Entroterra maceratese, dibattito sempre aperto

Venerdì, 22 Novembre 2013 01:00 | Letto 882 volte   Clicca per ascolare il testo Entroterra maceratese, dibattito sempre aperto Non finisce di far discutere la questione "ambientale-industriale" nellentroterra maceratese. Con lespressione si vuole comprendere quelli che sono forse i tre argomenti più caldi del territorio, ovvero la centrale biogas da poco operante a Matelica, la probabile trasformazione del cementificio Sacci di Castelraimondo in inceneritore, e il paventato insediamento di unindustria insalubre RIR. Il Movimento 5 stelle di Fabriano, attraverso il deputato Patrizia Terzoni e i consiglieri comunali Sergio Romagnoli e Joselito Arcioni, ha iniziato una campagna sugli effetti di quello che viene giudicato un vero e proprio "piano di distruzione" del triangolo Matelica-Castelraimondo-San Severino. Al riguardo, infatti, la posizione del Movimento è netta. "Un fazzoletto di territorio di pochi chilometri quadrati nel quale rischiano di vedersi concentrate una centrale biogas, una industria insalubre RIR e un cementificio trasformato in inceneritore. La centrale biogas già operativa ha iniziato a inondare i terreni agricoli con il digestato, ricco di nitrati che rischiano di inquinare le falde acquifere, ed è già stata protagonista di probabili sversamenti diretti nel fiume Esino, sui quali si sta indagando. Per non parlare dei danni arrecati alle attività delle aziende agricole a vocazione zootecnica, che vedono i terreni, prima destinati alla produzione di alimento animale, passare alla produzione di colture dedicate a servizio della centrale. Per quanto riguarda linsediamento dellindustria insalubre tutto sembra tacere. Ma sappiamo che è solo per fini elettorali…meglio non parlarne in questi mesi che anticipano le elezioni amministrative, soprattutto visto che lideatore e promotore è uno dei possibili candidati sindaco. Passato maggio torneranno alla carica, fanno sempre così, a Fabriano ne sappiamo qualcosa con la questione Indesit: elezioni fatte, nuovo piano industriale lacrime e sangue da tempo pronto nel cassetto ufficializzato. La trasformazione del cementificio in inceneritore, dove bruciare tutti i rifiuti regionali e non solo, che passa per un potenziamento dei forni e quindi della quantità di materiale in grado di bruciare, completa il quadro. Ora la nostra attenzione è puntata su Matelica, una città dove negli ultimi anni si è praticamente sperimentata la strategia del Partito Unico e dove per il futuro si prefigura la riproposizione del modello di berlusconiana memoria dove limprenditoria si mescola con la politica, una politica fatta con i soldi, una cascata di soldi. Matelica, una città che pochi anni fa sembrava instradata verso un progetto che poteva portarla a diventare un polo di attrazione turistica nazionale e internazionale grazie alle ricchezze paesaggistiche, storiche ed enogastronomiche, rischia ora di diventare la “Terra dei fuochi” delle Marche". Durissimo quindi il giudizio sulloperato della politica locale, da parte dei rappresentanti del Movimento, i quali contano ora sulla collaborazione dei cittadini. "I cittadini non hanno fatto niente di male ma prossimamente toccherà a loro decidere quale futuro consegnare alla propria terra e ai propri figli. Noi ci siamo e siamo pronti a far fronte comune e a fare la nostra parte". Sulla stessa lunghezza donda il Movimento 5 stelle di Matelica, che lamenta lassoluta diserzione della battaglia ambientalista da parte delle forze politche locali. "Solo nella nostra regione si sono costituiti oltre trenta comitati spontanei di cittadini, nati per difendere le proprie terre dalle centrali a biogas. Quasi ovunque questi comitati sono affiancati e supportati nelle loro battaglie dalle amministrazioni locali e dai sindaci, spesso in accordo con le opposizioni. Noi non abbiamo questo supporto. Al contrario, a Matelica non ci rappresenta nessuno. Non ci rappresenta la giunta Sparvoli, che a suo tempo ha accolto a braccia aperte limpianto, e che ora stenta a farsi carico delle preoccupazioni dei cittadini. Tantomeno ci rappresentano le opposizioni, che avrebbero dovuto lottare e farsi sentire in regione invece di prostrarsi al volere della giunta Spacca. A oggi non vi è ancora una chiara e netta presa di posizione né dalla maggioranza né dallopposizione contro questa centrale, che presenta diverse criticità, alcune evidenti (lodore…), altre più subdole (linnalzamento degli affitti dei terreni che mette in crisi le aziende agroalimentari), altre ancora pericolosamente sconosciute ai più (lo spargimento dei reflui della centrale nei campi)".  

Non finisce di far discutere la questione "ambientale-industriale" nell'entroterra maceratese.

Con l'espressione si vuole comprendere quelli che sono forse i tre argomenti più caldi del territorio, ovvero la centrale biogas da poco operante a Matelica, la probabile trasformazione del cementificio Sacci di Castelraimondo in inceneritore, e il paventato insediamento di un'industria insalubre RIR.

Il Movimento 5 stelle di Fabriano, attraverso il deputato Patrizia Terzoni e i consiglieri comunali Sergio Romagnoli e Joselito Arcioni, ha iniziato una campagna sugli effetti di quello che viene giudicato un vero e proprio "piano di distruzione" del triangolo Matelica-Castelraimondo-San Severino. Al riguardo, infatti, la posizione del Movimento è netta.

"Un fazzoletto di territorio di pochi chilometri quadrati nel quale rischiano di vedersi concentrate una centrale biogas, una industria insalubre RIR e un cementificio trasformato in inceneritore. La centrale biogas già operativa ha iniziato a inondare i terreni agricoli con il digestato, ricco di nitrati che rischiano di inquinare le falde acquifere, ed è già stata protagonista di probabili sversamenti diretti nel fiume Esino, sui quali si sta indagando. Per non parlare dei danni arrecati alle attività delle aziende agricole a vocazione zootecnica, che vedono i terreni, prima destinati alla produzione di alimento animale, passare alla produzione di colture dedicate a servizio della centrale. Per quanto riguarda l'insediamento dell'industria insalubre tutto sembra tacere. Ma sappiamo che è solo per fini elettorali…meglio non parlarne in questi mesi che anticipano le elezioni amministrative, soprattutto visto che l'ideatore e promotore è uno dei possibili candidati sindaco. Passato maggio torneranno alla carica, fanno sempre così, a Fabriano ne sappiamo qualcosa con la questione Indesit: elezioni fatte, nuovo piano industriale lacrime e sangue da tempo pronto nel cassetto ufficializzato. La trasformazione del cementificio in inceneritore, dove bruciare tutti i rifiuti regionali e non solo, che passa per un potenziamento dei forni e quindi della quantità di materiale in grado di bruciare, completa il quadro. Ora la nostra attenzione è puntata su Matelica, una città dove negli ultimi anni si è praticamente sperimentata la strategia del Partito Unico e dove per il futuro si prefigura la riproposizione del modello di berlusconiana memoria dove l'imprenditoria si mescola con la politica, una politica fatta con i soldi, una cascata di soldi. Matelica, una città che pochi anni fa sembrava instradata verso un progetto che poteva portarla a diventare un polo di attrazione turistica nazionale e internazionale grazie alle ricchezze paesaggistiche, storiche ed enogastronomiche, rischia ora di diventare la “Terra dei fuochi” delle Marche".

Durissimo quindi il giudizio sull'operato della politica locale, da parte dei rappresentanti del Movimento, i quali contano ora sulla collaborazione dei cittadini. "I cittadini non hanno fatto niente di male ma prossimamente toccherà a loro decidere quale futuro consegnare alla propria terra e ai propri figli. Noi ci siamo e siamo pronti a far fronte comune e a fare la nostra parte".


Sulla stessa lunghezza d'onda il Movimento 5 stelle di Matelica, che lamenta l'assoluta diserzione della battaglia ambientalista da parte delle forze politche locali.

"Solo nella nostra regione si sono costituiti oltre trenta comitati spontanei di cittadini, nati per difendere le proprie terre dalle centrali a biogas. Quasi ovunque questi comitati sono affiancati e supportati nelle loro battaglie dalle amministrazioni locali e dai sindaci, spesso in accordo con le opposizioni. Noi non abbiamo questo supporto. Al contrario, a Matelica non ci rappresenta nessuno. Non ci rappresenta la giunta Sparvoli, che a suo tempo ha accolto a braccia aperte l'impianto, e che ora stenta a farsi carico delle preoccupazioni dei cittadini. Tantomeno ci rappresentano le opposizioni, che avrebbero dovuto lottare e farsi sentire in regione invece di prostrarsi al volere della giunta Spacca. A oggi non vi è ancora una chiara e netta presa di posizione né dalla maggioranza né dall'opposizione contro questa centrale, che presenta diverse criticità, alcune evidenti (l'odore…), altre più subdole (l'innalzamento degli affitti dei terreni che mette in crisi le aziende agroalimentari), altre ancora pericolosamente sconosciute ai più (lo spargimento dei reflui della centrale nei campi)".


 

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