Notizie di politica nelle Marche
Un nuovo concorso che consenta, superando il regolamento vigente e i limiti imposti in materia dalle norme europee, di assumere tutti gli operatori sanitari (oltre 1300) ancora presenti nella vecchia graduatoria al fine di sopperire al fabbisogno di personale infermieristico nella lotta contro il Covid.

Questo l’impegno assunto dall’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini per alleggerire il peso di una situazione, il sottodimensionamento di infermieri e infermiere che lottano in prima linea contro il Covid, che sta logorando il personale.

Ad accendere ancora una volta i riflettori sulla problematica il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Simona Lupini, che ha presentato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere come la Regione intendesse adoperarsi.

“Il sistema sanitario regionale non è in salute: gli infermieri hanno sacrificato ferie e affetti, combattendo in prima linea contro il COVID, e meritano risposte e impegni chiari: il grido d’allarme della FNOPI e delle altre associazioni di categoria, che hanno denunciato l’abbandono della categoria nella nuova Finanziaria, non può restare inascoltato - ha sottolineato Simona Lupini, vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali, nell’interrogazione presentata insieme alla capogruppo Marta Ruggeri - L’impegno dell’assessore Saltamartini a superare i vecchi regolamenti e bandire un nuovo concorso è un punto di partenza importante: i tempi per un nuovo concorso sono però molto lunghi e la situazione è invece di estrema urgenza. Continueremo a monitorare da vicino la situazione, per assicurare che queste promesse non restino solo ipotesi”.

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Ripartono i lavori di riqualificazione urbana di Corso Italia e Viale Europa a Castelraimondo. Gli interventi, iniziati nello scorso mese di novembre, erano stati sospesi a dicembre in occasione delle festività natalizie. Tanto si era discusso, tra maggioranza e opposizione, proprio su questo progetto. La nascita di un parcheggio, che sembrava essere destinato a sorgere al posto del campetto vicino alle scuole medie, aveva indispettito la minoranza. Un «grave errore rimpiazzare una struttura per i giovani con un parcheggio», il commento del capogruppo Costantino Mariani. Il sindaco Patrizio Leonelli aveva precisato che «nessuno avrebbe privato il paese di quella struttura», risolvendo la questione che aveva infiammato la campagna elettorale. Come da programma di mandato, la maggioranza ha quindi avviato i lavori, procedendo fino a pochi giorni prima del Natale. Ora la riapertura dei cantieri che, stando alle parole del primo cittadino, «non si fermeranno fino alla fine delle opere, prevista per la prossima estate».

Tra i primi progetti partiti dopo l’insediamento della nuova giunta, la riqualificazione delle principali vie di Castelraimondo avrà bisogno ancora di qualche mese. Uno stop ai lavori, quello deciso dall’amministrazione, nato per appoggiare i commercianti del centro cittadino in occasione delle feste natalizie. «I cantieri avrebbero potuto ostacolare il traffico e disincentivare gli affari – ha commentato il sindaco Leonelli –, quindi abbiamo preferito fermarci. Non solo: tra ferie e giorni di festa, gli stessi lavoratori sarebbero stati in numero ridotto. Non è comunque una sospensione che pregiudica il calendario dei lavori: per fine maggio dovremmo chiudere la questione».

l.c.
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La vita politica di Tolentino si arricchisce di un nuovo movimento, anche in vista delle ormai imminenti elezioni amministrative. Per iniziativa di Nazzareno Tiranti e Barbara Salcocci si è, infatti, costituito il gruppo locale di "Dipende da Noi", movimento nato a livello regionale nel 2019, che si ispira ai principi di democrazia e partecipazione, nello spirito della Costituzione Italiana, e che opera per il rinnovamento del sistema politico, sociale ed economico delle Marche e dell’Italia.

"A Tolentino, dopo un decennio dominato da un’amministrazione attenta esclusivamente a salvaguardare il proprio potere e incapace di dare una risposta concreta alle esigenze dei cittadini ed in particolare a quelle poste dal terremoto, crediamo sia urgente lavorare per nuovi obiettivi e per un cambiamento radicale dei metodi dell’azione politica e del governo del comune - dichiarano all'unisono Nazzareno Tiranti e Barbara Salcocci -. È infatti indispensabile promuovere il passaggio da una logica del potere verso la cultura del prendersi cura del bene comune, ponendo al centro i diritti delle persone e costruendo risposte partecipate ai problemi della collettività".

Il gruppo locale di “Dipende da Noi” di Tolentino ha già raccolto l’adesione di numerosi iscritti e simpatizzanti ed è aperto all’apporto di tutte le persone di buona volontà, desiderose di un’alternativa democratica e solidale.

"La nostra intenzione - concludono -  è di rilanciare e rendere convergenti le esperienze più innovative che si sono sviluppate negli ultimi anni, come quella di “Città in Comune”, che è riuscita a produrre molte iniziative sul tema della ricostruzione e a mettere in evidenza le profonde contraddizioni degli intenti sbandierati e la realtà delle scelte sociali ed urbanistiche dell’attuale amministrazione. Il gruppo di “Dipende da Noi” è pronto al confronto con i soggetti politici, le forze sociali, culturali ed economiche e con le associazioni che hanno a cuore il bene comune e perciò vogliono dare a Tolentino un nuovo governo".
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Non sarà Michele Franchi, sindaco di Arquata del Tronto, a rappresentare i Comuni marchigiani del cratere sismico nella cabina di coordinamento per la ricostruzione. Nella giornata di ieri, Anci Marche ha fatto sapere che il ruolo verrà temporaneamente ricoperto da Valeria Mancinelli – già nell’organo come coordinatrice delle quattro Anci terremotate – in attesa della nomina definitiva di un rappresentante dei sindaci marchigiani. Una decisione che fa discutere, dopo che oltre 60 primi cittadini del cratere hanno proposto il nome di Franchi come portavoce. Proprio il sindaco di Arquata del Tronto ha quindi scritto alle istituzioni e al Commissario Giovanni Legnini per sollecitare una nomina definitiva e per chiedere chiarimenti sui motivi di una scelta, che “disattende la volontà della stragrande maggioranza dei sindaci del cratere marchigiano – evidenzia il primo cittadino di Arquata –. Nonostante io nutra grande fiducia nei confronti di Mancinelli e di Curti (ex sindaco di Force, ndr), credo che sarebbe stato opportuno scegliere la strada della continuità: negli ultimi anni questo ruolo è stato ricoperto da Aleandro Petrucci, che ho affiancato come vicesindaco e in seguito come facente funzioni. Arquata è il Comune più colpito nelle Marche e sarebbe stato giusto riconoscerci questo status. Non si tratta di mettersi in luce – precisa Franchi – ma di dare seguito al lavoro iniziato cinque anni fa e di avere un rappresentante che sappia quali sono le vere criticità della ricostruzione”.

Franchi chiude con la stoccata alla presidente di Anci Marche e con la richiesta, urgente, di avere quanto prima un rappresentante: “Penso che sia inopportuno fare politica anche sul terremoto. Evidentemente da Anci Marche vorrebbero un rappresentante diverso da quello indicato da quasi tutti i sindaci del cratere. Le Marche sono l’unica regione a non aver ancora nominato un rappresentante – chiude Franchi – e questa polemica non è sorta in Abruzzo, Lazio e Umbria, dove i rappresentanti sono stati confermati. Ci auguriamo che a stretto giro di boa accada lo stesso per le Marche”.

l.c.
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Ha provocato discussione e dibattito, soprattutto in seno all’Unione Montana “Marca di Camerino” la recente legge approvata dal consiglio regionale. Una legge che diversi sindaci hanno definito “divisiva” e dello stesso pensiero appare anche il presidente dell’Unione Montana Alte Valli del Potenza, Esino e Musone Matteo Cicconi.

“Una legge che anche sotto il profilo istituzionale presenta aspetti poco aggreganti – il parere del presidente e primo cittadino di Pioraco – Senza entrare nel merito, visto che non conosco le motivazioni che hanno portato all’approvazione di tale legge, ritengo siano necessari strumenti che portino ad aggregare il territorio sotto tutti i punti di vista. Parlando dell’Unione Montana che mi onoro di presiedere posso dire che è rimasta coesa fin dalle origini, mantenendo l’aspetto aggregativo di unione per un territorio che, già frammentato in tanti piccoli comuni e con tante difficoltà determinate anche da sisma e pandemia, ha davvero bisogno di fare insieme massa critica per il raggiungimento di obiettivi comuni. Ciò a maggior regione in quei territori a bassa densità demografica dove sono auspicabili forme di associazionismo soprattutto nei servizi ”.

f.u.
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A tre mesi dall’insediamento dell’amministrazione a guida Rosa Piermattei a San Severino Marche non c’è ancora traccia del nuovo consiglio di amministrazione dell’Assem, al punto che la minoranza consiliare “Insieme per San Severino” parla di ritardo inspiegabile.

“Questo nella migliore delle ipotesi – precisa il capogruppo Tarcisio Antognozzi – perché nella peggiore il ritardo potrebbe essere spiegato come assoluta mancanza di attenzione e rispetto per la nostra azienda municipalizzata, fiore all’occhiello dei servizi di distribuzione di acqua, luce e gas. Purtroppo il sindaco non è nuovo alla sottovalutazione dell’importanza dell’Assem e questo ritardo ci sollecita ad intervenire. Vorremmo, infatti, che il regime di prorogatio venga interrotto, dando così all’azienda un consiglio di amministrazione valido, competente e che non sia succube della volontà del sindaco. Nostro desiderio è che alla minoranza sia data funzione di controllo con almeno un membro nel collegio dei revisori dei conti e, infine, che il cda sia composto da cittadini settempedani”.

Parla anche di visione futura e di progettualità il capogruppo Antognozzi “in vista delle importanti sfide che vedranno l’Assem protagonista nei prossimi anni, garantendone la sussistenza e la stessa sopravvivenza”.


Assem

f.u.
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L’esclusione dalla legge di bilancio dello Stato della proroga alla sospensione dei mutui per i cittadini e le imprese del cratere desta grande preoccupazione per la tenuta del tessuto economico e sociale del territorio secondo i segretari provinciali del Partito democratico Francesco Ameli (Ascoli) Luca Piermartiri (Fermo) e Angelo Sciapichetti (Macerata), che hanno scritto una lettera al segretario nazionale del partito Enrico Letta e ai parlamentari eletti nella circoscrizione delle Marche.

“Nel decreto mille proroghe - sostengono i segretari - ad oggi mancano il mantenimento delle altre misure legate allo stato di emergenza a cominciare dalla sospensione dei mutui per i cittadini, le imprese e i comuni, così come una modifica normativa che preveda il riconoscimento dell’Iva, per i contributi alle imprese connessi alla ricostruzione, come costo nel caso di rinuncia alla detrazione della stessa. Modifica condivisa anche dall’assemblea legislativa delle Marche grazie ad una iniziativa del Partito Democratico. La mancata sospensione dei mutui, soprattutto in un tempo difficile come questo, rischia di far saltare il sistema socio economico delle nostre aree interne e far diventare vane tutte le azioni che verranno realizzate con il PNRR ed il fondo complementare sisma. È grave in particolare l’assenza della Regione Marche su un tema così delicato: da un lato Acquaroli sembra essersi dimenticato delle problematiche dei territori colpiti dal terremoto, dall’altro Castelli è impegnato a curare i rapporti sul collegio elettorale piuttosto che dare aiuti concreti a chi non ne ha”.

Inoltre, altra questione importante e particolarmente sentita, sulla quale i tre segretari hanno posto l’accento, quella della cosiddetta busta paga pesante, “che ad oggi non ha avuto una risposta adeguata da parte delle istituzioni nonostante pensionati e lavoratori dipendenti residenti nei comuni abbiano fatto domanda già appena dopo il sisma e la tematica sia stata oggetto di una mozione approvata dal consiglio regionale delle Marche nella passata consiliatura”.

f.u.
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Bolognola, Castelsantangelo sul Nera, Montecavallo, Valfornace e Visso fuori dall’Unione montana “Marca di Camerino almeno fino al 2025. La recente modifica alla legge sulle Unioni montane, approvata in Consiglio regionale su proposta di Renzo Marinelli, Jessica Marcozzi, Giacomo Rossi e Carlo Ciccioli, esclude i Comuni che non ne fanno parte almeno fino a dieci anni dalla costituzione dell’Unione stessa. Un cambio di normativa che ha seminato malcontento tra i sindaci esclusi.

"Una legge antidemocratica, che arriva in un momento in cui i piccoli Comuni dovrebbero essere capaci di fare quadrato”. Pietro Cecoli, sindaco di Montecavallo, è critico sulla decisione della Regione che "in questo modo crea una disparità nelle condizioni di territori che sperimentano una grande sofferenza – commenta –. Trovo davvero inopportuno che sia stata promulgata una legge ‘salvapoltrone’ per alcuni politici dell’entroterra, a discapito di altri che vivono le stesse situazioni nello stesso territorio. Questa è una legge che punisce alcuni enti e che preserva il posto di alcuni amministratori, facendo degli inopportuni e illegittimi favoritismi. Per quello che riguarda il nostro Comune – spiega Cecoli –, abbiamo fatto di tutto per poter entrare a far parte dell’Unione. Abbiamo presentato tutta la documentazione e le opportune domande già dal 2018. La motivazione che ci è stata addotta dall’Unione è quella di non aver rispettato il loro statuto, ma è una bugia. Noi non staremo comunque con le mani in mano – conclude il primo cittadino di Montecavallo –: troveremo soluzioni alternative contro una nefandezza portata avanti da alcuni politici che dovrebbero difendere gli interessi della montagna e che invece portano avanti personalismi inopportuni".

l.c.
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“Sono profondamente amareggiato non tanto come amministratore di lungo corso, ma come cittadino che ama e difende la montagna”.

Commenta così il sindaco di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci la recente approvazione da parte del consiglio regionale delle Marche della legge n. 91 sulle Unioni Montane. Una legge che, come sottolineato anche dai banchi dell’opposizione, esclude di fatto dall’Unione Montana “Marca di Camerino” i comuni di Valfornace, Monte Cavallo e, appunto, Castelsantangelo sul Nera.

“Ho ascoltato la discussione sul punto e ho sentito cose che non rispondono a verità o quanto meno dimostrano scarsa informazione sull’argomento – afferma il sindaco Falcucci – Dal 2018 abbiamo fatto richiesta di ingresso nell’Unione Montana alla quale, però, nessuno ha mai risposto. Oggi la legge non ci consente più di poter entrare, così come non lo consente ad altri comuni, come Bolognola e Visso oltre ai tre già citati. A ben vedere un problema si pone anche per Ussita, che ha chiesto di entrare nell’unione nel 2019. Se la legge è retroattiva, anche se dubito possa esserlo, dovrà uscire dall’Unione Montana anche Ussita?”.

Al di là degli interrogativi e delle perplessità il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera pone l’accento sulle responsabilità politiche dell’atto legislativo.

“Non capisco come si possa giocare ad escludendum – conclude - in un momento in cui lo Stato e le pubbliche amministrazione stanno sempre più incentivando le forme di aggregazione e di associazionismo fra comuni. Di certo chi ha la responsabilità politica deve assumersi tutte le conseguenze di una scelta che comporterà danni alle comunità della montagna”.

f.u.
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