”Di cos altro vogliamo parlare? Ecco cosa è accaduto questa notte alla sae difronte alla mia. Una folata di vento e l’antenna è sprofondata nel soffitto. Ora come si difenderanno quelli di Arcale? Che colpa avremo anche questa volta? Per L umidità è colpa nostra che non arieggiamo e per questo?“. Poche semplici parole per uno sfogo da parte di una cittadina come tante che non ne può della situazione talvolta insostenibile che ogni giorno si trova a fronteggiare chi vive nelle Sae, soluzioni abitataive emergenzial. Con il vento di questa notte l’antenna di una casetta si è rotta e ha spaccato il soffitto. E la foto è stata poi pubblicata anche su Facebook. Tra muffa e danni vari, si teme seriamente che le Sae, in alcuni casi appena consegnat, possano non resistere per il tempo necessario alla ricostruzione che si prospetta lungo svariati anni.

g.g.

Indagine sulle Sae marce. A disporre le verifiche preliminari il procuratore Giovanni Giorgio che ha affidato l’incarico alla Guardia di Finanza di Camerino e Macerata. La prima cosa da fare è capire se ci siano gli estremi del reato di frode per pubblica fornitura.

E mentre i militari stanno già effettuando i dovuti sopralluoghi, ritornano in mente le polemiche e i problemi susseguitisi col consorzio Arcale e alcune ditte esecutrici delle Sae, specie quelle costruite in montagna.

Senza considerare le irregolarità commesse, con operai al limite dello sfruttamento nel migliore dei casi, quando non completamente in nero, senza dispositivi di sicurezza e anche minacciati in alcuni casi, tre sindaci della montagna fecero scalpore per le posizioni prese. Giuliano Pazzaglini di Visso, Franco Ceregioli di Sarnano e Mauro Falcucci di Castelsantangelo si rifiutarono di consegnare le casette, lo scorso Natale, perché in condizioni pietose, sporche e con le rifiniture non certo degne di una abitazione che così vuol chiamarsi. E proprio le ditte che hanno realizzato le Sae a Visso che ora presentano muffa e soffitti marci, erano le stesse finite nel mirino dei sindacati di Cgil di Macerata. 

Ecco l’articolo in cui raccontavamo le irregolarità nei cantieri: http://www.appenninocamerte.info/notizie-cronaca/item/6347-cantieri-sae-e-non-solo-cgil-tante-irregolarita-questo-e-troppo

Insomma l’ultima beffa per i terremotati della montagna, ritrovatisi senza casa dopo l’agosto e l’ottobre 2016, ora è che almeno 50 famiglie su 228 hanno dovuto o stanno per lasciare la loro Sae inutilizzabili per permettere alle ditte di rifare i tetti. E chissà che non sia finita qui.

G.G.

A primavera sembrava essere giunti a una svolta. Fillea e Cgil erano riusciti a conciliare 11 lavoratori dei cantieri Sae. Ma da allora si attendevano anche delle risposte da parte della direzione provinciale del lavoro. Non solo tutto tace ma la situazione, stando al segretario provinciale Cgil Macerata, Daniel Taddei e di quello Fillea, Massimo De Luca, sembra essere peggiorata. Irregolarità anche a Camerino, al nuovo campus Unicam che sarà inaugurato la settimana prossima.

Sono trascorsi ben 7 mesi da quando i sindacati hanno evidenziato le prime gravi irregolarità sulla normativa del lavoro, la sicurezza e il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata.

“I lavoratori in attesa di soluzione sono 24, di cui 4 arrivati in Cgil proprio oggi, ma la ditta Gips, che poi subappalta la realizzazione delle casette ha di recente presentato un concordato preventivo” ha affermato Taddei.

Secondo la ricostruzione fatta dai sindacati, il consorzio Arcale subappalta i lavori delle Sae al consorzio Gips che a sua volta fa impiegare lavoratori delle ditte Europa (per lo più romeni) e Gesti One (sopratutto egiziani). Gips deve ai lavoratori il pagamento di tutte le ore straordinarie lavorate, i festivi e il trattamento di fine rapporto lavorativo nonché tutti i contributi e premi assicurativi previsti. Inizialmente Arcale ha intimato a Gips di pagare quanto spettava agli operai. In seguito i sindacati hanno chiesto alla Regione la responsabilità in solido in quanto soggetto attuatore (ovvero di pagare qualora Gips non avesse pagato) e come da norma, la Regione ha chiesto ad Arcale e alle altre ditte se fossero o meno d’accordo. “Gesti One - spiega Taddei - ha contestato pur ammettendo di non aver applicato il contratto e di dover versare dei contributi alla Cassa Edile perché ha contestato di dovere il pagamento di festivi e straordinari. Anche Arcale ha diffidato la Regione a pagare e quest’ultima ha chiesto un accertamento da parte della direzione provinciale del lavoro per capire se i crediti debbano essere realmente versati. E qui ci siamo fermati”.

Ciò è avvenuto ad aprile e da allora niente si è più saputo, nonostante la mole di documenti presentati dai sindacati. Dei lavoratori, alcuni sono tornati al proprio paese, altri sono in giro a lavorare e nel frattempo un’altra cosa “inaccettabile”, così la definiscono, è accaduta: Gips ha presentato un concordato preventivo che complicherà le cose e aumenterà i ritardi: “Sarà un’ingiustizia nell’ingiustizia - incalza Taddei - perché verranno calcolati crediti e debiti al ribasso e, per quanto riguarda i lavoratori, si calcolerà ciò che gli spetta sulla base della busta paga che però non era conforme al contratto. Siamo preoccupati perché se questa è l’impostazione non vorremmo che questo metodo sia applicato anche da tutti gli altri”.

Ma le irregolarità non si fermano qui: un’altra situazione rilevata riguarda i lavoratori del campus Unicam che verrà inaugurato il 6 agosto: “I lavoratori sono in distacco, senza visite mediche o giusta retribuzione e peraltro alloggiati in casali abbandonati privi di agibilità vicino alla costa. Stiamo seguendo una 20ina di operai che vengono reclutati addirittura nei bar della zona e sono soprattutto italiani”. Infine, sembrerebbe anche che un Comune dell’entroterra maceratese abbia appaltato i lavori di messa in sicurezza e miglioramento sismico di un’opera pubblica (per 200mila euro) ad una ditta non iscritta all’anagrafe antimafia e il cui titolare è già indagato.

“Questo è quanto. Anzi, questo è troppo.

Un’altra azienda di Salvatore piccolo si è appena aggiudicata un appalto di più di 200mila euro dell entroterra e questa ditta nn è iscritta alle anagrafe antimafia col 26% di ribasso su 123 aziende partecipanti al bando. Il

Sistema così nn funziona perché x essere iscritto c’è da fare richiesta, se entro 30 gg nn risponde si può fare autocertificazione e nel frattempo la ditta potrà vincere L appalto. Se facciamo così, siamo solo all’inizio. 

Questo è quanto. Anzi, questo è troppo e la parte politica della Regione deve solo fare un bagno di umiltà per come sta gestendo anche questa problematica. La Regione ha solo fatto quanto disposto dalla legge. La politica può dire quello che vuole - incalza - si dovrebbe concentrare sui problemi dei cittadini”.
Gaia Gennaretti

Il consorzio Arcale non ci sta. Non accetta e respinge al mittente le accuse che sono state rivolte alla società dalla Cgil di Macerata sulla vertenza Sae, le Soluzioni abitative di emergenza, iniziata a dicembre scorso con l'infortunio di Lucian, l'operaio che stava lavorando in uno dei tanti cantieri per realizzare le ormai arcinonte casette per i terremotati. Quell'incidente aveva aperto un universo, quello dei cantieri delle Sae appunto, fatto, secondo quanto ricostruito fino ad oggi dai sindacalisti della Cgil maceratese, di lavoro nero, di assente o errata contrattualizzazione dei lavoratori, di lavoro stroardinario o festivo non pagato, e chi più ne ha più ne metta, di cui sarebbero resposabili le società, ovvero Europa e Gestione, che hanno preso in subappalto il lavoro da Gips, consorziata di Arcale,  vincitrice dell'appalto della Protezione civile nazionale per la costruzione delle casette, che ha incaricato Gips di eseguire i lavori. Le vertenze che puntano a regolarizzare i lavoratori e a far riconoscere quanto a loro dovuto sono ancora aperte, alcune sono state portate a termine. Secondo la Cgil la partita è ancora aperta, perchè ci sarebbero delle verifiche in corso su altre società coinvolte nelle opere di costruzione delle Sae.

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Il consorzio stabile Arcale – spiega l'ingegnere Cristiano Costanzo – ha vinto l'appalto per la fornitura delle Sae. I lavori edili rappresentano il 20 per cento dell'appalto e una parte di questo 20 per cento è stata affidata alla consorziata Gips di Trento. L'impresa Europa (a cui Gips ha dato in subappalto alcuni lavori per la costruzone delle Sae ndr) è entrata in procedura di default. La proprietà è latitante e il consorzio Gips si è fatto carico del pagamento degli stipendi non versati”.

Nel frattempo, sempre secondo quanto ricostruito dalla Cgil, si è dimostrata inademmpiente sotto molti aspetti un'altra società che ha ricevuto in subappalto da Gips alcune lavorazioni, la Gesti One. Anche qui, per la Cgil, le lacune sono molte e gravi: ci sono delle posizioni di diversi lavoratori simili a quelle riscontrate con Europa. “Nel momento in cui sarà dimostrato quello che ci è stato sottoposto, dopo le opportune verifiche si provvederà a corrispondere quanto dovuto, come Gips ha già fatto. La Cgil ci dice che nei cantieri c'è lavoro nero e caporalato. Sottolineo – spiega Costanzo – che non c'è nessuna azione di caporalato, non l'avremmo mai tollerata. Dai controlli non risulta nulla. Abbiamo avuto le ispezioni di Anac, Guardia di Finanza, Asur, Ispettorato del lavoro: bene, dai controlli non è emerso nulla, solo alcune multe. I lavoratori che avevano un contrattro metalmeccanico, secondo un accordo sottoscritto in una riunione con Ance (Associazione nazionale costruttori edili), saranno spostati in contratto edile. Poi sarà una questione di livelli, ma è logico che non potranno essere tutti al terzo livello”.

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I vertici provinciali della Cgil sostengono che voi abbiate negato l'esistenza dei lavoratori.

A noi non risulta ne lavoro in nero né che i lavoratori siano stati sottopagati o non pagati. Non possiamo negare l'esistenza dei lavoratori: c'è il docuento di ingresso al cantiere, il Pos. La Cgil non ci ha mai comunicato l'elenco dei lavoratori: il sindacato sostiene di averlo fatto per paura di ritorsioni e minacce nei confronti dei lavoratori. Ma noi dobbiamo sapere chi sono. Se vogliamo parlare di lavoro e turni, la Regione marche ci ha fatto un ordine di servizio per fare il secondo e il terzo turno proprio per accelerare i tempi. Fino al venerdì la turnazione riguardava tutti, il sabato e la domenica, invece, è stata fatta una rotazione proprio per favorire il riposo. Senza contare che a ottobre, novembre e dicembre le ore di luce per poter lavorare sono poche. Quindi mi sembra difficile poter affermare quello che sostiene la Cgil, cioè che le ore di lavoro durante il giorno fossero molte... Questo è il cantiere diffuso più grande d'Europa, ci sono 75 aree in tutto il cratere e non abbiamo abbiamo avuto infortui, solo una persona che è scesa dall'auto ed è scivolata sul ghiaccio. Abbiamo ricevuto ordini per 1543 Sae nelle Marche: 1347 casette sono state consegnate, ne mancano 250, per le quali siamo in attesa delle aree di urbanizzazione”.

 

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