Tampona un’auto a bordo di una macchina presa in prestito, si dà alla fuga, poi si costituisce. È accaduto sabato sera a Porto Recanati, vicino a una gelateria del centro. Intorno alle 22 e 30, una Nissan Qashqai ha colpito violentemente un’altra auto guidata da un sessantenne del luogo. Dopo l’impatto la fuga: il conducente si è allontanato dal luogo dell’incidente con l’auto ancora marciante, senza sincerarsi delle condizioni dell’altro uomo a bordo della macchina colpita e senza prestare soccorso.

La Polstrada, diretta dal Vice Questore Aggiunto Tommaso Vecchio, si è immediatamente attivata per le indagini del caso, dopo aver ricevuto segnalazione da parte del conducente colpito e di un testimone che aveva assistito all’incidente. Dei due nessuno è riuscito a dare il numero completo della targa della Qashqai, mentre dalle telecamere della sorveglianza non sono emersi dettagli utili all’identificazione dell’auto. Sono bastati comunque i dati parziali della targa: le ricerche, durate alcune ore, hanno fatto luce su una macchina sospetta che corrispondeva agli indizi ricavati fino a quel momento dagli agenti. Combaciavano sia la targa, sia il colore, sia i danni riportati.

Il proprietario dell’auto, rintracciato grazie alla banca dati in possesso degli inquirenti, ha dichiarato di aver lasciato la macchina alla figlia. Attraverso un altro “prestito” la figlia dell’intestatario, a sua volta, l’aveva data al fidanzato. Ottenute le generalità e i recapiti dell’effettivo conducente del mezzo al momento dell’incidente, gli agenti hanno tentato senza successo di raggiungerlo. Il giorno dopo, però, si è presentato negli uffici della Polizia, accompagnato dal padre della compagna e proprietario dell’auto, per verbalizzare le sue responsabilità. Gli è stata comminata una sanzione amministrativa superiore ai 300 euro, oltre alla decurtazione di 4 punti dalla patente di guida. Fortunatamente non ci sono state conseguenze per il sessantenne a bordo della macchina colpita.

l.c.
Un cittadino pakistano, gravato da un mandato di arresto europeo, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Macerata.

Nel luglio dello scorso anno, le indagini della Procura della Repubblica di Macerata erano riuscite a ricostruire un giro di spaccio che orbitava intorno all'Hotel House di Porto Recanati. In quell'occasione, l'operazione “Half Hand” aveva portato all'arresto di quattro uomini. Tre sono finiti in carcere e uno ai domiciliari, per spaccio di droghe pesanti. L'affare smontato dai finanzieri riguardava 7 chili di eroina, che avevano fruttato ai malviventi profitti per oltre 200 mila euro. Nell'occasione, un quinto uomo era riuscito a sfuggire all'arresto e a dileguarsi.

Le indagini, proseguite per assicurare il latitante alla giustizia, hanno appurato che l'uomo era riuscito a espatriare. L'Autorità giudiziaria ha quindi emesso un mandato di arresto europeo, eseguito dalla Polizia tedesca negli ultimi giorni. Dopo l'estradizione, l'arrestato è stato condotto nella casa circondariale di Pesaro.

l.c.


Conclusa, dai finanzieri della Tenenza di Porto Recanati, un’articolata indagine di polizia economico-finanziaria e giudiziaria, durata poco più di due anni, coordinata dal Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio, nei confronti di una serie di imprese, dislocate anche fuori dal contesto regionale.
Ben 11 le imprese coinvolte, operanti nel settore della lavorazione delle tomaie.
Sono state esaminate le contabilità aziendali e i conti bancari dei titolari che hanno portato a scoprire una serie di condotte illecite, sia di natura fiscale che di carattere penale, poste in essere per consentire agli indagati cospicui vantaggi fiscali.
Ammonta, infatti, ad oltre 10.000.000 di euro, la base imponibile ai fini delle imposte sui redditi complessivamente evasa, mentre l’imposta sul valore aggiunto sottratta è di oltre 2.500.000 euro. Le inadempienze in materia di lavoro, invece, hanno portato all’individuazione di 55 lavoratori dipendenti irregolari e all’omesso versamento di ritenute per oltre 40.000 euro.
Il sistema di frode consisteva, in sostanza, nell’utilizzare partite IVA di imprenditori inconsapevoli, sia italiani che cinesi, per mezzo delle quali fatturare prestazioni per orlature di tomaie che, in realtà, erano fornite “in nero” da altre imprese gestite da cinesi. In questo modo non veniva di fatto corrisposta l’IVA da parte dell’impresa committente, mentre l’impresa che effettivamente eseguiva i lavori percepiva il corrispettivo della prestazione senza assoggettarlo a tassazione.
Questo ha consentito a queste ultime imprese di porsi sul mercato in regime di “concorrenza sleale”, ovvero - potendo praticare prezzi altamente competitivi - in una posizione di vantaggio rispetto alle altre aziende che operano osservando le regole.
I pagamenti delle prestazioni non fatturate venivano regolati per contanti, con prelevamenti effettuati sui conti bancari di due imprese “filtro” ovvero intestati a una persona fisica. In proposito, sono stati accertati trasferimenti di denaro contante, in violazione alla normativa antiriciclaggio, per circa 800.000 euro, che hanno portato alla contestazione di sanzioni amministrative per circa 300.000 euro e alla denuncia di una persona per uso improprio dei conti bancari.
Il tutto ruotava intorno ad un imprenditore italiano, dominus del sistema di frode, ma a loro volta i soggetti cinesi, al fine di ridurre ulteriormente il loro carico fiscale, già abbondantemente eroso per effetto dell’omessa fatturazione e dichiarazione delle prestazioni effettuate, hanno utilizzato fatture per operazioni inesistenti emesse da altre imprese, sempre di cinesi, ovvero hanno autoprodotto fatture false, quantificate in circa 900.000 euro.
Ed inoltre, decorsi pochi anni dall’inizio delle attività, alcune imprese hanno cessato la partita IVA, omettendo di presentare le prescritte dichiarazioni annuali delle imposte ed il titolare si è reso irreperibile sul territorio nazionale, facendo ritorno in Cina.
Nell’ambito dell’inchiesta, i vari Giudici per le Indagini Preliminari del Tribunale di Macerata, chiamati a giudicare, hanno emesso – su richiesta del Procuratore della Repubblica ­– 4 provvedimenti, disponendo, complessivamente, il sequestro per equivalente di beni fino a concorrenza delle imposte evase per circa 4.200.000 euro.

Nel primo pomeriggio un incendio è divampato in una palazzina a Civitanova, in via Marco Polo. Le cause sono dovute a un cortocircuito dei contatori. Sul posto i Vigili del Fuoco di Macerata, che, dopo la bonifica hanno evacuato tre famiglie residenti nel condominio per evitare complicazioni dovute al fumo. 
Gli appartamenti sono stati dichiarati non fruibili per ragioni di sicurezza.
Nessun ferito.

La difesa della costa al centro di un incontro che si terrà domani a Porto Recanati e a cui parteciperà anche Paola Giorgi, candidata di Civitas Civici, a sostegno di Francesco Acquaroli.

Un tema caro all’ ex assessore alla Difesa della Costa che, proprio a Porto Recanati, ha programmato quello che lei stessa definisce "il più grande intervento di difesa della costa finora realizzato nella Regione Marche.
Si tratta - spiega - di un’azione infrastrutturale che ha dato una risposta concreta al problema dell’erosione e creato una nuova possibilità di sviluppo turistico ad un’ampia zona costiera prima preclusa ad una visione di crescita. L’elemento che più caratterizza questo intervento è l’azione strategica condotta parallelamente in più ambiti: il punto di partenza è stato la variante al Piano della Costa, un complesso atto di natura urbanistica che, dopo la modifica, ha permesso l’istallazione di scogliere a difesa del litorale, prima non realizzabili. È stato poi sottoscritto un accordo con RFI (Rete Ferroviaria Italiana) - aggiunge - che condivide con la Regione la necessità di difendersi dalle mareggiate per la preservazione della rete ferroviaria che corre, per la maggior parte del tratto marchigiano, lungo il litorale: sono stati individuati interventi comuni di difesa a cui RFI ha compartecipato economicamente. L’intesa si è rivelata volàno di investimenti pubblici e privati per interventi di difesa costiera. Successivamente l’impegno per la programmazione dei fondi strutturali europei, seguiti dal mio assessorato, ad allocare risorse dedicate che si sono aggiunte alle disponibilità reperite grazie alle relazioni con il Ministero per le Infrastrutture e quelle già presenti del Ministero dell’Ambiente. E’ proprio con l’attività di programmazione legislativa ed economica - prosegue la candidata - , volta ad uno specifico obiettivo, che si deve tornare ad agire per risolvere un’altra emergenza che grava nel territorio di Porto Recanati, quella annosa della zona di Scossici che andrà affrontata con la stessa determinazione, per poi terminare tutto il lavoro di difesa agendo nella zona centrale della città. Per questa attività - conclude - saranno fondamentali le risorse europee e la capacità di costruire relazioni tra livelli istituzionali”.

GS
Domato dal pronto intervento di una squadra dei Vigili del Fuoco di Macerata supportata da quella dei colleghi di Osimo un incendio sviluppatosi in un vivaio di Porto recanati. L'allarme era partito intorno alle 13.15; sul posto si sono immediatamente portate le squadre dei Vigili del Fuoco con due autopompe, mezzi 4 x4 e un'autobotte. Interessata un'area di circa un ettaro di palmeto; bruciato circa il 90 % di vegetazione. Nessuna conseguenza per le persone.
c.c.
La sicurezza si prepara ad affrontare i mesi più 'caldi' dell'estate dal punto di vista di presenze sulle città costiere.
E’ stato siglato ieri, infatti, un protocollo di collaborazione tra l’Amministrazione dell’Interno ed i Comuni di Civitanova Marche, Porto Recanati e Potenza Picena, finalizzato all’istituzione, ad opera del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, di un “presidio di salvamento acquatico” posizionato sull’arenile di Potenza Picena.

La finalità dello strumento in questione è quella di assicurare un più elevato livello di sicurezza a beneficio di tutti i cittadini che, nel corso di questa stagione estiva, affolleranno il litorale della provincia. "Inoltre - si legge in una nota della Prefettura di macerata - , l’accordo rappresenta un’importante espressione delle possibili efficaci sinergie tra le Amministrazioni dello Stato, gli Enti Locali e le istituzioni private.

L’intesa prevede in particolare che il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, con il proprio personale abilitato al salvamento acquatico e con i propri mezzi ed attrezzature, predisponga un servizio che garantisca un più elevato livello di sicurezza nella balneazione sui litorali non assentiti in concessione dei comuni di Potenza Picena, Civitanova Marche e Porto Recanati.

Il servizio comincerà il 25 luglio e durerà fino al 16 agosto ed  è stato reso possibile anche "grazie al contributo finanziario dei Comuni interessati - conclude la nota - nonché alla collaborazione dell’Associazione Barracuda concessionaria del tratto di arenile sul quale verrà posto il presidio acquatico".

GS
Sono le notizie delle guarigioni che devono sovrastare il rumore di quelle più tristi.
Una di queste riguarda la storia di Francesco Massi Gentiloni Silverj, segretario generale dei Comuni di Recanati, Porto Recanati e Montefano, volto noto in politica per essere stato amministratore della città di Tolentino e consigliere regionale.
È lui stesso a raccontare il periodo del contagio vissuto nell'abitazione di Porto Recanati, dove si era trasferito con la sua famiglia a seguito del sisma del 2016.
"Pensi sempre che a te non accadrà - dice - , poi quando hai la conferma di essere stato contagiato devi fare i conti con la paura".
La malattia per Massi è cominciata ad inizio marzo: "Avevo i sintomi di una normale influenza: una febbre che scendeva con la tachipirina e che, quindi, ha inizialmente fatto escludere l'ipotesi del virus, anche perchè non ero entrato in contatto con persone a rischio. Poi si è aggiunta una tosse devastante, causata da un prurito alla gola che non avevo mai sentito.
Quindici giorni di sintomi che, col tempo, mi hanno fatto pensare di essere stato contagiato. Ho richiesto il tampone e, nonostante i sintomi fossero spariti, a tre settimane dall'inizio della malattia sono risultato positivo.
Sono stato fortunato - confida - perchè non ho avuto complicazioni respiratorie.
Ho affrontato tutto a casa, con l'assistenza continua del medico di famiglia e del servizio dell'Asur che è stato molto puntuale, quotidianamente.
I tamponi sono stati ripetuti fino all'ultimo che è risultato negativo. Complessivamente - dice - il virus, sul mio organismo, è scomparso dopo 41 giorni circa".
Una esperienza che ha fatto riflettere il segretario comunale: "Ringrazio Dio per come ho potuto affrontare la malattia - spiega - . Forse ho retto anche grazie ad un fisico che cerco di tenere allenato con la passione del calcio.
Quando ti guardi intorno e senti di amici e conoscenti che non ce l'hanno fatta e anche di gente più giovane di me che è stata ricoverata in terapia intensiva, ti prende la paura dell'imprevedibile, del precario, del fragile. Non dimenticherò mai le notti, perchè è quello il momento in cui i brutti pensieri prendono il sopravvento".
Nonostante avesse lavorato e frequentato gli amici del calcio fino a pochi giorni prima della manifestazione dei sintomi, nessuno, oltre a sua moglie, ha contratto il virus dopo di lui: "Fortunatamente  - racconta - , vivendo a Porto Recanati, non vedevo i miei figli da tempo, non ho contagiato colleghi, compagni di calcio e nemmeno gli avversari che avevo affrontato qualche giorno prima di ammalarmi. Solo mia moglie si è ammalata una settimana dopo di me e stiamo aspettando che anche per lei arrivi l'esito negativo del tampone a confermarne la guarigione".
Un messaggio di speranza, quello della guarigione dell'ex consigliere regionale, che squarcia un cielo ancora troppo cupo e segnato dalla tristezza per chi non ce l'ha fatta.
L'esempio che dal virus si può guarire e la conferma che la pandemia spinge a riflettere sui valori che troppo spesso sembrano ovvi e dati, inconsapevolmente, per scontati.

Giulia Sancricca

L'intervista sarà pubblicata integralmente con ulteriori pareri e approfondimenti nell'edizione de L'Appennino Camerte della prossima settimana.




Incidente mortale questa mattina, poco prima delle 5, lungo l'autostrada A 14, all'altezza di Porto Recanati.
Coinvolta una sola auto: un'Audi Q5 su cui viaggiava, sulla corsia Nord, una famiglia di Gallipoli.
Per cause ancora in corso di accertamento, il conducente del mezzo avrebbe perso il controllo dell'auto, sbandando. Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 per estrarre i feriti dalle lamiere e mettere in sicurezza lo scenario dell'intervento.
Per il padre, R.A., non c'è stato nulla da fare: i sanitari del 118 non hanno potuto far altro che constatarne il decesso.
Feriti, invece, altri due occupanti dell'auto.

GS
Durante alcune perquisizioni dei carabinieri di Porto Recanati all'Hotel House sono state trovate tracce riconducibili al passaggio di un pericoloso ricercato.
Tracce che hanno permesso di individuare il fuggitivo in un’azienda di Montelupone dove sono arrivati i militari per arrestarlo.

Si tratta di un 31enne del Bangladesh che deve scontare tre anni e due mesi di reclusione in quanto condannato, in concorso con altri, per una rapina aggravata con lesioni aggravate commessa nel maceratese nell’anno 2013.


L’arrestato è stato poi portato al carcere di Fermo.

GS
Pagina 1 di 3

Radioc1inblu

Radio FM e Internet
P.za Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax 0737.633180
Cellulare: 335.5367709

radioc1inblu@gmail.com

L'Appennino Camerte

Settimanale d'informazione dal 1921
Piazza Cavour, 8
62032 Camerino (MC)

Tel - Fax: 0737.633180
Cell: 335.5367709

appenninocamerte@gmail.com

Scopri come abbonarti

Questo sito utilizza i cookie

Puoi accettare e proseguire la navigazione o per maggiori informazioni Per saperne di piu'

Approvo
Clicca per ascolare il testo