Si torna a discurtere dell'inceneritore che dovrebbe sorgere a Tolentino. Questa volta, oltre al comitato nato per combattere questa decisione, a ribadire "l'assoluta contrarietà all’autorizzazione a costruire un nuovo impianto per il trattamento dei fanghi biologici per la successiva termovalorizzazione" è il Comune stesso.

"Tra i motivi che abbiamo addotto - scrive l'amministrazione in una nota - anche la vicinanza con le scuole e con altri luoghi con un’alta densità abitativa e sensibili come l’ospedale, oltre anche ai nuovi insediamenti sportivi, come ad esempio il nuovo circolo tennis, senza dimenticare la presenza con i propri impianti del Cosmari. Abbiamo chiaramente voluto in Consiglio comunale, nel regolamento relativo sulle nuove attività produttive il diniego all’istallazione di nuove industrie insalubri nel territorio del Comune di Tolentino.

La nuova azienda andrebbe ad operare a meno di 30 metri dalla delimitazione del centro abitato, a meno di 350 metri dal centro commerciale La Rancia dove hanno sede varie attività commerciali, industriali, artigianali e di servizio, oltre al l’Istituto d’istruzione superiore Filelfo, a meno di 200 metri di vari opifici, in alcuni dei quali è anche stata realizzata l’abitazione del custode, a meno di 100 metri da nuovi insediamenti produttivi che prevedono anche un’”Accademy” per la formazione professionale e a una distanza inferiore ai 2 km della zona oggetto di variante urbanistica parziale approvata definitivamente dal Consiglio comunale, classificata, in virtù della citata variante nel vigente PRG, zona di ristrutturazione urbanistica periferica che prevede una destinazione prettamente residenziale e in particolare per l’edilizia residenziale pubblica. A tal proposito si ricorda la realizzazione, in corso, degli alloggi, in zona Rancia, in sostituzione delle Sae, il cui progetto, essendo un polo sociale, prevede anche asili e spazi ricreativi.

Attualmente sono circa 3.200 le persone che risiedono abitualmente a ridosso della zona individuata per la costruzione dell’inceneritore, circa 282 famiglie, a cui si aggiungono 239 aziende per un totale di 2.103 dipendenti".

Questi, dunque, secondo l'amministrazione, sarebbero i motivi principali che porterebbero il Comune ad opporsi alla realizzazione: "Continueremo ad opporci con tutte le nostre forze e validissime motivazioni - hanno annunciato - , insieme alle Istituzioni deputate al rilascio dell’autorizzazione richiesta, tutte le strade possibili per evitare che questa nuova industria apra la propria attività a Tolentino".

GS

 

Nonostante le battaglie fatte in Consiglio regionale e le dichiarazioni tranquillizzanti della Giunta regionale, l’inceneritore nella Marche purtroppo si farà.

Come Consigliere regionale ho molto a cuore il futuro di questa regione e delle persone che la vivono e farò tutto quanto è nelle mie possibilità per evitare che sia realizzato un inceneritore nella nostra regione. “ A dichiararlo è Sandro Bisonni, Vice Presidente della Commissione regionale Ambiente, che in una nota torna all’attacco di una strategia che vede il Governo regionale comportarsi in maniera tale che l’inceneritore sia realizzato.

Bisonni che in questi mesi ha prodotto numerosi atti proprio per dire no all’inceneritore, ultima la sua proposta per indire un Referendum contro gli inceneritori, ha presentato oggi un’altra interrogazione sempre con l’obiettivo di conoscere le reali intenzioni della Giunta regionale, su questo argomento, al momento non del tutto chiare.

Il Consigliere sottolinea come la Regione Marche, in sede di Conferenza Stato Regioni, abbia già espresso a febbraio di quest’anno il suo parere favorevole per gli accordi interregionali volti ad ottimizzare le infrastrutture di rifiuti urbani e assimilati, ora più concreti dopo la pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, sulla Gazzetta ufficiale del 5 ottobre scorso, che individua la necessità di realizzare nella regione Marche un inceneritore della capacità complessiva di 190 mila tonnellate l’anno.

Ceriscioli dica chiaramente dove intende realizzarlo - prosegue Bisonni - e quali sono i criteri e i parametri adottati che hanno portato a questa scelta. Credo che i Marchigiani debbano sapere la verità e cosa aspetta loro in futuro e che soprattutto il Consiglio regionale sia messo a conoscenza, oggi e non a cose fatte, del percorso che il Governo regionale sta facendo su un tema così importante per l’ambiente e la salute delle persone.”

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