"Oltre la ricostruzione" norme certe e risposte serie. Totale sintonia tra i sindaci di Marche, Abruzzo e Lazio

Sabato, 08 Settembre 2018 20:54 | Letto 1449 volte   Clicca per ascolare il testo "Oltre la ricostruzione" norme certe e risposte serie. Totale sintonia tra i sindaci di Marche, Abruzzo e Lazio Oltre la ricostruzione c’è la necessità di norme certe e risposte serie, perché la realtà dice che non si può più attendere. Totale sintonia tra i tre sindaci di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci, Montereale Massimiliano Giorgi ed Amatrice Filippo Palombini. Nella  conferenza stampa congiunta tenutasi a Castelsantangelo, si sono ritrovati uniti su tutte le problematiche, come sulle troppe richieste inevase perché, quella che si sta affrontando nei luoghi colpiti dal sisma del Centro Italia, è una situazione  molto simile per tutti.  “La gente ha bisogno delle stesse cose; il terremoto al di là delle sue peculiarità ci ha messo tutti nella condizione di vivere a confine con la sopravvivenza”. Così il primo cittadino di Amatrice-  “E la condivisione su tutto è la dimostrazione che non è importante l’amicizia  tra i sindaci, l’importante è il ruolo del sindaco: oggi eravamo tre ma sono convinto che fossimo stati in 30 avremmo detto tutti la  stessa cosa”. La grande preoccupazione è riferita all’attuale situazione di stallo, l’ostacolo più gravoso da superare dopo tanti sforzi  e determinazione. “ La gente comincia a rassegnarsi- dicono i sindaci- sembrano spegnersi le loro forti motivazioni iniziali”. Dopo l’adrenalina del dolore della prima fase, dopo un tetto sopra la testa e la speranza, adesso c’è da affrontare la fase più difficile perché le popolazioni vivono l’incertezza delle prospettive future. “E’ un momento nel quale la certezza di rimanere in questa situazione cè, e questo, crea ovviamente un grande sconforto ora ci vuole infatti la certezza che si possa migliorare in tempi ragionevoli, compatibili con la vita di queste persone che, se  sono rimaste vuol dire hanno avuto la volontà di rimanere. Abbiamo avuto un decreto legge, il n.55  e– continua Palombini-,  in 100 giorni forse chi non aveva partecipato prima è difficile che possa avere il polso della situazione di 2 anni. Quel decreto è nato a cavallo tra il vecchio e il nuovo governo,  secondo me era dunque unoccasione ed è stata unoccasione non colta. Si poteva fare di più se si ascoltava un po di più ma si è rivelato un piccolo passaggio a vuoto.  Ciò non vuol dire che non ci si stia pensando e  mi pare che in questo momento ci sia attenzione. Mi auguro che lattenzione si trasformi in qualcosa di serio”. Il sindaco di Montereale Giorgi ha rivendicato più potere ai sindaci, proponendo che uno di essi per Regione, possa sedere nelle Cabine di regia.  “ La governance va del tutto rivista- ha detto-  Noi dobbiamo essere attori principali non possiamo essere delle comparse mentre  qualcuno decide sui nostri problemi. Noi li viviamo con i nostri concittadini quotidianamente e vogliamo essere i primi a poter dare delle risposte; per fare questo cè bisogno che partecipiamo alle scelte che si fanno a Roma. E’ successo nel 2009 con la ricostruzione leggera e, a distanza di pochissimi mesi, le persone sono rientrate a casa; qui a distanza di 2 anni ancora non si riescono ad autorizzare i provvedimenti sciocchi per qualche decina di migliaia di euro”.  “ Non ci siamo- ha commentato il sindaco ospitante Mauro Falcucci-; le norme che dovevano servire per iniziare la ricostruzione leggera, non sono state inserite e questo ci mette nell’impossibilità di partire. Per quel che concerne la ricostruzione in generale, - ha aggiunto- solo ieri è stata pubblicata l’ordinanza commissariale sui dissesti idrogeologici e stiamo aspettando che ci vengano girate le risorse per far partire gli incarichi per i piani attuativi per quei comuni che come noi hanno fatto le perimetrazioni. Tutte le forze politiche conoscono le nostre problematiche e sanno pure che così non si può andare avanti. Aldilà della nomina del nuovo Commissario, non importa chi sia, l’importante è che abbia un mandato normativo per dare una svolta”.  Tra gli altri aspetti sollevati dal sindaco di Castelsantangelo e condiviso dagli altri, il fatto che, se non c’è un’applicazione totale della famosa Legge 97 del 1994, gli anni pur lunghi della ricostruzione non serviranno a nessuno “ Se invece avremo la certezza che la montagna italiana, il cui cuore oggi è drammaticamente colpito, potrà contare su incentivi e sulle agevolazioni delle Zone Franche che esistono in Italia e in tutta Europa, avremo le fondamenta e la garanzia per un rilancio. Tra l’altro- ha sottolineato Falcucci- è un nostro sacrosanto diritto, perché l’art. 44 della Costituzione prevede la tutela delle aree montane con norme specifiche . Questo è qualcosa che si può fare subito e auspichiamo che vi sia un consenso unanime delle forze politiche sulla Legge che riguarda la Montagna, dal Piemonte fino alla Calabria, che venga riscritta  e adattata all’oggi con la previsione appunto di aiuti e agevolazioni che rientrano nella normalità. Solo così avremo la garanzia affinché la gente rimanga, altrimenti tra 15 – 20 anni, quassù non ci sarà più nessuno e non avrebbe senso spendere denari. Allora, anziché allungare i tempi, ci si dica la verità e dato che è un impegno e una priorità nazionale - ha concluso- si traduca in norme vere, certe e applicabili. Carla Campetella

"Oltre la ricostruzione" c’è la necessità di norme certe e risposte serie, perché la realtà dice che non si può più attendere. Totale sintonia tra i tre sindaci di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci, Montereale Massimiliano Giorgi ed Amatrice Filippo Palombini. Nella  conferenza stampa congiunta tenutasi a Castelsantangelo, si sono ritrovati uniti su tutte le problematiche, come sulle troppe richieste inevase perché, quella che si sta affrontando nei luoghi colpiti dal sisma del Centro Italia, è una situazione  molto simile per tutti.  “La gente ha bisogno delle stesse cose; il terremoto al di là delle sue peculiarità ci ha messo tutti nella condizione di vivere a confine con la sopravvivenza”. Così il primo cittadino di Amatrice-  “E la condivisione su tutto è la dimostrazione che non è importante l’amicizia  tra i sindaci, l’'importante è il ruolo del sindaco: oggi eravamo tre ma sono convinto che fossimo stati in 30 avremmo detto tutti la  stessa cosa”. La grande preoccupazione è riferita all’attuale situazione di stallo, l’ostacolo più gravoso da superare dopo tanti sforzi  e determinazione. “ La gente comincia a rassegnarsi- dicono i sindaci- sembrano spegnersi le loro forti motivazioni iniziali”. Dopo l’adrenalina del dolore della prima fase, dopo un tetto sopra la testa e la speranza, adesso c’è da affrontare la fase più difficile perché le popolazioni vivono l’incertezza delle prospettive future. “E’ un momento nel quale la certezza di rimanere in questa situazione c'è, e questo, crea ovviamente un grande sconforto ora ci vuole infatti la certezza che si possa migliorare in tempi ragionevoli, compatibili con la vita di queste persone che, se  sono rimaste vuol dire hanno avuto la volontà di rimanere. Abbiamo avuto un decreto legge, il n.55  e– continua Palombini-,  in 100 giorni forse chi non aveva partecipato prima è difficile che possa avere il polso della situazione di 2 anni. Quel decreto è nato a cavallo tra il vecchio e il nuovo governo,  secondo me era dunque un'occasione ed è stata un'occasione non colta. Si poteva fare di più se si ascoltava un po' di più ma si è rivelato un piccolo passaggio a vuoto.  Ciò non vuol dire che non ci si stia pensando e  mi pare che in questo momento ci sia attenzione. Mi auguro che l'attenzione si trasformi in qualcosa di serio”. Il sindaco di Montereale Giorgi ha rivendicato più potere ai sindaci, proponendo che uno di essi per Regione, possa sedere nelle Cabine di regia.  “ La governance va del tutto rivista- ha detto-  Noi dobbiamo essere attori principali non possiamo essere delle comparse mentre  qualcuno decide sui nostri problemi. Noi li viviamo con i nostri concittadini quotidianamente e vogliamo essere i primi a poter dare delle risposte; per fare questo c'è bisogno che partecipiamo alle scelte che si fanno a Roma. E’ successo nel 2009 con la ricostruzione leggera e, a distanza di pochissimi mesi, le persone sono rientrate a casa; qui a distanza di 2 anni ancora non si riescono ad autorizzare i provvedimenti sciocchi per qualche decina di migliaia di euro”.  “ Non ci siamo- ha commentato il sindaco ospitante Mauro Falcucci-; le norme che dovevano servire per iniziare la ricostruzione leggera, non sono state inserite e questo ci mette nell’impossibilità di partire. Per quel che concerne la ricostruzione in generale, - ha aggiunto- solo ieri è stata pubblicata l’ordinanza commissariale sui dissesti idrogeologici e stiamo aspettando che ci vengano girate le risorse per far partire gli incarichi per i piani attuativi per quei comuni che come noi hanno fatto le perimetrazioni. Tutte le forze politiche conoscono le nostre problematiche e sanno pure che così non si può andare avanti. Aldilà della nomina del nuovo Commissario, non importa chi sia, l’importante è che abbia un mandato normativo per dare una svolta”.  Tra gli altri aspetti sollevati dal sindaco di Castelsantangelo e condiviso dagli altri, il fatto che, se non c’è un’applicazione totale della famosa Legge 97 del 1994, gli anni pur lunghi della ricostruzione non serviranno a nessuno “ Se invece avremo la certezza che la montagna italiana, il cui cuore oggi è drammaticamente colpito, potrà contare su incentivi e sulle agevolazioni delle Zone Franche che esistono in Italia e in tutta Europa, avremo le fondamenta e la garanzia per un rilancio. Tra l’altro- ha sottolineato Falcucci- è un nostro sacrosanto diritto, perché l’art. 44 della Costituzione prevede la tutela delle aree montane con norme specifiche . Questo è qualcosa che si può fare subito e auspichiamo che vi sia un consenso unanime delle forze politiche sulla Legge che riguarda la Montagna, dal Piemonte fino alla Calabria, che venga riscritta  e adattata all’oggi con la previsione appunto di aiuti e agevolazioni che rientrano nella normalità. Solo così avremo la garanzia affinché la gente rimanga, altrimenti tra 15 – 20 anni, quassù non ci sarà più nessuno e non avrebbe senso spendere denari. Allora, anziché allungare i tempi, ci si dica la verità e dato che è un impegno e una priorità nazionale - ha concluso- si traduca in norme vere, certe e applicabili".

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