Ridefinizione del cratere- Botta e risposta infuocate tra sindaci

Mercoledì, 18 Aprile 2018 00:57 | Letto 1646 volte   Clicca per ascolare il testo Ridefinizione del cratere- Botta e risposta infuocate tra sindaci Non ha gradito la visione dell’insieme, di quella che definisce  “una sorta di fuga in avanti “, il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, le cui dichiarazioni contestano la richiesta dei sindaci dell’entroterra, di revisionare la suddivisione del cratere in base al livello di danni effettivi riportati dai comuni. “ Non metto in dubbio che l’entroterra, sotto il profilo della devastazione, sia più colpito rispetto alla nostra città che ha meno crolli, ma ha comunque 3956 edifici danneggiati e molti in maniera grave. Il discorso è che il terremoto è una disgrazia che ha colpito 4 regioni e il cratere di conseguenza ha una certa ampiezza. Le problematiche di un comune rispetto all’altro sono diverse ma, non mi è piaciuta la fuga in avanti da parte di 11 comuni , senza peraltro coinvolgere gli altri e senza porsi la domanda se quei comuni che non sono stati chiamati, hanno le stesse problematiche che non valgono a diversificarli da quelli dell’entroterra(ad esempio di carattere emergenziale legate a scuole, sanità o al sociale). Il discorso più bello che abbiamo sempre portato avanti insieme, è quello dell’unità di intenti ed io, e con me gli altri sindaci di San Severino, Matelica, Castelraimondo, Fiuminata, Serrapetrona, non accetto nella maniera più assoluta di non essere stato minimamente avvisato della presenza di cariche dello Stato a Muccia, né minimamente coinvolto per un incontro che verteva sulla proposta di rivedere il cratere”. Critica sul metodo adottato dai sindaci dell’entroterra, pur senza esprimersi sul merito, anche la sindaca di Serrapetrona Silvia Pinzi: “Pur constatando che effettivamente alcune realtà territoriali sono state ben più colpite rispetto ad altre e per quelle si potrebbero sicuramente approntare dei provvedimenti ad hoc, Serrapetrona è per così dire, a metà strada tra le due realtà. non abbiamo infatti la devastazione che si può ravvisare in altri territori, ma abbiamo tantissimi problemi, ancora molti sfollati e una percentuale molto alta di edifici inagibili. Il terremoto ha colpito tutti e in maniera diversa ed è qui che probabilmente andrebbero fatte dei regimi ad hoc e certamente specifici, senza però andare a distinguere perché poi andiamo a finire che il risultato è fare una discriminazione su chi è di serie A e chi, di serie B. Quello che vorrei dire è semplicemente che dovremmo andare tutti verso ununica direzione; non partire in gruppetti che magari tentano di fare una volata per arrivare chissà dove e poi finisce tutto in una bolla di sapone. Diciamo sempre che lunione fa la forza e in tantissime altre situazioni abbiamo dimostrato di esserne capaci; in questo caso è più dura, ma dobbiamo dimostrare maggiore unione e condivisione di idee e di intenti. Auspico che con i colleghi si possa andare avanti insieme , condividere le idee; poi uno i percorsi può abbracciarli o meno ma, quantomeno, deve essere condivisibile la strada”.  Pronta è stata la risposta dei sindaci della montagna, alla polemica innescata dal sindaco di Tolentino. “Siamo rimasti assolutamente sorpresi dalla reazione di Pezzanesi - afferma il sindaco Gianluca Pasqui- Lo sono anche a titolo personale perché conosco il sindaco da molti anni e debbo dire che non mi sarei mai aspettato una presa di posizione di questo genere e, sono convinto che non sia neppure in linea con quanto vuole la sua comunità. Noi non abbiamo mai chiesto lesclusione, né di Tolentino, né di nessun altra località; questo io l’ho sempre precisato a chiare lettere e a chiare note, semplicemente, abbiamo chiesto che ogni comunità abbia la giusta medicina, che ci sia il giusto intervento per sanare i problemi di quella comunità. Leggere che ci sono terremotati di serie A e di Serie B, è un qualcosa che veramente lascia senza parole-  sottolinea Pasqui-; non riesco proprio a capire come lesperto sindaco di Tolentino possa aver fatto ad intervenire in questo modo perché, significa voler ammettere già a priori che Tolentino evidentemente non ha le caratteristiche per essere ricompreso allinterno dei livelli delle fasce di danno. Ritengo invece e, sono assolutamente convinto, dellesatto opposto e cioè, che tutti i comuni abbiano diritto di essere allinterno di un cratere ma, sono altrettanto convinto che deve esserci una diversificazione che è dovuta ai danni che ogni comune ha subìto, alle necessità che un comune ha e che sicuramente sono diverse rispetto ad altri comuni e quindi a degli interventi che debbono essere mirati, nessuno escluso e compreso Tolentino. Trovo inspiegabile quanto ho letto e quanto è stato affermato e mi auguro che lo stesso Giuseppe Pezzanesi se ne renda conto, tornando sui suoi passi e continuando a fare il buon amministratore quale è, senza voler andare ad inficiare richieste essenziali, non solo per chi è in montagna, ma anche per chi è in pianura e comunque, compresa la sua popolazione, abbia dei bisogni. Intervenire in quel modo, ripeto e sottolineo, significa autoescludersi, quando invece nessuno ha parlato di esclusioni” “ Non capisco come mai si risentano sindaci che stanno un po meglio di noi, quando un cratere è composto da tanti comuni che non hanno quel livello di danneggiamento. Così il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci- “Invito e tutti coloro che vorranno essere partecipati delle condizioni del mio come degli altri comuni che fanno parte dellambito sociale 18, a recarsi presso i nostri territori; solo in questo modo riusciranno a capire, che danni di questa entità, neanche la seconda guerra mondiali li aveva prodotti. Dico anche che se si è tenuto un vertice a Muccia con Gentiloni e con il Commissario De Micheli, è perché le scosse si sono verificate a cavallo dei comuni di Muccia e Pieve Torina ed è evidente che il terremoto ha una precisa connotazione e caratteristica; mal si comprende però una lettera che in realtà dice restituiamo a tutti dignità che significa dire che chi ha subito più danni è giusto che abbia una priorità perché sennò perdiamo i territori. E allora, a chi dice no bisogna chiedere, se vuole che tutti siano considerati dalla stessa parte, se vogliono veramente perdere un determinato territorio. Quando porti un malato al pronto soccorso- continua Gentilucci- sì visita prima quello che è in codice rosso e, via via fino al codice bianco; è evidente che il nostro territorio, il comune di Pieve Torina , insieme a quello di Ussita, di Muccia e di Camerino, si trovano in codice rosso e non è possibile che vengano visitati e curati insieme a quelli che si trovano in codice bianco. In quella lettera abbiamo detto ‘diamo una priorità a questi territori per non perderli’ restituiamo il danno anche quelli che stanno a Fano che hanno subito un effetto diretto dal terremoto, a quel privato che ha subito un danno e una lesione alla sua abitazione. Abbiamo detto rifondiamo i soldi anche a queste persone e a quelle che stanno a Civitanova; il problema però è, che se non diamo una sorta di priorità, (questo è quello che si chiede nella lettera) noi alcuni territori li perdiamo. Io credo che questa sia una questione di condivisione da parte di tutti; una questione di buon senso e di dignità per un territorio che mi onoro di rappresentare”. In tarda serata, il sindaco di Matelica Alessandro Del Priori ha informato che, tra primi cittadini del cratere e altri sindaci che ne sono rimasti fuori, si sta lavorando per preparare un documento congiunto. “ In realtà – dichiara Del Priori- la proposta di restringere il perimetro del cratere è sbagliata sotto tutti i punti di vista. E’ sbagliata nel merito e nel metodo- sottolinea- perché il problema vero non è quanto è grande il cratere; il problema della ricostruzione sono le procedure che sono troppo lunghe e la burocrazia che ci sta distruggendo. Il problema è soprattutto nel non aver fatto squadra fin dallinizio: è questo il vero problema. Chi si nasconde dietro a cose politiche, probabilmente nasconde unincapacità; questo è quello che andrebbe detto. D’altra parte, è sbagliato il metodo perché non si può fare una riunione ‘carbonara’ e ristretta tra un po’ di sindaci e andare dal ministro, dal Presidente del Consiglio, dal commissario e chiedere delle cose. Abbiamo fatto tutto in maniera collegiale fino ad ora per cui , ci aspettavamo di essere coinvolti. E’ vero, e, va detto che ci sono dei comuni che sono molto colpiti, altri meno ed è giusto non fare anche in questo caso due pesi e due misure, ma non lo si può fare sulle regole del Cratere e neanche su come affrontare i temi in riunioni carbonare; bisogna fare squadra tutti insieme. Ogni volta che abbiamo fatto riunioni con i sindaci ognuno urlava di più dellaltro, rivendicando qualcosa ma il territorio è territorio di tutti, il terremoto trema per tutti e quindi, i cittadini delle città che sono un pochino più lontane dall’epicentro e che non hanno più casa, sono identici a quelli che stanno al centro del sisma Non possiamo creare cittadini di serie A e cittadini di serie B, per cui non è questo il problema. Se vogliamo cambiare le regole, mettiamoci seduti e facciamolo. Siamo tutti convinti che alcuni comuni vanno aiutati di più come Camerino, Muccia, Pieve Torina, Castelsantangelo, Visso, Ussita, ma non in questo modo”.

Non ha gradito la visione dell’insieme, di quella che definisce  “una sorta di fuga in avanti “, il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, le cui dichiarazioni contestano la richiesta dei sindaci dell’entroterra, di revisionare la suddivisione del cratere in base al livello di danni effettivi riportati dai comuni. “ Non metto in dubbio che l’entroterra, sotto il profilo della devastazione, sia più colpito rispetto alla nostra città che ha meno crolli, ma ha comunque 3956 edifici danneggiati e molti in maniera grave. Il discorso è che il terremoto è una disgrazia che ha colpito 4 regioni e il cratere di conseguenza ha una certa ampiezza. Le problematiche di un comune rispetto all’altro sono diverse ma, non mi è piaciuta la fuga in avanti da parte di 11 comuni , senza peraltro coinvolgere gli altri e senza porsi la domanda se quei comuni che non sono stati chiamati, hanno le stesse problematiche che non valgono a diversificarli da quelli dell’entroterra(ad esempio di carattere emergenziale legate a scuole, sanità o al sociale). Il discorso più bello che abbiamo sempre portato avanti insieme, è quello dell’unità di intenti ed io, e con me gli altri sindaci di San Severino, Matelica, Castelraimondo, Fiuminata, Serrapetrona, non accetto nella maniera più assoluta di non essere stato minimamente avvisato della presenza di cariche dello Stato a Muccia, né minimamente coinvolto per un incontro che verteva sulla proposta di rivedere il cratere”.

Critica sul metodo adottato dai sindaci dell’entroterra, pur senza esprimersi sul merito, anche la sindaca di Serrapetrona Silvia Pinzi: “Pur constatando che effettivamente alcune realtà territoriali sono state ben più colpite rispetto ad altre e per quelle si potrebbero sicuramente approntare dei provvedimenti ad hoc, Serrapetrona è per così dire, a metà strada tra le due realtà. non abbiamo infatti la devastazione che si può ravvisare in altri territori, ma abbiamo tantissimi problemi, ancora molti sfollati e una percentuale molto alta di edifici inagibili. Il terremoto ha colpito tutti e in maniera diversa ed è qui che probabilmente andrebbero fatte dei regimi ad hoc e certamente specifici, senza però andare a distinguere perché poi andiamo a finire che il risultato è fare una discriminazione su chi è di serie A e chi, di serie B. Quello che vorrei dire è semplicemente che dovremmo andare tutti verso un'unica direzione; non partire in gruppetti che magari tentano di fare una volata per arrivare chissà dove e poi finisce tutto in una bolla di sapone. Diciamo sempre che l'unione fa la forza e in tantissime altre situazioni abbiamo dimostrato di esserne capaci; in questo caso è più dura, ma dobbiamo dimostrare maggiore unione e condivisione di idee e di intenti. Auspico che con i colleghi si possa andare avanti insieme , condividere le idee; poi uno i percorsi può abbracciarli o meno ma, quantomeno, deve essere condivisibile la strada”.

 Pronta è stata la risposta dei sindaci della montagna, alla polemica innescata dal sindaco di Tolentino.

“Siamo rimasti assolutamente sorpresi dalla reazione di Pezzanesi - afferma il sindaco Gianluca Pasqui- Lo sono anche a titolo personale perché conosco il sindaco da molti anni e debbo dire che non mi sarei mai aspettato una presa di posizione di questo genere e, sono convinto che non sia neppure in linea con quanto vuole la sua comunità. Noi non abbiamo mai chiesto l'esclusione, né di Tolentino, né di nessun altra località; questo io l’ho sempre precisato a chiare lettere e a chiare note, semplicemente, abbiamo chiesto che ogni comunità abbia la giusta medicina, che ci sia il giusto intervento per sanare i problemi di quella comunità. Leggere che ci sono terremotati di serie A e di Serie B, è un qualcosa che veramente lascia senza parole-  sottolinea Pasqui-; non riesco proprio a capire come l'esperto sindaco di Tolentino possa aver fatto ad intervenire in questo modo perché, significa voler ammettere già a priori che Tolentino evidentemente non ha le caratteristiche per essere ricompreso all'interno dei livelli delle fasce di danno. Ritengo invece e, sono assolutamente convinto, dell'esatto opposto e cioè, che tutti i comuni abbiano diritto di essere all'interno di un cratere ma, sono altrettanto convinto che deve esserci una diversificazione che è dovuta ai danni che ogni comune ha subìto, alle necessità che un comune ha e che sicuramente sono diverse rispetto ad altri comuni e quindi a degli interventi che debbono essere mirati, nessuno escluso e compreso Tolentino. Trovo inspiegabile quanto ho letto e quanto è stato affermato e mi auguro che lo stesso Giuseppe Pezzanesi se ne renda conto, tornando sui suoi passi e continuando a fare il buon amministratore quale è, senza voler andare ad inficiare richieste essenziali, non solo per chi è in montagna, ma anche per chi è in pianura e comunque, compresa la sua popolazione, abbia dei bisogni. Intervenire in quel modo, ripeto e sottolineo, significa autoescludersi, quando invece nessuno ha parlato di esclusioni

“ Non capisco come mai si risentano sindaci che stanno un po' meglio di noi, quando un cratere è composto da tanti comuni che non hanno quel livello di danneggiamento. Così il sindaco di Pieve Torina Alessandro Gentilucci- “Invito e tutti coloro che vorranno essere partecipati delle condizioni del mio come degli altri comuni che fanno parte dell'ambito sociale 18, a recarsi presso i nostri territori; solo in questo modo riusciranno a capire, che danni di questa entità, neanche la seconda guerra mondiali li aveva prodotti. Dico anche che se si è tenuto un vertice a Muccia con Gentiloni e con il Commissario De Micheli, è perché le scosse si sono verificate a cavallo dei comuni di Muccia e Pieve Torina ed è evidente che il terremoto ha una precisa connotazione e caratteristica; mal si comprende però una lettera che in realtà dice restituiamo a tutti dignità che significa dire che chi ha subito più danni è giusto che abbia una priorità perché sennò perdiamo i territori. E allora, a chi dice no bisogna chiedere, se vuole che tutti siano considerati dalla stessa parte, se vogliono veramente perdere un determinato territorio. Quando porti un malato al pronto soccorso- continua Gentilucci- sì visita prima quello che è in codice rosso e, via via fino al codice bianco; è evidente che il nostro territorio, il comune di Pieve Torina , insieme a quello di Ussita, di Muccia e di Camerino, si trovano in codice rosso e non è possibile che vengano visitati e curati insieme a quelli che si trovano in codice bianco. In quella lettera abbiamo detto ‘diamo una priorità a questi territori per non perderli’ restituiamo il danno anche quelli che stanno a Fano che hanno subito un effetto diretto dal terremoto, a quel privato che ha subito un danno e una lesione alla sua abitazione. Abbiamo detto rifondiamo i soldi anche a queste persone e a quelle che stanno a Civitanova; il problema però è, che se non diamo una sorta di priorità, (questo è quello che si chiede nella lettera) noi alcuni territori li perdiamo. Io credo che questa sia una questione di condivisione da parte di tutti; una questione di buon senso e di dignità per un territorio che mi onoro di rappresentare”.

In tarda serata, il sindaco di Matelica Alessandro Del Priori ha informato che, tra primi cittadini del cratere e altri sindaci che ne sono rimasti fuori, si sta lavorando per preparare un documento congiunto. “ In realtà – dichiara Del Priori- la proposta di restringere il perimetro del cratere è sbagliata sotto tutti i punti di vista. E’ sbagliata nel merito e nel metodo- sottolinea- perché il problema vero non è quanto è grande il cratere; il problema della ricostruzione sono le procedure che sono troppo lunghe e la burocrazia che ci sta distruggendo. Il problema è soprattutto nel non aver fatto squadra fin dall'inizio: è questo il vero problema. Chi si nasconde dietro a cose politiche, probabilmente nasconde un'incapacità; questo è quello che andrebbe detto. D’altra parte, è sbagliato il metodo perché non si può fare una riunione ‘carbonara’ e ristretta tra un po’ di sindaci e andare dal ministro, dal Presidente del Consiglio, dal commissario e chiedere delle cose. Abbiamo fatto tutto in maniera collegiale fino ad ora per cui , ci aspettavamo di essere coinvolti. E’ vero, e, va detto che ci sono dei comuni che sono molto colpiti, altri meno ed è giusto non fare anche in questo caso due pesi e due misure, ma non lo si può fare sulle regole del Cratere e neanche su come affrontare i temi in riunioni carbonare; bisogna fare squadra tutti insieme. Ogni volta che abbiamo fatto riunioni con i sindaci ognuno urlava di più dell'altro, rivendicando qualcosa ma il territorio è territorio di tutti, il terremoto trema per tutti e quindi, i cittadini delle città che sono un pochino più lontane dall’epicentro e che non hanno più casa, sono identici a quelli che stanno al centro del sisma Non possiamo creare cittadini di serie A e cittadini di serie B, per cui non è questo il problema. Se vogliamo cambiare le regole, mettiamoci seduti e facciamolo. Siamo tutti convinti che alcuni comuni vanno aiutati di più come Camerino, Muccia, Pieve Torina, Castelsantangelo, Visso, Ussita, ma non in questo modo”.

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