Una nuova attività che riparte nel cuore delle Marche colpite dal sisma.
Questa volta a tagliare il nastro è una attività ricettiva di Valfornace, inaugurata sabato scorso alla presenza del sindaco Massimo Citracca e del vicesindaco Simone Marchetti.

“A quasi quattro anni e mezzo dal sisma del 2016 per la prima volta - dice Citracca - un’attività ricettiva, rinnovandosi, torna a riaprire. Questo è un fatto emblematico che rappresenta l’effettiva ripresa economica del centro storico di Valfornace, motivo per noi di soddisfazione e gioia, anche se per l’Amministrazione comunale resta ancora un lungo lavoro da fare. La nuova apertura assume un doppio significato simbolico: non solo la ripartenza dopo il sisma del 2016, ma anche la voglia di superare l’emergenza pandemica in corso. Anche i locali della struttura ricettiva sono il segno di un cambiamento: si tratta infatti del primo immobile di proprietà del Comune di Valfornace recuperato dopo il sisma 2016. I lavori di manutenzione sono stati particolarmente rapidi. L’Ente infatti ha deciso di eseguirli con risorse proprie al fine rendere l’immobile disponibile prima possibile per attrarre una nuova impresa sul territorio. Proprio per questo nell’estate del 2020 è stato emanato un bando al quale hanno partecipato i due fratelli Leonardo e Laura Re che, dopo l’aggiudicazione, hanno reso il locale accogliente e originale”. 

GS
"Tanta burocrazia, ma ce l'abbiamo fatta".
Il sindaco di Pieve Torina commenta così la fine dell'iter che ha portato al prossimo avvio dei lavori per la ricostruzione della casa di riposo danneggiata dal sisma del 2016.

"Si tratta  -dice ai microfoni di Carla Campetella per Radio C1...inBlu - della prima opera pubblica che abbiamo deciso di porre in essere e dove non ci sono state donazioni dei privati.
Siamo in dirittura di arrivo per quanto riguarda l'appalto dei lavori e questo ci fa ben sperare che entro il mese di aprile inizino gli interventi per far ritornare i nostri anziani all'interno della struttura.
Gli ospiti, in questo momento, si trovano nel vecchio ospedale di Matelica ed è stato già somministrato loro il vaccino anti Covid.
Con l'occasione - spiega - recuperiamo anche il museo della nostra terra. Un punto di riferimento per le giovani generazioni, non solo di questo territorio, ma provenienti da più parti d'Italia, dove si potrà apprezzare la nostra storia.

La storia di un'Italia che forse non c'è più - dice Gentilucci - ma di cui non dobbiamo disperdere valori e tradizioni. Lo abbiamo fatto - precisa - con un progetto che ci permette di non trasferire nulla, ma tutti gli oggetti resteranno al loro posto, semplicemente traslati da una parete all'altra".

Ma nella soddisfazione di annunciare l'inizio dei lavori alla casa di riposo, il sindaco non può fare a meno di spiegare il percorso burocratico che è stato seguito: "Difficile - ammette - far rendere conto ai cittadini che si compiono più di 100 passaggi per cercare di arrivare alla conclusione di un percorso che porti ai lavori.
È circolata tanta di quella carta da poterne fare un plico. Siamo arrivati alla fine - dice - , non abbiamo mai mollato, ma la difficoltà incredibile per riuscire ad arrivare all'aggiudicazione finale per la ricostruzione è stata tanta. Se non lo avessi vissuto in prima persona non avrei creduto alla necessità di tutti questi passaggi. Ed è la ragione - conclude - per cui non so quanti Comuni non siano ancora riusciti ad arrivare a questo traguardo". 

GS
L'Ordine degli architetti di Macerata piange il collega Franco Domizi, scomparso ieri sera.
Conosciuto per il suo impegno a seguito dell'emergenza sismica, Domizi lascia un grande vuoto nella sua categoria: "Un destino tragico - scrivono i suoi colleghi in una nota - che ha segnato proprio lui che per primo ha risposto alla chiamata dell’emergenza poche ore dopo il sisma del 2016, e che in prima linea e con grande energia si è messo a disposizione di tutti noi colleghi architetti per coordinare la fase emergenziale.
Era la guida instancabile di quegli architetti e dei tecnici fast che avevano voglia di fare, che avevano bisogno di una guida e una figura come te di riferimento.
Grande conoscitore della materia che si è messo a disposizione per trasmettere agli altri le sue conoscenze; sempre pronto a partire, ad organizzare incontri, ad essere presente nelle tavole rotonde e in quanto potesse essere utile a fare la ricostruzione".

GS

"Accettiamo la mozione, ma si fa riferimento a nuovi allevamenti. Quelli terremotati hanno già delocalizzato".
Il sindaco di Ussita, Silvia Bernardini riassume così la risposta alla mozione presentata dal consigliere di minoranza, Guido Rossi, sul ripristino delle stelle.
Comincia con una premessa il primo cittadino: "Sono felice - dice - di avere finalmente una mozione perchè rappresenta sempre uno stimolo da parte della minoranza. Significa che l'opposizione ha imboccato la strada della collaborazione per stimolare il lavoro della maggioranza.
Per quanto riguarda le stalle - precisa - tutti coloro che le possedevano prima del sisma, e che quindi avevano una concessione da parte del Comune, sono stati soddisfatti dalla Regione che, anche bypassando l'autonomia comunale, ha permesso agli allevatori di delocalizzare le stalle e crearsi una alternativa per dare un riparo alle bestie e continuare l'attività.
Hanno tutti delocalizzato e tutti hanno una nuova stalla.
La situazione che ci si crea oggi è ben diversa - aggiunge - . La mozione fa riferimento a chi vuole creare una nuova attività e a chi decide di ampliare una sua stalla privata".

La risposta di Silvia Bernardini riguarda, dunque, queste due situazioni: "La nuova attività - dice - , dal momento che il Comune non ha a disposizione stalle per gli animali, il problema si porrebbe comunque, aldilà del sisma. Per quanto rigarda l'ampliamento dell'altra attività, la decisione di ampliare arriva dopo il sisma.
Le stalle sono inagibili dal 2016: ci stupisce che solo ora, e solo a seguito di una lettera da parte di queste persone, vengano prese in considerazione le stalle dalla minoranza. Come mail - si chiede il sindaco - il consigliere Rossi non lo ha fatto prima. Come per tutti i beni danneggiati dal sisma, il Comune sta aspettando la possibilità di inserirlo nei nuovi programmi delle opere pubbliche. Nella passata amministrazione, quando Rossi era comunque all'opposizione, le stalle non sono state inserite nel piano delle priorità.
Le stalle che saranno sistemate - conclude - non saranno certamente per le nuove attività, ma per chi ha usufruito della delocalizzazione".

GS

L’Altonera, che comprende i comuni di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera, prima del terremoto viveva principalmente di turismo e dell’indotto generato dal settore. Oggi nei tre comuni ci sono 2 alberghi delocalizzati, diversi bed & breakfast e poche altre opportunità di pernottare. Un problema questo che interessa non solo i turisti o i proprietari delle seconde case che per seguire i lavori di ricostruzione si devono recare sul posto ma anche le ditte che stanno pian piano arrivando su questi territori per la ricostruzione post terremoto e che si auspica nel prossimo futuro saranno sempre di più.

Nella frazione di Gualdo, a Castelsantangelo sul Nera, da agosto 2019 ha aperto la “Cascina dell'Orso, un b&b gestito da Stefania Servili che, oltre ai problemi causati dal sisma, ha dovuto fare i conti con i disagi causati dalla strada provinciale 136 Pian Perduto che da lì porta a Castelluccio di Norcia. Un lavoro il suo condizionato anche dalle aperture e chiusure di questa strada interessata dal ripristino post terremoto, una arteria molto transitata soprattutto d’estate, dai turisti che amano la montagna e la natura. “Questa estate dopo la riapertura della strada, io e le altre attività economiche abbiamo lavorato molto. E’ stato un lavoro molto intenso ma concentrato in due mesi”. Poi la strada il 30 agosto 2020 è stata di nuovo chiusa per riaprire definitivamente lo scorso 2 dicembre. Per Stefania e per le altre attività che vivono di turismo, settembre e ottobre potevano essere mesi di lavoro perché questi luoghi sono molto visitati ma purtroppo tra blocchi stradali e le restrizioni per la pandemia, tutto è complicato e per lei risulta anche più difficile- “Il bed and breakfast non è un un'attività di impresa, non c'è partita IVA e quindi non è compresa tra le attività che possono chiedere ristori”.

Ma Stefania, un passato da fotografa professionista, con la passione per la fotografia naturalistica, non si è data mai per vinta. La continua corsa ad ostacoli l’ha vissuta da anni, da quando ha deciso di delocalizzare la struttura dalla frazione di Vallinfante a Gualdo, un posto di frontiera. Nonostante tutto, lei ci crede ad un futuro da vivere in montagna e quando le chiedo la sua sensazione e la sua speranza lei dice “Il mio augurio è che finisca questa situazione critica pandemica. Adesso la strada finalmente è aperta e quindi dal momento che si ritornerà alla normalità sono sicura che si ricomincerà a lavorare.”

Barbara Olmai

Approfondimento su L’Appennino Camerte in uscita giovedì prossimo.
Saranno il Commissario straordinario Giovanni Legnini e il suo capo ufficio stampa Mario Sensini, questo pomeriggio, a chiudere il lungo percorso di didattica del Master di II livello in “Aree interne. Strategie di sviluppo e rigenerazione post eventi catastrofici”, avviato ad aprile scorso nella Scuola di Architettura e Design dell’Università di Camerino, con la direzione scientifica di Massimo Sargolini.

In questa edizione del Master, giunto alla sua 14esima edizione, il tradizionale grande tema della valorizzazione delle aree montane, in particolare quelle dell’Appennino centrale, si è innestato su una riflessione a tutto tondo sui percorsi di rinascita e ricostruzione post sisma 2016 e post Covid. Dopo i saluti del rettore Unicam, Claudio Pettinari, e un’introduzione del direttore del Master, Massimo Sargolini, e del segretario generale di Symbola, Fabio Renzi, in rappresentanza della Fondazione per le qualità italiane  partner nell’organizzazione del corso, la giornata di studi proseguirà con un intervento su “La comunicazione nei processi di ricostruzione dei territori e delle comunità” , a cura di Mario Sensini, e con una riflessione del Commissario Legnini su “Il rilancio nel post sisma tra visione, ricostruzione e partecipazione”.

Il percorso didattico del Master Aree Interne, durato oltre 260 ore a cui seguiranno oltre 300 ore di stage fino ad aprile prossimo, ha avuto l’obiettivo di formare ricercatori e professionisti provenienti da ambiti professionali e di studio molto diversi, toccando tematiche e discipline complementari. Dalle dinamiche insediative, con un’analisi del ruolo delle comunità locali, dell’identità territoriale e del capitale umano per lo sviluppo dei territori più fragili, agli aspetti socio-economici, con un focus su sviluppo sostenibile e innovativo e leve culturali; dai paesaggi e risorse naturali in aree montane, con approfondimento di temi quali la  biodiversità e la gestione sostenibile, al  turismo naturalistico nelle aree intere e nelle aree protette montane, con esempi di piani di sviluppo socio-economico e marketing territoriale; dagli strumenti legislativi nazionali ed europei, con particolare riferimento ai territori montani e alle aree protette, al rapporto Natura-Città per delineare un nuovo modello di sviluppo per costruire nuovi spazi di relazione tra città, montagna e aree interne, con particolare attenzione al caso Appennino.

I candidati al titolo di Master hanno anche potuto conoscere casi studio visitando comuni e comunità colpiti dal sisma del 2016: da Arquata a Pescara del Tronto, da Camerino a Cessapalombo, da Bolognola a Fiastra fino ai Sibillini. Da qui la consapevolezza che fondamentale nel processo di ripensamento, rinascita, ricostruzione di questo territorio è e sarà la partecipazione delle comunità.

Investire nell’alta formazione e nella ricerca – commenta Sargolini a chiusura del corso – è condizione imprescindibile per costruire un futuro possibile in aree caratterizzate da straordinarie risorse non opportunamente valorizzate”.
Ussita muove un altro passo verso la normalità e lo fa con il bando per la progettazione dei lavori di sistemazione del palazzetto del ghiaccio.
"È sempre stato un simbolo per Ussita - commenta il sindaco, Silvia Bernardini - e un luogo importante per il turismo e la comunità stessa.
È davero fondamentale cominciare a pensarne la ricostruzione".

Lavori che sono però condizionati anche da un'area, quella in cui insiste il palazzetto, soggetta al rischio R4 massimo per i dissesti idrogeologici: "Si tratta di un rischio che risulta da vincoli posti più di 20 anni fa - precisa il sindaco - e su cui la Regione, come in altre situazioni, sta lavorando con progetti per i quali i fondi sono già stati stanziati. L'impegno della Regione è infatti quello di ridurre il rischio ad un livello accettabile e darci la possibilità di poter tornare a usufruire di quella zona".

Tornando al palazzetto, si parla di interventi che ammontano ad un costo complessivo di quasi tre milioni di euro: "Sono lavori importanti - dice Silvia Bernardini - che non riguardano la struttura lignea che dovrà essere ricollaudata, ma il sistema refrigeratorio danneggiato dalle scosse. Un sistema che risale comunque a più di 40 anni fa. Questo è il lavoro più consistente perchè, con le scosse che ci sono state, le serpentine presenti nel cemento hanno subito danni irreperabili e coglieremo certamente l'occasione per realizzare un impianto energicamente sostenibile. Credo che questo sia uno degli obiettivi della ricostruzione: ove possibile ricostruire con innovazioni che aumentino la sostenibilità". 

GS
L’imminente acquisizione delle filiali Ubi Banca da parte di due gruppi bancari differenti: BPER e Banca Intesa preoccupa il sindaco di Caldarola che accende i riflettori su un problema che ancora una volta colpisce i terremotati.

"La comunità di Caldarola - scrive Luca Maria Giuseppetti in una nota -, così come altri comuni del centro Italia colpiti dal terremoto, potrebbe subire un nuovo disagio che, con uno sguardo proiettato verso un probabile futuro, può trasformarsi in un vero e proprio disservizio.

Uno dei due gruppi bancari, infatti, non è abilitato alla trattazione delle pratiche legate alla ricostruzione post terremoto. Nel dettaglio proprio la BPER, la cui filiale sarà presente a Caldarola, non è convenzionata con ABI – Cassa Depositi e Prestiti.

Gli utenti quindi, anche molti anziani, saranno costretti ad espletare le pratiche relative  ai danni sisma nella sede più vicina del gruppo bancario Intesa. Ciò comporterà - denuncia il sindaco - per forza di cose ritardi, perché dovranno essere aperte posizioni nuove con nuovi clienti, spostamenti, file e inutili lungaggini.

Senza considerare il possibile pericolo di una probabile chiusura della filiale di Caldarola in un futuro non troppo lontano, per una drastica diminuzione dell’utenza costretta a migrare in altre filiali per portare avanti le pratiche legate alla ricostruzione".

Per scongiurare queste possibile conseguenze il sindaco Giuseppetti rivolge il suo appello, che si unisce a quello di altri sindaci, alla direzione BPER la cui sede centrale è in Emilia Romagna, regione “gemellata” con Caldarola e che ha sempre dimostrato vicinanza e comprensione dopo il terremoto.

Giuseppetti chiama in causa anche la Regione Marche e il Commissario per la Ricostruzione Legnini: “Sono più di 4 anni - dice - che combattiamo con tenacia i danni economici, morali e sociali che il sisma ci ha causato, da un anno affrontiamo e combattiamo il Covid, che comporta problemi a tutti, ma ai terremotati che vivono nelle piccole SAE sicuramente di più. Non ci si può mettere anche la burocrazia ad accentuare le difficoltà. L’appello, a chi di dovere, è di non vanificare quanto fatto fino ad oggi per snellire e accelerare le pratiche - conclude il primo cittadino - speriamo il prima possibile di superare anche questo ennesimo problema”.

GS
Il deputato maceratese della Lega, Tullio Patassini, ha portato in Parlamento la questione relativa al pagamento delle bollette di acqua, luce e gas nelle zone del cratere.

"Ancora una volta - denuncia - il Governo fa finta di non sentire. Dal primo gennaio è ripreso il conteggio delle bollette di aqua luce e gas per tutte le utenze del cratere che comprendono però anche gli immobili inagibili. Noi abbiamo chiesto giustizia".

Tre, infatti, le richieste mosse dalla Lega per andare incontro ai terremotati: "Innanzitutto - spiega - abbiamo chiesto di prorogare per tutto il 2021 la sospensione del pagamento per gli immobili inagibili e distrutti. Poi è necessario che venga fatta chiarezza per tutti coloro che vivono nelle SAE e hanno diritto ad avere la bolletta senza gli oneri e le spese fisse. 
Infine - aggiunge - è importante per chi ha ricevuto la sospensione del pagamento delle bollette a causa del sisma, che venga fatta una rateizazione di almeno 120 mesi.
Perchè le cifre da pagare saranno alte e ogni due mesi si aggiungeranno al pagamento delle bollette correnti. Non si può chiedere un sacrificio tale a famiche che in questo periodo, a causa del Covid, non lavorano o sono in cassa integrazione".

Poi Patassini sottolina un obiettivo importante raggiunto: "L'aspetto positivo - conclude - è che in questi due anni siamo riusciti a far azzerare la bolletta dell'acqua, quindi non arriveranno conguagli relativi a questo servizio - e a far togliere le spese fisse su luce e gas, perciò arriveranno bollette scontate del 40%".

GS



E’ online da nemmeno due giorni e già ha un alto numero di visualizzazioni il video “E’ il 2036: come immagini Ussita tra vent’anni?” realizzato dai componenti di C.A.S.A. – Cosa Accade Se Abitiamo, un’associazione di promozione sociale ma soprattutto uno spazio abitato e attraversato da più anime a Frontignano di Ussita, un luogo nato in seguito ai terremoti, in cui alcune persone, residenti e non, cercano di interrogarsi sul futuro dei luoghi e di creare progetti. “Siamo stati invitati dal Forum Disuguaglianze Diversità a svolgere una riflessione sul territorio che abitiamo e su come vogliamo e possiamo immaginare Ussita e i paesi limitrofi tra vent'anni. Da desideri condivisi, suggestioni da altrove e semi già piantati è nato un testo, frutto di una scrittura corale a cura dei ragazzi e delle ragazze di C.A.S.A.”. Il Forum Disuguaglianze e Diversità è guidato da un Gruppo di Coordinamento, presieduto da Fabrizio Barca e si avvale di uno staff operativo. Attraverso l’incontro e la collaborazione tra il mondo della ricerca e quello della cittadinanza attiva, intende disegnare proposte generali per l’azione collettiva e pubblica, tese a ridurre le disuguaglianze. Il Forum è stato una maratona virtuale, svolta fino a metà dicembre, con molti ospiti che insieme hanno costruito una sorta di agenda di giustizia sociale a partire dal Piano di Ripresa e Resilienza. E quando si parla di resilienza, termine fin troppo abusato per lo meno nel centro Italia sconquassato dai terremoti, i residenti e gli amanti delle zone dell’alto maceratese, sanno fin troppo bene cosa si intende. Negli ultimi mesi poi con la pandemia in atto, le due emergenze, quella della ripresa post sisma e post covid-19, si legano insieme e purtroppo stanno rendendo la vita degli abitanti ancora più difficile. Ma i ragazzi di C.A.S.A. sono propositivi e ottimisti e tentano, a loro modo, di gettare un contributo per rinnovare la speranza. Dopo aver stilato il testo condiviso a distanza, gli otto rappresentanti dell’associazione, hanno voluto inserire delle immagini girate da Mauro Pennacchietti per un video realizzato per "Il paese di Adesso", una call lanciata dal poeta Franco Arminio. Alla fine il prodotto nato tratta diversi temi: dalla scuola di montagna alla medicina di prossimità, dal turismo alle possibilità di utilizzare gli spazi dove ora ci sono le Sae (soluzioni abitative di emergenza), alle idee per un futuro possibile da vivere in questi luoghi. Un punto di partenza aperto al contributo di tutti, come nello stile degli “abitanti” di C.A.S.A. Nel video ovviamente si dà per scontato che la ricostruzione ci sia già stata e che quindi Ussita sia stata ricostruita.

I ragazzi di C.A.S.A. sono: Chiara Caporicci, Roberto Rettura, Patrizia Vita, Mauro Pennacchietti, Christian Tedde, Federica Nardi, Enrico Mariani, Marta Zarelli. 

Qui sotto il link al video

https://youtu.be/V4X6QZ56G6o

Barbara Olmai

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