"Questo è un nuovo modo di fare politica, col tramonto delle ideologie è più facile discutere di valori condivisi". Commenta così, soddisfatto, il vicepresidente del comitato per la difesa dell'ospedale di San Severino, Marco Massei, dopo l'incontro conviviale di ieri sera sul tema sanità. L'argomento non era circoscritto al solo ospedale settempedano ma ben più ampio: l'obiettivo infatti era trovare un modo condiviso per discutere di una sanità che possa rispondere alle esigenze del territorio maceratese. Presenti diversi parlamentari, come Giuliano Pazzaglini, Tullio Pattasini e Francesco Acquaroli, i consiglieri regionali Elena Leonardi, Luigi Zura-Puntaroni e Romina Pergolesi, il sindaco di Cingoli Filippo Saltamartini e quello di San Severino Rosa Piermattei, alcuni consiglieri provinciali e comunali di città limitrofe e diversi comitati maceratesi.

L'idea comune emersa è che l'ospedale unico provinciale non sia la soluzione adatta se non viene affiancato da ospedali di rete funzionanti. Per qualcuno addirittura, l'ospedale unico sarebbe da escludere.

Il sindaco Saltamartini ha invitato i consiglieri regionali di minoranza (il Pd non pervenuto all'incontro) ad una attività più puntuale affinché la giunta regionale sia sempre messa di fronte alle proprie responsabilità. Inoltre, ha criticato l'assenza dei sindaci del territorio non solo all'incontro di ieri ma anche alle manifestazioni fatte negli ultimi anni. 

Anche il sindaco Piermattei, da parte sua, si è detta convinta della necessità di farsi sentire e di farlo in tanti.

"Con stasera - ha concluso Massei - abbiamo capito che si può fare molto e che i comitati hanno un ruolo importante: dobbiamo salvaguardare le strutture del territorio opponendoci strenuamente all’ospedale unico; abbiamo già tante eccellenze e non sono le strutture a mancare bensì il personale. Serve un turnover serio del personale che va in pensione. Il diritto alla salute è qualcosa che va condiviso in maniera politicamente trasversale. Questo è un nuovo modo di fare politica, col tramonto delle ideologie è più facile discutere di valori condivisi".

Potrete leggere l'articolo completo degli interventi nel prossimo numero de L'Appennino Camerte, in edicola giovedì prossimo.

g.g.

 

“È in atto una guerra tra fazioni politiche a livello nazionale che contagia ovviamente regioni e comuni. In nome di questa guerra ed in nome della tanto sbandierata responsabilità nei confronti dei cittadini in difficoltà si sta semplicemente perdendo tempo!”.

Inizia così la nota di Terremoto Centro Italia in riferimento alla lotta politica a cui si sta assistendo ormai da settimane. Il Pd accusa l’attuale governo senza ricordare che nei due anni successivi al sisma a governare era proprio il Pd stesso, e il governo giallo-verde accusa il Pd delle malefatte che impedirebbero il tanto agognato cambiamento anche nella gestione post sisma.

“Fazioni opposte - scrive il comitato - tirano per la giacchetta i terremotati accusando chi c’è ora di non far nulla, mentre quando erano al governo hanno fatto, eccome, ma molto male! Chi c’è ora sembra imbalsamato e non si comprende perché, visto che quando era all’opposizione aveva idee chiarissime e proposte non soltanto condivisibili, ma anche necessarie ad evitare la desertificazione delle nostre terre. Eppure ad oggi il nulla. Di concreto non c’è nulla se non 12mila posti di lavoro perduti, il 50 per cento di macerie ancora da portar via, solo il 10 per cento di pratiche di ricostruzione approvate, contributi delocalizzazione non pervenuti,ricostruzione pubblica mai avviata,tasso di povertà in forte crescita, aumento della percentuale di ansiolitici utilizzati, Sae inadeguate, inadatte, con muffa e funghi, urbanizzazioni fatte non a regola d’arte e pericolose in molti, troppi casi, viabilità non ripristinate e bandi di gara che durano dai 3 ai 5 anni, ennesima finanziaria scivolata con qualche proroga e nessuna novità di rilievo”.

Come definirlo se non lo specchio del nulla cosmico a firma prima del Pd e ora, se non si decidono a dare un’inversione decisa, anche della Lega e del Movimento 5 Stelle. 

“In questo desolante quadro - afferma il comitato - si stanno facendo le pulci sul giorno in più e giorno in meno necessari per il rinnovo di contratti di un carrozzone che impiega almeno 5 mesi per aprire, per la prima volta, una pratica ed un anno (in media) per decisionarla. A tal proposito, visto che i politici che governavano fino a ieri si lamentano per i tempi del rinnovo del personale degli Uffici ricostruzione, ci permettiamo di consigliare vivamente di dividere in modo opportuno quel numero di risorse, incrementando il numero dei tecnici istruttori(delle pratiche) a scapito dell’incomprensibile esercito di amministrativi”. 

Il comitato si dice pronto a scendere di nuovo in piazza qualora non vi sia quell’auspicato cambiamento: “Non siamo stupidi e con la coerenza di chi protesta, se le cose vanno male, a prescindere da chi sia al governo, se continueranno a prenderci in giro ed a perdere tempo, faremo le nostre mosse contro tutti - concludono - quelli di prima e quelli di adesso“

GG.

 “In un solo mese al governo abbiamo dovuto cercare il rimedio a due anni di non risposte e di errori sostanziali”. È Tullio Patassini, relatore di maggioranza, ieri alla Camera, nella discussione del Decreto Terremoto. Lo ha descritto come un intervento “forzatamente parziale per i tempi e le attuali disponibilità di bilancio. Un primo atto concreto dopo due anni di niente, di politiche dei governi di Renzi e Gentiloni fatte di ordinanze commissariali anche contraddittorie. Siamo ancora in emergenza e con la ricostruzione al palo”.

Dura la critica dell’onorevole treiese al modello ricostruzione Emilia-Romagna scelto immediatamente dopo il sisma del 2016, che ha definito “inadeguato” per le caratteristiche geomorfologiche e di antropizzazione estremamente diverse. 

Quello che è stato portato all’attenzione dell’Aula è un primo tassello, urgente, che si comporrà col tempo, progressivamente e nella disponibilità di risorse.

“È stato raggiunto il miglior risultato possibile - ha aggiunto - nella circostanza attuale, e lo si è fatto in misura condivisa. Lo impongono il rispetto per le popolazioni terremotate nei confronti delle quali le risposte vanno date e subito, quand'anche non completamente esaustive. L’opposizione si ostina a presentare emendamenti che, sanno bene, non è possibile accogliere in questo momento. Peraltro, hanno avuto ben altri tempi per introdurre quelle misure che oggi ritengono indispensabili”.

Dai documenti presi in esame in commissione speciale per elaborare il Decreto Terremoto, sarebbe emerso il problema di una ricostruzione non ancora partita a cui si sta tentando di rispondere con soluzioni suggerite da enti e soggetti pubblici e privati dei territori del cratere, quindi in linea con le richieste delle comunità locali.

Queste le disposizioni all’esame dell’Aula elencate dall’onorevole Patassini: “Proroga dello stato d’emergenza al 31 dicembre prossimo e stanziamento di risorse per 300milioni di euro; proroga al 2019 della restituzione dei mutui dei comuni, con la possibilità di adeguare l’indennità dei sindaci di Comuni con meno di 5mila abitanti. Esonero dall’obbligo di raggiungere gli obiettivi di raccolta differenziata durante il periodo dell’emergenza”. C’è poi la proroga fino al 2020 dei mutui per attività economiche e per le prime case, e al 2021 per chi è in zona rossa. È previsto anche il riconoscimento ai privati delle spese per l’occupazione del suolo pubblico per il cantiere di ricostruzione e, fino al 2020, l’esenzione delle bollette fornite in zona rossa. 

“Introdotta - ha continuato Patassini - la possibilità di avvalersi del datore di lavoro per la restituzione a rate dei versamenti della busta paga pesante. Ciò sgraverà i contribuenti da ulteriori adempimenti burocratici con l’F24. Aumentata la soglia dell’importo dei lavori pubblici per l’obbligatorietà della SOA di cui molte imprese edili locali sono provviste. Introdotto il rimborso delle spese per l’adeguamento antincendio e per l’eliminazione delle barriere architettoniche di immobili distrutti o danneggiati”. Ampliato anche il numero delle centrali uniche di committenza, e in un prossimo intervento verranno inserite anche le università. A fine dicembre è prorogata anche la presentazione delle schede Aedes ed è prevista la realizzazione di aree turistiche attrezzate per roulotte e camper per proprietari di seconde case distrutte dal terremoto, “fondamentali per il rilancio del turismo e per far rivivere le comunità”.

Fra le novità più attese, una norma per sanare le casette temporanee costruite senza permesso, in emergenza, da chi non ha voluto abbandonare i propri luoghi e, per sbloccare la ricostruzione privata, sono state definite le procedure sia per condoni pendenti connessi a fabbricati danneggiati dal sisma, sia per sanare piccole difformità.

Per la tregua fiscale, oltre allo slittamento di un paio d’anni di mutui, bollette e imposte varie, sono stati prorogati i termini relativi alla restituzione degli sconti fiscali e contributivi del 60% concessi alle imprese dell'area colpita dal terremoto 2009 e considerati da Bruxelles aiuti di stato illegittimi, permettendo al governo di avviare urgentemente in Europa una negoziazione sulla procedura di infrazione. Per quanto riguarda le diocesi, “è stata introdotta la possibilità di intervenire direttamente su molte delle 3mila chiese danneggiate ricorrendo a procedure previste per la ricostruzione privata, in luogo delle procedure pubbliche, per lavori di importo fino a 500mila euro”.

Infine, col Decreto Terremoto p prevista la pubblicazione e l’aggiornamento periodico di un vademecum del Commissario della Ricostruzione, per permettere a tutti di accedere alle norme e alle ordinanze emesse. 

Domani alle 11 suona la “campanella”, come fosse il primo giorno di scuola, per la prima seduta di Camera e Senato. Il nuovo Parlamento si insedia e gli eletti saranno chiamati a scegliere le più alte cariche dello Stato dopo il presidente della Repubblica. E già oggi pomeriggio si sono riuniti i gruppi parlamentari dei due rami del Parlamento per stabilire le linee guida da tenere nel voto di domani. Tra questi la Lega, uno dei gruppi più numerosi, che conta anche Tullio Patassini, eletto nel collegio uninominale di Macerata-Osimo. “L'incontro di oggi pomeriggio - racconta il neodeputato di Treia - serviva proprio per fornire agli eletti le indicazioni sul voto di domani per votare i Presidenti di Camera e Senato. Per quello che riguarda la formazione del Governo, ancora non è emerso nulla perchè secondo me siamo nel campo delle ipotesi. Il mio parere è quello che ho espresso subito il voto del 4 marzo: Salvini è giusto che sia il premier. E' la logica consegueza del voto. Partendo dal voto e dalla coalizione di centrodestra che ha ottenuto più consensi e trovando le giuste e necessare convergenze alla Camera e al Senato, il Governo può nascere. Basta con il Governo Gentiloni e con tutti i suoi errori e mancanze. Una su tutte la gestione del post-terremoto. Il presidente della Regione Marche Ceriscioli scrive al presidente del Consiglio chiedendo una proroga dei tempi per la presentazione delle domande. Ma questi signori hanno chiara la situazione? Si parlano? Noi abbiamo inviato una lettera facendo presenti le problematiche che i tecnici hanno sollevato perche siamo stati in mezzo alla gente. Quindi penso che sia giunto il momento di dire basta con il Governo Gentiloni”.

Tullio Patassini

C'è poi tutta la parte che precede la prima seduta di domani e che ha riguardato l'accreditamento dei singoli deputati. “Io ho effettuato tutte le pratiche ieri pomeriggio – racconta Patassini – e sono stato negli uffici al piano sopra l'ingresso. Non ho preso l'ascensore, ma ho camminato lungo le scale proprio per vivere fino in fondo questa emozione. Il primo step ha riguardato le foto, poi la comunicazione dei dati anagrafici e della documentazione necessaria, inclusi password, mail e altro. Infine, mi hanno anche preso l'impronta digitale che servirà per esercitare il voto. L'impronto serve per evitare brogli e che qualcuno voti al posto mio. Per svolgere questo compito – conclude un emozionato Tullio Patassini – io mi sono messo in aspettativa dal lavoro e voglio farlo con il massimo impegno e la massima serietà. L'impatto è stato incredibiole. Ho calpestato pavimenti e mattonelle che prima di me hanno visto le persone che hanno fatto la Repubblica. Mi sento una grande responsabilità addosso sperando di fare il bene di tutti”.

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