. Ora, a parità di condizioni, appare davvero improbo il compito di far funzionare tutto il sistema, rispetto anche allaumento di complessità di compiti amministrativi e gestionali, laumentato utilizzo di spazi fisici (aule multimediali, spazi disabilità), palestre, nuove tecnologie, laboratori e officine virtuali. Senza contare il blocco inserito nella Finanziaria 2015 che ha reso impossibile sostituire il personale tecnico e amministrativo anche in caso di assenza prolungata per malattia. Di certo non servirebbero i numeri della Campania (+1298) ma secondo secondo Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confasal, la situazione attuale rischia di mettere in crisi tutto il sistema. Questi in estrema sintesi i motivi che hanno portato le segretarie regionali del comparto, Leonilde Gargamelli (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) a sollecitare i parlamentare eletti nelle Marche chiedendo loro un intervento. Il 31 agosto, con una delegazione di lavoratori, hanno incontrato a Pesaro, nella sede della Provincia, le parlamentari Alessia Morani e Camilla Fabbri. È stato consegnato un documento che riepiloga sia la situazione nazionale che quella marchigiana. «Per far “funzionare” una scuola è necessaria – dicono le sindacaliste - la partecipazione attiva di tutto il personale, anche lAta. Tale assunto sembra essere completamente ignorato dalla legge 107 che non prende mai in considerazione il personale Ata, quasi fosse inesistente. È invece fondamentale per il buon funzionamento di ogni scuola riconoscere le specificità delle funzioni ATA nel loro pieno esercizio. Nelle segreterie, nei laboratori, negli spazi della scuola a contatto con gli alunni, in collaborazione con la docenza e la dirigenza scolastica. Chi fa le leggi non può dimenticare che nelle istituzioni scolastiche esistono ruoli, oltre che a quelli prettamente didattici, che concorrono al raggiungimento degli obiettivi fissati, figure che devono essere valorizzate e che non possono essere trascurate o sottovalutate come tuttora avviene». Saranno organizzati altri incontri con i parlamentari marchigiani: fra una decina di giorni, cè già appuntamento a Civitanova. Intanto Fabbri e Morani hanno riconosciuto che nella cosiddetta Buona Scuola il personale Ata non è stato considerato e convenuto sul fatto che si dovranno investire risorse economiche e professionali.  «Chiediamo – concludono le segretarie regionali – la revisione della norma sulle supplenze Ata, un organico funzionale al Piano di offerta formativa consolidando i posti tagliati nel 2015, un riequilibrio tra le regione, aumentando adeguatamente lorganico della Regione Marche, tra scuola primaria e secondaria, criteri di assegnazione che tengano conto del numero di alunni, plessi, alunni disabili, assistenti informatici in tutte le istituzioni, formazione, un bando di concorso riservato a direttori dei servizi generali amministrativi e retribuzioni adeguate visto il ruolo svolto allinterno della scuola. Speriamo di riuscire a sensibilizzare i nostri rappresentanti in Parlamento perché è inutile investire risorse se poi lapparato amministrativo non è messo in condizioni di funzionare».

A pochi giorni dall'inizio della scuola e della prima campanella, il grido di protesta arriva dal personale Ata ( i così detti bidelli ) che denunciano nelle Marche una grave carenza di personale.Con un comunicato congiunto i sindacati -  Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, hanno fatto sentire la loro voce e hanno chiamato in causa  i parlamentari marchigiani Alessia Morani e Camilla FabbriNei prossimi giorni sono previsti incontri con altri parlamentari del territorio.  

Le Marche sono la regione che ha ottenuto meno personale ATA per le proprie scuole in tutta Italia.

Appena 42 posti in più rispetto a un organico di diritto di 5.949 che è stato progressivamente limato nel corso degli anni.

Nell'anno scolastico 2015/2016 erano 6.139 le unità necessarie per far funzionare la scuola delle Marche. Ora, a parità di condizioni, appare davvero improbo il compito di far funzionare tutto il sistema, rispetto anche all'aumento di complessità di compiti amministrativi e gestionali, l'aumentato utilizzo di spazi fisici (aule multimediali, spazi disabilità), palestre, nuove tecnologie, laboratori e officine virtuali.

sindacati scuola cisl

Senza contare il blocco inserito nella Finanziaria 2015 che ha reso impossibile sostituire il personale tecnico e amministrativo anche in caso di assenza prolungata per malattia.

Di certo non servirebbero i numeri della Campania (+1298) ma secondo secondo Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confasal, la situazione attuale rischia di mettere in crisi tutto il sistema.

bidello banchi

Questi in estrema sintesi i motivi che hanno portato le segretarie regionali del comparto, Leonilde Gargamelli (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) a sollecitare i parlamentare eletti nelle Marche chiedendo loro un intervento. Il 31 agosto, con una delegazione di lavoratori, hanno incontrato a Pesaro, nella sede della Provincia, le parlamentari Alessia Morani e Camilla Fabbri. È stato consegnato un documento che riepiloga sia la situazione nazionale che quella marchigiana.

«Per far “funzionare” una scuola è necessaria – dicono le sindacaliste - la partecipazione attiva di tutto il personale, anche l'Ata. Tale assunto sembra essere completamente ignorato dalla legge 107 che non prende mai in considerazione il personale Ata, quasi fosse inesistente. È invece fondamentale per il buon funzionamento di ogni scuola riconoscere le specificità delle funzioni ATA nel loro pieno esercizio. Nelle segreterie, nei laboratori, negli spazi della scuola a contatto con gli alunni, in collaborazione con la docenza e la dirigenza scolastica.

bidella banchi

Chi fa le leggi non può dimenticare che nelle istituzioni scolastiche esistono ruoli, oltre che a quelli prettamente didattici, che concorrono al raggiungimento degli obiettivi fissati, figure che devono essere valorizzate e che non possono essere trascurate o sottovalutate come tuttora avviene».

Saranno organizzati altri incontri con i parlamentari marchigiani: fra una decina di giorni, c'è già appuntamento a Civitanova. Intanto Fabbri e Morani hanno riconosciuto che nella cosiddetta "Buona Scuola" il personale Ata non è stato considerato e convenuto sul fatto che si dovranno investire risorse economiche e professionali.

 «Chiediamo – concludono le segretarie regionali – la revisione della norma sulle supplenze Ata, un organico funzionale al Piano di offerta formativa consolidando i posti tagliati nel 2015, un riequilibrio tra le regione, aumentando adeguatamente l'organico della Regione Marche, tra scuola primaria e secondaria, criteri di assegnazione che tengano conto del numero di alunni, plessi, alunni disabili, assistenti informatici in tutte le istituzioni, formazione, un bando di concorso riservato a direttori dei servizi generali amministrativi e retribuzioni adeguate visto il ruolo svolto all'interno della scuola. Speriamo di riuscire a sensibilizzare i nostri rappresentanti in Parlamento perché è inutile investire risorse se poi l'apparato amministrativo non è messo in condizioni di funzionare».


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