Notizie di cronaca nelle Marche
La comunità di Caldarola e l'intero territorio piangono l'improvvisa scomparsa di Lorenzo Lambertucci, titolare dell'azienda Sistema3 Informatica e figlio dell'ex sindaco Fabio.

Un malore improvviso mentre si trovava nella sua abitazione lo ha strappato alla vita a soli 38 anni. Appassionato di clalcio (aveva militato nelle fila di Caldarola, Sarnano, Palombese prima di dedicarsi al calcio a 5, natura e fotografia, sua la costituzione insieme ad alcuni amici de "L'occhio nascosto dei Sibillini", Lorenzo lascia la moglie Silvia, i figli Greta e Mattia, i genitori Fabio e Silvia.

Tanti i ricordi di Lorenzo nelle singole persone e sulle pagine social a testimonianza di quanto da lui compiuto nella sua giovane esistenza. “Un dolore immenso per tutti coloro i quli lo hanno conosciuto, Lorenzo era proprio un bravo studente”. Così il professor Sandro Luciani, dirigente scolastico dell’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Eustachio Divini” di San Severino Marche che Lorenzo aveva frequentato e dove il padre Fabio aveva insegnato. 

La camera ardente, una volta eseguito l'esame autoprico per determinare le cause della morte, è stata allestita alla casa funeraria "Rossetti" di Tolentino, mentre i funerali verranno celebrati nel Centro di comunità "Beato Francesco" di Caldarola sabato 9 dicembre alle ore 9.30.
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Un turbinio di emozioni. Un concentrato di abbracci, ricordi e commozione di intere generazioni che hanno vissuto e intrecciato la loro storia con quella del Liceo Classico Filelfo di Tolentino. Le celebrazioni per i 70 anni della scuola, organizzate dall’Associazione Filefiani (con il presidente Carlo Conti, il suo vice Andrea Mosca) insieme al Comitato organizzatore del Liceo (costituito da Laila Boldorini, Marcella Borgiani e Claudia Canestrini), sono state l’ennesima dimostrazione di come l’istituto abbia superato nel tempo momenti belli e meno belli, ma ne sia uscito migliore. Se dal palco del Politeama si è levato il grido unanime per chiedere “Una sede dignitosa per il Liceo Classico”, il messaggio che è arrivato ai presenti è stato ancora più forte: quello di aver fatto parte di una scuola che li ha resi migliori e ha contribuito a formare i professionisti che sono diventati oggi. Oltre 370 ex studenti non hanno voluto mancare all’evento che ha visto partecipi anche professionisti che ora vivono fuori regione. C’è stato addirittura chi da oltre oceano ha voluto versare la quota della cena per sostenere l’iniziativa, pur non potendo essere presente.

Doppio appuntamento sabato scorso: nel pomeriggio al Politeama - che non è riuscito a contenere tutti i presenti tanto da rendere necessario l’allestimento di una seconda sala con un maxi schermo - e la sera al ristorante Chiaroscuro di Belforte del Chienti, dove a spegnere le candeline per il 70esimo compleanno della loro scuola sono state tre ex studentesse, oggi con l’argento tra i capelli, tra le prime a diplomarsi al Filelfo.

L’ex studente Carlo Cartuccia, regista della serata, e la coordinatrice del Liceo Classico Claudia Canestrini hanno condotto, senza nascondere l’emozione, il momento di riflessioni, racconti e spettacolo. A fare gli onori di casa il sindaco Mauro Sclavi e il dirigente scolastico Donato Romano. “Ognuno fa le battaglie che reputa opportuno fare - le parole del primo cittadino -, questa (riferendosi al trasferimento degli studenti dall’ex Quadrilatero all’ex orfanotrofio in centro) è una battaglia giusta. Speriamo che si trovi quel grano salis per cambiare le cose. Io penso che ce la faremo”. Il dirigente – in carica da cinque anni - ha ricordato di aver vissuto “anni di impegno costante nel trasmettere conoscenze e coltivare talenti. L’impatto del sisma ha determinato un periodo di sfide e adattamenti. Guardiamo avanti, sperando nel ritorno a una sede che possa offrire maggiori possibilità di crescita e apprendimento. Questo è un viaggio educativo fatto di resilienza, coraggio e speranza”.

Ha toccato le corde di tutti l’intervento di Claudia Canestrini che, dopo aver ringraziato la sua ex docente Maria Luisa Bocci, per la quale si è levata una vera e propria ovazione in sala, ha detto: “Il nostro liceoci ha dato le ali che ci hanno avviato alla vita, credo che il viaggio verso il futuro parta dalla scuola

foto bocci ritaglio

Non c'è futuro individuale senza il sapere, una società libera e democratica senza la scuola. Il Classico non ha età, ha tanti volti ma è senza tempo, anzi il tempo lo custodisce perché somma le memorie personali di tutti noi a quelle della profondità della storia. Il Liceo Classico ci lega al momento della nostra esistenza in cui ci siamo costruiti, identificati. Ha dovuto mettere esso stesso le ali per volare veloce e stare al passo coi tempi, ma ha tenuto saldi i valori imprescindibili dell’humanitas, senza i quali la società rischia di diventare altro, di diventare artificiale”.

A sottolineare quanto gli anni di liceo siano stati preziosi per la sua vita, anche la Dirigente reggente dell’Ambito territoriale di Macerata, la Filelfiana Alessandra Belloni, che ha portato il saluto della direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale, Donatella D’Amico, e ha rimarcato: “L’Ufficio scolastico è vicino al Filelfo perché sia restituita una sede degna”.

Affidato allo storico ed ex docente del Classico, Enzo Calcaterra, l’excursus sulla genesi del liceo tolentinate che nel 1950 nacque come distaccamento di una classe del Leopardi di Macerata e nel 1953 acquisì una propria autonomia, prima a Palazzo Sangallo, poi a Palazzo Fidi e infine - prima del sisma - all’ex orfanotrofio. “La città ha sempre voluto i migliori edifici per questa scuola - ha sottolineato Calcaterra -, edifici che rispecchiavano la sua storia più illustre. Sedi prestigiose sia nell’aspetto che nel contenuto”. E ancora: “All’epoca, la politica di Tolentino perseguì, insieme e senza distinzioni politiche, l’obiettivo di creare il Liceo Classico”. L’ex docente ha anche ricordato due figure che hanno contribuito fattivamente alla crescita della scuola: la storica segretaria Giovanna Corbelli e il tecnico Mario Grespini. A proposito di Palazzo Fidi, che è stato anche sede della Biblioteca Filelfica, è intervenuta un’altra Filelfiana, Laura Mocchegiani (oggi guida della Mozzi Borgetti di Macerata) per sottolineare l’importanza degli archivi e delle biblioteche per l’intera comunità.

Convinta che rivedere tanti dei suoi studenti sarebbe stata un’emozione troppo grande, ha deciso di non partecipare fisicamente, ma ha racchiuso in una lettera quello che avrebbe voluto dire al Politeama, l’ex preside e custode di tanti anni del Classico, Anna Grillo Sileoni. Aneddoti, in cui molti si sono rivisti, sono riemersi grazie alla testimonianza del sociologo Alberto Pellegrino, uno dei primi diplomati del 1954: “Erano anni in cui non avevamo nulla, ma avevamo solo una disperata voglia di vivere e affermarci, non per il successo, ma per trovare un posto dignitoso nella società”. Un’impresa in cui ogni Filelfiano è riuscito.

Non solo ricordi al Politeama. Il pomeriggio è stato inframezzato dal pianoforte di Tommaso Foresi e da altri ex studenti nelle vesti di attori. D’impatto scenico il tableau vivant delle tre Grazie di Antonio Canova, esilarante l’’intervista a Teresa Fattorini – alias Silvia – interpretata dall’ex alunno e ora docente Federico Dari, divertente il monologo di Francesco Casadidio sulle disavventure dell’ultimo decennio. Tra gli ospiti anche l’ex studente Stefano Monti,regista del pluripremiato cortometraggio Terzo tempo.Emozionante il video girato da Carlo Cartuccia nel 2016,poco prima del sisma, sulle cui immagini si è chiusa la serata: restituisce i volti gioiosidi un anno di scuola, l’ultimo, con trepidazioni, passioni, turbamenti, amicizia, vitalità e tanta voglia di futuro. Quel futuro per cui il Liceo Classico ha dato le ali.

FOTO CENA CARLO
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Occorre cambiare paradigma culturale ed etico pensando ai temi della sicurezza non come costo per l’impresa ma come opportunità di crescita di un intero sistema sociale capace di mettere al centro la persona e la dignità del lavoro. Si potrebbe riassumere così l’esito della occasione formativa e di confronto svolta martedì 5 dicembre al Teatro Lauro Rossi di Macerata dal titolo “Ri-costruire la cultura della salute e della sicurezza. Edilizia. Dove legalità e prevenzione si incontrano”, evento promosso e organizzato da una pluralità di soggetti che ogni giorno collaborano insieme: Ast Macerata, Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro, Collegio Provinciale Geometri e Geometri Laureati di Macerata, Cpt Comitato Paritetico Territoriale per La Sicurezza e la Formazione in Edilizia.

Sul palco ed in platea, 
numerosi protagonisti che a vario titolo concorrono alla ricostruzione post-sisma come la Prefettura di Macerata, l’Inail, l’Ispettorato Nazionale del lavoro, l’Anmil, l’Anma,l’Ufficio scolastico regionale Marche, comunità scientifica, tecnici, forze dell’ordine, funzionari del Governo, della Magistratura, protagonisti della politica, del mondo ecclesiastico, di quello sindacale e datoriale insieme, per andare oltre i necessari protocolli di vigilanza e della legalità ma per costruire una cultura della sicurezza che deve nascere in azienda come fattore fondante la propria organizzazione.
La grande proliferazione dei cantieri edili per la ricostruzione post terremoto, oltre a crescita e sviluppo ha generato problematiche che devono essere affrontate con un cambio di passo strutturale ed immediato perché purtroppo i numeri parlano di una crescita anche degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali: la provincia di Macerata nel 2021, secondo i dati Inail, per quanto riguarda la denuncia delle malattie professionali nel settore edilizio, si attesta su una percentuale di oltre il 45% rispetto al dato regionale. Inoltre, secondo 
l'indagine della Qualità della vita del Sole 24 Ore pubblicata qualche giorno fa, la provincia di Macerata è all’ottavo posto in classifica per omicidio colposo da incidente sul lavoro. I numeri parlano anche di troppe irregolarità nei cantieri a seguito di controlli ispettivi ma pensare all’aspetto sanzionatorio non potrà essere un rimedio a ciò che sta accadendo. 

Occorre invertire la rotta, avvicinare alla formazione maestranze e dirigenze aziendali, mondo dei tecnici, mondo delle scuole, perché i fattori di rischio vanno conosciuti come la legge indica e la prevenzione dovrebbe essere considerata come un obbligo anche morale per chi lavora. Le norme ci sono, è la cultura il gap da colmare e su cui occorre lavorare anche sotto l’aspetto comunicativo. Occorrono strumenti dinamici, attrattivi per i giovani, servono testimonianze dirette per far capire che non si può rischiare la vita per una distrazione o per un dispositivo di protezione non indossato correttamente. Nella prevenzione del sinistro non si può lasciare lo spazio all’accettazione del rischio, perché purtroppo troppe volte questo atteggiamento, talvolta in pochi secondi, viene pagato dai lavoratori con infortuni che possono cambiare la qualità della vita. Lo sforzo richiesto non va solo nella direzione pratica con i doverosi controlli nei cantieri per i quali 
l’Ispettorato Nazionale del lavoro ha annunciato a livello nazionale l’immissione di un numero più elevato di ispettori che giungeranno anche nelle Marche e in provincia di Macerata ma soprattutto il concetto ampio di sicurezza deve far parte delle nostre vite, oltre al tempo destinato al lavoro. 

I protocolli sulla legalità firmati congiuntamente da numerosi soggetti, devono ora essere recepiti dal punto di vista etico, per concorrere ad aumentare il valore sociale di una nazione come l’Italia dove non ci deve essere spazio per l’irregolarità in queste proporzioni nei diversi aspetti in cui si manifesta. A fornire una notizia importante 
il Commissario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli, in collegamento, ha ricordato che dopo il superamento della fase sperimentale si sta lavorando ad una ordinanza finalizzata a garantire una diffusione sistemica del badge e del settimanale di cantiere: “Il Decreto 189/2016 che regola la ricostruzione post sisma 2016 prescrive l'adozione di alcune misure (badge di cantiere e settimanale di cantiere in particolare) che vanno nel senso di aumentare le tutele in favore dei lavoratori e le garanzie di legalità dei cantieri. In questi anni abbiamo promosso delle sperimentazioni che, sulla base di specifici protocolli di legalità, hanno riguardato alcuni cantieri. Ora, anche sulla scorta del proficuo rapporto con la struttura di missione del Ministero degli Interni che cura i controlli antimafia nella ricostruzione 2016, stiamo lavorando per il superamento della fase sperimentale previa adozione di una ordinanza finalizzata a garantire una diffusione sistemica del badge e del settimanale di cantiere. Abbiamo incontrato sindacati e associazioni di categoria per definire un percorso condiviso e funzionale che sappia onorare l'impegno per la sicurezza sul lavoro a cui, anche oggi, il Presidente della Repubblica ci ha richiamato.” A portare i saluti della Regione Marche, il presidente dell’Assemblea Legislativa Dino Latini in collegamento. A moderare gli interventi il giornalista Leopoldo Gasbarro. 

Sul palco anche Alessio Vassallo, attore di teatro, di film per la tv, per il cinema, protagonista in numerose serie come “Il giovane Montalbano”, accompagnato dal maestro Samuele Giacomozzi al pianoforte, ha presentato un monologo sul tema simbolico del continuo costruire e ricostruire, delle relazioni filiali, amicali e professionali, dell’importanza della storia per una visione del futuro dove la ricostruzione non è meramente fatta di mattoni ma parte dalle persone. La produzione esecutiva di testi e video è stata di Art Show di Arturo Morano, Project Manager e Organizzatore generale, Vincenzo Fazio, drammaturgia Sante Paolacci, Videomaker Paolo Fineschi. 
Nel corso del pomeriggio è stato dedicato un minuto di silenzio a tutte le vittime sul lavoro, ricordando anche che la provincia di Macerata in questi ultimi giorni è stata protagonista di due incidenti mortali.
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Cade in una scarpata, soccorso e recuperato dai vigili del fuoco.

L'incidente si è verificato nella serata di ieri nel territorio di San Severino Marche dove un uomo di 86 anni, sofferente di Alzheimer, è caduto in un dirupo.

L'anziano era uscito di casa nel pomeriggio e la moglie, non vedendolo rientrare a casa, ha lanciato l'allarme.

Sono così scattate le ricerche che hanno visti impegnati per alcune ore carabinieri, vigili del fuoco e agenti della polizia locale. Alla fine l'ottantaseinne è stato ritrovato, infreddolito ma in buone condizioni, in una scarpata dai vigili del fuoco del distaccamento di Tolentino che hanno provveduto al recupero dell'anziano, che è stato poi affidato alle cure dei sanitari del 118.


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Un giovane ventottenne di origini peruviane è stato arrestato dagli agenti della questura di Macerata intervenuti in un locale di via Trieste dove era stata segnalata una persona in stato di ubriachezza.

Giunti sul posto i poliziotti hanno identificato il giovane che, dopo aver litigato con un altro avventore ed essere stato allontanato dal titolare, era tornato sul posto mandando in frantumi una vetrina del locale.

Così il ventottenne è stato accompagnato in Questura dove si è scagliato contro i poliziotti causando lesioni ad uno degli operatori che ha riportato lesioni giudicate guaribili in alcuni giorni.
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I carabinieri lo fermano e lo trovano in possesso di una dose di hashish. È partita da un semplice controllo in strada l’operazione dei carabinieri di Matelica che ha portato al sequestro di due etti tra marijuana e hashish. A finire nei guai un cinquantacinquenne matelicese gravato da precedenti penali, denunciato dai militari per il reato di detenzione di stupefacenti a fini di spaccio.

L’uomo è stato fermato in strada per dei controlli di rito. Nel corso delle operazioni i carabinieri matelicesi lo hanno trovato in possesso di una piccola quantità di hashish. Visti i precedenti del cinquantacinquenne i militari hanno deciso di approfondire i controlli, passando ad una perquisizione domiciliare. Qui sono stati rinvenuti oltre duecento grammi tra hashish e marijuana e un bilancino di precisione. Oltre alla denuncia per l’uomo è scattato anche il ritiro della patente.
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Maxi sequestro di stupefacenti da parte della Guardia di finanza di Civitanova Marche. Denunciato un ventottenne, requisiti cinquanta chili di droga. L’operazione dei finanzieri si è sviluppata tra la città rivierasca e il fermano.

L’indagine dei militari è nata nel corso degli ormai consueti controlli all’interno dei magazzini di società che si occupano di spedizioni nel territorio. Come in altre occasioni, le operazioni di controllo hanno previsto l’impiego dei cani antidroga. Nel corso di uno di questi sopralluoghi, i finanzieri hanno intercettato diversi alcuni colli pronti alla spedizione. I militari hanno potuto approfondire i controlli grazie al benestare dell’Autorità giudiziaria, rinvenendo così circa cinquanta chili di marijuana. Il sequestro è stato comunque rimandato: i finanzieri hanno preferito attendere, in modo da stringere il cerchio anche intorno ai responsabili del traffico.

Le fiamme gialle hanno quindi proseguito la loro indagine, seguendo a debita distanza e in incognito il corriere che avrebbe dovuto portare a termine la consegna. Un volta arrivati a destinazione sono intervenuti proprio nel momento del ritiro dei pacchi da parte del destinatario, un ventottenne italiano residente nel comune di Porto Sant’Elpidio. A questo punto è scattato il sequestro dello stupefacente e la denuncia nei confronti del giovane per possesso di stupefacenti a fini di spaccio.
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«Con rammarico ma non certo con sorpresa, apprendiamo della mancata assunzione di medici da destinare all’ospedale di Camerino dove i reparti di medicina e cardiologia (ma stessa sorte tocca gli altri reparti del nosocomio) sono da tempo, troppo tempo, carenti di dirigenti medici».

A parlare è il comitato Salviamo l'Ospedale di Camerino che interviene criticamente sull'esito negativo dei concorsi banditi dalla Regione per la copertura dei posti vacanti  del personale medico, un «nulla di fatto» che «certifica l’estrema difficoltà di gestione di un sistema sanitario regionale ormai incapace di rispondere alle esigenze di tutta la popolazione marchigiana - sottolinea la nota del gruppo presieduto da Angiolo Napolioni -.
Gli abbandoni e le fughe di professionisti verso il sistema sanitario privato; le esternalizzazioni dei servizi affidati alle cooperative che avvengono con una frequenza che sembra non destare più alcuno stupore o preoccupazione; il ricorso all’utilizzo di professionalità sempre più anziane per coprire i vuoti di organico; l’arroganza dimostrata con la nomina di dirigenti generali risultati persino sprovvisti dei requisiti di legge necessari a ricoprire ruoli apicali, descrivono in modo impietoso, al di là della propaganda governista, il grave stato di salute in cui versa la nostra sanità.
Ciò nonostante continuano a non mancare le occasioni per le autocelebrazioni, i proclami, le passerelle e il taglio di nastri pomposamente celebrati ogni qual volta, persone di buona volontà, donano macchinari e strumentazioni in sostituzione di apparecchiature molto spesso vetuste o non funzionanti che il sistema pubblico non è in grado di sostituire. La cronaca locale, a volte non senza una punta di malcelata soddisfazione, non manca di informarci delle inefficienze, dei disservizi, dei tempi di attesa che sono diventati intollerabili, dei buchi nell’acqua per le mancate assunzioni, soprattutto quando a farne le spese sono i piccoli ospedali di provincia come quello di Camerino, un tempo gioielli di efficienza oggi considerati quasi un peso di cui liberarsi.
Un resoconto che sembra essersi trasformato in una litanìa, tanta ormai la velocità e la ripetitività del susseguirsi di situazioni analoghe:
e dire che l’attuale maggioranza di governo regionale aveva vinto le elezioni puntando proprio sul malcontento generale dovuto alle scelte infauste compiute in campo sanitario dal governo di centro sinistra. Oggi, a parte qualche polemica di scarso contenuto quando le inefficienze riguardano l’ospedale del capoluogo, non ci pare si levino voci di disappunto quando a farne le spese sono i piccoli ospedali di provincia. Evidentemente, al di là delle dichiarazioni dell’assessore alla salute, in questo momento, la situazione del sistema sanitario in generale e dell’ospedale di Camerino in particolare, non sono argomenti ritenuti d’interesse da parte dei nostri rappresentanti locali e regionali atteso che nessuno di essi si è mai espresso sulla situazione che pure meriterebbe qualche riflessione. L’imbarazzante silenzio dei Sindaci dell’intero entroterra e dei rappresentanti politici regionali, di maggioranza e di opposizione, offre la misura di quanto possa essere “scomodo”, o poco conveniente, denunciare il fatto che, da mesi, il nuovo primario di cardiologia (dopo il caso più unico che raro della mancata conferma del precedente primario per motivi ancora tutti da chiarire), risulta l’unico medico in servizio, così come si registrano carenze di personale negli altri reparti del nosocomio camerte:"all'ospedale di Macerata, inoltre, vengono spesso portati anche i malati che ufficialmente dovrebbero essere presi in carico dalla struttura di Camerino: qui, però, mancano diversi reparti specialistici, per cui le persone non riceverebbero comunque le cure necessarie” (dichiarazioni  del dott. Rossi primario del pronto soccorso dell’Ospedale di Macerata).
Meglio rimanere silenti piuttosto che correre il rischio di irritare i manovratori, non si sa mai! La prudenza consiglia di stare alla finestra e attendere che il quadro politico si faccia un pò più chiaro per capire da quale parte buttarsi.
Nell’attesa , - conclude la nota del comitato camerte-, consoliamoci con lo spettacolo delle luminarie che, grazie alle laute elargizioni regionali, abbelliscono le nostre Città e regalano momenti di spensieratezza augurandoci di passare le feste in buona salute.
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“Per noi è importante dare risposte alle comunità e fare in modo che la popolazione abbia piacere di vivere il territorio e avere strutture che migliorino la qualità della vita e la socialità”. Una risposta che, con le parole Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana, si è concretizzata nuovamente oggi, con la consegna del nuovo Centro polifunzionale di Valfornace, undicesima opera realizzata dalla CRI nelle aree interessate dal Sisma del 2016.

“Ci rivedremo l’anno prossimo per l’inaugurazione di altre due strutture e poi nel 2025”, ha aggiunto Valastro, annunciando la consegna di altre opere nelle zone colpite dal terremoto del Centro Italia. Proprio pensando all’impegno della Croce Rossa in quei difficili momenti, il Presidente della CRI ha inoltre rivolto un pensiero a chi era in prima linea durante quella grave emergenza: “Le Volontarie e i Volontari che sono qui oggi sono le braccia, le gambe e il cuore che i cittadini conoscono. A loro il mio ringraziamento per quello che fanno tutti i giorni: hanno portato speranza in un momento tanto difficile”.

“Con Croce Rossa condividiamo la consapevolezza che l'erogazione dei servizi nell'Appennino centrale debba avvenire in spazi inclusivi, che rispondono al criterio della sostenibilità energetica, nei quali i nostri cittadini possano sentirsi accolti e condividere il senso di comunità. Per questo l’inaugurazione di oggi del centro polifunzionale Maria Ciccotti a Valfornace è particolarmente significativa. Capacità, efficacia e solidarietà: la Croce Rossa conferma ancora una volta la sua vicinanza nei confronti di questi territori. All'opera di soccorso portata alla popolazione nel 2016 oggi si affiancano interventi affini con l’opera di riparazione sociale ed economica che stiamo mettendo in campo” le parole di Guido Castelli, Commissario straordinario alla ricostruzione Sisma 2016, intervenuto dopo i saluti del Sindaco di Valfornace, Massimo Citracca.

Un ringraziamento alla CRI è arrivato anche dal Presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli: “Questa inaugurazione fa parte di un percorso - ha detto - attraverso il quale vengono restituite strutture ai nostri territori. Ringrazio la Croce Rossa per il contributo non solo alla realizzazione di questa struttura ma perché i Volontari con le loro o divise rosse sono diventitati un punto di riferimento per la nostra comunità”.

Al termine della cerimonia, il Presidente del Comitato CRI di Camerino, Gianfranco Broglia, ha consegnato al Sindaco di Valfornace, Massimo Citracca, un DAE per uso adulto pediatrico, donato da Poste Italiane, dispositivo che integra la rete di cardioprotezione realizzata dalla CRI nelle aree del Cratere Sisma. Si tratta del sedicesimo DAE donato ad oggi ai Comuni delle zone colpite dal Sisma del 2016.
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Si è svolta a Pioraco un’assemblea del Consiglio comunale nel corso della quale è stato approvato il Psr (Programma straordinario di ricostruzione) per il quartiere “Madonnetta”. L’intervento, che fa seguito all’Ordinanza Speciale già dedicata al comune del maceratese, regola non solo la parte urbanistica, comprese le opere di urbanizzazione e le aree da espropriare o da acquisire (dal costo di 36mila euro), ma definisce in modo chiaro le delocalizzazioni degli immobili del quartiere. Dei 63 edifici, 36 rientrano nelle perimetrazioni, 14 saranno delocalizzati dall’Erap, altri 13 saranno delocalizzati in parte con l’acquisto di immobili equivalenti nello stesso Comune o in Comuni vicini, in parte con costruzioni di nuovi edifici.

Al consiglio comunale hanno partecipato anche il Commissario Straordinario alla Riparazione e alla Ricostruzione sisma 2016, Guido Castelli, e il sub commissario Gianluca Loffredo.

Il Commissario Guido Castelli ha dichiarato: “L'approvazione del piano straordinario di ricostruzione di Pioraco è il punto di approdo di un percorso complesso che ha visto la partecipazione e la cooperazione attiva di tanti attori istituzionali. Per progettare la ricostruzione, o meglio, la riprofilazione del quartiere la Madonnetta sono stati necessari approfondimenti tecnici e amministrativi tutt'altro che banali. Il terremoto infatti ha scaricato la propria furia su decine di unità immobiliari che erano state costruite su terreni già compromessi dal punto di vista idraulico. Il lavoro della Struttura commissariale, dell'Usr Marche, del Comune e della Politecnica delle Marche aveva l'obiettivo di armonizzare gli aspetti squisitamente progettuali con la necessaria soddisfazione dei diritti dei terremotati. Sono molto soddisfatto del risultato raggiunto. Sullo sfondo di questi importanti sforzi amministrativi, si staglia la volontà di ricostruire in piena sicurezza e applicando tecnologie innovative. La Madonnetta di Pioraco, tra delocalizzazioni e ripristini in sito, è un esempio di tutto questo”.

Il Sindaco di Pioraco Matteo Cicconi ha dichiarato: “È una giornata molto importante per Pioraco, è stata approvata la proposta di PSR per il quartiere Madonnetta in attesa da ben sette anni. Un risultato ottenuto grazie alla collaborazione di tecnici e amministrativi e grazie allo slancio che ha dato il Commissario Castelli in questi ultimi mesi. Estendo il ringraziamento anche ai cittadini coinvolti per la fattiva collaborazione dimostrata per il conseguimento di questo obiettivo. Ora è fondamentale che l’Ufficio speciale per la ricostruzione possa avviare il piano per la demolizione in modo tale che i tecnici, a loro volta, intervengano"
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