Un anno dal terremoto. I comuni consegnano le prime casette.

Giovedì, 24 Agosto 2017 18:05 | Letto 2224 volte   Clicca per ascolare il testo Un anno dal terremoto. I comuni consegnano le prime casette. “Queste prime casette assegnate agli abitanti non sono altro che una parte di un grande lavoro che vede impegnate da un anno a questa parte molte persone e che si va pian piano a completare”. Con queste parole il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha introdotto, lo scorso 23 agosto, la cerimonia di assegnazione dei primi moduli abitativi emergenziali nel comune di Pieve Torina. “E un primo segno di speranza che si concretizza – ha proseguito il Governatore – Per coloro che vi andranno ad abitare è un momento che segna la fine dellemergenza e il graduale ritorno alla normalità, in attesa che venga completata la vera ricostruzione, quella delle case distrutte dal terremoto. Laspetto straordinario che mi preme sottolineare è la forte volontà delle persone di ritornare nei luoghi dove hanno sempre vissuto e dove hanno le proprie radici. Vivere nelle aree interne comporta sacrificio, sia pur ripagato dalla bellezza di luoghi incantevoli, e il forte attaccamento dimostrato dalla nostra gente spinge tutti noi a fare presto e ad utilizzare al meglio le risorse per il rilancio del territorio”. “Un grande risultato ottenuto grazie allimpegno ed anche alla testardaggine di noi abitanti di Pieve Torina – così il sindaco Alessandro Gentilucci – Vedere le lacrime sui volti dei nostri concittadini che ora possono ritornare a casa ripaga di 10 mesi di sforzi e di critiche che, per fortuna, sono state costruttive. Se tutto viene sterilizzato nella protesta senza proposte, allora saremo noi stessi a decretare la morte del nostro territorio. Osservando la cartina Pieve Torina rappresenta il baricentro dellintera Unione Montana la cui rinascita dipende anche dalla nostra ripartenza. Cerchiamo di guardare avanti, lavoriamo per il rientro delle comunità, per la realizzazione dei servizi essenziali. Solo così potremo festeggiare la rinascita di tutto lalto maceratese”. “Le difficoltà in queste aree sono enormi – lintervento del presidente della provincia di Macerata Antonio Pettinari – e la solidarietà ha bisogno di atti concreti. Ecco, dunque, che bisogna impegnarsi per la sistemazione delle strade, il ripristino dei servizi scolastici, lavvio delle attività commerciali avendo lonestà intellettuale di dire che chi ha più bisogno deve essere maggiormente aiutato. Un territorio montano che deve risorgere anche a vantaggio di coloro che vivono nelle zone costiere. Questo il nostro obiettivo per i prossimi anni”. «Soccorrere le persone, il bene primario delle nostre condizioni e comunità; impegnarci per il lavoro affinché diventi il luogo che produce il bene agli altri e perché le persone riprendano la vita normale attraverso l’impegno ritrovato; la tempestività per anticipare il più possibile i tempi di ritorno alla normalità». Anche larcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro ha preso parte alla cerimonia di consegna delle soluzioni abitative di emergenza e, congratulandosi con gli amministratori e le maestranze, ha espresso alcune considerazioni nel primo anniversario del sisma che ha colpito pesantemente il territorio dell’arcidiocesi di Camerino. «Ringraziamo il Signore per quanto è stato compiuto e impegniamoci ancora di più per permettere al numero maggiore di persone di tornare nelle proprie contrade e paesi. Il futuro può essere nebuloso e imprevedibile – ha detto inoltre - ma se continuiamo operando tra diverse realtà, tra gli imprenditori, le autorità civili nazionali, regionali e comunali si potranno posizionare e consegnare le casette, riaprire le scuole e le attività del tempo libero e così, rinascendo le comunità, si guarderà avanti». Un anno fa iniziava un calvario per le persone e per l’arcidiocesi. In provincia di Macerata la diocesi di Camerino è la più danneggiata, sono compromesse non solo le chiese ma anche gli oratori, le canoniche, i centri di aggregazione, le strutture pubbliche. «Le nostre comunità sono piccole e con poche disponibilità economiche – ha spiegato mons. Brugnaro - e per questo vanno soccorse con maggiore intensità perché da sole sono spaesate e incapaci di riprendere: di qui la necessità di accompagnarle nel ricostruire per riconoscersi in quei beni e in quella memoria e storia centenaria e tornare a essere punti di riferimento culturali, economici, turistici, paesaggistici e sociali».

“Queste prime casette assegnate agli abitanti non sono altro che una parte di un grande lavoro che vede impegnate da un anno a questa parte molte persone e che si va pian piano a completare”. Con queste parole il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha introdotto, lo scorso 23 agosto, la cerimonia di assegnazione dei primi moduli abitativi emergenziali nel comune di Pieve Torina. “E' un primo segno di speranza che si concretizza – ha proseguito il Governatore – Per coloro che vi andranno ad abitare è un momento che segna la fine dell'emergenza e il graduale ritorno alla normalità, in attesa che venga completata la vera ricostruzione, quella delle case distrutte dal terremoto. L'aspetto straordinario che mi preme sottolineare è la forte volontà delle persone di ritornare nei luoghi dove hanno sempre vissuto e dove hanno le proprie radici. Vivere nelle aree interne comporta sacrificio, sia pur ripagato dalla bellezza di luoghi incantevoli, e il forte attaccamento dimostrato dalla nostra gente spinge tutti noi a fare presto e ad utilizzare al meglio le risorse per il rilancio del territorio”.

foto A

“Un grande risultato ottenuto grazie all'impegno ed anche alla testardaggine di noi abitanti di Pieve Torina – così il sindaco Alessandro Gentilucci – Vedere le lacrime sui volti dei nostri concittadini che ora possono ritornare a casa ripaga di 10 mesi di sforzi e di critiche che, per fortuna, sono state costruttive. Se tutto viene sterilizzato nella protesta senza proposte, allora saremo noi stessi a decretare la morte del nostro territorio.

foto C

Osservando la cartina Pieve Torina rappresenta il baricentro dell'intera Unione Montana la cui rinascita dipende anche dalla nostra ripartenza. Cerchiamo di guardare avanti, lavoriamo per il rientro delle comunità, per la realizzazione dei servizi essenziali. Solo così potremo festeggiare la rinascita di tutto l'alto maceratese”.

gentilucci tranzocchi

“Le difficoltà in queste aree sono enormi – l'intervento del presidente della provincia di Macerata Antonio Pettinari – e la solidarietà ha bisogno di atti concreti. Ecco, dunque, che bisogna impegnarsi per la sistemazione delle strade, il ripristino dei servizi scolastici, l'avvio delle attività commerciali avendo l'onestà intellettuale di dire che chi ha più bisogno deve essere maggiormente aiutato. Un territorio montano che deve risorgere anche a vantaggio di coloro che vivono nelle zone costiere. Questo il nostro obiettivo per i prossimi anni”.

marsili entra nella casetta

interno casetta

«Soccorrere le persone, il bene primario delle nostre condizioni e comunità; impegnarci per il lavoro affinché diventi il luogo che produce il bene agli altri e perché le persone riprendano la vita normale attraverso l’impegno ritrovato; la tempestività per anticipare il più possibile i tempi di ritorno alla normalità». Anche l'arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro ha preso parte alla cerimonia di consegna delle soluzioni abitative di emergenza e, congratulandosi con gli amministratori e le maestranze, ha espresso alcune considerazioni nel primo anniversario del sisma che ha colpito pesantemente il territorio dell’arcidiocesi di Camerino.

vescovo e signora crocefisso

«Ringraziamo il Signore per quanto è stato compiuto e impegniamoci ancora di più per permettere al numero maggiore di persone di tornare nelle proprie contrade e paesi. Il futuro può essere nebuloso e imprevedibile – ha detto inoltre - ma se continuiamo operando tra diverse realtà, tra gli imprenditori, le autorità civili nazionali, regionali e comunali si potranno posizionare e consegnare le casette, riaprire le scuole e le attività del tempo libero e così, rinascendo le comunità, si guarderà avanti».

vescovo marsili

Un anno fa iniziava un calvario per le persone e per l’arcidiocesi. In provincia di Macerata la diocesi di Camerino è la più danneggiata, sono compromesse non solo le chiese ma anche gli oratori, le canoniche, i centri di aggregazione, le strutture pubbliche. «Le nostre comunità sono piccole e con poche disponibilità economiche – ha spiegato mons. Brugnaro - e per questo vanno soccorse con maggiore intensità perché da sole sono spaesate e incapaci di riprendere: di qui la necessità di accompagnarle nel ricostruire per riconoscersi in quei beni e in quella memoria e storia centenaria e tornare a essere punti di riferimento culturali, economici, turistici, paesaggistici e sociali».

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