“Quando successe il fatto – spiega Venanzo Ronchetti- mi sono rivolto alla Polizia Postale con l’intento di capire chi fosse stata la persona che aveva diffuso notizie completamente false e gravi sul mio conto e per le quali, tra falso, calunnia, diffamazione, procurato allarme, potevano prospettarsi tanti reati. Trascorsi circa 3 anni si è riusciti ad individuare chi è stato, ma trattandosi di un ragazzo che oggi ha 21 anni che mi ha inviato una lettera di scuse ed è venuto a trovarmi a casa, non me la sono sentita, nè di chiedere risarcimenti né di rovinargli il futuro. Ho pertanto ritirata la denuncia, l'ho perdonato senza chiedere nulla in cambio, proprio per un moto di coscienza nei suoi confronti, anche se non se non lo sarebbe meritato. Ho pensato alle conseguenze e ho reagito così- continua Ronchetti- . Qualsiasi altra persona magari avrebbe potuto procedere ulteriormente, ma trattandosi di un giovane, mi sono detto che non avrei voluto portare sulla coscienza o quando non ci sarò più, lasciare il ricordo di aver fatto del male Nella mia vita ho sempre ricercato il bene degli altri anche se in questo caso specifico, non posso dire di non esser rimasto molto turbato nel vedere quelle locandine dei giornali che riportavano del mio arresto, perché poi le persone si fermano a vedere la prima notizia e tante non sanno neanche cosa voglia dire “fake news”. Tutto questo mi è dispiaciuto tantissimo però, dopo 3 anni, la rabbia è passata. Mi fa piacere che la Polizia Postale sia riuscita a individuare chi fosse, anche se avrei potuto facilmente immaginarlo. Proprio per non danneggiarlo - conclude l'ex sindaco- ho ritirato la denuncia e non ho chiesto nulla in cambio. C'è l'accordo che non farò il suo nome e, ricevuta la lettera di scuse ho detto a questo giovane di non mettersi più in questi brutti pasticci perché di Venanzo in giro non se ne trovano tanti.
Spero che tutto questo gli serva da lezione e che alla fine si trasformi in qualcosa che gli possa arrecare del bene”.
C.C.
Sotto, il biglietto di scuse
“Non è vero niente. Mai lontanamente passato per la testa di candidarmi”. Così l’ex sindaco di Serravalle del Chienti Venanzo Ronchetti smentisce in poche battute le voci che l’avrebbero voluto in corsa alla prossima tornata elettorale. “Penso che sia più che sufficiente l’esperienza fatta per 12 anni da sindaco e 10 da vicesindaco”. Quanto a Rinaldo Rocchi, ex sindaco di Serravalle del Chienti dal 2004 al 2009, altro nome dato tra i papabili alle urne, Ronchetti afferma che l’ipotesi è del tutto infondata: “ Fare il sindaco è troppo impegnativo – afferma- C’è da combattere con una burocrazia che non finisce mai e credo che la decisione di candidarsi sia da prendere con avvedutezza. Specie nei comuni montani, non c’è più una lira in cassa; Serravalle tra un anno e mezzo non avrà più neanche i soldi per pagare i propri dipendenti per cui uno deve ragionare anche con la propria testa che non c’è tutta questa smania di scendere in campo. Dovesse accettare di ricandidarsi Gabriele Santamarianova che io naturalmente sosterrei come è avvenuto la prima volta , credo sarà unicamente per spirito di sacrificio. La vedo difficile oggi governare un comune come Serravalle del Chienti; fino a ieri poteva godere di finanziamenti e trasferimenti dallo stato, oggi invece si deve gestire solo con i propri mezzi. Se posso dire la mia, dunque penso che ci sia poco da invidiare chi andrà questa volta o in futuro ad amministrare un comune come Serravalle”.
C.C