La provincia di Ancona è quella che negli ultimi 5 anni ha perso più sportelli bancari nel suo territorio. Ben il 23% in meno rispetto al 2018, maglia nera delle Marche davanti a Macerata (-22,6%), Pesaro Urbino (-17,5%), Ascoli (-16,5%). La meno penalizzata sembra essere la provincia di Fermo con il -10,7% che, tuttavia, risulta essere quella con l’incidenza maggiore di comuni sprovvisti di sportello: -43%.

Un allarme lanciato nei mesi scorsi dalla Uilca Marche e che è diventato tema del dibattito che si è tenuto a Palazzo Li Madou alla presenza di sindacalisti, politici e docenti universitari.

“Siamo tornati nelle Marche per continuare a tenere i riflettori accesi sulla regione e sui quei territori colpiti dal sisma che più soffrono la perdita di servizi – ha detto Fulvio Furlan, segretario generale Uilca - quella della desertificazione bancaria è un tema che impatta sulle persone e sull’economia che rischia di non avere quel sostegno per lo sviluppo che le banche portano”.

Secondo lo studio della Uilca nazionale, la categoria della Uil che riunisce i lavoratori dei settori credito, assicurazioni ed esattoriali, l’intera regione ha perso quasi il 20% delle filiali. Solo nell’ultimo anno preso in considerazione dallo studio Uilca, 2022 su 2021, sono 11 i Comuni che hanno perso l’ultimo sportello bancario. In tutto sono quasi 55mila i cittadini marchigiani (oltre 11mila anconetani, 6mila ascolani, 13mila fermani, 15mila maceratesi e 8mila pesaresi) costretti a recarsi in un altro comune per poter entrare in un istituto di credito.

Secondo Sergio Crucianelli, segretario generale Uilca Marche “nei piccoli comuni la banca è anche un elemento di socialità e la sua assenza porta anche a un senso di abbandono. C’è anche un aspetto che riguarda l’occupazione. Le Marche hanno perso 164 sportelli bancari e questo ha significato anche minore occupazione con i posti di lavoro che sono diminuiti del 18,6%. Ad oggi sono 5.218 i lavoratori del settore”.

Nel corso della mattinata sono intervenuti anche il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, il Commissario straordinario alla Ricostruzione, Guido Castelli, il presidente della Provincia di Ancona, Andrea Carnevali e, in rappresentanza dell’Anci Marche, il sindaco di Genga, Marco Filipponi, oltre a Francesco Orazi e Antonio Gitto, rispettivamente docente di sociologia del lavoro all'Univpm e docente di economia aziendale all'Ud'A di Chieti. “Le banche non sono solo un attore economico ma rivestono anche un ruolo sociale – ha concluso Claudia Mazzucchelli, segretaria generale della Uil Marche – servono dunque politiche di prospettiva che permettano ai comuni di mantenere i servizi come, ad esempio, sportelli condivisi tra più istituti perché l’alternativa è penalizzare territori già in difficoltà e persone, soprattutto anziane, fragili”.
Caro prezzi delle utenze: stangate per i cittadini, ma soffrono anche i piccoli comuni. L’aumento fino al 40% delle bollette di luce e gas rischia di mettere sotto forte pressione i bilanci comunali, già alle prese con l’ombra dei pagamenti dei mutui. Le rate dei finanziamenti non sono state ancora inserite nel decreto “Milleproroghe” e, qualora non accadesse, anche i piccoli comuni dell’entroterra maceratese dovrebbero sobbarcarsi una mole di spese nell’ordine delle decine di migliaia di euro, che si sommerebbero appunto ai pesanti rincari delle bollette.

A sottolineare il problema è il presidente dell’Unione montana Potenza Esino Musone e sindaco di Pioraco, Matteo Cicconi. Già alle prese con la ricostruzione post-sisma, Comuni come il suo faticherebbero a far quadrare il bilancio. «Parliamo di spese enormi, decine di migliaia di euro che pesano moltissimo sulle casse di un piccolo comune come Pioraco – commenta Cicconi –. C’è grande preoccupazione per i cittadini, ma anche per le piccole realtà: questi aumenti sono davvero molto incisivi e a oggi non sono previsti incentivi per il ristoro di questi aumenti. Ci saranno indubbiamente problemi per la chiusura dei bilanci: l’appello alle istituzioni è di porre riparo e di aiutare i piccoli comuni. Questo vale per le bollette ma anche per le rate dei mutui: il rischio è di dover tagliare servizi essenziali per far quadrare i conti a fine anno e di rallentare anche le pratiche della ricostruzione. Le nostre zone non possono permetterselo».

l.c.

Un importante convegno si svolgerà a Castelraimondo sabato 18 giugno alle ore 16 al Teatro Comunale in Piazza della Repubblica. Si intitola “Piccoli comuni, 6000 campanili: soppressione o libera fusione?” ed è promosso da Unpli Macerata e dalla Pro Loco di Macerata in collaborazione con la Pro Loco Castelraimondo, il patrocinio del Comune di Castelraimondo, del Consiglio Regionale, Assemblea legislativa delle Marche e la Regione Marche ed il supporto del Relais Borgo Lanciano di Castelraimondo.

Dopo il saluto istituzionale, interverranno sul tema gli illustri relatori, instaurando un confronto costruttivo e divulgativo sul tema del convegno; la dottoressa Roberta Bisello, segretario generale dei comuni di Acquacanina, Fiastra e Castelraimondo, l'avvocato Moreno Misiti, sindaco del comune di Sirolo, componente della direzione nazionale dell'Associazione Nazionale piccoli comuni d'Italia, Giampiero Feliciotti, presidente dell'Unione Montana dei Monti Azzurri, dott. Fiorello Primi, presidente dell'associazione “I borghi più belli d'Italia”, Gianfranco Fisanotti, presidente dell'Unionturismo, l'onorevole Piergiorgio Carrescia, il senatore Remigio Ceroni e l'onorevole Emanuele Lodolini, primo firmatario della proposta di legge sui Piccoli Comuni.

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