Appennino Camerte
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20 Feb 2023
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11 febbraio 2023 - n.5
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20 Feb 2023
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4 febbraio 2023 - n.4
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20 Feb 2023
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28 gennaio 2023 - n.3
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21 gennaio 2023 - n.2
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24 dicembre 2022 - n.48
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10 dicembre 2022 - n.46
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L'Appennino camerte - 12 novembre 2022 - n.42
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L'Appennino camerte - 22 ottobre 2022 - n.39
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"La musica e il cuore". Concerto del Teatro alla Scala per Pieve Torina
Un grande evento di musica e vicinanza autentica quello che si terrà, il prossimo lunedì 14 maggio alle 18.30, nei locali della scuola elementare di Pieve Torina. Il nuovo plesso scolastico realizzato, esclusivamente con finanziamenti di privati, grazie alla grande gara di solidarietà promossa dal gruppo ‘Succisa Virescit’, sarà teatro di uno spettacolo inusuale per il comune, tra i più danneggiati dal terremoto che ha colpito l’Italia centrale nel 2016. L’immobile, costituito da una struttura innovativa, ecosostenibile e sicura, si articola su due piani per un totale di 1.300 mq ed è stato costruito anche grazie al significativo contributo del Crals2 del Teatro alla Scala, il circolo ricreativo dei lavoratori scaligeri (musicisti, tecnici, attrezzisti…etc, oltre mille addetti) che, in accordo con la Sovrintendenza e le organizzazioni sindacali, ha promosso il progetto all’interno del teatro. Già il 29 dicembre dello scorso anno, a pochi giorni di distanza dall’inaugurazione ufficiale della scuola, una delegazione di Pieve Torina, composta dal sindaco Alessandro Gentilucci e dal vice sindaco Giancarlo Ciuffetti, dal coordinatore dell’associazione ‘Succisa Virescit’ Giuliano De Minicis e da una nutrito gruppo di giovani studenti, insegnanti e genitori, era stata ospitata alla Scala per il tradizionale spettacolo di fine anno dedicato ai figli dei dipendenti. A Pieve Torina, in occasione dello spettacolo “La Musica e il Cuore”, i musicisti della prestigiosa orchestra milanese eseguiranno un nutrito programma che spazierà dai classici di Bizet, Mascagni, Puccini e Verdi fino alle musiche da cinema di Morricone e di altri importanti compositori contemporanei. Nell’occasione uno spazio multidisciplinare della nuova scuola verrà intitolata al Teatro alla Scala Crals2 di Milano.
Camerino- Al via la pulizia del centro storico
Martedì inizieranno gli interventi di pulizia del centro storico, insieme a quelli di rimozione dei materiali di cantiere e delle macerie provocate dalle messe in sicurezza e dalle ultime scosse di aprile. E’ la decisione maturata a seguito dell’incontro avvenuto questa mattina presso la sede provvisoria del comune di Camerino ed a cui hanno partecipato il sindaco, Gianluca Pasqui, il responsabile dell’ufficio tecnico, ing. Marco Orioli, il funzionario del Cosmari, Paolo Domizi. E due dipendenti della stessa azienda.
“E’ vero che il nostro centro storico è chiuso ed è altrettanto vero che sono in corso continui lavori – ha affermato Pasqui – ma è anche vero che molti cittadini, accompagnati dai Vigili del Fuoco, ancora raggiungono le loro abitazioni per recuperare oggetti. Chi lo fa, lo fa con il cuore già devastato da quello che ha vissuto e dai ricordi che inevitabilmente gli tornano alla mente; vedere l’erba sui vicoli o uno scenario di desolazione, è qualcosa che possiamo e dobbiamo evitare. Per questo, oltre alla pulizia straordinaria che avvieremo martedì insieme al Consmari, che ringrazio per la prontezza e la sensibilità, abbiamo deciso di ripristinare un servizio di pulizia e manutenzione del centro storico con cadenza quindicinale.
"Il volontariato è motore di democrazia". Il convegno per ricordare Marta Bellomarì
“Ricorda che indossare un fazzolettone non significa essere persone responsabili solo nel momento in cui si porta, significa essere una persona di grandi ideali di fraternità, amicizia e solidarietà. Una persona pronta a sacrificare talvolta la propria vita provata per una giusta e nobile causa. Essere scout significa avere coerenza, essere capaci di sognare, di avere visione fantasiosa ma ricca di valori della realtà e capace col proprio impegno di realizzare i propri desideri”. Questo era solo uno dei tanti pensieri che Marta Bellomarì ha lasciato in uno dei suoi diari. Perché oltre ad essere stata una grande mamma (non solo per i propri figli, Andrea e Michele Stortini, ma anche per tanti giovani di San Severino) e nonna, prima ragioniera, poi insegnante e poi medico, nonché fondatrice del gruppo scout San Severino 1 insieme a suo marito Delio e a don Aldo Romagnoli, Marta scriveva. Scriveva tanto, pensieri, poesie, lettere (persino prima di ogni operazione, lasciava una lettera). Bellomarì se n’è andata pochi mesi fa, ma ha lasciato una grande eredità e un immenso vuoto incolmabile.
(Marta Bellomarì nella ricorrenza del 40°anniversario del gruppo scout San Severino 1)
Ieri sera il teatro Italia ha ospitato una serata in sua memoria, “L’azione del volontariato per una società giusta”, con il professore di Unimc Roberto Mancini, organizzata dal Comune in collaborazione con il gruppo scout, Coop Alleanza, Caritas e l’Avis. Presenti il sindaco Rosa Piermattei, gli assessori Tarcisio Antognozzi e Paolo Paoloni e il presidente del consiglio comunale Sandro Granata, ma anche alcuni consiglieri di minoranza, nonché la Croce Rossa e la Protezione Civile locale.
Un incontro in cui Mancini ha parlato di come il volontariato possa essere azione politica e possa incoraggiare la democrazia per il bene comune.
“Marta ha cresciuto generazioni di giovani - queste le parole di uno dei figli, Andrea - che per lei sono stati linfa e forza vitale. Mi dicono che devo essere orgoglioso, perché mia madre ha lasciato un segno indelebile, un solco che difficilmente si potrà colmare. Speriamo di poter continuare a mantenere viva la sua memoria”. A tal proposito, c’è l’idea, ben accolta anche dal primo cittadino, di istituire un premio annuale in memoria di Marta Bellomarì.
Poi la parola è passata a don Aldo Romagnoli: “Questo convegno è un omaggio pieno di gratitudine ma vuole anche essere stimolo per un volontariato consapevole. Mi vengono in mente due ricordi su tutti. Il primo - ha raccontato - mi riporta indietro di oltre 40 anni fa. Da pochi mesi ero qui e lei mi propose di portare lo scoutismo a San Severino perché il figlio aveva avuto una positiva esperienza, e voleva regalare ad altri la stessa possibilità. Né lei né io avevamo esperienza. Che fare? Ci siamo detti che avremmo imparato lungo il cammino, ci saremmo fatti aiutare, e così abbiamo fatto. Non bisogna aspettare di essere pronti per fare qualcosa - ha aggiunto - che ci sembra bello e giusto”. Il secondo ricordo di don Aldo è più recente: “Ricordo molto bene la sua gioia, poco tempo prima di andarsene, nel constatare come la comunità capi del gruppo scout portasse avanti bene le attività. Diceva gioiosamente che quei ragazzi sapevano fare meglio di noi”. Perché scopo del volontario, ha sottolineato il sacerdote, è suscitare forze nelle persone sicché nn ci sia più bisogno di lui. “Lei - ha concluso - viveva pensando a come poter essere d’aiuto, ponendo l’attenzione alla persona, alla sua totalità. Ecco lo stimolo, il volontario non fa il volontario, ma lo è dentro”.
(Il sindaco Rosa Piermattei, don Aldo Romagnoli e Roberto Mancini)
Commosso anche il ricordo del sindaco Rosa Piermattei, che ha raccontato di non poter dimenticare il sorriso onnipresente di Marta: “Lei è stata una persona splendida, che ci ha insegnato tanto, anche a regalare un sorriso nei momenti di dolore. L’avevo conosciuta quando insegnava a mia nipote - ha raccontato - poi l’ho rivista durante il terremoto. Una volta la incontrai e mi sventolò un sacchetto di pesce da cucinare per pranzo. Io in quel momento mi feci una grossa risata, e lei mi disse ‘proprio questo volevo, farti sorridere, perché è da tempo che non ti vedo farlo’. Vi ha insegnato a dare, vi ha insegnato la felicità. Nn facciamo spegnere questa bellissima candela. Creeremo qualcosa per ricordarla ogni anno? Proponetelo voi che la conoscete meglio di tutti, e noi lo approveremo”.
(Il sindaco Rosa Piermattei e il marito di Bellomarì, Delio Stortini)
Poi il brillante evento di Mancini su come il volontariato possa essere motore del bene comune, di democrazia e lavoro: “La logica del volontariato è la giustizia. Dobbiamo pensare che ciascuno di noi è partecipe di un tessuto in cui ti siamo legati. Istintivamente costruiamo la vita pensando di dover prendere, trattenere per noi le cose. La nostra civiltà è orientata dall’idea di dover accumulare. In realtà nella vita la concretezza è tutt’altro”. Si diventa adulti, ha sottolineato il professore, non quando si impara a prendere ma a ricevere. Quando si impara a perdere, anche, momento in cui ci si apre il mondo della relazione con gli altri. “La spia di quando il volontariato non è autentico - ha detto - è quando diventa un sacrificio, uno sforzo, e il fatto che si giudica chi si sta aiutando. Il volontariato è esperienza di accoglienza e dignità, è azione di giustizia. Questa economia di oggi ci distrugge, dobbiamo inventare forme nuove, e poi stiamo trasferendo la nostra soggettività ai mezzi tecnologici. La realtà ci viene rappresentata dall’informazione, la burocrazia è un sistema che passa sopra alle nostre teste”. Il risultato di ciò che la modernità sta creando sono comunità sempre più chiuse, sempre meno aperte al mondo. In Italia, in alcune zone più disagiate e difficili, “hanno capito che il volontariato è azione della comunità, non solo scelta personale. È il risveglio di una comunità che decide di prendersi cura del bene comune. Allora diventa un’azione politica, quella vera di politica, non quella che si contende un voto in più. La politica bella è quando si riesce a dare una risposta di bene in un posto di male. Volontariato è azione democratica delle comunità a cui si è risvegliata la coscienza, che attiva percorsi formativi, genera comunità democratiche, sente che il bene comune la riguarda, genera lavoro e smette di subire l’economia”.
g.g.
(La platea gremita)
(Il marito Delio Stortini)
Etica e volontariato a servizio del prossimo
“ Etica e volontariato” il tema della interessante relazione tenuta dall’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro nella sala riunioni del Relais Villa Fornari, in occasione dell’incontro organizzato dal Lions Club Camerino Alto Maceratese . Presenti noive associazioni di volontariato giunte da 6 diverse città del territorio provinciale, il presidente prof. Dino Jajani ha introdotto l'autorevole relatore della serata, volta ad approfondire e riflettere sull’importanza dello svolgimento dell’attività di servizio a favore degli altri , in virtù dei valori etici e per un’evoluzione positiva della comunità. “ Il principio e il senso della comunità- ha osservato il presidente Jajani,- salvano le persone,nella loro dignità e dalla omologazione delle personalità dovuta alla globalizzazione. L’appartenenza e lo spirito autenticamente solidale delle persone protagoniste di ogni forma di associazionismo e volontariato, è infatti occasione positiva per contribuire al miglioramento delle condizioni di vita della collettività, con un ruolo di promozione del progresso civile e sociale. Etica come riflessione dell’azione volontaria soggetta alla legge assoluta del dovere e, spirito volontaristico che come, sottolineato dall’arcivescovo, non può prescindere da quella 'compassione cristiana' insita nel mettersi nella situazione della persona che ha bisogno, calandosi nella sua dimensione, per trasformarla completamente. Partendo dalla parabola del buon samaritano, le parole dell’arcivescovo Francesco hanno aiutato a comprendere, come il volontariato non solo sia una grande risorsa, ma abbia anche un’origine che è data dall’esperienza della vita della Chiesa e della vita del popolo cristiano, ma anche dalla sensibilità delle comunità le quali, volendo rispondere alle esigenze delle persone che si trovano nelle varie difficoltà, che possono riguardare la salute, la cultura , l’istruzione, l’accoglienza agli stranieri , naturalmente “ hanno potuto maturare competenze, assistenza, aiuto e concretezza, che hanno permesso di far nascere quel volontariato che è di varia ispirazione- ha sottolineato Brugnaro- ma che trova soprattutto nell'esperienza cattolica la matrice più autentica e fondata . Ma l’alto profilo alle azioni lo dà la fraternità; non basta solo la solidarietà che è raccomandata dalla legge, dal buon senso e dalla ragione, bisogna fare un atto in più : cercare cioè di risarcire e di dare, non secondo la misura che ho stabilito io, bensì secondo la misura del bisogno dell'altro e allora, solo la fraternità supplisce a questo; solo con la fraternità io do all'altro secondo il bisogno che lui ha e non secondo quello che io decido. Altrimenti, può essere un atto di generosità lodevole ma, se rimane all'altro qualcosa di insoddisfatto e di incompiuto, vuol dire che ancora non sono maturato fino alla fraternità”
Oltre al rispetto del rigore etico e morale, nella relazione è stato approfondito il ruolo sociale e politico del volontariato.
“ Il volontariato significa che la persona ha bisogno di mettersi insieme quindi di far nascere comunità e le comunità operano dentro delle strutture che sono tipiche proprio dello Stato; creano spazi all'interno del quale lo Stato magari non dà sicurezza e allora, c'è un momento democrazia perché diverse libertà si mettano insieme anche con aspetti critici nei confronti dello Stato e, qualora non si raggiungano adeguatamente le mete che lo Stato si propone, magari formare una nuova mentalità politica dei responsabili che hanno il compito di trasformare le leggi e dare strumenti ai cittadini, in modo da evitare i danni e i mali che non permettono ai cittadini una vita decorosa”.
“ Abbiamo trovato molto interessanti gli approfondimenti suggeriti dalle parole del nostro arcivescovo - ha detto Jajani- E’ necessario un punto di vista unitario per affrontare tutti i problemi relativi al volontariato, in primo luogo per valutare le necessità della competenza, della gratuità e poi, per operare in modo tale da essere veramente di aiuto agli altri, per ricostruire un senso di comunità, attraverso la solidarietà e nel rispetto delle leggi”. Un appuntamento molto gradito e apprezzato da tutti i presenti, convinti che una riflessione sul proprio operato, sia utile per ogni azione futura , ai fini di un servizio più efficiente e più efficace, a servizio degli altri .
Imminente il ripristino circolazione in via Parisani;percorribili a breve, anche viale G. Leopardi e via Farnese
Ad un anno e sette mesi dal sisma, a Camerino tornerà ad essere percorribile via Parisani. Ultimate le messe in sicurezza nelle parti danneggiate della basilica di San Venanzio che avrebbero potuto costituire pericolo per l’incolumità pubblica, con l’avvicinarsi della vigilia della festa del patrono e gli eventi dell' Offerta dei ceri e accensione del tradizionale falò, la via tornerà ad essere fruibile. La conferma viene dall’ingegnere Marco Orioli, dell’ufficio tecnico comunale: “ Stiamo predisponendo la riapertura; in un paio di giorni confidiamo infatti di riuscire ad ultimare le pulizie generali e a completare le verifiche finali per consentire il ripristino della viabilità sulla via che gira intorno al complesso di San Venanzio. Salvo condizioni meteo avverse – aggiunge l’ingegnere Orioli- tempo 2-3 giorni dovremmo riuscire a riaprire anche viale Giacomo Leopardi; come noto la chiusura era stata determinata da un problema riscontrato in un edificio a torre incombente sul tratto di strada di largo Et Poi Si more. Si sta lavorando per il ripristino della normale viabilità anche in via Farnese, interdetta a causa di un peggioramento delle condizioni dell’Arco Vannucci, per il quale si è provveduto subito ad avviare con urgenza le procedure di messa in sicurezza e, anche in questo caso, tempo due –tre giorni la via verrà riaperta”. Tempi più lunghi di attesa invece per poter rientrare in piazza Cavour: La problematica in questo caso è riferita ai campanili della cattedrale che hanno subito un peggioramento del danno in seguito alla scossa di aprile. “ Ho visto un progetto di massima redatto dal tecnico che lo sta affinando - afferma Orioli- tuttavia, considerata anche la mole dei campanili, da una prima analisi si è capito che l’ intervento da farsi è abbastanza rilevante. Mi riservo i prossimi giorni di verificarlo, credo comunque che i lavori da eseguire saranno di un certo livello”.
Area per le casette: Il Tar da ragione al comune
Consegnate le ultime Sae, completando un percorso che è dovuto passare anche attraverso un giudizio del Tar delle Marche che ha dato ragione all'amministrazione comunale di Caldarola. "Purtroppo – le parole dell'assessore Gianni Fiastrelli – siamo stati costretti a difenderci, con l'assistenza dell'avvocato Sergio Liberati, davanti al giudice amministrativo contro il ricorso presentato da uno dei proprietari dei terreni su cui sorgono le casette che aveva impugnato i provvedimenti dell'amministrazione che disponevano l'immediata occupazione d'urgenza del terreno stesso per realizzarvi alcune casette necessarie per far fronte all'emergenza determinata dal terremoto".
Il giudice amministrativo ha dato ragione alle scelte operate dall'Amministrazione. "Anzitutto – continua Fiastrelli ( sopra nella foto a destra ) – il Tar ha ritenuto legittime le motivazioni alla base della scelta delle aree su cui collocare le casette, prima fra tutte il dare la preferenza alle aree già urbanizzate con destinazione residenziale al fine di non intervenire con ulteriori trasformazioni del territorio in una zona già duramente colpita dal sisma. Inoltre come comune avevamo ritenuto prioritario individuare aree vicine all'abitato esistente anche al fine di mantenere aggregato il tessuto sociale. E su questo il tar ci ha dato ragione".
Di seguito una sintesi della sentenza
La scelta delle aree su cui collocare le casette è stata, dunque, ritenuta legittima dal giudice in considerazione del fatto – come si legge nella sentenza –
sussistono valide motivazioni a supporto, prima fra tutte il dare la preferenza alle aree con destinazione residenziale "al fine di non intervenire con ulteriori trasformazioni del territorio".
Infine il comune non dispone di aree di proprietà pubblica sufficienti allo scopo e si è ritenuto prioritario individuare aree vicine all'abitato esistente "anche al fine di mantenere aggregato il tessuto sociale".
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Fabio Ubaldi: giornalista terremotato
La consegna delle ultime 35 casette chiude il cerchio della prima emergenza anche a Caldarola. "Una comunità che si ricostituisce – le parole del sindaco Luca Giuseppetti – Credo che sia particolarmente importante, in attesa della ricostruzione, ripartire dal tessuto sociale".
Volti emozionati, da cui traspare il disagio di quasi 18 mesi vissuti in emergenza, nelle persone che rientrano nel paese da cui il terremoto li aveva "cacciati".
Tante storie, tutte con proprie peculiarità, che si intrecciano. Ne raccontiamo una che tocca da vicino Radio C1inblu e L'Appennino camerte.
Quella di Fabio Ubaldi, giornalista delle nostre testate , anche lui tra gli assegnatari delle ultime Sae. "Nell'emergenza di quel 30 ottobre 2016, con il terremoto che aveva reso inagibile l'abitazione – racconta direttamente Fabio – ci siamo trasferiti con la mia famiglia a Fano, ospiti di parenti. Speravamo che tutto si sarebbe risolto in pochissimo tempo, ma purtroppo così non è stato. Quello che ancora è sotto gli occhi di tutti ha dilatato a dismisura i tempi".
Da qui l'inizio di un lungo "esilio", durato circa un anno e mezzo, durante il quale si è cercato di far apparire normale quello che normale non era, con la necessità di contemperare le esigenze familiari con quelle professionali. Come, essendo domiciliato a Fano, continuare a raccontare dalla redazione di Camerino le vicissitudini di un territorio a cui bisognava assolutamente dare voce?
"Il soccorso – torna a dire - è giunto attraverso la generosità del Cus Camerino, nelle persone del presidente Stefano Belardinelli e del segretario Roberto Cambriani, e la solidarietà del Cus Verona, con il dono di una roulotte che è stata per 16 mesi la mia 'casa camerte'. Un periodo caratterizzato dall'assoluta precarietà, da migliaia di chilometri percorsi attraverso le strade della Regione, da consolidate abitudini purtroppo venute meno. In questa veste di 'giornalista terremotato' c'è un doppio ruolo – dice – cioè quello di raccontare qualcosa che non riguarda te ma che, in questo caso, riguarda anche te". Come al momento della consegna delle chiavi, durante la quale Ubaldi racconta di essersi letteralmente "spersonalizzato", facendo finta che il discorso non lo stesse toccando.
"Praticamente sei parte dello spettacolo ma lo racconti anche questo spettacolo. Finalmente si ritorna in 'patria' – conclude – e le sensazioni che si provano non possono essere trascritte in nessun documento e in nessuna pagina di giornale". Casetta, tenda o altro... l'importante è tornare a casa.
Caldarola- Con le ultime 35, completata la consegna delle 104 casette
A Caldarola, alla presenza del Commissario straordinario per la ricostruzione Paola De Micheli ,del governatore delle Marche Luca Ceriscioli, del direttore del dipartimento nazionale di Protezione Civile Angelo Borrelli, dell'arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro, è stata completata la consegna delle casette.
35 soluzioni abitative di emergenza e altrettante famiglie, a chiudere il cerchio di una comunità che, secondo le parole del sindaco Luca Giuseppetti , si i è ricostituita, o quantomeno, si sta ricostituendo. Fra i 35 assegnatari figurano anche i nostri collaboratori di redazione Fabio Ubaldi e Vincenzo Finocchio.
Insieme all’arcivescovo Brugnaro , la Commissaria De Micheli e le altre autorità, prima della consegna delle SAE, hanno voluto far visita alle suore del Monastero di Santa Caterina, da pochi giorni riunite nella sorta di monastero provvisorio che ha consentito loro di restare attaccate alla gente.
“Finalmente abbiamo chiuso il discorso delle SAE - ha detto il sindaco-; oggi le ultime 35 per un totale di 104 e siamo felici di aver assicurato un tetto anche alle nostre monache rimaste senza la loro casa . Quando si vedono concittadini rientrare nel proprio paese, credo che sia la cosa più bella dall'inizio di questo terremoto. Un sindaco – ha proseguito Giuseppetti- non vede l'ora di vedere ripartire l’attività sociale del paese. Il terremoto ci ha messo in ginocchio per quel che riguarda le nostre abitudini e i luoghi che frequentavamo come la piazza e tanti altri gioielli, tuttavia , non dobbiamo mai dimenticare che dobbiamo ripartire proprio dal tessuto sociale e, il tessuto sociale , riparte solo se tornano a casa i cittadini”.
“ Consegna bagnata consegna fortunata”- ha commentato l'onorevole Paola De Micheli- le chiavi infatti, sono state distribuite agli assegnatari , sotto una pioggia battente e un autentico nubifragio.
“Una novità assoluta -ha rimarcato il presidente Ceriscioli che ha aggiunto: “ Ogni completamento di aree SAE, ogni consegna di casette, sta a significare la ricostituzione di comunità che vogliono vivere sul loro territorio e permettono di pensare anche alla ricostruzione. ” A proposito di numeri riferiti alle consegne delle SAe , Ceriscioli ha ricordato che “ Caldarola è il ventiduesimo comune che giunge al completamento; ce ne sono altri quattro e di questi, due sono in dirittura d’arrivo e altri due che arriveranno a chiudere il cerchio un pochino più avanti.. Con quelle di oggi- ha continuato il governatore- superiamo le 1500 casette realizzate in 78 aree diverse del territorio, quindi, distribuite vicino alle comunità. Ogni volta che diamo l'ultima casetta, segnaliamo che è un passo importante: significa che la comunità si è ricostituita avendo fatto la scelta di tornare vicino alle persone che conoscono, i luoghi che hanno sempre frequentato, nelle loro radici. La comunità – ha sottolineato- è la miglior ricetta per affrontare un momento difficile come la ricostruzione che prevede tempi lunghi, problematiche di tutti i tipi Il terremoto è stata una cosa enorme nelle Marche, per fortuna con un numero limitato di vittime, ma tantissimi danni e, sappiamo che superare questa fase, significa mettere la testa nella fase successiva della Ricostruzione. La fase più importante, quella che ci riporta a casa nostra”.
Una giornata speciale anche per il nostro arcivescovo Francesco: “Sono stato contento, innanzitutto perché si sono completate le consegne delle casettee la gente ha finalmente un momento di respiro e di fiducia. Soddisfazione c’è in me anche per l'esperienza stessa del monastero, per la quale ho voluto ringraziare le autorità che hanno saputo creare per le monache, una situazione di adattamento alla vita della gente, nella loro scelta di vivere le stesse difficoltà della popolazione. Credo che la loro sia una grande testimonianza di carità- ha continuato Brugnaro- Una carità umile e semplice e le autorità sono andate incontro alle esigenze minimali della vita monastica, permettendo alle monache di vivere, come è nel loro spirito, nella preghiera, nel lavoro, nella serenità e nell’ accoglienza”.
Il tessuto sociale del paese dei Cardinali Pallotta, si va dunque ricostituendo ; ovvia la soddisfazione del sindaco Luca Giuseppetti e del vicesindaco Debora Speziani che ha seguito di persona tutta la vicenda delle Sae e delle famiglie , subito messesi all’opera per personalizzare quella che sarà da qui ai prossimi anni, la propria abitazione.
Sempre a Caldarola, nella medesima giornata, si è tenuta anche una cabina di regia con la Commissaria De Micheli, alla quale hanno partecipato il capo dipartimento della protezione civile Angelo Borrelli, il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e gli assessori regionali Giuseppe Chianella (Umbria), Claudio Di Berardino (Lazio) e Giorgio D'Ignazio (Abruzzo). Sottoposti alle Regioni , i primi testi delle norme che la prossima settimana verranno presentate ai Gruppi Parlamentari. Tra i provvedimenti di legge di modifica illustrati dall'onorevole De Micheli, quelli relativi all'estensione oltre il 31 maggio della proroga per la sospensione della restituzione della busta paga pesante( da allungare anche da due a cinque anni) e quelli che mirano a rendere omogenee le agevolazioni della zona franca urbana. Sul tavolo anche misure per regolarizzare le difformità delle abitazioni danneggiate al fine di velocizzare l'iter della presentazione delle domande per la ricostruzione e la questione delle casette abusive. La Commissaria De Micheli, incontrerà i Gruppi parlamentari, i prossimi 15-16 e 17 maggio.
L'invasione delle 500 in piazza del Popolo. Successo per la 16esima edizione
E’ andato all’anconetano Moreno Fedeli il sedicesimo trofeo “Giammario Piancatelli”, prova di abilità organizzata nell’ambito dell’ultima edizione del “500 Septempeda Meeting” che ha visto assegnare all’ascolano Mario Meloni il ventiduesimo trofeo “Alberto Angelucci”, valevole come prova di scorrimento.
Strepitoso il successo della manifestazione che ha richiamato, ancora una volta, nella suggestiva cornice di piazza del Popolo ben 250 equipaggi provenienti da tutta Italia, isole comprese. Perfetta l’organizzazione dell’associazione Gruppo Amatori 500, presieduta da Giovanni Cavallini.
Nella prova di abilità tutte settempedane le altre presenze sul podio con il secondo posto di Andrea Coccettini e il terzo di Luigi Zucchi. Per la prova di scorrimento secondo posto a Gualtiero Gigli di Cingoli, terzo a Giacomo Cacciamani, sempre di Cingoli, quarto a Giorgio Cagnini di Tolentino e quinto ad Ennio Paoletti di Ancona.
Premi speciali all’iscritto arrivato da più lontano, al gruppo più numeroso, al patentato più giovane e a quello più anziano.
Alla cerimonia di consegna di coppe e targhe, accanto al presidente Cavallini, anche il sindaco di San Severino, Rosa Piermattei, che è intervenuta anche all’esposizione dei mezzi in piazza del Popolo.
g.g.
Gentiloni a Bolognola inaugura la nuova sede comunale
De Micheli: " Il presidente Gentiloni ha fatto molto non facendo mai mancare vicinanza a chi ha subito un drammatico evento.
Gentiloni:" questo e un paese in cui radici dei borghi e piccoli centri, sono assolutamente fondamentali e concorrono a fare dell' Italia un paese competitivo a livello internazionale. Venivo a sciare da queste parti e conosco la bellezza di queste montagne. È straordinario ciò che è capitato sulle spalle dei sindaci in questo drammatico evento. I sindaci non avrebbero mai pensato che la loro candidatura avesse potuto nascondere tante difficoltà. Se sono qui è anche per rendere omaggio alle straordinarie forze che mettono in campo i sindaci in un impegno eroico reso particolarmente difficile dalle dimensioni dell' evento sismico, di una gravità mai ricordata nella storia. Catastrofi naturali che hanno visto il prolungarsi degli episodi e delle situazioni da affrontare. Un lungo percorso che vede il 96 % delle Sae completate.