«È con vivo e sincero interesse che apprendiamo la notizia di una richiesta di apertura a un incontro con il comitato “Salviamo l’ospedale di Camerino” avanzata da parte del vice presidente del Consiglio regionale delle Marche Gianluca Pasqui che peraltro è anche membro della IV Commissione Sanità».
Così Angiolo Napolioni, presidente del comitato nato per la salvaguardia del nosocomio a servizio del territorio, in risposta al tavolo di lavoro concertato proposto da Pasqui.
«L’iniziativa - prosegue la nota -, non può che rallegrare tutti i cittadini dell’entroterra che hanno nel nosocomio camerte il presidio sanitario di riferimento. Si tratta di un argomento particolarmente delicato che riguarda la vita, il benessere e il futuro dell’intera popolazione dell’entroterra, per la stragrande maggioranza costituita da anziani, che ai disagi dovuti alla collocazione geografica, sommano quelli determinati dal sisma prima e dalla pandemia poi.
Da quasi due anni il Comitato per la salvaguardia dell’ospedale cerca di sensibilizzare le istituzioni locali, provinciali e regionali sulle continue carenze, inefficienze e disagi che la popolazione montana affronta ogni qual volta è costretta a ricorrere alle cure mediche ribadendo che la tutela delle popolazioni svantaggiate non può che passare necessariamente dal garantire il diritto fondamentale alla salute assicurando l’appropriatezza delle cure mediche. Prendiamo atto quindi, non senza sorpresa, della volontà del consigliere Pasqui di voler aprire un dialogo con il comitato e della sua evidente inversione di marcia rispetto alle dure critiche esternate nei confronti del comitato stesso all’indomani della sua costituzione e nei mesi che seguirono.
Ci sia consentito però sollevare, senza alcuna vena polemica ma solo con spirito costruttivo, qualche riflessione a riguardo - precisa Napolioni -. In particolare ci chiediamo perché proprio ora il consigliere Pasqui decide di aprire un dialogo con il comitato quando fino a questo momento lo ha considerato un nemico dell’attuale amministrazione regionale giungendo sin anche a ritenerlo strumento di lotta politica? Perché solo ora e non nel periodo antecedente l’approvazione del nuovo piano socio sanitario? Ci chiediamo ancora perché il consigliere decide di aprirsi al comitato quando lo stesso siede tra i banchi della maggioranza di Governo della regione e ne è autorevole rappresentante? Vi sono impedimenti per il consigliere regionale Pasqui nell’adottare, insieme alla sua maggioranza di governo, provvedimenti in favore dell’ospedale dell’entroterra? Obiettivamente, pur considerandola meritevole, troviamo curiosa questa sua iniziativa al punto da suscitare ulteriori, inquietanti, interrogativi: forse il consigliere Pasqui ha notizie non proprio positive per l’ospedale tanto da dover ricorrere all’appoggio del comitato? Forse nei pensieri della giunta regionale sono in programma provvedimenti con effetti penalizzanti per il nostro ospedale? Sono forse in programma ulteriori tagli e depotenziamenti? Ci auguriamo e vivamente speriamo che non sia così e che le nostre siano solo ingiustificate preoccupazioni - continua la nota -. Nessuna notizia invece dall’altro rappresentante camerte, il consigliere regionale Renzo Marinelli che probabilmente non ha nulla da dire a riguardo. Vedremo!! Per il momento consoliamoci (si fa per dire) dell’esito del concorso per la nomina del nuovo primario del reparto di cardiologia. Ci sia consentito esprimere innanzitutto i rallegramenti al vincitore che sembra essere il dottor Mazza, giovane professionista campano di alto profilo. A lui gli auguri più sinceri di buon lavoro. Il vincitore ci perdonerà se pubblicamente affermiamo di aver fatto sfacciatamente il tifo per altri concorrenti a noi più vicini.
Non ci resta che prendere atto, con un po’ di rammarico, dell’esito e sperare che il nuovo primario, chiunque esso sia, trovi nell’ospedale di Camerino il luogo ideale in cui dare il meglio della sua professionalità insieme a un ambiente che saprà sicuramente offrirgli, come sempre, tutto il sostegno, l’aiuto e l’affetto che le popolazioni della montagna sanno dare.
Sovviene alla mente solo una curiosa coincidenza - conclude Angiolo Napolioni -: sembra che i medici camerti siano quelli che pur vantando il più alto punteggio curriculare non riescano poi a esprimere nelle prove del colloquio tutte le loro potenzialità. Sicuramente una coincidenza, peccato».
Così Angiolo Napolioni, presidente del comitato nato per la salvaguardia del nosocomio a servizio del territorio, in risposta al tavolo di lavoro concertato proposto da Pasqui.
«L’iniziativa - prosegue la nota -, non può che rallegrare tutti i cittadini dell’entroterra che hanno nel nosocomio camerte il presidio sanitario di riferimento. Si tratta di un argomento particolarmente delicato che riguarda la vita, il benessere e il futuro dell’intera popolazione dell’entroterra, per la stragrande maggioranza costituita da anziani, che ai disagi dovuti alla collocazione geografica, sommano quelli determinati dal sisma prima e dalla pandemia poi.
Da quasi due anni il Comitato per la salvaguardia dell’ospedale cerca di sensibilizzare le istituzioni locali, provinciali e regionali sulle continue carenze, inefficienze e disagi che la popolazione montana affronta ogni qual volta è costretta a ricorrere alle cure mediche ribadendo che la tutela delle popolazioni svantaggiate non può che passare necessariamente dal garantire il diritto fondamentale alla salute assicurando l’appropriatezza delle cure mediche. Prendiamo atto quindi, non senza sorpresa, della volontà del consigliere Pasqui di voler aprire un dialogo con il comitato e della sua evidente inversione di marcia rispetto alle dure critiche esternate nei confronti del comitato stesso all’indomani della sua costituzione e nei mesi che seguirono.
Ci sia consentito però sollevare, senza alcuna vena polemica ma solo con spirito costruttivo, qualche riflessione a riguardo - precisa Napolioni -. In particolare ci chiediamo perché proprio ora il consigliere Pasqui decide di aprire un dialogo con il comitato quando fino a questo momento lo ha considerato un nemico dell’attuale amministrazione regionale giungendo sin anche a ritenerlo strumento di lotta politica? Perché solo ora e non nel periodo antecedente l’approvazione del nuovo piano socio sanitario? Ci chiediamo ancora perché il consigliere decide di aprirsi al comitato quando lo stesso siede tra i banchi della maggioranza di Governo della regione e ne è autorevole rappresentante? Vi sono impedimenti per il consigliere regionale Pasqui nell’adottare, insieme alla sua maggioranza di governo, provvedimenti in favore dell’ospedale dell’entroterra? Obiettivamente, pur considerandola meritevole, troviamo curiosa questa sua iniziativa al punto da suscitare ulteriori, inquietanti, interrogativi: forse il consigliere Pasqui ha notizie non proprio positive per l’ospedale tanto da dover ricorrere all’appoggio del comitato? Forse nei pensieri della giunta regionale sono in programma provvedimenti con effetti penalizzanti per il nostro ospedale? Sono forse in programma ulteriori tagli e depotenziamenti? Ci auguriamo e vivamente speriamo che non sia così e che le nostre siano solo ingiustificate preoccupazioni - continua la nota -. Nessuna notizia invece dall’altro rappresentante camerte, il consigliere regionale Renzo Marinelli che probabilmente non ha nulla da dire a riguardo. Vedremo!! Per il momento consoliamoci (si fa per dire) dell’esito del concorso per la nomina del nuovo primario del reparto di cardiologia. Ci sia consentito esprimere innanzitutto i rallegramenti al vincitore che sembra essere il dottor Mazza, giovane professionista campano di alto profilo. A lui gli auguri più sinceri di buon lavoro. Il vincitore ci perdonerà se pubblicamente affermiamo di aver fatto sfacciatamente il tifo per altri concorrenti a noi più vicini.
Non ci resta che prendere atto, con un po’ di rammarico, dell’esito e sperare che il nuovo primario, chiunque esso sia, trovi nell’ospedale di Camerino il luogo ideale in cui dare il meglio della sua professionalità insieme a un ambiente che saprà sicuramente offrirgli, come sempre, tutto il sostegno, l’aiuto e l’affetto che le popolazioni della montagna sanno dare.
Sovviene alla mente solo una curiosa coincidenza - conclude Angiolo Napolioni -: sembra che i medici camerti siano quelli che pur vantando il più alto punteggio curriculare non riescano poi a esprimere nelle prove del colloquio tutte le loro potenzialità. Sicuramente una coincidenza, peccato».
Promossa dal comitato «Salviamo l’ospedale di Camerino», un’assemblea generale avrà luogo il prossimo mercoledì 12 ottobre alle ore 17 nei locali del centro Ada di Vallicelle.
Trascorso più di un anno dalla costituzione del comitato promotore, a detta del presidente Angiolo Napolioni, grossi risultati in relazione alla piena ripresa della funzionalità del nosocomio, non si sono registrati.
«A parte qualche sporadica risposta - afferma -, a tutt’oggi la regione Marche non ha preso una posizione definita in merito a quella che era la situazione pre-sisma e pre-covid dell’ospedale di Camerino. Più che opportuno, anzi indispensabile, indire una nuova assemblea generale con partecipazione aperta a tutti coloro che hanno a cuore il destino del nosocomio e, agganciato ad esso, il destino di tutto l’entroterra di riferimento. L’invito è quindi rivolto non solo alla comunità camerinese, ma a tutta la popolazione del bacino su cui ha operato e opera la struttura sanitaria camerte. L’incontro servirà in primo luogo a fare il punto su com’è attualmente la situazione dell’ospedale e, da questo, trarre le conclusioni per ridare vita ed energia alla nostra richiesta, che sembra essere più che legittima, visto che il presidio ospedaliero camerte a tutt’oggi appare non essere più quello di prima e, non si sa quanto e come riesca a garantire quel fondamentale diritto alla salute tutelato dalla nostra costituzione.
L’invito a partecipare – conclude Napolioni - è dunque rivolto a tutti i cittadini della vasta area che fa riferimento a questa struttura, nonché ai politici e ai rappresentanti amministrativi che nella maggior parte dei casi, finora sono stati abbastanza latitanti. Il confronto di idee è
importante».
Trascorso più di un anno dalla costituzione del comitato promotore, a detta del presidente Angiolo Napolioni, grossi risultati in relazione alla piena ripresa della funzionalità del nosocomio, non si sono registrati.
«A parte qualche sporadica risposta - afferma -, a tutt’oggi la regione Marche non ha preso una posizione definita in merito a quella che era la situazione pre-sisma e pre-covid dell’ospedale di Camerino. Più che opportuno, anzi indispensabile, indire una nuova assemblea generale con partecipazione aperta a tutti coloro che hanno a cuore il destino del nosocomio e, agganciato ad esso, il destino di tutto l’entroterra di riferimento. L’invito è quindi rivolto non solo alla comunità camerinese, ma a tutta la popolazione del bacino su cui ha operato e opera la struttura sanitaria camerte. L’incontro servirà in primo luogo a fare il punto su com’è attualmente la situazione dell’ospedale e, da questo, trarre le conclusioni per ridare vita ed energia alla nostra richiesta, che sembra essere più che legittima, visto che il presidio ospedaliero camerte a tutt’oggi appare non essere più quello di prima e, non si sa quanto e come riesca a garantire quel fondamentale diritto alla salute tutelato dalla nostra costituzione.
L’invito a partecipare – conclude Napolioni - è dunque rivolto a tutti i cittadini della vasta area che fa riferimento a questa struttura, nonché ai politici e ai rappresentanti amministrativi che nella maggior parte dei casi, finora sono stati abbastanza latitanti. Il confronto di idee è
importante».
c.c.
Registra un totale di 5315 adesioni la campagna di raccolta firme per la difesa dei servizi e, della piena funzionalità dell'ospedale Santa Maria della Pietà. Appena conclusa, l’iniziativa era stata lanciata in concomitanza alla costituzione del comitato “Salviamo l'ospedale di Camerino” lo scorso mese di settembre.
Per raggiungere un vasto numero di adesioni alla richiesta del ripristino di tutti i servizi che c’erano prima della trasformazione in presidio Covid della struttura,m I moduli di raccolta hanno raggiunto i vari esercizi commerciali dei 23 comuni di riferimento. E a conferma di quanto la questione sia sentita, risposta c’è stata.
“Non siamo in grado di localizzare il numero delle firme sui vari territori comunali, in quanto la gestione autonoma dei moduli è stata affidata a dei volontari - afferma il presidente del Comitato Angiolo Napolioni - comunque un risultato di 5315 firme ritengo sia più che soddisfacente e ci legittimi a proseguire ancora nella nostra azione di tutela e difesa del nosocomio camerte, seppure qualche spiraglio incoraggiante si sia visto. Il reparto di ortopedia infatti ha un nuovo ‘primario ed ha ripreso la sua piena operatività. Il grosso ma è rappresentato dal fatto che adesso anche la nostra azione come comitato sarà condizionata purtroppo dall'inasprirsi della situazione pandemica e dai contagi covid che purtroppo stanno riprendendo. Di conseguenza grava l'incognita che l'ospedale di Camerino possa essere destinato a qualche isolamento Covid. Questo pertanto non è dato sapere e - aggiunge Napolioni -, oltre a ciò c'è anche il fatto che la sanità regionale e nazionale lamentano grossissime carenze sia di personale medico che paramedico. Per cui, teniamo sicuramente fermo il nostro obiettivo e nel frattempo, ci riserviamo di comunicare a tutte le popolazioni interessate quali saranno le iniziative per sfruttare questo vasto consenso di pubblico che è stato registrato intorno alla nostra intenzione di cercare di salvare l'ospedale di Camerino. Una chiusura perlomeno appare essere scongiurata; seppure di carattere verbale, almeno sono state date delle garanzie alle quali indubbiamente si è fatto seguito qualche concorso. Ciò non toglie che l'ospedale sia tuttora in alto mare e sia ancora lontano dalla piena operatività - conclude Angiolo Napolioni -. Siamo dunque fiduciosi, ma sempre vigili".
Carla Campetella
Per raggiungere un vasto numero di adesioni alla richiesta del ripristino di tutti i servizi che c’erano prima della trasformazione in presidio Covid della struttura,m I moduli di raccolta hanno raggiunto i vari esercizi commerciali dei 23 comuni di riferimento. E a conferma di quanto la questione sia sentita, risposta c’è stata.
“Non siamo in grado di localizzare il numero delle firme sui vari territori comunali, in quanto la gestione autonoma dei moduli è stata affidata a dei volontari - afferma il presidente del Comitato Angiolo Napolioni - comunque un risultato di 5315 firme ritengo sia più che soddisfacente e ci legittimi a proseguire ancora nella nostra azione di tutela e difesa del nosocomio camerte, seppure qualche spiraglio incoraggiante si sia visto. Il reparto di ortopedia infatti ha un nuovo ‘primario ed ha ripreso la sua piena operatività. Il grosso ma è rappresentato dal fatto che adesso anche la nostra azione come comitato sarà condizionata purtroppo dall'inasprirsi della situazione pandemica e dai contagi covid che purtroppo stanno riprendendo. Di conseguenza grava l'incognita che l'ospedale di Camerino possa essere destinato a qualche isolamento Covid. Questo pertanto non è dato sapere e - aggiunge Napolioni -, oltre a ciò c'è anche il fatto che la sanità regionale e nazionale lamentano grossissime carenze sia di personale medico che paramedico. Per cui, teniamo sicuramente fermo il nostro obiettivo e nel frattempo, ci riserviamo di comunicare a tutte le popolazioni interessate quali saranno le iniziative per sfruttare questo vasto consenso di pubblico che è stato registrato intorno alla nostra intenzione di cercare di salvare l'ospedale di Camerino. Una chiusura perlomeno appare essere scongiurata; seppure di carattere verbale, almeno sono state date delle garanzie alle quali indubbiamente si è fatto seguito qualche concorso. Ciò non toglie che l'ospedale sia tuttora in alto mare e sia ancora lontano dalla piena operatività - conclude Angiolo Napolioni -. Siamo dunque fiduciosi, ma sempre vigili".
Carla Campetella
Dopo la nascita del gruppo pubblico che, sul tema del mantenimento e della salvaguardia della struttura ospedaliera di Camerino ad inizio 2021 mobilitò oltre 5300 adesioni, i cittadini sono decisi a non allentare la presa e mirano ora ad essere più incisivi. Da una pagina social ideata e amministrata dal camerte Angiolo Napolioni che registra tanti quotidiani contatti e commenti, si passa ora alla volontà di istituire un comitato che avrà la stessa denominazione del gruppo: “Salviamo l’Ospedale di Camerino”.
L’assemblea costituente è prevista sabato 25 settembre alle ore 10 nella piazzale superiore della Rocca borgesca.
“Abbiamo concretizzato quello che era l’intento iniziale – afferma Angiolo Napolioni, convinto promotore di tutta l’operazione-; stiamo dunque cercando di portare avanti questa strenua difesa dell'ospedale di Camerino con la costituzione del comitato al quale invitiamo a partecipare tutti i cittadini del comprensorio che gravitano su questa struttura sanitaria fondamentale e invitiamo a venire all’incontro i sindaci di tutti i 23 comuni interessati. Vorremmo raccogliere delle firme su uno statuto che chiede che l'ospedale di Camerino venga ripristinato alle condizioni ante covid - spiega Napolioni -, quelle cioè sussistenti al primo gennaio 2019. Infatti, malgrado le garanzie verbali dei rappresentanti della Regione Marche, non abbiamo visto finora fatti concreti e tangibili di una volontà in questo senso, nonostante più volte sia stata ribadita dall’ente regionale attraverso comunicati stampa apparsi su testate giornalistiche. Si parla di assunzioni di 15 infermieri ma non si specifica bene come, dove e quando. Lo stesso dicasi per i primari. Si parla di ripristinare l’ospedale di Camerino in tutti quei servizi che ha sempre svolto, ma onestamente di fatti concreti finora non se ne sono visti. La realtà è quella di una struttura ospedaliera in situazione di grave stallo. Puntiamo quindi a richiedere alla Regione un atto deliberativo che riservi al nosocomio della città ducale un trattamento ad hoc, che nel piano sanitario regionale gli riconosca un ruolo particolare di struttura emergenziale che opera in un contesto di ricostruzione e a servizio di un vasto entroterra colpito dal sisma. Speriamo pertanto che la nostra iniziativa possa trovare ascolto e porte aperte in regione, perché, come già ribadito in altre occasioni - conclude Angiolo Napolioni- una struttura d'eccellenza come l’ ospedale di Camerino è prioritaria per la ricostruzione e il rilancio del territorio e per la sopravvivenza di chi ci vive attualmente”.
Carla Campetella
L’assemblea costituente è prevista sabato 25 settembre alle ore 10 nella piazzale superiore della Rocca borgesca.
“Abbiamo concretizzato quello che era l’intento iniziale – afferma Angiolo Napolioni, convinto promotore di tutta l’operazione-; stiamo dunque cercando di portare avanti questa strenua difesa dell'ospedale di Camerino con la costituzione del comitato al quale invitiamo a partecipare tutti i cittadini del comprensorio che gravitano su questa struttura sanitaria fondamentale e invitiamo a venire all’incontro i sindaci di tutti i 23 comuni interessati. Vorremmo raccogliere delle firme su uno statuto che chiede che l'ospedale di Camerino venga ripristinato alle condizioni ante covid - spiega Napolioni -, quelle cioè sussistenti al primo gennaio 2019. Infatti, malgrado le garanzie verbali dei rappresentanti della Regione Marche, non abbiamo visto finora fatti concreti e tangibili di una volontà in questo senso, nonostante più volte sia stata ribadita dall’ente regionale attraverso comunicati stampa apparsi su testate giornalistiche. Si parla di assunzioni di 15 infermieri ma non si specifica bene come, dove e quando. Lo stesso dicasi per i primari. Si parla di ripristinare l’ospedale di Camerino in tutti quei servizi che ha sempre svolto, ma onestamente di fatti concreti finora non se ne sono visti. La realtà è quella di una struttura ospedaliera in situazione di grave stallo. Puntiamo quindi a richiedere alla Regione un atto deliberativo che riservi al nosocomio della città ducale un trattamento ad hoc, che nel piano sanitario regionale gli riconosca un ruolo particolare di struttura emergenziale che opera in un contesto di ricostruzione e a servizio di un vasto entroterra colpito dal sisma. Speriamo pertanto che la nostra iniziativa possa trovare ascolto e porte aperte in regione, perché, come già ribadito in altre occasioni - conclude Angiolo Napolioni- una struttura d'eccellenza come l’ ospedale di Camerino è prioritaria per la ricostruzione e il rilancio del territorio e per la sopravvivenza di chi ci vive attualmente”.
Carla Campetella
Resta alta l’attenzione sulle sorti della struttura ospedaliera della città ducale che ha motivato la stessa mobilitazione social e la costituzione del gruppo "Salviamo l’ospedale di Camerino", nato diversi mesi fa e subito arrivato a migliaia di iscritti. È infatti trascorso più di un mese dalla mancata risposta della sanità regionale, a porre rimedio alla più volte denunciata carenza di personale medico nella struttura, di riferimento sanitario per l'intero entroterra montano.
“La situazione è congelata se non addirittura peggiorata - spiega il fondatore del gruppo Angiolo Napolioni -. La regione Marche ha infatti attivato la mobilità di medici solamente per gli ospedali di Civitanova e di Macerata, escludendo a priori Camerino. Non si vedono dunque all’orizzonte fatti nuovi che ci facciano ben sperare circa il futuro dell’ospedale camerte, anche perché, consapevoli di essere in presenza in quel periodo di un aumento dei casi di Covid 19, noi siamo stati sensibili nei confronti della regione Marche e non abbiamo spinto sull'acceleratore; adesso che i numeri stanno però certamente calando e che le vaccinazioni stanno procedendo in maniera abbastanza spedita, auspichiamo, e, questo non è solo un auspicio– precisa Napolioni- in quanto sarà anche una volontà operativa, che la regione riaffronti e si faccia carico delle proprie responsabilità in ordine a quelle che sono state delle dichiarazioni rilasciate un mese e mezzo fa circa. Che seguano fatti dunque rispetto a ciò che è stato pubblicamente detto e cioè di riportare l'ospedale di Camerino a come era prima del covid, anche perchè, è tutto fermo. Non ci nascondiamo dietro ad un dito: i politici regionali dicono una cosa - sottolinea- mentre i funzionari della Regione ne dicono una diversa.
Che si mettano d'accordo in quanto la direttrice del comparto Asur della Regione dichiara che verrà tutto ripristinato come prima ma i fatti ci dimostrano invece tutto il contrario. E noi non siamo onestamente e sinceramente più disposti a tollerare questa situazione, anche perché sta ripartendo la ricostruzione e iniziano a vedersi all’opera i cantieri, l’università auspica che si ritorni sempre più in presenza con le lezioni; nel contempo si parla di rilancio e di sviluppo per questo territorio ma nei fatti e soprattutto per quanto concerne l’ospedale di Camerino, questa volontà non la si dimostra concretamente. La realtà è che si fa di tutto per ignorare il problema della sanità e dell'assistenza sanitaria nella fascia Montana e nel territorio colpito dal terremoto e questa è davvero una cosa paradossale. Non vorrei che dietro vi fossero delle piccole vendette personali. Qui bisogna che ognuno si assuma le proprie responsabilità e operi nell'interesse esclusivo dei propri rappresentati e dei propri amministrati, cosa che non sta succedendo. Chiaro dunque che la nostra attenzione oggi è ancora più alta di prima e - conclude Napolioni- con il diminuire dell'emergenza, torneremo sicuramente ad insistere, a premere il piede sull’acceleratore e, se non verremo ascoltati quanto prima dagli organismi regionali, abbiamo l’intenzione di lanciare una sottoscrizione concreta appoggiandoci presso gli uffici delle anagrafi dei comuni che aderiranno alla nostra iniziativa e, chiunque vorrà potrà sottoscrivere questa petizione a sostegno del ripristino anticovid del nostro ospedale che, ribadisco, non è l'ospedale di Camerino, ma è avamposto sanitario emergenziale a servizio del territorio di tutta la montagna e della fascia pedemontana. Quindi, detto con la lingua di strada, non ci prendessero per i fondelli”.
c.c.
“La situazione è congelata se non addirittura peggiorata - spiega il fondatore del gruppo Angiolo Napolioni -. La regione Marche ha infatti attivato la mobilità di medici solamente per gli ospedali di Civitanova e di Macerata, escludendo a priori Camerino. Non si vedono dunque all’orizzonte fatti nuovi che ci facciano ben sperare circa il futuro dell’ospedale camerte, anche perché, consapevoli di essere in presenza in quel periodo di un aumento dei casi di Covid 19, noi siamo stati sensibili nei confronti della regione Marche e non abbiamo spinto sull'acceleratore; adesso che i numeri stanno però certamente calando e che le vaccinazioni stanno procedendo in maniera abbastanza spedita, auspichiamo, e, questo non è solo un auspicio– precisa Napolioni- in quanto sarà anche una volontà operativa, che la regione riaffronti e si faccia carico delle proprie responsabilità in ordine a quelle che sono state delle dichiarazioni rilasciate un mese e mezzo fa circa. Che seguano fatti dunque rispetto a ciò che è stato pubblicamente detto e cioè di riportare l'ospedale di Camerino a come era prima del covid, anche perchè, è tutto fermo. Non ci nascondiamo dietro ad un dito: i politici regionali dicono una cosa - sottolinea- mentre i funzionari della Regione ne dicono una diversa.
Che si mettano d'accordo in quanto la direttrice del comparto Asur della Regione dichiara che verrà tutto ripristinato come prima ma i fatti ci dimostrano invece tutto il contrario. E noi non siamo onestamente e sinceramente più disposti a tollerare questa situazione, anche perché sta ripartendo la ricostruzione e iniziano a vedersi all’opera i cantieri, l’università auspica che si ritorni sempre più in presenza con le lezioni; nel contempo si parla di rilancio e di sviluppo per questo territorio ma nei fatti e soprattutto per quanto concerne l’ospedale di Camerino, questa volontà non la si dimostra concretamente. La realtà è che si fa di tutto per ignorare il problema della sanità e dell'assistenza sanitaria nella fascia Montana e nel territorio colpito dal terremoto e questa è davvero una cosa paradossale. Non vorrei che dietro vi fossero delle piccole vendette personali. Qui bisogna che ognuno si assuma le proprie responsabilità e operi nell'interesse esclusivo dei propri rappresentati e dei propri amministrati, cosa che non sta succedendo. Chiaro dunque che la nostra attenzione oggi è ancora più alta di prima e - conclude Napolioni- con il diminuire dell'emergenza, torneremo sicuramente ad insistere, a premere il piede sull’acceleratore e, se non verremo ascoltati quanto prima dagli organismi regionali, abbiamo l’intenzione di lanciare una sottoscrizione concreta appoggiandoci presso gli uffici delle anagrafi dei comuni che aderiranno alla nostra iniziativa e, chiunque vorrà potrà sottoscrivere questa petizione a sostegno del ripristino anticovid del nostro ospedale che, ribadisco, non è l'ospedale di Camerino, ma è avamposto sanitario emergenziale a servizio del territorio di tutta la montagna e della fascia pedemontana. Quindi, detto con la lingua di strada, non ci prendessero per i fondelli”.
c.c.
"Non pensavo di scatenare tanto entusiasmo ma evidentemente la questione dell'ospedale dell'entroterra sta a cuore a molti". Così Angiolo Napolioni, promotore e amministratore del gruppo"Salviamo l'ospedale di Camerino" che a sole 24 ore dalla costituzione sui social, ha ormai superato le 2500 adesioni.
"La cosa mi rincuora e mi è da sprone per proseguire.Mi sono fatto promotore di questa petizione- spiega il camerte-, spinto dalla necessità di tutelare una struttura che è fondamentale per il territorio e che è prioritaria rispetto a tutte le altre, anche in funzione della ricostruzione che dovrebbe prima o poi partire, L'unica modalità che si poteva sfruttare per ottenere una forte adesione popolare era quella di utilizzare i social media e, ci auguriamo che oltre ai sindaci che si sono già affiancati all'accorato appello del primo cittadino di Camerino Sandro Sborgia, si aggiungano altri amministratori. Non è escluso che questa iniziativa possa avere anche degli sviluppi concreti- continua Napolioni-; malgrado la pandemia ci impedisca presenze fisiche in Regione o manifestazioni, ciò non pregiudica quella che è la volontà di proseguire su questo indirizzo; la tutela della salute e la salvaguardia del presidio sanitario della montagna, sono assolutamente temi prioritari".
Una richiesta di chiarezza e di fatti concreti, lanciata dai social alla sanità regionale, seguita al grido d'allarme del sindaco Sandro Sborgia e rafforzata dalle parole della madre badessa suor Chiara Laura delle clarisse del Monastero di Camerino.
"Davvero non mi aspettavo un'adesione a questi livelli - aggiunge Napolioni-. Le iscrizioni al gruppo sono venute anche da fuori provincia, non solo dal territorio del comprensorio Camerte. Il nostro entroterra mi sono permesso di confrontarlo alla striscia di Gaza perchè noi siamo i Palestinesi e gli Israeliani stanno sulla costa. Noi i Palestinesi di un territorio interno sempre più martoriato e penalizzato, esigiamo chiarezza. Vogliamo sapere quali sono le intenzioni dell'ammnistrazione regionale che ha la delega alla sanità, in merito al destino dell'ospedale di Camerino. E' quello che chiediamo, non con proclami elettoralistici, bensì con atti formali della Giunta e del Consiglio della Regione Marche".
c.c.
"La cosa mi rincuora e mi è da sprone per proseguire.Mi sono fatto promotore di questa petizione- spiega il camerte-, spinto dalla necessità di tutelare una struttura che è fondamentale per il territorio e che è prioritaria rispetto a tutte le altre, anche in funzione della ricostruzione che dovrebbe prima o poi partire, L'unica modalità che si poteva sfruttare per ottenere una forte adesione popolare era quella di utilizzare i social media e, ci auguriamo che oltre ai sindaci che si sono già affiancati all'accorato appello del primo cittadino di Camerino Sandro Sborgia, si aggiungano altri amministratori. Non è escluso che questa iniziativa possa avere anche degli sviluppi concreti- continua Napolioni-; malgrado la pandemia ci impedisca presenze fisiche in Regione o manifestazioni, ciò non pregiudica quella che è la volontà di proseguire su questo indirizzo; la tutela della salute e la salvaguardia del presidio sanitario della montagna, sono assolutamente temi prioritari".
Una richiesta di chiarezza e di fatti concreti, lanciata dai social alla sanità regionale, seguita al grido d'allarme del sindaco Sandro Sborgia e rafforzata dalle parole della madre badessa suor Chiara Laura delle clarisse del Monastero di Camerino.
"Davvero non mi aspettavo un'adesione a questi livelli - aggiunge Napolioni-. Le iscrizioni al gruppo sono venute anche da fuori provincia, non solo dal territorio del comprensorio Camerte. Il nostro entroterra mi sono permesso di confrontarlo alla striscia di Gaza perchè noi siamo i Palestinesi e gli Israeliani stanno sulla costa. Noi i Palestinesi di un territorio interno sempre più martoriato e penalizzato, esigiamo chiarezza. Vogliamo sapere quali sono le intenzioni dell'ammnistrazione regionale che ha la delega alla sanità, in merito al destino dell'ospedale di Camerino. E' quello che chiediamo, non con proclami elettoralistici, bensì con atti formali della Giunta e del Consiglio della Regione Marche".
c.c.