Falcucci al TG1: " Servono norme certe"

Sabato, 05 Ottobre 2019 09:06 | Letto 785 volte   Clicca per ascolare il testo Falcucci al TG1: " Servono norme certe" Bloccati dalla burocrazia. L’accusa è quella dei sindaci del cratere che da tempo sollecitano interventi più rapidi su una ricostruzione che non riesce a muovere passi. Sull’argomento è tornato a battere, il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci nel suo intervento davanti alle telecamere del tg 1 nazionale Rai. “ Per una pratica viaggiano 22 passaggi. Il tempo stimato è di sei-sette mesi ma si arriva anche all’ anno”. Così il sindaco del comune dell’entroterra montano che sconta il 98 per cento di distruzione. Intoppi burocratici e passaggi farraginosi si riverberano sul dato minimo riferito alla ricostruzione che dopo 3 anni conta solo il 4 per cento degli edifici rimessi in piedi. Di fronte agli 88 mila edifici distrutti e danneggiati dal sisma nelle zone del cratere le domande presentate sono solo l’11 per cento. E giorno dopo giorno questi dati negativi si scontrano con i timori sempre maggiori dello spopolamento. Solo nelle Marche si contano 30 mila sfollati, ottomila dei quali vivono nelle SAE in attesa di mettere a posto le loro abitazioni. Ma se le norme non cambiano la ricostruzione non partirà mai. Questo dicono a gran voce tutti i sindaci, finora inascoltati. “ Occorre una norma sull’emergenza che sani quello che non funziona – ha rimarcato Falcucci- Occorrono norme certe per un futuro e una rivisitazione della legge sulla montagna, totalmente disattesa da 25 anni “. c.c.
Bloccati dalla burocrazia. L’accusa è quella dei sindaci del cratere che da tempo sollecitano interventi più rapidi su una ricostruzione che non riesce a muovere passi. Sull’argomento è tornato a battere, il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera Mauro Falcucci nel suo intervento davanti alle telecamere del tg 1 nazionale Rai.
Per una pratica viaggiano 22 passaggi. Il tempo stimato è di sei-sette mesi ma si arriva anche all’ anno”. Così il sindaco del comune dell’entroterra montano che sconta il 98 per cento di distruzione. Intoppi burocratici e passaggi farraginosi si riverberano sul dato minimo riferito alla ricostruzione che dopo 3 anni conta solo il 4 per cento degli edifici rimessi in piedi. Di fronte agli 88 mila edifici distrutti e danneggiati dal sisma nelle zone del cratere le domande presentate sono solo l’11 per cento. E giorno dopo giorno questi dati negativi si scontrano con i timori sempre maggiori dello spopolamento. Solo nelle Marche si contano 30 mila sfollati, ottomila dei quali vivono nelle SAE in attesa di mettere a posto le loro abitazioni. Ma se le norme non cambiano la ricostruzione non partirà mai. Questo dicono a gran voce tutti i sindaci, finora inascoltati. “ Occorre una norma sull’emergenza che sani quello che non funziona – ha rimarcato Falcucci- Occorrono norme certe per un futuro e una rivisitazione della legge sulla montagna, totalmente disattesa da 25 anni “.
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