Orfeo e Euridice con un finale a sorpresa al Teatro di Caldarola

Mercoledì, 27 Aprile 2016 18:56 | Letto 1633 volte   Clicca per ascolare il testo Orfeo e Euridice con un finale a sorpresa al Teatro di Caldarola Andrà in scena sabato 30 aprile, alle ore 18.00, presso il Teatro Comunale di Caldarola, lo spettacolo teatrale “Orfeo e Euridice”, una recita frutto del lavoro di attività teatrale a scopo terapeutico che la Lega del Filo d’Oro porta avanti da oltre dieci anni con i propri ospiti. L’esperienza di recitazione fa parte del percorso riabilitativo globale, investendo tutte le aree di intervento educativo, dall’autonomia personale alla comunicazione, dall’orientamento all’area socio-affettiva e ricreativa. Protagonisti e ideatori dello spettacolo la Compagnia “Il cantiere dei Sogni”, composta dagli utenti del Centro di Riabilitazione di Osimo,. Tutti hanno contribuito alla realizzazione delle scene ispirate al mito di Orfeo e Euridice, con uno splendido finale a sorpresa dove chi non vede e non sente ha il potere di ribaltare la storia. L’ingresso è gratuito “Si tratta di una compagnia mista, composta da un lato da ospiti della Lega del Filo dOro con una minorazione sensoriale o con una disabilità di tipo cognitivo e, in alcuni casi, anche motoria e dall’altro, da gruppi di volontari ed educatori. Una compagnia dunque abbastanza variegata – spiega la psicologa dott.ssa Nicoletta Marconi,  che coordina i gruppi -. “Il fare teatro ha un forte valore terapeutico, oltre che esperienza molto piacevole- aggiunge-. L’elemento di divertimento è davvero centrale; i ragazzi si divertono moltissimo ma acquisiscono anche delle competenze di tipo comunicativo, di tipo sociale, di tipo anche cognitivo. E’ per loro una vera e propria crescita anche di conoscenze. Sono almeno dieci anni che portiamo avanti questo tipo di attività teatrali terapeutiche e, negli ultimi tre anni, il nostro lavoro ha avuto comunque una svolta particolare perché , insieme ad altri partner che si occupano di teatro- disabilità in Scozia, in Germania, in Francia, abbiamo partecipato ad “Imagine”, un progetto europeo che si prefiggeva proprio di creare delle buone prassi per il lavoro teatrale con i ragazzi affetti da pluri- minorazione sensoriale. In quelloccasione abbiamo portato in scena La Tempesta” di Shakespeare operando una revisione. Lo spettacolo- spiega ancora la dott.ssa Marconi- è stato rivisto diversamente dai ragazzi francesi, dai nostri ragazzi e dai tedeschi, anche a seconda della cultura di appartenenza. Era la prima volta che ci addentravamo nellopera classica e davvero ci abbiamo preso gusto, così che questanno abbiamo deciso di portare in scena Orfeo Euridice. Tra i vantaggi che si sono potuti notare nelle persone che hanno intrapreso questo percorso, intanto c’è la crescita di vissuti di appartenenza. I ragazzi sentono di far parte della compagnia del Cantiere dei Sogni e orientano la loro attività proprio finalizzandola alla messa in scena dello spettacolo anche se, più che il fine, è importante il percorso. E’ proprio attraverso i laboratori che i ragazzi imparano limprovvisazione, i tempi o i ritmi comunicativi, infatti, non vedendosi, non possono cogliere tutti quei feedback che attori vedenti riescono a cogliere. Debbono imparare ad entrare nel ritmo dello spettacolo, rifacendosi soltanto alla memoria o a feedback che non sono visivi, riuscire ad esempio a padroneggiare lo spazio, o a conoscere cosè un palcoscenico, a sapere cosa significa un pubblico. Nei loro spettacoli dunque spesso entrano in teatro e raggiungono il palcoscenico attraversando il pubblico e, in questo modo, riescono ad avere la percezione del fatto che ci siano persone rivolte verso il palcoscenico e che poi saranno gli spettatori che potranno fruire dello spettacolo che loro metteranno in scena. In Orfeo e Euridice che porteremo in scena a Caldarola- sottolinea la psicologa- il finale è a sorpresa nel senso che abbiamo rivisto la conclusione di quest’opera mitologica in una forma meno tragica. Abbiamo voluto dare un taglio più positivo, anche legato alla cecità. Se lo volete scoprire, dovete venire a vederlo”. “La finalità dello spettacolo- conclude- è sicuramente quella di far conoscere la Lega del Filo dOro, sensibilizzare la cittadinanza nei confronti della disabilità e nel poter cogliere un lato positivo abile della disabilità., cioè il fatto che comunque persone con serie minorazioni, riescono fare delle cose anche piacevoli per un pubblico normodotato .Io spero ci sia la possibilità di procedere con questo nostro lavoro perché poi, ciò che conta, è fondamentalmente la crescita dei ragazzi e, il percorso terapeutico che è legato al laboratorio teatrale, è proprio finalizzato a questo”.

Andrà in scena sabato 30 aprile, alle ore 18.00, presso il Teatro Comunale di Caldarola, lo spettacolo teatrale “Orfeo e Euridice”, una recita frutto del lavoro di attività teatrale a scopo terapeutico che la Lega del Filo d’Oro porta avanti da oltre dieci anni con i propri ospiti.
L’esperienza di recitazione fa parte del percorso riabilitativo globale, investendo tutte le aree di intervento educativo, dall’autonomia personale alla comunicazione, dall’orientamento all’area socio-affettiva e ricreativa.
Protagonisti e ideatori dello spettacolo la Compagnia “Il cantiere dei Sogni”, composta dagli utenti del Centro di Riabilitazione di Osimo,.
Tutti hanno contribuito alla realizzazione delle scene ispirate al mito di Orfeo e Euridice, con uno splendido finale a sorpresa dove chi non vede e non sente ha il potere di ribaltare la storia.

L’ingresso è gratuito

“Si tratta di una compagnia mista, composta da un lato da ospiti della Lega del Filo d'Oro con una minorazione sensoriale o con una disabilità di tipo cognitivo e, in alcuni casi, anche motoria e dall’altro, da gruppi di volontari ed educatori. Una compagnia dunque abbastanza variegata – spiega la psicologa dott.ssa Nicoletta Marconi,  che coordina i gruppi -.

“Il fare teatro ha un forte valore terapeutico, oltre che esperienza molto piacevole- aggiunge-. L’elemento di divertimento è davvero centrale; i ragazzi si divertono moltissimo ma acquisiscono anche delle competenze di tipo comunicativo, di tipo sociale, di tipo anche cognitivo. E’ per loro una vera e propria crescita anche di conoscenze. Sono almeno dieci anni che portiamo avanti questo tipo di attività teatrali terapeutiche e, negli ultimi tre anni, il nostro lavoro ha avuto comunque una svolta particolare perché , insieme ad altri partner che si occupano di teatro- disabilità in Scozia, in Germania, in Francia, abbiamo partecipato ad “Imagine”, un progetto europeo che si prefiggeva proprio di creare delle buone prassi per il lavoro teatrale con i ragazzi affetti da pluri- minorazione sensoriale. In quell'occasione abbiamo portato in scena La Tempesta” di Shakespeare operando una revisione. Lo spettacolo- spiega ancora la dott.ssa Marconi- è stato rivisto diversamente dai ragazzi francesi, dai nostri ragazzi e dai tedeschi, anche a seconda della cultura di appartenenza. Era la prima volta che ci addentravamo nell'opera classica e davvero ci abbiamo preso gusto, così che quest'anno abbiamo deciso di portare in scena Orfeo Euridice. Tra i vantaggi che si sono potuti notare nelle persone che hanno intrapreso questo percorso, intanto c’è la crescita di vissuti di appartenenza. I ragazzi sentono di far parte della compagnia del Cantiere dei Sogni e orientano la loro attività proprio finalizzandola alla messa in scena dello spettacolo anche se, più che il fine, è importante il percorso. E’ proprio attraverso i laboratori che i ragazzi imparano l'improvvisazione, i tempi o i ritmi comunicativi, infatti, non vedendosi, non possono cogliere tutti quei feedback che attori vedenti riescono a cogliere. Debbono imparare ad entrare nel ritmo dello spettacolo, rifacendosi soltanto alla memoria o a feedback che non sono visivi, riuscire ad esempio a padroneggiare lo spazio, o a conoscere cos'è un palcoscenico, a sapere cosa significa un pubblico. Nei loro spettacoli dunque spesso entrano in teatro e raggiungono il palcoscenico attraversando il pubblico e, in questo modo, riescono ad avere la percezione del fatto che ci siano persone rivolte verso il palcoscenico e che poi saranno gli spettatori che potranno fruire dello spettacolo che loro metteranno in scena. In Orfeo e Euridice che porteremo in scena a Caldarola- sottolinea la psicologa- il finale è a sorpresa nel senso che abbiamo rivisto la conclusione di quest’opera mitologica in una forma meno tragica. Abbiamo voluto dare un taglio più positivo, anche legato alla cecità. Se lo volete scoprire, dovete venire a vederlo”.

“La finalità dello spettacolo- conclude- è sicuramente quella di far conoscere la Lega del Filo d'Oro, sensibilizzare la cittadinanza nei confronti della disabilità e nel poter cogliere un lato positivo abile della disabilità., cioè il fatto che comunque persone con serie minorazioni, riescono fare delle cose anche piacevoli per un pubblico normodotato .Io spero ci sia la possibilità di procedere con questo nostro lavoro perché poi, ciò che conta, è fondamentalmente la crescita dei ragazzi e, il percorso terapeutico che è legato al laboratorio teatrale, è proprio finalizzato a questo”.

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