Incentivare il commercio e sostenere le attività: due obiettivi in un solo colpo. “Ceniamo Insieme” è l’iniziativa del Comune di Belforte, nata per aiutare il settore della ristorazione del territorio in questo periodo di chiusura forzata. L’ha spiegata ai microfoni di Radio C1 inBlu il sindaco Alessio Vita: “È un’iniziativa che nasce, lo dice il nome stesso, per stare insieme anche in questo momento in cui non si potrebbe. Con questo espediente vogliamo aiutare i ristoratori in difficoltà e anche incentivare le famiglie a continuare a cenare ‘fuori’ nonostante la clausura. In che modo? Semplice. Tutti i residenti del nostro comune che acquisteranno cibo da asporto nei nostri ristoranti riceveranno un buono, pari al 50 percento dello scontrino, da spendere entro un mese nuovamente in un locale del paese, pub, ristorante o pizzeria. Una cosa sottovalutata in questo periodo è la dignità del lavoro: piuttosto che sussidi vogliamo incentivare il lavoro e il consumo dei belfortesi nel nostro territorio. ‘Ceniamo Insieme’ è un modo per continuare, anche se distanti, a mangiare insieme, appunto, ai nostri concittadini”.

Red.
Sono scesi i primi fiocchi di neve oggi sull’alto maceratese, ma la stagione sciistica rischia di saltare a causa della zona arancione in cui è rientrata la Regione Marche. A Bolognola molti hanno investito e rischiano di non capitalizzare quanto speso a causa delle restrizioni per il contenimento del contagio da Coronavirus.

Una questione che preoccupa la sindaca Cristina Gentili, che sottolinea come i danni causati dal sisma si stiano amplificando con la situazione Covid. Per questo chiede maggiore spazio di manovra ai sindaci, in modo da concedere ossigeno a territori che fanno del turismo invernale il loro business principale, ovviamente con un occhio di riguardo per la salute del cittadino.

“Ci mancava solo la pandemia – esordisce la prima cittadina di Bolognola –. In un territorio che sta soffrendo così tanto per il terremoto, potrebbe davvero essere il colpo di grazia sotto il profilo economico. Stiamo vivendo un deserto addirittura peggiore di quello vissuto nel 2016: la zona arancione implica delle rinunce davvero pesanti, e se anche in maniera relativa Bolognola resta aperta, senza turisti non riusciremmo mai a far sì che chi ha investito nella stagione sciistica possa rientrare. Speriamo che qualcuno ci ascolti e possa darci maggiore spazio di manovra. Non dico di riaprire tutto, ma che almeno si capisca che i sindaci possono decidere sulle chiusure e permettere alle persone di vivere. Per salute dobbiamo intendere non solo la salute fisica, ma anche avere la possibilità di vivere bene economicamente. Dobbiamo, come sindaci, avere la possibilità di scegliere per limitare i danni per chi ha investito in questo territorio”.

Red.
Il capogruppo del Partito Democratico in consiglio regionale Maurizio Mangialardi, intervistato ai microfoni di Radio C1 inBlu ha denunciato l’operato della giunta Acquaroli in materia sanitaria: troppa confusione nei provvedimenti, con poca chiarezza sul piano pandemico. Secondo il capogruppo dem si sta navigando a vista.

“Ho accolto positivamente l’invito alla collaborazione di Acquaroli per gestire al meglio la pandemia che sta colpendo così duramente anche le Marche. Peccato poi che sia stata una promessa tradita e, dopo aver bocciato tutte le proposte avanzate dal Partito Democratico, ci ritroviamo ora a navigare a vista, mentre le strutture regionali stanno precipitando nel caos”.

“In questo contesto siamo costretti ad assistere allo stucchevole spettacolo di un Presidente in totale confusione e in costante contraddizione tra ciò che dice e ciò che fa – prosegue il capogruppo dem –. Basti pensare al parere favorevole dato per consentire gli spostamenti da comune a comune per usufruire dei servizi alla persona, ritirato nello spazio di poche ore, o all'ordinanza anti-assembramento appena pubblicata. Il tutto mentre il Piano pandemico continua a essere applicato a singhiozzo sul territorio e la saturazione dei posti letto negli ospedali ha raggiunto ormai il 98 percento”.

Mangialardi conclude: “Chiediamo al presidente Acquaroli di assumersi la responsabilità che i marchigiani gli hanno affidato, di liberarsi dai pericolosissimi condizionamenti della sua maggioranza e di riaprire il confronto con l’opposizione su alcuni temi cardine come la corretta applicazione del Piano pandemico, l’avvio del concorso per l’assunzione degli infermieri, il potenziamento dei presidi di medicina del territorio, l’intensificazione dei tamponi, il miglioramento del sistema di tracciamento dei contagi, e il sostegno economico a imprese, lavoratori e famiglie colpite dalle restrizioni varate dal governo”.

Red.
Sostenere le famiglie che vivono nel cratere sismico, casa per casa, quando c’è bisogno di aiuto per superare difficoltà di apprendimento. Oppure quando c’è da dare supporto ai ragazzi disabili e ai loro genitori. L’assistenza educativa domiciliare raggiunge un centinaio di minori nelle zone di San Severino, Matelica e Camerino. La gestione del progetto è della cooperativa Cooss Marche che ha potenziato il servizio grazie al supporto di Resiliamoci, progetto selezionato da “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

Sara Mascioni, una delle trenta educatrici che lavorano al progetto: “Ogni settimana vado ad aiutare i figli di famiglie che vivono nelle Sae. Assieme facciamo i compiti, oppure accompagno i bimbi in delle passeggiate che diventano anche occasioni educative. Già in molti stanno migliorando”.

Tra le famiglie la preoccupazione è molta, qualche genitore è rimasto senza lavoro a causa del Covid e il supporto educativo è un conforto anche per loro. “Le persone non si perdono d’animo  – aggiunge l’educatrice – Ci confidano problemi e speranze. Si sentono accompagnate e protette grazie al nostro supporto”.

I Comuni si attivano su segnalazione delle Unità multidisciplinari, viene stabilito il numero di ore d’ intervento e a quel punto entrano in campo gli educatori. Prima di ogni incontro, al telefono con la famiglia, ci si accerta che non ci siano problematiche legate al Covid. Qualora ci fossero rischi si procede con l’assistenza online. 

Valerio Valeriani, coordinatore degli Ambiti territoriali sociali coinvolti, spiega: “L’apporto di Resiliamoci ha rafforzato il servizio, ed è stato fondamentale. Gli operatori agiscono in un contesto vulnerabile, quello del cratere sismico, ancora costellato di case sventrate dalle scosse. Ora si somma l’emergenza epidemiologica, con tutte le sue minacce e limitazioni. La povertà educativa ne esce amplificata, per una serie di problemi legati all’isolamento, alla mancanza di servizi e trasporti. In questo contesto, l’opera degli educatori assume un valore sociale ulteriore”.

Red.
No agli spostamenti fuori comune per andare dal parrucchiere o dall'estetista. Ha deciso così la Regione, accogliendo la nota della Prefettura di Ancona, in merito agli spostamenti fuori comune legati alla cura della persona.
Una posizione condivisa ieri anche dalla Prefettura di Macerata, nel corso di un incontro del Comitato Sicurezza e Ordine Pubblico: anche il Comitato si è espresso infatti in maniera sfavorevole alla prima interpretazione data alla norma in materia di spostamenti necessari consentiti nell'Area Arancione definita dall'ultimo Dpcm. 

Insomma la cura della persona non rappresenta in questo momento uno stato di necessità tale da richiedere uno spostamento fuori comune. Le Prefetture stanno invitando gli organi di Polizia a fare controlli per assicurare l'esatto rispetto della norma.

L’Amministrazione comunale di Macerata sta intanto informando tutte le associazioni di categoria affinché comunichino agli esercenti, e attraverso di loro gli utenti, della nuova e diversa interpretazione per tutto il territorio della provincia di Macerata.
red.

 

 
"Piano piano i decessi di questa ondata a Treia si avvicinano a quelli della prima ondata, cresce ancora il numero dei morti da coronavirus a Treia: è stato registrato infatti il quarto decesso di questa seconda ondata".

Commenta così il sindaco Franco Capponi l'ultimo decesso che lo coinvolge direttamente dal momento che Gina Capponi è sua zia.

La donna aveva 91 anni compiuti ma nessun altro problema di salute.

Si è ammalata di Covid una settimana fa e dopo un periodo di cure in casa martedì era stata ricoverata a Macerata per l’aggravarsi della situazione respiratoria e  ieri sera è deceduta.

“Avevo la speranza che ce l’avrebbe fatta – dice il sindaco - per la sua fibra robusta e perché, oltre ad essere in buona salute, era sempre positiva, grazie anche alle attenzioni che le prestava la famiglia e alla contentezza per l’arrivo di due Bis-nipoti Ambra e Alessandro, di pochi mesi, che letteralmente erano la sua vita”.

zia

Prosegue poi l'appello di sensibilizzazione che l'amministrazione rivolge ai cittadini dall'inizio dell'emergenza: "Invitiamo tutti a continuare a tenere alto il livello di attenzione, al rispetto delle distanze di sicurezza inter-personali  e ad  utilizzare sempre i dispositivi di protezione individuale.

Alla comunità treiese si chiede la massima collaborazione e responsabilità, perché solo tutti insieme e con un grande senso di responsabilità si può sconfiggere questa insidiosa malattia".

Treia oggi conta 165 persone in isolamento, di cui 101 positive al Covid.
Un nuovo ospedale Covid che se la curva dei contagi non dovesse diminuire. E' quanto hanno chiesto i sindaci dell'Ambito Sociale Territoriale maceratese al direttore generale dell'Asur Marche, Nadia Storti, nell'incontro promosso dal prefetto di Macerata Flavio Ferdiani, su sollecitazione del sindaco di Macerata Sandro Parcaroli in qualità di capofila dell'ambito territoriale, che ha visto anche la presenza dei vertici delle forze dell'ordine e dei primi cittadini.

"Abbiamo ritenuto necessario chiedere un intervento sulle principali criticità che l'andamento della curva epidemiologica ha messo in luce nel nostro territorio - a parlare il sindaco di treia Franco Capponi - Oggi il problema principale riguarda la carenza di posti nelle terapie intensive e semi intensive per cui, qualora la curva dei contagi non abbia un'inversione di tendenza, abbiamo chiesto ai vertici dell'Asur Marche di individuare un nuovo ospedale Covid per superare l'emergenza. Una questione che la dottoressa Storti ha preso a cuore e nei prossimi giorni arriverà anche una proposta in tal senso".

"La Consigliera Lupini dovrebbe sapere bene quali sono i protocolli della Residenza Protetta Santa Caterina di Fabriano, visto che è stata assessora ai servizi sociali a Fabriano fino alla sua elezione in Regione".
Non si è fatta attendere la risposta all'interrogazione presentata ieri in Consiglio Regionale dalla consigliera Simona Lupini in merito al focolaio Covid nella residenza protetta di Fabriano. Fratelli d'Italia di Fabriano ha fatto sapere con una nota come non sia compresa la richiesta di chiarezza fatta all'assessorato regionale alla sanità.
Nella nota si legge: "Rimaniamo alquanto perplessi nel leggere le dichiarazioni rilasciate dalla consigliera regionale Lupini in merito alla Residenza Protetta Santa Caterina di Fabriano. Compendendo il dolore di chi ha perso i suoi cari, comunque fatichiamo a capire questa richiesta di 'chiarezza' da parte di chi è stata la referente diretta della Struttura Protetta di Santa Caterina, in quanto Assessora ai Servizi Sociali fino alla sua elezione in consiglio regionale. Per la consigliera regionale Lupini dovrebbe già essere tutto chiaro in quanto dovrebbe conoscere a menadito i protocolli adottati in tale Struttura. I mancati ricoveri vengono decisi da medici che si consultano in tal senso. Siamo invece perfettamente d’accordo sul fatto che andranno sanate eventuali lacune presenti nei protocolli sinora adottati, cosa che purtroppo, fino adesso, da parte di chi ha governato e in alcuni casi ancora governa, non è stata fatta e siamo perfettamente d’accordo nell’asserire che questa seconda ondata era più che prevedibile, ma che nulla è stato fatto, sia a livello locale che, soprattutto, nazionale".

red.
Al suo ritorno a casa dopo l'intervento, subìto a seguito dell'infortunio, il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi fa una analisi della situazione sanitaria vissuta in prima persona durante il suo ricovero.
Un quadro che si unisce a quello degli altri amministratori che proprio in questi giorni si stanno muovendo per salvaguardare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari nelle strutture al collasso per l'emergenza Covid.
Ha le idee chiare il primo cittadino tolentinate: "Per un ventennio - dice - nel Paese e nella Regione si è dormito sotto l'aspetto sanitario, ma ora devono seguire i fatti.
È ora che qualcuno pensi a ciò che bisogna fare perchè la sanità, per come l'ho vissuta io, ha bisogno di molto di più di quello che ha. È bello dire che gli operatori sanitari sono tutti angeli, perchè io sono il primo a dirlo, ma ciò di cui hanno bisogno per lavorare dove sta?
Abbiamo il 30% di ciò che servirebbe per avere una situazione normale - denuncia - e a questo si aggiunge il Covid. E' assurdo lavorare in questa maniera".
Duro l'attacco politico del sindaco "Più che preoccuparsi di imbellettarsi al mattino di stemmi e ideologie - dice - dimostriamo quanto siamo bravi a mettere in pratica ciò in cui diciamo di credere. Bisogna costruire le strutture e soprattutto portare la sanità ad essere efficiente, per tutti, e pronta ad affrontare qualsiasi situazione. Al di là della politica - conclude - ci vogliono uomini e donne che rispondano alle promesse e pensino alla sostanza, dimostrando di essere preparati sugli argomenti". 

GS

La Residenza Protetta Santa Caterina di Fabriano è, da diversi giorni, un focolaio Covid-19. Oltre 50 gli anziani positivi al virus, nella struttura si sono verificati anche alcuni decessi. Per i casi più gravi, i medici dell’USCA chiamati a intervenire avevano chiesto l’immediato ricovero, poi non avvenuto. Sono seguite denunce dai familiari degli utenti deceduti.

A questo proposito la Consigliera Regionale Simona Lupini, Vice Presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali ha presentato un’interrogazione nell’odierno Consiglio Regionale: “La risposta dell’Assessore non è stata soddisfacente in merito ai motivi che hanno portato al mancato ricovero degli anziani in condizioni più gravi, così come richiesto dagli stessi medici dell’USCA. Tutta la vicenda, invece, merita la massima trasparenza: non è possibile che si sia arrivati a questa situazione, anche considerando che la seconda ondata era ampiamente prevista. Auspicando ovviamente che le condizioni delle decine di anziani positivi ancora ospiti della Residenza Protetta vadano verso un progressivo miglioramento, chiedo quindi che il Presidente Acquaroli faccia chiarezza sull’accaduto, anche per smentire le ipotesi che danno la mancanza di posti nelle strutture ospedaliere Covid come causa del mancato ricovero. Inoltre è necessario che vengano emanate delle linee guida per la gestione di focolai nelle strutture residenziali, con un protocollo chiaro e puntuale, anche per disporre l’eventuale immediata presa in carico degli utenti, affinché non si ripetano più le gravi situazioni come quella accaduta a Fabriano.

Red.

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