Coronavirus, la vita travagliata dell'ordinanza regionale

Mercoledì, 26 Febbraio 2020 08:46 | Letto 8846 volte   Clicca per ascolare il testo Coronavirus, la vita travagliata dell'ordinanza regionale Una storia che si ripete, al limite della credibilità. I marchigiani non hanno nemmeno fatto in tempo a convincersi che lordinanza regionale fosse reale e non una fake news che subito è arrivato il disappunto del governo che ha messo in crisi genitori e alunni, nonostante Ceriscioli abbia ribadito che le scuole restano chiuse.Il premier Giuseppe Conte, infatti, dello stesso parere di Angelo Borrelli, capo dipartimento della Protezione Civile, ha deciso di impugnare il provvedimento firmato dal governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, nel tardo pomeriggio di ieri e che prevede la chiusura delle scuole dalla mezzanotte del 26 febbraio alla mezzanotte del 4 marzo, così come il blocco delle manifestazioni pubbliche che erano in programma nello stesso periodo, i viaggi di istruzione sia sul territorio nazionale che internazionale, i musei, i luoghi di cultura e le biblioteche ed i concorsi pubblici, fatti salvi quelli relativi a professioni sanitarie per le quali dovranno essere garantite le opportune misure igieniche.Una ordinanza che ha goduto del suo successo poco più di tre ore ma che sarà comunque applicata, diversamente da quella del giorno precedente, stoppata sul nascere, proprio nel momento della presentazione. Già ieri, dopo il vertice del premier in videoconferenza con i governatori regionali, il presidente Ceriscioli aveva dimostrato disappunto nei confronti delle modalità di gestione dellemergenza da parte del Governo, ritenendole al contrario e si era detto dispiaciuto per quanto accaduto lunedì in conferenza.Ieri le acque sembravano essersi placate, tanto che le dichiarazioni di Conte parlavano di una linea comune, ma così non deve essere stato.Secondo una nota congiunta deiministri degli Affari Regionali Francesco Boccia, dellIstruzione Lucia Azzolina e dellUniversità e della Ricerca Gaetano Manfredi, Con la sua decisione unilaterale di firmare unordinanza per la chiusura di tutte le scuole e Università della Regione Marche, il governatore Luca Ceriscioli si sfila dallaccordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dellincontro tra governo e Regioni alla Protezione Civile e viene meno allimpegno preso con tutti gli altri governatori che invece si stanno attenendo alle disposizioni concordate. Intanto si attendono per oggi i risultati degli ulteriori esami svolti  al centro diagnostico dellistituto superiore della sanità per il primo tampone risultato positivo al Coronavirus nelle Marche, a Pesaro. Solo dopo il controllo di oggi si potrà dire con certezza che anche nelle Marche cè il primo contagio.Una incongruenza, quindi, tra le dichiarazioni del capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che ritiene giusta la chiusura delle scuole nelle regioni dove ci sono contagiati e quella di impugnare lordinanza di Ceriscioli.Una querelle che ha il sapore di scontro politico, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali.GS
Una storia che si ripete, al limite della credibilità. I marchigiani non hanno nemmeno fatto in tempo a convincersi che l'ordinanza regionale fosse reale e non una fake news che subito è arrivato il disappunto del governo che ha messo in crisi genitori e alunni, nonostante Ceriscioli abbia ribadito che le scuole restano chiuse.
Il premier Giuseppe Conte, infatti, dello stesso parere di Angelo Borrelli, capo dipartimento della Protezione Civile, ha deciso di impugnare il provvedimento firmato dal governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, nel tardo pomeriggio di ieri e che prevede la chiusura delle scuole dalla mezzanotte del 26 febbraio alla mezzanotte del 4 marzo, così come il blocco delle manifestazioni pubbliche che erano in programma nello stesso periodo, i viaggi di istruzione sia sul territorio nazionale che internazionale, i musei, i luoghi di cultura e le biblioteche ed i concorsi pubblici, fatti salvi quelli relativi a professioni sanitarie per le quali dovranno essere garantite le opportune misure igieniche.
Una ordinanza che ha goduto del suo successo poco più di tre ore ma che sarà comunque applicata, diversamente da quella del giorno precedente, stoppata sul nascere, proprio nel momento della presentazione. 
Già ieri, dopo il vertice del premier in videoconferenza con i governatori regionali, il presidente Ceriscioli aveva dimostrato disappunto nei confronti delle modalità di gestione dell'emergenza da parte del Governo, ritenendole "al contrario" e si era detto dispiaciuto per quanto accaduto lunedì in conferenza.
Ieri le acque sembravano essersi placate, tanto che le dichiarazioni di Conte parlavano di una "linea comune", ma così non deve essere stato.
Secondo una nota congiunta deiministri degli Affari Regionali Francesco Boccia, dell'Istruzione Lucia Azzolina e dell'Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, "Con la sua decisione unilaterale di firmare un'ordinanza per la chiusura di tutte le scuole e Università della Regione Marche, il governatore Luca Ceriscioli si sfila dall'accordo che era stato raggiunto solo poche ore prima nel corso dell'incontro tra governo e Regioni alla Protezione Civile e viene meno all'impegno preso con tutti gli altri governatori che invece si stanno attenendo alle disposizioni concordate". 
Intanto si attendono per oggi i risultati degli ulteriori esami svolti  al centro diagnostico dell'istituto superiore della sanità per il primo tampone risultato positivo al Coronavirus nelle Marche, a Pesaro. Solo dopo il controllo di oggi si potrà dire con certezza che anche nelle Marche c'è il primo contagio.
Una incongruenza, quindi, tra le dichiarazioni del capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, che ritiene giusta la chiusura delle scuole nelle regioni dove ci sono contagiati e quella di impugnare l'ordinanza di Ceriscioli.
Una querelle che ha il sapore di scontro politico, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali.

GS

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