CementirSacci, l’assessore Bravi: “Chiusura aziendale incomprensibile a fronte della manifestata disponibilità della Regione a garantire altri tre mesi di ammortizzatori sociali”

“O si riprende l’attività lavorativa, o si bonifica: una terza via non esiste”. Lo ribadisce l’assessore al Lavoro, Loretta Bravi, dopo che la Regione ha ufficialmente chiesto  alla CementirSacci di chiarire il futuro dello stabilimento di Castelraimondo.  “La lunga storia della Sacci ha sempre visto la Regione attenta e disponibile alle esigenze dell’azienda e dei lavoratori, attraverso il sostegno con gli ammortizzatori sociali per salvaguardare i livelli occupazionali e favorire la ripresa della capacità produttiva. Oggi invece viene dichiarato che lo stabilimento di Castelraimondo risulta strutturalmente eccedente rispetto alle strategie aziendali, nonostante che la Regione sia disponibile a garantire le risorse per altri tre mesi di cassa integrazione, consentendo così ai lavoratori almeno di poter beneficiare  della nuova assicurazione sociale per l’impiego (Naspi), in vigore dal prossimo mese di gennaio. Stiamo parlando di settanta famiglie che, a breve, perderanno reddito, senza altre alternative. Alla CementirSacci, nell’incontro di venerdì scorso, abbiamo chiesto di inserire i lavoratori nelle opere di bonifica dell’impianto, se cesserà al produzione, ma anche su questo fronte è giunta una chiusura incomprensibile, che non lascia spiragli e che denota la non condivisione di una progettualità industriale”.

La Regione Marche ha chiesto formalmente informazioni alla CementirSacci sul futuro dello stabilimento di Castelraimondo. Chiarito che non ci sono terze vie, l’azienda ha trenta giorni di tempo per decidere: riapertura o bonifica. La lettera della Regione, infatti, chiede all’azienda di esprimere o meno la volontà di proseguire con la produzione, altrimenti la Regione procederà alla richiesta di bonifica del sito. Allo stato attuale, infatti, sia da parte dell’azienda Sacci che della nuova società, non è stata mai manifestata la volontà di dismissione definitiva dell’attività. La Sacci aveva comunicato (nel 2015) la sospensione dell’attività produttiva e, successivamente (nel 2016), la cessione alla Cem (società interamente partecipata da Cementir Italia) del ramo di azienda costituito dalla produzione di cementi e calcestruzzi preconfezionati, del quale fa parte lo stabilimento di Castelraimondo. Sempre nel 2016, su sollecito della Regione, la Sacci comunicava che la CementirSacci era “subentrata, senza soluzione di continuità, nella titolarità di tutti i rapporti di lavoro” e di “non essere in grado di fornire utili notizie in ordine alle prospettive industriali del sito”. Informazioni che ora la Giunta regionale chiede formalmente alla CementirSacci per scongiurare, in caso di sospensione delle attività, pericoli per la salute pubblica. Entro marzo 2017 l’impianto deve adeguarsi alla normativa di settore, secondo le migliori tecniche disponibili (Bat Conclusions), introdotte dalla Commissione europea. Procedure da applicare “se nei piani industriali è previsto il mantenimento dell’installazione per la produzione del cemento”. Se invece è prevista la dismissione dell’impianto, sarà necessario procedere alla bonifica e alla messa in sicurezza dell’installazione. La lettera inviata dalla Regione segue l’incontro del 23 settembre scorso presso la Presidenza della Giunta regionale con i rappresentanti della CementirSacci, nel corso del quale è stata affrontata anche questa questione.

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