Il termine 'resilienza' negli ultimi quattro anni è stato usato tanto, forse troppo, e a volte anche in maniera sbagliata.
Ma quando ci sono esempi che lo rappresentano a pieno è giusto che venga sottolineato così come la forza che spinge i marchigiani a non mollare, la passione per il proprio lavoro ed il rispetto per la terra dove si vive.

È il caso della famiglia Casadidio, titolare della gioielleria a Tolentino che porta il suo nome e che non si è lasciata abbattere dall'ultimo Dpcm che prevede la chiusura dei centri commerciali nel weekend e nel giro di poche ore ha subito trovato una soluzione.

Fabio Casadidio e sua moglie Gabriella sono, infatti, proprietari del punto vendita al centro commerciale La Rancia di Tolentino, scelto come unica sede dopo aver chiuso lo storico locale di via San Nicola, nel cuore della città.
Ma quel negozio in centro, nel giorno in cui Tolentino ha deciso di accendere le luminarie natalizie 'Sotto una buona stella' riaprirà i battenti.

"Alla luce delle grandi difficoltà affrontate nel lockdown di primavera - dice Gabriella Accoramboni, moglie di Fabio Casadidio -  questa nuova ondata ha gettato nella paura e nell'incertezza tutti i commercianti, anche in vista del Natale. Appresa la notizia della chiusura nel weekend, periodo della settimana in cui ci auguravamo di lavorare di più, abbiamo deciso di riaprire la storica gioielleria in centro.
La scelta di chiudere quel locale dopo il sisma era stata fatta per via dei numerosi edifici inagibili in quella via e del lavoro che inevitabilmente era calato. Per questi motivi avevamo concentrato tutte le nostre energie nell'altro punto vendita del centro commerciale. La speranza di riaprire in via San Nicola - confida - c'è sempre stata, tanto che tra le nostre previsioni per il futuro c'era quella di fare una apertura temporanea nel periodo natalizio".

In pochi giorni, dall'annuncio del Premier Conte, la famiglia Casadidio, anche con l'aiuto delle figlie Alice e Letizia, si è armata di buona volontà e ha deciso di mostrare a tutti come un ostacolo può trasformarsi in opportunità.

"Tutta la famiglia - prosegue la commerciante - ha collaborato per ripristinare questa attività. Tanta gente ieri, mentre allestivamo, si è avvicinata per sostenerci e anche l'affetto dimostrato da moltissimi sui social ci ha riempito il cuore e curato l'anima. Siamo consapevoli che non sarà semplice - ammette - , ma il segnale che stiamo dando ai clienti e la loro risposta di affetto per noi sono già una vittoria. Anche noi, nel giorno dell'accensione delle luminarie natalizie, nel nostro piccolo abbiamo voluto dare questo un piccolo segnale di speranza".

Il centro storico di Tolentino è sempre stato al centro del dibattito pubblico, per via delle difficoltà che i commercianti si sono trovati ad affrontare dopo il sisma, ma non è detto che il nuovo Dpcm, seppur nel timore di una pandemia che sembra non arrestarsi, possa trasformarsi in un piccolo riscatto per il cuore della città: "Io - spiega Gabriella Accoramboni - ho tanto rispetto e ammirazione per i commercianti che sono rimasti difendendo il centro storico e tenendo alte le loro attività. Sono consapevole che sia faticoso ed è giusto che il centro storico resti la perla della città, del commercio, anche come centro di aggregazione. È bello credere che possa essere un tentativo di riscatto per questa zona di Tolentino".


Giulia Sancricca

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Il comune di San Severino Marche ha ricevuto in dono tremila mascherine chirurgiche monouso. La società Edilbiangi, attiva nel settore dell'edilizia dai primi anni '60, ha consegnato i dispositivi di protezione individuali al coordinatore del gruppo comunale della Protezione Civile, Dino Marinelli.
Una donazione, quella di cui ha beneficiato il comune settempedano, in vista di eventuali necessità che potranno essere legate a questa seconda ondata di contagi da Coronavirus che sta imperversando in tutta Italia.

red.
A San Severino l'emergenza sanitaria continua a coinvolgere anche gli anziani ospiti della casa di riposo “Lazzarelli” dove si contano altri 10 positivi tra i degenti, ma nessun caso tra gli operatori sanitari e il personale. Numeri che si devono sommare alle cifre in costante crescita.

"Grazie all’intervento dell’Asur - si legge in una nota del Comune - è intanto iniziato il trasferimento di alcuni degenti nelle strutture Covid dedicate: tre anziani sono stati ricoverati nella residenza sanitaria per anziani “Galantara” di Pesaro mentre un quarto è stato trasferito al reparto malattie infettive dell’ospedale civile di Macerata. Mancano ancora una trentina di tamponi da processare tra quelli eseguiti in questi giorni. Complessivamente l’azienda servizi alla persona “Lazzarelli” accoglie 85 ospiti, tra uomini e donne, e conta circa 55 addetti".

Il sindaco, Rosa Piermattei, ha chiesto immediatamente alla Regione Marche di intervenire per scongiurare l’ennesimo focolaio in una struttura per anziani chiedendo anche l’invio di personale medico dell’Esercito Italiano.

“Tutti i pazienti stanno bene – rassicura la cittadinanza il sindaco Piermattei – sia quelli della nostra casa di riposo, sia quelli che stanno vivendo questo difficile momento a casa. Per fortuna tra chi si trova in quarantena non ci sono casi gravi. Non ho infatti notizie di ricoverati nelle rianimazioni e nelle strutture specializzate Covid presenti in regione. Occorre però continuare a prestare la massima attenzione per evitare che questo insidiosissimo virus arrivi nelle nostre case”.

GS
Continua a far valere la sua posizione il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, alla vigilia dell'applicazione del nuovo Dpcm che vede l'Italia divisa in tre colori in base alla gravità del numero di contagi.
Il primo cittadino che, sia per il sisma che per il Covid, qualche giorno fa aveva ribadito la necessità di conferire più potere ai sindaci si dice nuovamente deluso da come abbia agito il Governo.
"Oggi sono ancora più convinto che dal Dpcm si comprende quanto sia necessario quello che avevo già detto - esordisce - .
Roma dimostra di non conoscere nel dettaglio i territori e questo problema dovrà essere risolto se vogliamo che l'Italia funzioni sotto tutti i punti di vista.
Per far funzionare il Paese - denuncia - non servono i Governi nati per avere il potere, piuttosto che per esporre un'idea valida di come salvare l'Italia dalle mille difficoltà che si trova ad affrontare.
I sindaci in questo Paese - attacca Pezzanesi - non contano nulla per il Governo. Contano solo quando bisognan rimboccarsi le maniche, sanare un'emergenza con i propri mezzi e a volte non si ha nemmeno quelli.
Purtroppo - ribadisce senza mezzi termini - quando i sindaci devono essere i veri artefici del rilancio del loro territorio non contano nulla perchè ad assumere quel compito c'è lo Stato, attraverso la sua funzione centrale".

Davvero critico Giuseppe Pezzanesi nei confronti di un sistema che aveva criticato anche durante l'emergenza sisma: "Dopo il nuovo Dpcm - aggiunge - penso che sia stata persa una grandissima occasione per dare potere ai sindaci, anche a livello decisionale. Un potere che dovrebbero avere sempre, non solo per il Covid, ma anche per la ricostruzione. Dobbiamo avere risorse e finanziamenti per agire. Chi meglio dei sindaci può avere la contezza di quello che succede nel territorio. Io, da sindaco, so quali sono i ristoranti, se mai ce ne fosse uno, che ad oggi non hanno investito nelle misure di prevenzione; così come conosco le palestre, i teatri, i cinema, le piscine e tutte le realtà che ancora una volta sono state condannate da questa ordinanza.

Se da Roma si vuol decidere tutto - prosegue - poi magari si apre una finestra sui governatori regionali che possono aggiustare il tiro, io credo che manchi un pezzo: i sindaci devono essere artefici di questo cambiamento, non solo oggi ma anche per il futuro. Chi si candida a sindaco deve avere le qualità per governare e una squadra forte, ma anche mandato il reale mandato da parte dello Stato per poter agire attivamente sul proprio Comune, altrimenti ci si prende in giro".

GS
Centri commerciali chiusi nel weekend. È questa una delle restrizioni previste anche nelle regioni definite di colore 'giallo' dall'ultimo Dpcm e che quindi coinvolge la regione Marche.
Una norma che non ha fatto piacere al settore che si era già adeguato alle normative imposte dopo il lockdown.
Lo spiega Gianluca Tittarelli, direttore del centro commerciale Val di Chienti di Piediripa: "Abbiamo un grande rispetto per questa situazione - dice - in cui tutti siamo chiamati a fare il nostro dovere e ognuno di noi deve dimostrare un comportamento virtuoso per il rispetto delle norme e delle disposizioni che garantiscono la lotta a questa emergenza.

Certamente - precisa - non siamo d'accordo con la decisione di chiudere i centri commerciali nel weekend, anche se ovviamente rispetteremo la norma imposta. Riteniamo, con ragione, che nei centri commerciali ci siano tutte le situazioni che garantiscono una grande sicurezza.

All'ingresso viene misurata la temperatura da un operatore dedicato; viene richiesto di indossare la mascherina in maniera regolare; viene mantenuto il distanziamento attraverso percorsi già segnati da tempo a terra; viene fatto entrare solo un certo numero di persone grazie alla vigilanza che controlla; vengono fatte le sanificazioni chiaramente dimostrate; l'impianto di aria condizionata viene da mesi messo in condizione di pescare sempre aria nuova. Mi chiedo - domanda provocatoriamente Tittarelli - se in un mercato rionale ci sarebbero tutte queste accortezze.
Si parla di rischio assembramenti - conclude - ma vorrei far notare che in questa situazione di emergenza manca da tempo lo spirito di fare acquisti in serenità, quindi le presenze sono le stesse che si possono registrare in altre situazioni per le quali, invece, non sono stati presi provvedimenti".

GS


Sull’emergenza Covid un tema toccato da diversi sindaci del maceratese era quello dei ritardi nella comunicazione dei referti dopo i tamponi: già il sindaco di Caldarola, Luca Maria Giuseppetti, aveva messo in luce questo problema, parlando di mancanza di coordinamento tra Asur e Regione, questione notata anche dal sindaco di Treia Capponi, che aveva invece parlato di come diversi isolati vedevano protrarsi la quarantena per i mancati responsi.

Sull’argomento verte l’interrogazione che la consigliera regionale del Movimento 5Stelle Simona Lupini presenterà al presidente della regione Francesco Acquaroli e all’Assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. In un comunicato diramato dalla consigliera si legge: “La seconda ondata della pandemia era prevista da molti mesi ma nonostante questo stiamo assistendo a numerose problematiche nella gestione dell’emergenza Covid, in primis riguardo ai gravi ritardi nella consegna dei referti a seguito dei tamponi effettuati. Questa situazione provoca grande preoccupazione tra i cittadini interessati che vivono ore di angoscia per loro stessi e per i famigliari. Ho ricevuto numerose segnalazioni in merito, sia dai cittadini e sia dai Sindaci di alcuni Comuni, che lamentano scarsità di informazioni e di organizzazione da parte della Regione. Per questo ho presentato una apposita Interrogazione al Presidente Acquaroli e all’Assessore alla Sanità Saltamartini”.

“Nell’interrogazione chiedo di sapere quali misure sono state attuate fino a oggi relativamente ai tamponi – prosegue la consigliera Lupini –, con particolare riferimento alla tempistica dei referti e quali misure si intendono adottare per ridurre i tempi di ufficializzazione degli stessi agli organi competenti, al fine di diminuire il più possibile i disagi per utenti, famiglie e Comuni. Sulla centrale questione dei tamponi, come Movimento 5 Stelle, chiediamo il massimo impegno al Presidente Acquaroli, attraverso decisioni concrete e operative che vadano a colmare i gravi ritardi verificatisi”.

Red.
Sono 32 i pazienti positivi al Covid-19 nel Comune di San Severino Marche e 26 le persone in isolamento domiciliare fiduciario. Numeri che hanno fatto scattare nuovamente il piano d’allerta locale in ragione dell’emergenza sanitaria in corso.

Il sindaco, Rosa Piermattei, ha convocato una nuova riunione del Coc, il Centro operativo comunale, già attivato a far data dall’11 marzo 2020.

“Il peggioramento della situazione nelle ultime ore si sta facendo davvero preoccupante - sottolinea il primo cittadino settempedano, che avverte - Una settimana fa il Gores, il Gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie, ci aveva comunicato che 26 persone erano positive. Le cifre sono però salite di diverse unità in pochissimo tempo. Raccomando a tutti di evitare contatti con estranei, di evitare spostamenti se non per reali ragioni di necessità e, soprattutto, di fare tanta attenzione. Purtroppo continuano a verificarsi episodi quotidiani che mettono a rischio la salute dell’intera comunità. Ricordo che l’uso della mascherina è obbligatorio per tutti cioè voglio dire ad ogni età, giovani compresi che ultimamente si stanno ammalando sempre di più anche in città. E ricordo che è obbligatorio il mantenimento del distanziamento sociale e il rispetto del divieto di assembramento. A questo punto però, vista la situazione davvero preoccupante, serve attenzione massima anche a casa, anche tra congiunti”.

Alla riunione del Coc, convocata dal sindaco Piermattei nella sede provvisoria del Municipio a palazzo Governatori, erano presenti anche il comandante della stazione dei Carabinieri, il comandante della Polizia Locale, il referente del gruppo comunale di Protezione Civile, la responsabile del comitato cittadino della Croce Rossa Italiana, i referenti di diverse funzioni presso il Comune di San Severino Marche.

“Stiamo iniziando con la distribuzione di generi alimentari ai pazienti affetti da Covid-19 perché impossibilitati ad uscire di casa, chi vuol donare generi alimentari potrà farlo rivolgendosi al gruppo comunale di Protezione Civile – avverte ancora il sindaco di San Severino Marche, che sottolinea – Abbiamo anche necessità di mascherine di protezione, diremo grazie a chi, come in passato, anche in questo caso verrà in nostro aiuto”.
Il sindaco di Treia Franco Capponi, allineandosi al pensiero del collega di Tolentino Pezzanesi, ha chiesto ampia responsabilità e maggiore potere per gli enti locali nella gestione della pandemia da Covid 19. Una proposta proprio di Capponi ai sindaci della provincia di Macerata è al vaglio dei primi cittadini, pronta a essere rielaborata e poi inviata all’assessorato regionale alla sanità.

Si può leggere: “Ognuno deve fare la sua parte. Il sistema sanitario, da solo, non può vincere contro un virus che sta crescendo, a livello di positivi, facendo così saltare il tracciamento in tutte le Aree Vaste. I ritardi accumulati nelle operazioni di tracciamento dei contatti stretti amplificano enormemente la diffusione del virus e creano nelle persone positive un senso di confusione e disorientamento per la mancata affidabilità del sistema.

L’epidemia è in peggioramento progressivo nella nostra Regione e nella nostra Area Vasta 3, nella quale nella giornata di ieri sono stati registrati quasi 200 casi, che vanno ad aggiungersi ai 2700 casi totali. Il carico di lavoro non è più sostenibile dai servizi sanitari territoriali con l’evidenza di impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione, come spiegano i servizi ISP delle ASUR.

Il sistema di tracciamento è complicato e quindi una nuova organizzazione di esso, con il coinvolgimento dei sindaci, dei medici di base, l’accreditamento di ulteriori laboratori di analisi e delle strutture comunali si rende indispensabile. Non si può, come ora, affidare ai singoli individui il rispetto dei provvedimenti di quarantena e di isolamento nel caso ci si trovi nella condizione di contatto stretto con casi accertati, anche in assenza di comunicazione da parte dei servizi sanitari di Area Vasta.

Tutto ciò specialmente in un momento in cui vi e’ un aumento progressivo e lineare dell’incidenza dell’infezione e quindi risulta saltato il modello ISP di tracciamento tempestivo dei contatti.

Per far fronte a questo quadro noi sindaci proponiamo di aiutare le ASL nell’istruttoria di individuazione dei tracciamenti, anche perche i sindaci già utilizzano i dati del tracciamento ISP per attivare i servizi di supporto alle famiglie colpite dal Covid, sia per l’approvvigionamento di medicinali e beni di prima necessità, sia l’attivazione dei servizi di raccolta dedicata dei rifiuti, che debbono essere trattati in modo specifico per non ampliare la diffusione del virus.

L’azione potrebbe essere semplice: quello che proponiamo come sindaci è che al posto di chiamare l’Asl, il medico, qualora rilevi un caso di positività, chiami il sindaco e comunichi chi è il sospetto o il positivo. A quel punto il tracciamento verrebbe affidato alla Polizia Locale e alle stazioni dei Carabinieri. Si avrebbe il quadro completo in poco tempo, vista anche la conoscenza territoriale, e l’ASUR avrebbe caricato a sistema un dato veritiero e certificato su cui avviare le azioni di controllo e di effettuazione dei tamponi.

I dipartimenti di prevenzione sono in difficoltà in ogni provincia, bisogna usare quello che si ha a disposizione: l’istituzione locale che diventa, come autorità, anche garante del rispetto della privacy”.
Il Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini è risultato positivo al Coronavirus: lo ha fatto sapere lui stesso con un post sul suo profilo Facebook. “Oggi (ieri, ndr) è arrivato l’esito del tampone, il quarto in un mese, e questa volta purtroppo è positivo. Come stanno facendo centinaia di migliaia di cittadini nel nostro Paese, e milioni di persone nel mondo, anch’io dovrò combattere questo maledetto virus, pur se sono asintomatico, e continuare ad adottare responsabilmente tutte le previste misure sanitarie, in primis l’isolamento.

Il mio pensiero va a chi soffre, e a chi lavora quotidianamente per garantire i servizi essenziali e l’assistenza. Poiché sto bene, lavorerò da casa, come ho fatto nelle ultime due settimane di quarantena. L’attività in favore delle popolazioni colpite dal sisma non deve subire rallentamenti e per questo invito, pur in un momento così difficile, tutte le persone che prestano la loro attività nella struttura commissariale e nei livelli regionali e comunali ad impegnarsi ancora di più, lavorando sempre in sicurezza e rispettando le regole emanate dalle autorità preposte.

Grazie ai medici e ai professionisti della Sanità in primo luogo, e a chi esercita responsabilità pubbliche dirette a tutti livelli per il lavoro difficile e pieno di insidie che portano avanti. Tutti uniti ce la faremo, ne sono certo”.

Red.
Contagi da Coronavirus: negli ultimi giorni sono emersi due focolai a Fabriano: uno alla Casa di Riposo Vittorio Emanuele II e l'altro alla Comunità La Buona Novella, oltre ad altre situazioni in tutta la regione. Alla casa di riposo, nonostante siano sempre state osservate scrupolosamente le misure anti contagio e la perizia del personale, tutti i ricoverati sono risultati positivi. La questione è passata nelle mani dell’Asur Regionale, a cui l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini e la consigliera Chiara Biondi hanno chiesto interventi specifici, di tipo ospedaliero, diversi da quelli convenzionali: le case di riposo godono dell’assistenza dei medici di famiglia, che nonostante l’impegno, non riescono a tenere sotto controllo la situazione. L’Asur ha così deciso di invertire il sistema facendo seguire i malati direttamente con protocolli farmaceutici ospedalieri Asur.

L’assessore alla sanità Filippo Saltamartini, ringraziando la consigliera Biondi, sostiene che in questa fase dell’epidemia è fondamentale salvare le vite delle persone che hanno ricostruito l'Italia distrutta da una guerra. “Queste persone - ha aggiunto - meritano tutto il sostegno proprio in considerazione della loro fragilità.  Stiamo cercando, con un intervento innovativo e l’aiuto di tutti, anche del personale della cooperativa, di trasformare la Casa di Riposo Vittorio Emanuele II in una ‘quasi corsia di Ospedale’ utilizzando professionalità ospedaliere anziché l'assistenza affidata ai soli medici di famiglia. Monitoreremo costantemente la situazione e, nel frattempo, in aggiunta al personale già reperito, la Regione ha richiesto anche l’invio di medici militari”.

Red.

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