Il Presidente Paolo Cavini e il Direttore Ornella Bova della CNA Imola Associazione Metropolitana, accompagnati da una rappresentanza della Presidenza CNA Imola (Maurizio Lambertini e Dante Cenni) sono arrivati a Camerino per portare un contributo di solidarietà.

L’incontro è avvenuto nella sede provvisoria del Comune, alla presenza degli assessori Erika Cervelli e Antonella Nalli, del Presidente Territoriale di CNA Macerata Giorgio Ligliani e del Direttore Generale Luciano Ramadori.

Nei mesi scorsi, su interesse della CNA di Imola, la CNA di Macerata ha segnalato un elenco di imprese associate danneggiate dai recenti sismi, tra le quali successivamente la CNA imolese ha selezionata quella cui destinare il ricavato della raccolta fondi attivata il 25 maggio, in occasione dei 25 anni dell’associazione di via Pola. La struttura imolese ha scelto “L’Angolo della Frutta” di Maria Cristina Strappaveccia di Camerino.

Siamo stati molto colpiti dalla sensibilità dei colleghi imolesi che ringraziamo di cuore – dichiara il Presidente CNA Macerata Giorgio Ligliani - con questo nobile gesto hanno messo in risalto la forza del sistema CNA, cioè di un’organizzazione radicata sul territorio, anche nazionale, in grado di far sentire la propria vicinanza e il proprio sostegno alle imprese che rappresenta. Visitando il City Park, il centro commerciale allestito dopo il sisma, abbiamo avvertito forte il senso di comunità creatosi tra le imprese ospitate dalla struttura, che hanno unito le proprie forze per andare avanti e superare le difficoltà di questo momento”.

Aggiunge il Direttore Generale Luciano Ramadori: “CNA Macerata accoglie con favore il progetto presentato dal Comune di Camerino, che la Regione Marche dovrà realizzare, di una struttura temporanea per dare una collocazione più stabile e sicura agli artigiani commercianti che hanno dovuto delocalizzare, in attesa di fare ritorno nel centro storico”.

Grande emozione e commozione per Maria Cristina Strappaveccia al momento della consegna del contributo, che l’imprenditrice ha voluto considerare come un riconoscimento per il lavoro e il sacrificio di tutte le aziende coinvolte nel dramma del sisma, impegnate quotidianamente nella ricerca di una normalità.

Non sarà un’iniziativa sporadica – spiega Ornella Bova, Direttore CNA Imolae con l’aiuto dei nostri imprenditori continueremo la raccolta e cercheremo di accompagnare l’impresa nel suo percorso di rinascita”.

Il piccolo contributo raccolto grazie alla generosità dei nostri imprenditori – è il commento del Presidente Cavinivorremmo avesse lo scopo anche di iniettare fiducia ed aiutare l’impresa Strappaveccia a continuare il suo cammino, magari mettendo in campo nuovi progetti ed idee, senza scoraggiarsi”.

Parte dall'Università di Camerino, su un terreno fertile di condivisione che già prelude ad un risultato univoco, l'idea di una Nuova Carta di valutazione della pericolosità sismica, utile nella prospetiiva di una più efficace riduzione del rischio sismico. Centoventi geologi, provenienti da tutto il mondo ( Giappone, Nuova Zelanda, Argentina, Cina, America, Regno Unito, Germania)  si sono riuniti a Camerino per discutere sullo stato dell'arte nella valutazione della pericolosità sismica, parametro fondamentale per la riduzione del rischio sismico. Quattro giorni di confronto con escursioni sul campo per raggiungere le tre aree epicentrali dei terremoti che negli ultimi venti anni hanno colpito l'Italia centrale. Organizzato dalla Sezione di Geologia di Unicam, in collaborazione con INGV, DPC e numerosi Enti di Ricerca italiani ed europei, e , dai maggiori esperti di terremoti europei del gruppo Emergeo, il field trip internazionale " From 1997 to 2016: Three Destructive Eartquakes Along the Central Apennine Fault System" , si è aperto nel pomeriggio di mercoledì 19 luglio nei locali del campus universitario.
Ad introdurre l'incontro è stato il prof. Emanuele Tondi, responsabile della sezione di Geologia Unicam. La proiezione di un video ha mostrato ai presenti un po' del vissuto drammatico degli utimi otto mesi: dalla scossa in diretta girata da alcuni cacciatori sul Monte Vettore, a tutte le fasi concitate dell'emergenza, tra campi sfollati e mense, disagi della popolazione, sistemazioni provvisorie e danni provocati dal sisma sugli edifici. La parola è passata quindi al prorettore vicario Graziano Leoni che ha rivolto il suo saluto ai presenti anche a nome del Rettore Corradini, impossibilitato a partecipare a causa di impegni istituzionali. Sono seguiti gli interventi del Presidente INGV Carlo Doglioni e di ricercatori che hanno illustrato nel dettaglio gli eventi sismici che hanno interessato Marche e Umbria nel 1997, L’Aquila nel 2009 e Amatrice-Visso- Norcia nel 2016.

Per i geologi l'esigenza è quella di un documento  che racchiuda una adeguata considerazione dei dati geologici e delle faglie, strutture che generano terremoti . Pubblico geologi

"La carta attuale risale al 2003- ha osservato il prof Tondi- Siamo tutti consapevoli che le informazioni che abbiamo sono buone ma anche queste possono essere migliorate. E' necessario che venga proposta e che le istituzioni prendano atto della possibilità di avere una Carta diversa. Non più il dato storico trattato in maniera probabilistica e statistica, che poteva andar bene fino agli anni 90- ha aggiunto - ; grazie alle informazioni attuali e anche alle esperienze scientifiche degli ultimi terremoti che confermano alcune analisi fatte, si potrà sviluppare una Carta di pericolosità sismica che poi è alla base della riduzione del rischio sismico. Pericolosità e rischio- ha spiegato Tondi- sono infatti due cose diverse: la pericolosità è legata ai terremoti e incide su dove possono verificarsi ,e, quando e quanto possono essere grandi; il rischio sismico è invece la stima dei danni legati ad un terremoto che si verifica. Allora si capisce che valutare la pericolosità sismica, serve a ridurre il rischio. Ma se la pericolosità sismica è valutata male, viene ad esserne penalizzata la riduzione del rischio".

" Il terremoto - ha dichiarato il prorettore vicario designato, prof.Graziano Leoni- una tematica che è stata sempre d'attualità-e che in un lasso di tempo molto breve di 20 anni , è tornato a provocare danni molto simili anche se più gravi rispetto a quelli del 1997. La stessa università è un luogo geografico fortemente interessato dagli effetti dell'ultimo sisma e. Insieme ad altre università italiane ed internazionali, insieme ad enti di ricerca, si è fatta promotrice di questo evento. Un convegno itinerante – ha spiegato Leoni- che si svolge sul territorio e che prevede la visita e lo studio delle faglie affioranti. Le escursioni sono di fondamentale importanza in quanto offrono alla comunità scientifica la possibilità di avere dei dati geologici, utili per poter mitigare gli effetti di futuri eventi. Sappiamo che non è possibile mitigare il terremoto ma è possibile limitarne gli effetti, se si conoscono bene l'entità o i livelli di acelerazione che può provocare. Ingegneri ed architetti avranno dunque un beneficio dai risultati dell'attività dei quattro giorni del convegno. I geologi di Unicam, promotori dell'evento, sono sempre in prima linea ; in questo momento stanno trainando una macchina che vede coinvolti atenei ed enti di ricerca nazionali e internazionali ".

"Mentre con il team di Open Emergeo Working group eravamo impegnati a fare i rilievi degli effetti geologici di fine ottobre- - ha spiegato Tondi- ci è venuta l'idea di organizzare un " field trip", un incontro itinerante che desse l'opportunità a geologi di altre nazioni di venire a vedere quello che è successo e discutere insieme. Significativo per la scienza è il confrontarsi sui fenomeni e condividere le esperienze. Un confronto sui dati ma anche sulle interpretazioni. Passi in avanti nella valutazione della pericolosità sismica, negli ultimi anni ne sono stati fatti- ha aggiunto- ; sappiamo dove sono le aree nelle quali si potranno verificare in futuro i terremoti, e anche la magnitudo massima che potranno raggiungere; vi sono anche degli studi promettenti per la ricostruzione del ciclo sismico delle faglie. Si può capire se un'area è in procinto di generare terremoti oppure no. Dopo la prima giornata a Camerino e un quadro d'insieme teorico sullo stato dell'arte riferito alla conoscenza della geologia dei terremoti, il convegno si sposta a confine tra Umbria e Marche nell'area epicentrale del sisma del 1997. L'escursione prosegue nella zona del Monte Vettore per vedere le faglie che si sono attivate nella sequenza del 2016 , concludendo a L'Aquila, area epicentrale nel 2009. Sabato pomeriggio, nella tavola rotonda di chiusura, tireremo le fila dello stato dell'arte della conoscenza su questi fenomeni".

 Interventi in aula geologi

I miracoli delle onde in modulazione di frequenza. Radio C1inblu "sbarca" in Finlandia. Nell'era dell'innovazione tecnologica e dello sviluppo del digitale sembra, infatti, che la "vecchia" FM offra ancora garanzie, permettendo a un cittadino finlandese di ascoltare, sia pure per pochi minuti, la programmazione dell'emittente camerte. La testimonianza arriva da Jouni Keskinen, che da Pirkkala, cittadina di 18mila abitanti nei pressi di Tampere, a circa 200 chilometri dalla capitale Helsinki, ha inviato alla nostra redazione la seguente mail.


Gentili signori

Saluti dalla Finlandia!

Vi sto scrivendo per farvi sapere, che ho ascoltato una parte della vostra programmazione qui in Finlandia il 18 Luglio 2017 dalle 19.10 alle 19.15 ore italiane sulla frequenza di 90.6 MHz .

Questo ascolto è stato possibile, perché la ionosfera può riflettere dei segnali facendoli ritornare in questo modo verso la terra, come uno specchio.


Ho sentito il nome dell’emittente con le seguenti parole:
“Radio C1 inBlu live! … sulle frequenze di Radio C1 inBlu”
“Belforte in passerella Venerdi 21 luglio alle 21:30 i Piazza Umberto 1 a Belforte del Chienti… diretta exlusiva Radio C1 inBlu – Radio C1 inBlu live…”


Sarei felice se Lei possa confermare che quanto ho riportato sia corretto e che il segnale provenga dalla vostra antenna trasmittente. Ho 44 anni ed ho quest’hobby dall’età di 30 anni. Ho ricevuto queste conferme di ricezione da 155 paesi. Spero che la vostra trasmissione sarà sentita ancora più lontano rispetto alla Finlandia.
Quando ho del tempo libero e sono a casa (a circa 10 km dal centro di Tampere) o in un piccolo paese nel sud-ovest della Finalndia chiamato Kasnäs, mi piace ascoltare radio "straniere". Ho ascoltato la vostra radio qui a Kasnäs, nonostante disti circa 1935 km da voi.

La mia città è Pirkkala, un piccolo paese di 18000 abitanti vicino alla città di Tampere, che è la seconda città più grande della Finlandia. Il mio paese è situato nel sud-ovest della Finlandia, distante circa 200 km dalla capitale Helsinky. A Tampere abbiamo club di ascoltatori locali chiamato "The DX-Club of Tempere" con circa 30 membri attivi che si ritrovano regolarmente a Lake Näsijärvi.

Pubblicizziamo anche la nostra rivista "Kantoaalto" . Come editore del nostro magazine sarei contento di scrivere un articolo circa la vostra stazione radio.

Ho ascoltato per la prima volta la vostra radio e sono stato molto contento di ascoltarvi, anche se solo per poco tempo.

Sono molto interessato a conoscere meglio la vostra stazione radio. Sarei molto grato se voi potreste rispondere a questa lettera. Grazie molte. Auguro il meglio al vostro staff. Aspetto una vostra risposta.


Auguro a voi e alla vostra stazione i migliori successi. 

Cordiali saluti Jouni Keskinen

Si ripete, così, quanto vissuto negli anni passati quando altri ascoltatori, sempre dalla Finlandia, ci hanno raccontato di aver ascoltato le trasmissioni di Radio C1 con menzioni particolari per la rubrica "Il mercatino" condotta dagli studi di piazza Cavour da Sandro Colonnelli.

 

 

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Nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova campagna di comunicazione dell’Ateneo, il Rettore eletto Claudio Pettinari ha illustrato la situazione degli alloggi disponibili per il nuovo anno accademico.

Da oggi lunedì 17 luglio, si aprono le iscrizioni e sarà possibile immatricolarsi o iscriversi ad uno dei numerosi corsi di laurea e laurea magistrale dell’Università di Camerino.

Prevediamo di avere una disponibilità di alloggi addirittura superiore a quella che avevamo nel periodo precedente il sismaha affermato Pettinari - Ci sono 600 posti disponibili tra Campus e collegi universitari, a cui si aggiungono 150 nuovi posti sempre nel Campus esistente, che vedrà pertanto raddoppiata la sua popolazione studentesca.

Ai 250 posti attualmente in uso dagli studenti nei moduli abitativi temporanei, se ne aggiungono altri 250 che saranno disponibili entro la prima metà di ottobre, il comune e la Protezione civile stanno lavorando per istallarli in prossimità del Campus esistente.

Per quanto riguarda lo studentato che sarà donato dalle Province autonome di Trento e Bolzano, per un totale di 457 posti, i cui lavori procedono speditamente grazie anche alla collaborazione del Comune di Camerino, è prevista la consegna dei primi 150 posti entro il 31 ottobre e dei rimanenti 307 entro il 31 dicembre.

Saranno presto rese note, sia dai canali di comunicazione dell’Ateneo che dell’ERSU/ERDIS, le modalità di accesso ai posti letto e agli alloggi, per cui si consiglia di consultare i siti web e le pagine social per essere aggiornati sulle novità e sulle procedure di accesso agli alloggi.

Il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione di Unicam, inoltre, hanno deliberato il completamento del progetto del Campus universitario che proseguirà a valle degli alloggi già esistenti.

Ma non basta: sia Corradini che Pettinari hanno chiaramente detto che la costruzione e l’ampliamento dei posti letto per gli studenti rappresentano una parte del piano di sviluppo di Unicam; infatti, c’è già un’area in cui sono iniziati i lavori per ospitare uffici, aule e laboratori ed accanto ad essi si costruirà un polo per l’innovazione con laboratori di ricerca moderni e all’avanguardia. 

Sarà la piazza l’attrattore principale della nuova area commerciale di San Paolo.

Non una piazza qualunque ma la precisa forma geometrica di piazza Cavour. Un omaggio alla città che i tecnici Unicam hanno voluto imprimere al progetto, rispondendo anche all’esigenza di una spazialità pubblica

L’area di circa due ettari, situata di fronte al Campus universitario è concepita su tre livelli di gradoni, su ognuno dei quali sono posizionate altrettante gallerie commerciali tutte convergenti nello spazio della piazza.

Sul progetto, accolto dal pressoché unanime consenso dei presenti alla riunione dello scorso mercoledì 5 luglio i commercianti hanno avuto la possibilità di fare osservazioni, esprimendosi anche sul posizionamento preferito della propria attività.

Organizzata dall’ammnistrazione comunale, con la partecipazione del sindaco Pasqui, del vice sindaco Lucarelli e degli assessori Cervelli e Mancinelli,la riunione è servita a conoscere il progetto redatto dai tecnici Unicam.

Ad illustrarlo sono stati i professori Giuseppe Losco, direttore della scuola di Architettura e design e Luigi Coccia docente di Composizione Architettonica e Urbana. Il prof. Gilberto Pambianchi ha invece riferito dei sondaggi eseguiti sul terreno da parte dei geologi Unicam

  “ Dopo mesi, arriviamo ad un punto di soddisfazione perché andiamo a fare il massimo di quello che ci è consentito in base alle normative- ha detto Pasqui rivolgendosi ai numerosi commercianti presenti- - La volontà dell’amministrazione è stata sempre quella di seguire i vostri desideri e, con la collaborazione di tutte le istituzioni e con la squisita disponibilità della nostra università, si è giunti al traguardo di una progettualità bellissima che vi viene riconsegnata in bianco, affinché, considerate le diverse caratteristiche e necessità delle vostre attività, raggiungiate un accordo e una condivisione”. 

progetto

“ Economicità, velocità,semplicità le richieste della Regione Marche - ha detto il prof. Losco- Ragionando con l’amministrazione comunale abbiamo cercato di razionalizzare e ottimizzare gli spazi per un risultato finale vivibile.che prevede anche un luogo di aggregazione in grado di ospitare eventi di vario genere. Sull’area che sorge di fronte al Campus Unicam, in una sorta di gemellaggio e corrispondenza tra spazi che,nei prossimi anni e in attesa del ripristino della vita nel centro storico saranno il centro di Camerino, sentito il parere dei geologi siamo stati costretti a fare anche qualche piccolo cambiamento”.

“E’ emersa una situazione diversa rispetto a quello che ci aspettavamo -  ha spiegato il prof. Gilberto Pambianchi-; il substrato roccioso nella parte di via Ottaviani è stato infatti trovato a 7 metri di profondità, mentre,nella zona più bassa del versante della strada Muccese, il “duro” è stato individuato ad una profondità di 13 metri. per cui è in quest’ultima parte che, su pali, verrà fondata l’opera.

Nell’area- ha proseguito- sono state eseguite anche prove idrometriche e di caratterizzazione sismica,investigando, secondo le normative almeno i 20 metri di profondità ”.

Come riferito da Luigi Coccia, coordinatore del progetto redatto da competenze diverse della Scuola di Architettura e Design, il lavoro è stato fatto celermente cercando di risolvere con qualità, l’esigenza di un’attrezzatura temporanea per la categoria dei commercianti, in vista dei tempi lunghi della ricostruzione.

.“ La necessità di costruire uno spazio per risolvere e rispondere alle esigenze dei commercianti significava per noi associare questa richiesta anche a quella dell’esigenza di una spazialità pubblica; è per questo che abbiamo pensato al valore aggiunto di una piazza, che costituirà il centro attrattore dell’impianto

Lo spazio aperto della piazza– ha sottolineato Coccia- avrà un grande ruolo nella capacità di aggregare una comunità che oggi, ancora più di prima, ha bisogno di ritrovarsi. Come geometria di questo spazio,si è deciso di lavorare sulla sagoma topografica di piazza Cavour che, presa nella sua forma geometrica precisa, è stata trascinata all’interno e nella parte finale dell’area di progetto che in alto si affaccia su via Ottaviani e in basso su via Madonna delle Carceri”

altra foto progetto San Paolo

Il progetto prevede anche un attraversamento pedonale che collega via Ottaviani con via Madonna delle Carceri. Lungo l’asse che ha un dislivello di 16 metri, la soluzione è stata quella di creare un camminamento in pendenza molto lieve.

“ Il dislivello- ha spiegato Coccia- non ha condizionato le accessibilità alle varie attività economiche, ognuna delle quali è raggiungibile tramite un percorso pedonale in piano ed è servita dai mezzi carrabili per il carico-scarico merci. La percorribilità è dunque sia pedonale che potenzialmente carrabile. Il progetto si sviluppa nell’ordine di tre gallerie commerciali all’aperto protette da tettoie. L’impianto è costituito dalla corte che definisce la piazza, dalla pendice che scende verso via Madonna delle Carceri e accompagna il percorso pedonale e, da tre vie costruite su gradoni (con dei salti di tre metri), ognuno dei quali ha una doppia fila di negozi che si guardano l’uno contro l’altro”.  I progettisti non hanno trascurato la condizione di valore paesaggistico dell’area;  l’asse centrale che attraversa la piazza si proietta infatti verso il panorama con la previsione di un parco protetto, rispetto alle strade più trafficate. Sui tre corpi sono previsti servizi, magazzini, bagni comuni Spazi verdi sono ricavati in prossimità delle gradonature della zona commerciale, utili anche a schermare le aree parcheggio. Previsti 130 posti auto, con la possibilità di ulteriore ampliamento verso la strada statale. I tecnici Unicam si sono trovati a dover ragionare e progettare, basandosi su un costo base imposto dalla Regione che è di 500 euro a mq per le superfici delle attività di commercio  e di 300 euro a mq per l’urbanizzazione dei 3600 mq. Il progetto gode del finanziamento della Regione per la somma di 2 milioni e 900 mila euro. Ora i tecnici Unicam sono pronti a ritoccare o apportare miglioramenti, sulla base delle esigenze e delle osservazioni inoltrate dai 72  tra commercianti, artigiani e studi professionali che hanno deciso di delocalizzare le loro attività nella nuova area .

C.C.

Il professor Claudio Pettinari è il nuovo rettore dell'università di Camerino per il periodo 2017 – 2023. Pettinari, 53 anni, docente di Chimica Generale e Inorganica ed attuale pro rettore vicario, è stato eletto lo scorso 14 giugno alla prima votazione con la maggioranza assoluta dei voti ed entrerà ufficialmente in carica il prossimo 1 novembre.

Un camerinese alla guida di Unicam. Cosa significa?

"Per me questa elezione ha un sapore particolare non tanto per il fatto di essere camerinese, ma soprattutto perchè sono stato eletto in un momento in cui il nostro territorio sta soffrendo e ha necessità di ripresa. Un'elezione che mi pone alla guida dell'ateneo nel quale mi sono laureato, che mi ha dato la possibilità di visitare il mondo, che mi ha proposto spesso in tanti luoghi come suo rappresentante. Grazie a questa università ho potuto svolgere attività e iniziative che in altri atenei, magari di più grandi dimensioni, forse non avrei potuto svolgere".

Il terremoto ha segnato profondamente la città e il territorio. Unicam ha dato e continua a dare risposte.

"Ho collaborato negli ultimi 6 anni con il rettore Corradini e ho apprezzato moltissimo il suo modo di lavorare, la sua incredibile attività, la sua capacità di risolvere i problemi. Dopo il sisma fin da subito si è cercato di dare risposte importanti. Siamo ripartiti con gli esami appena una settimana dopo il terremoto e con le lezioni dopo 20 giorni circa. Questi segnali hanno mostrato che Unicam era viva e stava lavorando per il futuro dei giovani. Si sono poi aggiunti altri segnali che hanno evidenziato la nostra capacità di produrre iniziative e attività per il territorio. Abbiamo continuato a organizzare eventi, cercando di ristabilire quella normalità che fino a quel momento ci aveva caratterizzato. Sono stati proposti concerti, ci sono state iniziative, presentazioni di libri , conferenze, corsi di aggiornamento, corsi di perfezionamento, master. Tutto si è svolto come se nulla fosse successo. Siamo stati presenti su tutti i principali tavoli di concertazione, sia regionali che nazionali, e siamo stati indicati spesso come esperti senza i quali la cura per questo territorio non potrà essere somministrata".

Si avvicina il momento delle iscrizioni. Lei è più fiducioso o preoccupato?

"Sono per natura ottimista. I ragazzi ci sono stati sempre vicini, hanno dato ragione alle nostre scelte, ci hanno sostenuto, aiutandoci a lavorare per il territorio. Ciò mi rende abbastanza fiducioso. Secondo la classifica emanata dal Censis per il 14° anno consecutivo ci siamo classificati al primo posto fra gli atenei fino a 16mila studenti. Abbiamo, quindi, confermato ancora una volta l'incredibile punteggio che la nostra università sta raccogliendo da anni e questo ci rende ottimisti. Siamo ancora un'università in grado di erogare servizi, didattica, borse di studio. E' chiaro, comunque, che dobbiamo prima completare quelle opere che potranno garantire la residenzialità agli studenti. Per questo, congiuntamente con il comune di Camerio, con il Commissario per la ricostruzione, con la Protezione civile, stiamo cercando di poter completare quanto primadi lo studentato che con i suoi 457 posti potrebbe dare ossigeno a quegli studenti che vogliono venire a studiare a Camerino. Inoltre cerchiamo di ottimizzare gli spazi a nostra disposizione, rendendo alcune camere fruibili da un maggior numero di studenti, manterremo i container che già abbiamo e addirittura ne avremo altri dalla Protezione civile, per altri 250 posti, prima della fine dell'estate. Oltre che per la residenzialità dovremo anche lavorare sulla costruzione di infrastrutture per la ricerca, perchè solo continuando a fare una didattica e una ricerca di eccellenza, solo potendo ricevere in questo territorio studiosi internazionali di grande fama potremmo continuare a essere attrattivi in un momento in cui la competizione e l'eccellenza devono essere il faro. L'università deve sempre di più essere inserita all'interno della comunità".

Quali sono le linee di indirizzo della sua governance e come Unicam può porsi rispetto a questo territorio ferito?

"La linea guida principale del mio programma è la ricerca. Voglio ripartire dalla ricerca e continuare a legarla alla nostra attività didattica perchè a mio avviso sarà la ricerca di eccellenza che porterà a scegliere Unicam. Faccio un paragone con il Verdicchio delle nostre zone. Ovunque si può bere vino, ma se vogliamo bere un vino come il Verdicchio, con il suo colore il suo aroma particolare, dobbiamo continuare a produrlo in questo territorio. Così la nostra università deve avere delle peculiarità che altri atenei non hanno. Altra linea guida è la ricostruzione. Dovremo ricostruire il nostro ateneo non solamente da un punto di vista strutturale, ma anche sociale e nelle persone, coagulando intorno all'università tutti coloro che vorranno dare il proprio contributo. Per fare questo dovremmo offrire strutture sicure e adeguate dove lavorare. Abbiamo perso tanti uffici, aule, laboratori, abbiamo perso il luogo dove avevamo la governance dell'ateneo. Noi dovremo ricostruire tutto ciò. Anche nel post sisma possiamo svolgere un ruolo importante. Abbiamo una scuola di architettura e, quindi, possiamo progettare non solo edifici nuovi, ma anche il recupero di vecchi edifici e di centro storici martoriati. Abbiamo geologi che rappresentano un'eccellenza a livello mondiale e che possono fornirci importanti informazioni sui luoghi in cui poter edificare. I nostri fisici, chimici, biologi possono farci costruire in maniera sostenibile e con materiali innovativi. Abbiamo giuristi che possono indicare la via nelle attività di cooperazione o di terzo settore. Abbiamo farmacisti e medici veterinari, che con le loro competenze potranno dare risposte alle domande degli allevatori e della nostra popolazione anziana. Tutti progetti che Unicam ha in animo di portare avanti e che permetteranno alla nostra università di svolgere un ruolo da protagonista nel progettare il futuro di questo territorio".

“Grazie, da oggi voi siete parte fondamentale della ricostruzione e della ripartenza delle Marche. Quello che farete in questo servizio possa accompagnarvi per tutta la vita”. Con il saluto del presidente Luca Ceriscioli partono oggi i circa 600 volontari impiegati nelle aree terremotate per svolgere il servizio civile a sostegno delle comunità colpite dagli eventi sismici e favorire il ritorno alla normalità. Sono i giovani selezionati dal bando speciale che il Dipartimento nazionale ha concertato con le Regioni ferite dal terremoto, sintetizzato dalle Marche nello slogan ‘non3mo’. I ragazzi si sono ritrovati a Camerino per la prima giornata che darà inizio al loro servizio nelle diverse sedi che li ospiteranno, concentrate nei Comuni del “cratere” ma anche in Comuni che ospitano sfollati.

“Un giorno importante – ha detto il presidente – con voi inizia un altro grande impegno a favore dei cittadini che vivono le difficoltà legate al sisma. Il vostro arrivo è un bellissimo segnale per i servizi che sono un fattore importante per il rilancio e la crescita. Vi sono grato per il vostro prezioso aiuto. La Regione, mai come quest’anno, sente così significativi i vostri progetti, il vostro lavoro frutto del contributo di tanti in un’azione collettiva e corale con istituzioni, enti pubblici e privati non profit, con l’università. Ognuno di voi può portare il proprio mattone alla ricostruzione”.

Nell’occasione il presidente Luca Ceriscioli ha incontrato il nuovo rettore eletto dell’Università di Camerino Claudio Pettinari per fare il punto sulla ricostruzione rispetto ai temi legati alle attività dell’università. “Dobbiamo continuare con l’eccellente lavoro svolto da Corradini - ha detto il presidente della Regione Marche – ho assicurato il sostegno totale della Regione sia per temi legati alle residenze e dell’assistenza agli studenti sia per la ricerca, oltre ai temi legati a trovare nuovi e adeguati spazi per i dipendenti dell’università anche attraverso risorse regionali straordinarie”.  “Un incontro molto positivo – ha aggiunto il rettore Claudio Pettinari – il presidente ci ha assicurato tutto l’appoggio possibile. Abbiamo parlato della ricostruzione e dei temi legati al futuro dell’ateneo”.

ceriscioli e Pettinari

È l'ultima volta che intervengo sulla questione che riguarda la Chiesa di Santa Maria in Via. Lo faccio ancora una volta con la volontà di ribadire e fare ulteriore chiarezza in merito a quello che continua ad essere affermato a mezzo stampa. Già diversi giorni fa ho fatto pubblicare una dettagliata relazione dell'Ufficio Tecnico Comunale che ripercorre tutte le tappe che si sono susseguite in questi mesi fino alla messa in sicurezza dell'edificio. Ma per chiunque voglia approfondire ulteriormente la questione, per tutti i cittadini che abbiano a cuore quanto me le sorti della Chiesa di Santa Maria in Via, mi metto a disposizione personalmente, assieme agli uffici competenti, a fornire tutta la documentazione relativa nella massima trasparenza. La stessa documentazione, del resto, che è già stata fornita alla minoranza.

Leggo in vari articoli, che l'ingegnere del nostro Comune, Marco Orioli, a seguito del terremoto del 24 agosto avrebbe rilevato “potenziale pericolosità dal campanile” a causa della quale “era dovuta l'inagibilità dell'abitazione del parroco”. Questo non è assolutamente vero. In data 27 agosto, in qualità di tecnico incaricato dal Comune, l'ingegner Orioli ha effettuato un sopralluogo per verificare l'agibilità della Chiesa e della casa parrocchiale. A conclusione dell'ispezione, redigeva un verbale di sopralluogo nel quale si legge, testualmente, che “la Chiesa e la Canonica NON SONO AGIBILI, da rivedere. La Canonica (casa Parroco) inagibilità indotta dalla Chiesa”. La casa parrocchiale dunque al 27 agosto risultava inagibile a causa dei danni subiti dalla Chiesa che ricordo fosse stata duramente colpita dalla scossa del 24 agosto, e non dal campanile, sul quale non erano stati evidenziati danni e su cui si sono poi espressi diversi esperti il 18 ottobre.

In quella data, il 18 ottobre, infatti è stata redatta la Scheda per il rilievo del danno dei Beni Culturali, quella che il parroco sostiene di non averne avuta copia. Il documento, disponibile presso gli uffici del Comune, è stato sottoscritto dal prof. Casapolla Claudia e dall'Arch. Maione Alessandra dell'Università Federico II di Napoli, dell'arch. Borelli Fabrizio del Segretariato Regionale Mibact e anche dall'Arch. Giovanni B. Falaschi dell'Arcidiocesi di Camerino.

Questa scheda riporta l'elenco dei danni riscontrati nei diversi elementi che costituiscono il corpo di fabbrica; ovvero rileva un danno da moderato a grave alla facciata, un danno lieve agli archi trionfali, grave alla cupola, moderato nella zona delle cappelle. Ma non sono stati rilevati danni agli altri macro-elementi che costituiscono la chiesa: navate, aula, transetto, abside, aggetti e il campanile.

Non solo quindi, al 18 ottobre, non sono stati rilevati danni al campanile, ma tra gli architetti sottoscriventi figura anche l'architetto incaricato proprio dalla stessa Arcidiocesi di Camerino, che quindi aveva tutta la documentazione che lo attestava. Mi risulta assai strano quindi, che il parroco, verso il quale nutro profonda stima e al quale mi sento molto vicino, non abbia ricevuto dalla sua stessa diocesi copia del verbale del sopralluogo.

Per quanto concerne invece “l'inerzia del Comune”, ribadisco ancora una volta che il Comune ha fatto tutto quello che poteva fare per la Chiesa di Santa Maria in Via, sia dopo il sisma del 24 agosto che dopo i terremoti di ottobre.

Viene citato dalla minoranza l'articolo 15-bis del il decreto legge 189. Lo stesso decreto, datato 17 ottobre, viene pubblicato il giorno successivo, 18 ottobre, (convertito in legge il 15 dicembre). L'articolo citato prevede che i Comuni “...possono effettuare interventi indispensabili.. per evitare ulteriori danni ai beni culturali..”. È vero che il Comune “avrebbe potuto”, così come avrebbero potuto intervenire il proprietario e il Mibact, ma voglio ricordare che solo dopo 8 giorni da quel decreto legge la nostra vita è cambiata per sempre, con le scosse tremende del 26 ottobre che non solo hanno provocato i danni gravissimi che tutti conosciamo ma hanno anche azzerato tutto quanto valeva fino al giorno prima, facendo ricominciare tutto da zero.

A causa della fortissima scossa del 30 ottobre e del susseguente sciame sismico che si è protratto delle settimane seguenti, poi, i sopralluoghi sono stati sospesi per garantire l'incolumità dei tecnici e ripresi la seconda metà di novembre e i primi giorni di dicembre. Il 7 dicembre il Coc del Comune di Camerino con una nota ha richiesto al CCR Regione Marche un sopralluogo GTS per valutare le condizioni della Chiesa, sopralluogo che è stato effettuato tre giorni dopo, il 10 dicembre, durante il quale si prendeva atto dell'elevato stato del danno e la necessità urgente di interventi di messa in sicurezza che richiedevano un'apposita progettazione e non potevano essere eseguiti dai Vigili del Fuoco. A questo sopralluogo hanno partecipato anche il parroco, don Mariano Blanchi e l'ingegner Roberto Gagliardi, consulente della Parrocchia, i quali in quella data ribadivano verbalmente la volontà e la disponibilità di presentare un progetto di messa in sicurezza per la Chiesa di Santa Maria in Via.

Successivamente, il 22 dicembre il Dipartimento della Protezione Civile ha pubblicato la circolare sulle “procedure per la realizzazione delle opere provvisionali (puntellamenti e demolizioni)” nella quale si afferma, brevemente, che il Comune deve intervenire nei casi in cui si ravvisa la necessità di eseguire opere provvisionali finalizzate alla salvaguardia della pubblica incolumità (non nel caso di Santa Maria in Via, quindi, perché compresa in piena Zona Rossa), mentre invece quando l'opera provvisionale non è finalizzata alla salvaguardia della pubblica incolumità, ma è rivolta ad evitare ulteriori danni al Bene, l'intervento può essere realizzato dal proprietario, possessore o detentore dello stesso.

Tanto è vero che solo cinque giorni dopo, con una nota del 27 dicembre, protocollata il 30 dicembre, la Parrocchia di Santa Maria in Via ha trasmesso il progetto preliminare delle opere per la messa in sicurezza della Chiesa a firma dell'ingegner Gagliardi. Trattandosi di edificio sottoposto a tutela del D.lgs 42/2004 l'intervento è sottoposto alla superiore approvazione del Mibact.

Il Comune, quindi, non era l'organo predisposto a rispondere, ma nonostante questo da quel momento e per diverse volte in questi mesi sono state inoltrate diverse richieste di sollecito e di richiesta di informazioni circa lo stato di attuazione dell'intervento, come riportato dalla nota dettagliata dell'Ufficio Tecnico Comunale.

Riguardo invece allo smarrimento del fascicolo, esso era relativo ai sopralluoghi speditivi di agibilità effettuati su alcuni edifici pubblici e di culto dopo gli eventi sismici del 24 agosto. Fascicolo precedente ai terremoti di ottobre, quindi, e che era tra la documentazione presente negli uffici in centro, al Palazzo Comunale. Le scosse del 26 ottobre hanno poi fortemente danneggiato anche la sede comunale, anch'essa in pienissima zona rossa, e dalla quale si è provveduto nei giorni immediatamente successivi a recuperare il materiale necessario a consentire l'Attività d'ufficio. È stato presumibilmente ai primi giorni del mese di novembre che il fascicolo è andato perso, nella concitazione di quei momenti nei quali si effettuavano a più riprese accessi presso la danneggiata sede comunale. Ma non appena i tecnici se ne sono resi conto, hanno in primo luogo denunciato lo smarrimento del fascicolo alla Stazione dei Carabinieri di Camerino, il 16 gennaio. Il giorno successivo, il 17 gennaio, è stata fatta richiesta al Segretariato Regionale del Mibact di copia dei verbali e delle schede di rilevamento danni relative alla Chiesa di Santa Maria in Via. Alla suddetta richiesta il Segretariato Regionale rispondeva tre giorni dopo, il 20 gennaio, trasmettendo la documentazione richiesta. Chiaramente, ciò che nel fascicolo era stato redatto dai tecnici comunali (rapporto di sopralluogo allegato al fascicolo insieme alle ordinanze di inagibilità) è sempre stato disponibile tra la documentazione agli atti.

Ho voluto anche questa volta ripercorrere i passi, citando tutti i documenti e le normative, raccontando ai cittadini la realtà dei fatti. La stessa realtà contenuta nella documentazione che loro stessi, lo ribadisco, possono in qualunque momento consultare recandosi in Comune. Li invito a farlo, perché è ora che qualcuno la smetta di dire “sciocchezze” e di fare becera politica in un momento nel quale la mera lotta politica, basata tra l'altro su questioni che non trovano fondamento nella realtà, dovrebbe essere messa in disparte per concentrarci sull'unico interesse della nostra città e del nostro territorio. Comprendo l'indignazione del parroco, che da sindaco, da cittadino e da parrocchiano è la stessa indignazione che provo io nell'apprendere dei gravissimi ritardi che stanno gravando sulla situazione di Santa Maria in Via, luogo che ci è tanto caro e legato fortemente alla nostra tradizione cittadina.

Il sindaco di Camerino

Gianluca Pasqui

Successo oltre ogni aspettativa, per la quarta Cena in bianco, tenutasi lo scorso sabato 1 luglio, dal tramonto in poi, nell’area del Campus universitario di Camerino, Quasi un’immensa famiglia, riunita attorno alle tavolate vestite di bianco, per l’edizione forse più intensa ed emozionante. Come da copione, location svelata solo all’ultimo per un evento dal forte impatto visivo, quest’anno riscaldato da una specialissima luce. Insieme sotto le stelle, in un’atmosfera allegra e amichevole,  la città ha respirato un’aria rilassata e tranquilla: A condividere i valori essenziali dell’amicizia, accanto alla gente di Camerino e dei paesi limitrofi , anche numerosi rappresentanti della Protezione Civile, dell’Esercito, dei Vigili del fuoco, arrivati da Venezia, Belluno, Mantova, Milano, Pomezia, Firenze, insieme a  gruppi provenienti da altre città d’Italia. Edizione significativa anche a detta dell’organizzazione, curata dal Coro universitario Cappella musicale del duomo e, in primis, dalla dinamica Roberta Grifantini, anima promotrice dell’evento fin dal 2014.

“ Un po’ titubanti sulle prime- ha spiegato- ci siamo ritrovati decisi ad andare avanti, pensando che potesse essere l’occasione e la situazione ottimale per ringraziare chi in questi mesi difficili, è stato sempre al nostro fianco nel darci una mano nelle più disparate situazioni. L’idea, quella di ritrovarsi in una sala da pranzo comune, come se fosse quella di casa nostra. In molti casi non abbiamo più la nostra abitazione ma, a fare una famiglia e una comunità, sono le persone. La casa si ricostruisce, l’amore tra le persone deve essere coltivato. E questo è stato lo spirito di tutta la nostra festa, andata avanti per ore, in totale condivisione e nel segno del sorriso.  

bottiglia

Ai tavoli delle famiglie e dei gruppi partecipanti alla cena, sono stati invitati quelli che consideriamo i nostri angeli e cioè, volontari di Protezione Civile, Vigili del fuoco e rappresentanti dell’Esercito, tante persone che in questi lunghi mesi non ci hanno fatto mai mancare la loro vicinanza. Con immensa gioia abbiamo accolto gente arrivata anche da paesi lontani, insieme all’ormai fedelissimo gruppo di Montegiorgio, con noi sin dalla prima edizione e quest’anno particolarmente numeroso”.

A testimoniare il caloroso abbraccio di solidarietà, anche il tavolo che alcuni commensali arrivati da fuori, hanno voluto intitolare “ Camerino nel cuore”. Tra le presenze particolarmente significative,  quella del gruppo del “ Cammino di solidarietà per Camerino” arrivato a piedi in città in occasione di Cortili in fiore. Da Osimo,  Foligno, Milano, Vercelli, in molti hanno deciso di tornare per rinsaldare il loro legame di amicizia con la città. 

Cena in bianco 3

Vestiti di bianco e perfettamente organizzati, alle prime luci del tramonto gli ospiti hanno cominciato  a raggiungere l'enorme sala da pranzo .. Toccante ed espressivo il gesto dell’avvio della conviviale, dato dalla prima luce della lanterna, diventata simbolo della Cena in Bianco di Camerino; ad accenderla è stato un vigile del fuoco di Venezia, giunto in città appositamente per partecipare alla serata. A seguire sono state accese contemporaneamente tutte le candele dei tavoli occupati dagli oltre 300 commensali. “ Ho voluto che avvenisse questo gesto particolare- ha spiegato Roberta Grifantini - proprio per sottolineare come coloro che normalmente spengono il fuoco, in una situazione come la nostra, abbiano acceso  luce e speranza. Lunedì 3 luglio, dallo stesso Vigile del fuoco di Venezia, ho ricevuto un messaggio bellissimo. Si è detto onorato e commosso per essere stato lui a compiere quell'azione significativa dell'accensione, e, nel ringraziarci dell’invito, ha voluto incitarci ad essere forti, assicurandoci continua vicinanza. Egli stesso tornerà a trovarci e, come segnale d'affetto, si è già prenotato per la prossima edizione di Cena in Bianco”.

vigile fuoco

 

Voglia di stare insieme nella semplicità più totale, l’ingrediente principale della magica notte, allietata da musiche e danze. A fare da cornice all’evento,,tavole bellissime ed eleganti, per certi versi sontuose, ma apparecchiate con il candore della spontaneità: un piatto, un bicchiere, un fiore bianco e una candela accesa, “perché - ha sottolineato Roberta Grifantini-  aldilà delle cose da mangiare, l’ importante è stato il ritrovarsi insieme. E nel segno della semplicità delle cose è partita la festa fantastica che davvero non ci aspettavamo; probabilmente avevamo veramente voglia di vivere qualcosa di bello.  Ogni tanto, un momento così fa bene a tutti, perché serve a ritrovare forza ed energia positiva.  Magari il giorno dopo, come è accaduto a me che sono risalita in zona rossa, si ritorna al duro impatto con la realtà, ma, nel frattempo, si sono ricaricate le batterie”.  

cena in biaco panoramica

 


 cena in bianco brindisi

 

cena in bianco 4

È un peccato dover constatare ancora una volta che l’assessore regionale Angelo Sciapichetti interviene solo quando gli vengono contestate situazioni che sono sotto gli occhi di tutti.

Mi accusa di fare sterile polemica riguardo ai rilievi che io e il collega Alessandro Gentilucci abbiamo mosso in merito alla decisione della Regione di affittare dei locali da un privato per collocare a Caccamo di Serrapetrona l’Ufficio Ricostruzione. 

In primo luogo, Sciapichetti dovrebbe spiegarci per quale motivo, se i locali che noi avevamo proposto per spostare a Camerino l’Ufficio Ricostruzione non sono sufficienti ad ospitare abbastanza personale, non ce lo ha mai comunicato. Forse ho smarrito la sua lettera… 

L’assessore è certo che non si possa trovare una soluzione pubblica per l’Ufficio Ricostruzione?

A Sciapichetti a questo punto chiedo una cosa che non ha mai fatto ma che appare imprescindibile: aprire, su questa questione, un tavolo di discussione con i sindaci della montagna, con la parte del territorio che ha subito le conseguenze più devastanti dal terremoto.  Aprendo un tavolo di confronto con i sindaci di Visso, Castelsantangelo sul Nera, Pievetorina, Muccia, Camerino e tutti gli altri primi cittadini dell’entroterra maceratese sarà possibile capire se c’è o meno la possibilità di trovare altre soluzioni.

Da ultimo, mi si vuole far passare come “asso pigliatutto”, quando in realtà io non ho mai chiesto che l’Ufficio Ricostruzione fosse portato a Camerino. Io ho chiesto che venisse collocato in una delle zone più colpite dal sisma: Visso, Muccia, Pieve Torina. Poi è arrivata la disponibilità del presidente dell’Unione Montana Alessandro Gentilucci per i locali dell’ente a Camerino e ci siamo messi a disposizione. 

Ciò che maggiormente mi meraviglia è che a parlare sia chi si riempie sempre la bocca della parola “collaborazione” senza poi metterla mai in pratica. Assessore Sciapichetti, visto che siamo in tema e lei afferma testualmente “ho già effettuato una verifica con gli uffici, e come opera pubblica verrà finanziata, con le priorità attribuitagli dall’ente, attraverso il piano delle opere pubbliche e così restituita alla collettività”, vorrei sapere con certezza quali saranno i tempi della sistemazione dei locali dell’Unione Montana che il presidente Gentilucci aveva individuato quale potenziale sede dell’Ufficio Ricostruzione. Perché oltre alle parole, è ora di passare ai fatti.

Infine chiederei pubblica conferma o smentita sulla notizia della presunta inagibilità dei locali di Caccamo da voi individuati quali nuova sede dell’Ufficio Ricostruzione

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