Consegnate 46 casette. A Visso rientrano un centinaio di persone

Domenica, 29 Luglio 2018 17:01 | Letto 5980 volte   Clicca per ascolare il testo Consegnate 46 casette. A Visso rientrano un centinaio di persone Un altro pezzo della comunità di Visso torna a ricongiungersi con la sua terra. Alle porte del paese, consegnate le ultime 46 casette dell’area di via Cesare Battisti 1. Per l’antico borgo medievale che sconta una distruzione pressoché totale, si apre una nuova luce di speranza  Circa un centinaio le persone, arrivate dalla costa o dalle sistemazioni in affitto dell’entroterra, pronte a ricominciare da casa. Una soddisfazione a metà quella espressa dal sindaco e senatore Giuliano Pazzaglini, nell’accogliere con gioia il rientro dei suoi cittadini; consapevole che molto ci sarà da fare ancora perché la perla dei Sibillini torni a brillare, ha inteso rivolgere alla comunità anche un accorato invito ad un contributo propositivo e attivo, indirizzato alla rinascita del paese. “Con la consegna di oggi, in teoria avremmo dovuto chiudere il cerchio, ma attendiamo ancora l’ultimazione dei lavori per l’Area di Borgo san Giovanni già consegnata qualche mese fa dove, sul fronte di prima linea delle casette, si sono rese necessarie delle opere di sistemazione dell’argine del fosso. Non mi esprimo con troppa soddisfazione- ha rimarcato - perché secondo me questo è l’emblema del fallimento dell’impostazione data a questa ricostruzione, alla quale purtroppo non riesco più a credere. La ricostruzione sarà lunga e se non creeremo le condizioni per far rimanere le persone, farle tornare sarà stato molto meno importante di quanto ho sempre creduto fino a qualche tempo fa. Quello di oggi è comunque un passo fondamentale, perché finalmente tutte le persone che vorranno tornare a Visso, saranno nelle condizioni di poterlo fare” Alla consegna delle chiavi, erano presenti anche il consigliere comunale Filippo Sensi, il direttore del Consorzio Arcale Giampaolo La Muraglia e funzionari della Regione Marche. A questi ultimi il sindaco ha voluto esprimere particolari sentimenti di gratitudine, per il sostegno che non hanno fatto mai mancare e per il lavoro incessante portato avanti con ammirabile impegno. “Insieme a noi si sono sporcati le mani e ho voluto anche esprimere pubblicamente la mia solidarietà nei loro confronti, perché abbiamo lavorato insieme per mesi e non ho nessun dubbio sulle loro capacità, dedizione e onestà. Sono stati messi in condizioni di lavorare quasi impossibili e lhanno fatto al meglio delle loro possibilità, per cui, lunico sentimento che mi sento di esprimere è il ringraziamento perché chi doveva creare le condizioni per farli lavorare bene, non lha fatto, e poi li ha lasciati soli”. Appassionate e sentite, le parole che il sindaco ha rivolto alle famiglie tornate a Visso: “Oggi si chiude un percorso che è stato lunghissimo. Quella che consegniamo ai cittadini è la prima area che il comune ha indicato alla protezione civile per la realizzazione del villaggio SAE. Il layout è stato approvato a marzo dellanno scorso e da cronoprogramma la consegna delle casette avrebbe dovuto avvenire nell’ agosto 2017, data poi aggiornata ripetutamente nel sito della protezione civile e forse nemmeno più aggiornata tanto che i fatti adesso dimostrano quello che poi è accaduto; purtroppo simili incidenti non rimarranno confinati alla realizzazione degli interventi emergenziali; limpostazione data a questa ricostruzione, anziché semplificare le cose, ha reso tutto più complicato e questo significa che oltre che essere stati pazienti (e credo che voi siate l’esempio vivente della pazienza nella fase emergenziale), bisognerà esserlo altrettanto nella fase della Ricostruzione, in cui oltre che pazienti, dovrete essere propositivi. Quindi, ora che siete tornati, linvito che rivolgo a tutti, è quello di ritornare ad essere immediatamente parte attiva della nostra collettività. Una delle prerogative dei piccoli comuni è sempre stata quella di avere un rapporto diretto con gli amministratori, di trovare sempre le porte aperte, di poter parlare con chi sta governando in quel momento, allora approfittate di quella opportunità. Anche solo unidea potrebbe essere impostata e quindi non vi fate remore nellesprimerla e cercate comunque in ogni momento di essere parte attiva di questa ricostruzione. Sapete tutti che quella di oggi non è la Visso che abbiamo lasciato e che forse non rivedremo mai più; starà a noi lavorare affinché se ne possa costruire una nuova. Se qualcuno pensa che torneremo ad essere quello che eravamo, credo che si illuda: è un sogno che ho accarezzato anchio e che mi sarebbe piaciuto, ma questo non accadrà mai più; quindi sarà fondamentale che tutti, ognuno per le proprie capacità, per la propria disponibilità di tempo e per le proprie possibilità, contribuiscano alla rinascita di questo comune. Ancora per qualche mese, sarà mio compito farlo come sindaco ma ritengo che, a prescindere dal ruolo fondamentale dellamministrazione, siamo arrivati a un punto che non si potrà più distinguere tra chi amministra e chi subisce le decisioni di chi sta governando in quel momento. Dovremmo arrivare ad un punto in cui la partecipazione di tutti, nei limiti delle proprie capacità, delle proprie esperienze, della propria disponibilità di tempo, dovrà essere attiva e comunque finalizzata alla rinascita di questa comunità. Noi dovremmo tornare ad avere un’ autosufficienza economica, dovremmo tornare ad essere una collettività e dovremmo insieme individuare quale dovrà essere il fine della Ricostruzione. La ricostruzione – ha proseguito- non dovrà rimanere fine a se stessa; per raggiungere tale obiettivo, noi dovremmo capire come fare in modo che la perla dei monti Sibillini torni ad essere tale, torni ad essere il comune che 60 anni fa aveva una ricettività alberghiera superiore a qualunque altro della provincia di Macerata, torni ad essere quel Piccolo Borgo di pregio che era sede di un Parco nazionale e lo è ancora, era bandiera arancione del Touring Club Italiano e lo è ancora, era uno dei borghi più belli dItalia e lo è ancora. Dovremmo pertanto tornare ad esserlo, solo come certificazione, anche nella sostanza e dovremmo fare in modo che chi vuol rimanere possa farlo. Fare in modo che qualcuno di quelli che aveva sempre accarezzato lidea di potersi trasferire qui, possa anch’ egli trovare l’opportunità per farlo. Siamo pronti dunque ad accogliere tutti a braccia aperte, sia i vissani che sono tornati, sia quelli che vorranno diventare nuovi vissani perché, senza di loro, il nostro futuro purtroppo potrebbe essere molto più fosco”. Carla Campetella  

Un altro pezzo della comunità di Visso torna a ricongiungersi con la sua terra. Alle porte del paese, consegnate le ultime 46 casette dell’area di via Cesare Battisti 1. Per l’antico borgo medievale che sconta una distruzione pressoché totale, si apre una nuova luce di speranza  Circa un centinaio le persone, arrivate dalla costa o dalle sistemazioni in affitto dell’entroterra, pronte a ricominciare da casa. Una soddisfazione a metà quella espressa dal sindaco e senatore Giuliano Pazzaglini, nell’accogliere con gioia il rientro dei suoi cittadini; consapevole che molto ci sarà da fare ancora perché la perla dei Sibillini torni a brillare, ha inteso rivolgere alla comunità anche un accorato invito ad un contributo propositivo e attivo, indirizzato alla rinascita del paese. “Con la consegna di oggi, in teoria avremmo dovuto chiudere il cerchio, ma attendiamo ancora l’ultimazione dei lavori per l’Area di Borgo san Giovanni già consegnata qualche mese fa dove, sul fronte di prima linea delle casette, si sono rese necessarie delle opere di sistemazione dell’argine del fosso. Non mi esprimo con troppa soddisfazione- ha rimarcato - perché secondo me questo è l’emblema del fallimento dell’impostazione data a questa ricostruzione, alla quale purtroppo non riesco più a credere. La ricostruzione sarà lunga e se non creeremo le condizioni per far rimanere le persone, farle tornare sarà stato molto meno importante di quanto ho sempre creduto fino a qualche tempo fa. Quello di oggi è comunque un passo fondamentale, perché finalmente tutte le persone che vorranno tornare a Visso, saranno nelle condizioni di poterlo fare

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Alla consegna delle chiavi, erano presenti anche il consigliere comunale Filippo Sensi, il direttore del Consorzio Arcale Giampaolo La Muraglia e funzionari della Regione Marche. A questi ultimi il sindaco ha voluto esprimere particolari sentimenti di gratitudine, per il sostegno che non hanno fatto mai mancare e per il lavoro incessante portato avanti con ammirabile impegno. “Insieme a noi si sono sporcati le mani e ho voluto anche esprimere pubblicamente la mia solidarietà nei loro confronti, perché abbiamo lavorato insieme per mesi e non ho nessun dubbio sulle loro capacità, dedizione e onestà. Sono stati messi in condizioni di lavorare quasi impossibili e l'hanno fatto al meglio delle loro possibilità, per cui, l'unico sentimento che mi sento di esprimere è il ringraziamento perché chi doveva creare le condizioni per farli lavorare bene, non l'ha fatto, e poi li ha lasciati soli”.

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Appassionate e sentite, le parole che il sindaco ha rivolto alle famiglie tornate a Visso: Oggi si chiude un percorso che è stato lunghissimo. Quella che consegniamo ai cittadini è la prima area che il comune ha indicato alla protezione civile per la realizzazione del villaggio SAE. Il layout è stato approvato a marzo dell'anno scorso e da cronoprogramma la consegna delle casette avrebbe dovuto avvenire nell’ agosto 2017, data poi aggiornata ripetutamente nel sito della protezione civile e forse nemmeno più aggiornata tanto che i fatti adesso dimostrano quello che poi è accaduto; purtroppo simili incidenti non rimarranno confinati alla realizzazione degli interventi emergenziali; l'impostazione data a questa ricostruzione, anziché semplificare le cose, ha reso tutto più complicato e questo significa che oltre che essere stati pazienti (e credo che voi siate l’esempio vivente della pazienza nella fase emergenziale), bisognerà esserlo altrettanto nella fase della Ricostruzione, in cui oltre che pazienti, dovrete essere propositivi. Quindi, ora che siete tornati, l'invito che rivolgo a tutti, è quello di ritornare ad essere immediatamente parte attiva della nostra collettività. Una delle prerogative dei piccoli comuni è sempre stata quella di avere un rapporto diretto con gli amministratori, di trovare sempre le porte aperte, di poter parlare con chi sta governando in quel momento, allora approfittate di quella opportunità. Anche solo un'idea potrebbe essere impostata e quindi non vi fate remore nell'esprimerla e cercate comunque in ogni momento di essere parte attiva di questa ricostruzione. Sapete tutti che quella di oggi non è la Visso che abbiamo lasciato e che forse non rivedremo mai più; starà a noi lavorare affinché se ne possa costruire una nuova. Se qualcuno pensa che torneremo ad essere quello che eravamo, credo che si illuda: è un sogno che ho accarezzato anch'io e che mi sarebbe piaciuto, ma questo non accadrà mai più; quindi sarà fondamentale che tutti, ognuno per le proprie capacità, per la propria disponibilità di tempo e per le proprie possibilità, contribuiscano alla rinascita di questo comune. Ancora per qualche mese, sarà mio compito farlo come sindaco ma ritengo che, a prescindere dal ruolo fondamentale dell'amministrazione, siamo arrivati a un punto che non si potrà più distinguere tra chi amministra e chi subisce le decisioni di chi sta governando in quel momento. Dovremmo arrivare ad un punto in cui la partecipazione di tutti, nei limiti delle proprie capacità, delle proprie esperienze, della propria disponibilità di tempo, dovrà essere attiva e comunque finalizzata alla rinascita di questa comunità. Noi dovremmo tornare ad avere un’ autosufficienza economica, dovremmo tornare ad essere una collettività e dovremmo insieme individuare quale dovrà essere il fine della Ricostruzione. La ricostruzione – ha proseguito- non dovrà rimanere fine a se stessa; per raggiungere tale obiettivo, noi dovremmo capire come fare in modo che la perla dei monti Sibillini torni ad essere tale, torni ad essere il comune che 60 anni fa aveva una ricettività alberghiera superiore a qualunque altro della provincia di Macerata, torni ad essere quel Piccolo Borgo di pregio che era sede di un Parco nazionale e lo è ancora, era bandiera arancione del Touring Club Italiano e lo è ancora, era uno dei borghi più belli d'Italia e lo è ancora. Dovremmo pertanto tornare ad esserlo, solo come certificazione, anche nella sostanza e dovremmo fare in modo che chi vuol rimanere possa farlo. Fare in modo che qualcuno di quelli che aveva sempre accarezzato l'idea di potersi trasferire qui, possa anch’ egli trovare l’'opportunità per farlo. Siamo pronti dunque ad accogliere tutti a braccia aperte, sia i vissani che sono tornati, sia quelli che vorranno diventare nuovi vissani perché, senza di loro, il nostro futuro purtroppo potrebbe essere molto più fosco”.

Carla Campetella

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