Mancato utilizzo dei Fondi comunitari, l’affondo della candidata alle Regionali per un seggio in consiglio regionale, Mirella Battistoni (FdI).
“La Regione è impegnata in una corsa contro il tempo per spendere i Fondi Comunitari che non ha saputo spendere finora, mettendo in crisi le imprese che devono in pochissimo tempo implementare progetti di investimento che poi in gran parte non saranno finanziati, vista l’esiguità delle risorse rispetto all’appetibilità delle promesse.
Comprendo l’autocelebrazione ma, di fronte alla realtà dei fatti, è chiaro che è urgente un cambio di gestione. In questo campo, infatti, non sono le parole che erogano i contributi, ma i fatti. E i fatti sono incontrovertibili se sono suffragati dalla forza dei numeri”.


Alla fine del 2019 aveva speso solo il 26% dei fondi della Programmazione UE 2014-2020, posizionandosi tra le ultime in Italia. “Abbiamo perso due volte: perché i fondi sono stati utilizzati parzialmente e senza una efficace politica industriale; perché le altre regioni hanno saputo utilizzare più fondi implementando innovazioni e strategie di rete”.
Il tutto suffragato da esempi concreti secondo la Battistoni. “Partiamo dai Bandi per le imprese Artigiane poggiati su normativa vecchia, frammentata e con pochi fondi a disposizione.
La Regione Marche, che ancora oggi è la più manifatturiera d’Italia, non può destinare solo briciole alle nostre imprese. La stessa, infatti, ha pubblicato ben 9 bandi per sostenere le imprese artigiane utilizzando una normativa articolata e vecchia di oltre 15 anni, con fondi che consentiranno di finanziare circa 240 domande in tutta la Regione, cioè solo lo 0,5% delle imprese artigiane che nella nostra regione sono circa 44.000. Soluzione del rebus: sarebbe bastata la pubblicazione di un solo bando, organico e attuale, con una maggiore dotazione di fondi”.


Secondo esempio. “Aiuti alle imprese per l’assunzione di soggetti disoccupati: aspettative disattese, visto che il bando aperto nell’agosto del 2018 ha fatto registrare la pubblicazione della graduatoria, con le domande approvate, solo nel dicembre 2019.
A luglio 2020, dopo quasi due anni dalla presentazione delle domande a dall’aver effettuato le assunzioni a tempo indeterminato, molte imprese non hanno ancora ricevuto la liquidazione dei contributi e probabilmente non li riceveranno mai. Soluzione del rebus: Invece di destinare risorse per piccoli sussidi a pioggia, si dovevano sostenere le “imprese che ancora non hanno chiuso” e che creano occupazione stabile”.


La medesima dinamica si ripete per il bando per favorire la Creazione d’Impresa emanato dalla regione Marche a maggio 2019, “un chiaro esempio di incompetenza. Oltre a essere in alcuni passi incomprensibile anche per gli addetti ai lavori, ha generato false aspettative nei beneficiari. Un esempio: la start up può ricevere il saldo del contributo solo dopo un anno dall’approvazione della domanda, anche se ha provveduto immediatamente a costituire l’impresa, sostenere le spese e fare le assunzioni a tempo indeterminato. Soluzione: La nuova impresa va sostenuta con risorse finanziarie e non con promesse”.

Si parla tanto di “digitalizzazione” e “smart working” nella PMI. “Il bando per sostenere i processi di riorganizzazione aziendale, nuove tecnologie digitali e modelli di smart working è stato pubblicato il 7 luglio scorso con domande da presentare “a sportello” a partire dal 28 luglio 2020. Solo 20 giorni per prepararsi e presentare i progetti (dovrebbero essere almeno 60) e partecipare al “click day”, una specie di gioco d’azzardo dove la competenza e la validità dei progetti lascia il posto al colpo di fortuna. Infatti, in base ai fondi stanziati, solo circa 90 fortunati in tutta la regione potranno beneficiare dell’aiuto. Soluzione: Basterebbe seguire la normativa e dare tempi giusti per avere progetti organici in grado di far fare il salto di qualità alle nostre aziende anche in questi settori”.

In coda, l’affondo politico. “Non si può mettere in mano alle stesse persone la gestione della grande dotazione di Fondi che la Regione riceverà con il #RecoveryFund e la #Programmazione2021-2027. Insieme al candidato Presidente #FrancescoAcquaroli stiamo lavorando ad un piano per la gestione delle risorse secondo una strategia di medio-lungo periodo che possa sostenere concretamente le “imprese che ancora non hanno chiuso”, i lavoratori, i giovani, senza dimenticare le aree interne e di nostri borghi storici”, conclude la candidata per Fratelli d’Italia, Mirella Battistoni.
  M.s.
La decisione di Luigi Di Maio di rassegnare le dimissioni da Capo politico dei Cinque stelle, segno di un dibattito interno al MoVimento del quale lo stesso Di Maio ha sottolineato la necessità di una rifondazione. Ci si chiede se e quanto questa sua scelta potrà ora incidere in vista delle prossime elezioni regionali delle Marche, dopo che da capo nazionale del M5s ,incontrando una settimana fa insieme a Danilo Toninelli i referenti regionali Gianni Maggi e Martina Parisse, decisione finale per le Marche era stata quella di correre da soli o con eventuali liste civiche, escludendo ogni possibilità di alleanza giallo –rossa.

“Mi auguro che le dimissioni di Di Maio siano comunque il primo passo verso una riorganizzazione del MoVimento 5 Stelle e soprattutto dei territori che sono stati trascurati – commenta il Capogruppo M5s in consiglio regionale Gianni Maggi- Questo atto e questo gesto coraggioso compiuto da Lugi Di Maio nel fare un passo indietro ,mi auguro  possa essere veramente un passo in avanti per riorganizzare il territorio e quindi arrivare alle regionali con un'organizzazione territoriale, con un dibattito più intenso e più costruttivo. Io ho una speranza segreta che tutto questo possa rimettere in discussione eventualmente un voto nella piattaforma Rousseau per quanto riguarda le Marche in merito all’andare da soli o invece, partecipare alla tornata elettorale cercando una coalizione- continua Maggi-.
Cercare l'alleanza è a mio avviso, l'unico modo per non lasciare al centrodestra il Governo della Regione. Mi auguro che questo possa essere comunque un passo verso un’operazione democratica che fino adesso non c'è stata e che, come conseguenza della decisione unilaterale di andare da soli, ci è stata negata.  L’auspicio è pertanto che questa decisione possa essere presa sulla piattaforma Rousseau col voto di tutti gli iscritti. Da parte mia – prosegue Gianni Maggi- ho sempre detto che per la scelta di andare da soli o eventualmente formare una coalizione intorno ad un programma condiviso, mi sarei adeguato comunque al voto degli iscritti e naturalmente,  che la maggioranza determini la linea di una forza politica è regola fondamentale della democrazia e spero che questo possa accadere. In effetti, la scelta di non far decidere gli iscritti delle Marche non mi è piaciuta affatto”. Prima che arrivasse il responso del capo politico nazionale e poteva ancora ventilarsi l’ipotesi di accordo giallorosso marchigiano, i consiglieri regionali Maggi, Giorgini e Pergolesi avevano espressamente manifestato il gradimento per la candidatura del prof. Sauro Longhi ex rettore della Politecnica delle Marche. “ Il nomedi Longhi- conclude Maggi- avrebbe potuto essere quello di un candidato civico in grado di raccogliere consensi tra le varie forze politiche. Vedremo adesso cosa succederà: con la divisione che è stata sancita, credo che ormai il PD propenda per decisioni diverse e magari ricorrerà alle primarie. Per quel che ci riguarda invece non lo sappiamo ancora, dovendo comunque avvicinarci alle elezioni regionali stabilendo una linea politica che ancora non è stata conclusa”.

Carla Campetella

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