Inaugurata questa mattina a Camerino nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, in via Le Mosse la mostra “Rinascimento marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma” a cura di Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, frutto della convenzione siglata da ANCI Marche e Pio Sodalizio dei Piceni nel 2017, che si sono impegnati in un importante lavoro di recupero delle opere d’arte danneggiate; con il contributo della Regione Marche.
Nel complesso di tutta l'operazione, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, sono state individuate per il recupero e il restauro un nucleo di opere marchigiane di proprietà di 17 differenti Enti pubblici ed ecclesiastici delle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. 
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In esposizione sono 20 opere provenienti da tutte le Marche: da Arquata del Tronto a Fiordimonte, da Ascoli Piceno a Mogliano, i cui restauri sono stati importanti anche per approfondimenti di tipo scientifico. Di grande rilevanza storico-artistica, le sculture e i dipinti di autori di indubbia fama che nelle Marche sono nati o che vi hanno soggiornato e che hanno contribuito a modificare la geografia della Storia dell’Arte. Gli interventi di restauro sono stati tutti eseguiti da tecnici  marchigiani, in collaborazione con l’Università di Camerino e l’Università di Urbino e la direzione scientifica della Soprintendenza che, con innovative analisi diagnostiche hanno valutato lo stato di conservazione di ciascuna opera. Interventi che hanno consentito non solo di porre rimedio ai danni subiti dalle opere, ma hanno permesso di effettuare nuove attribuzioni e acquisire nuove conoscenze relative alla tecnica pittorica ed ai materiali usati dagli artisti, accrescendo le conoscenze che si avevano su questo patrimonio e aprendo la strada a nuovi studi.

“Si tratta di un viaggio nella religiosità marchigiana attraverso un affascinante percorso stilistico e iconografico, ma mi preme sottolineare come la volontà di questa mostra sia ancora più profonda: rendere fruibili in maniera permanente le opere restaurate - spiega Pierluigi Moriconi della Soprintendenza dei Beni Architettonici delle Marche e curatore dell’esposizione. Con questa esposizione, quarta tappa di “Rinascimento marchigiano” che abbiamo fortemente voluto noi della Sovrintendenza, riconsegniamo le opere restaurate, a distanza di cinque anni dal sisma ai Comuni e agli enti ecclesiastici, ridando loro la collocazione originaria per quanto possibile”.
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A portare colore nella splendida giornata di sole sono stati i bambini dell’Istituto comprensivo Ugo Betti di Camerino i quali, dopo il taglio del nastro, hanno vestito i panni delle “guide” illustrando e raccontando un’opera ciascuno. Un gesto simbolico pensato proprio per dare il giusto spazio a coloro che, dal sisma alla pandemia, negli anni hanno dovuto affrontare tante difficoltà.
 “L’arte è ancora protagonista nella nostra città perché, come abbiamo sempre sostenuto, accanto alla ricostruzione fisica va incentivata quella sociale e, indubbiamente, proposte culturali di questo tipo sono un incentivo a vivere i nostri territori e a visitarli – ha detto il sindaco Sandro Sborgia – Ringrazio la Sovrintendenza, l’Anci, la Regione e tutti coloro che vi hanno lavorato. Mi piace che siano proprio i bambini a illustrare le opere che sono esposte perché sono il futuro e sono i primi a dover raccontare e conoscere i tesori che tutti custodiamo e amiamo”.

Al taglio del nastro con il sindaco Sandro Sborgia, sono intervenuti il parroco Don Marco Gentilucci, il curatore Pierluigi Moriconi, l'assessore alla cultura Giovanna Sartori, la consigliera regionale Anna Menghi, la rappresentante della direzione generale del Ministero della Cultura (MIC) Paola Camera,  il segretario generale di Anci Marche Marcello Bedeschi,il rettore di UnicamClaudio Pettinari. Tra i presenti all' intera cerimonia,  la deputata 5 Stelle on. Mirella Emiliozzie i consiglieri regionali della Lega Marche Renzo MarinelliTullio Patassini.

L'esposizione resterà aperta fino al 9 gennaio 2022, dal venerdì alla domenica e festivi dalle 10 alle 13; dalle 15 alle 18.

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“Salvalarte” ha fatto tappa anche a Camerino. Da Torre del Parco, si è scelto di raccontare il trasferimento dell’archivio storico della Biblioteca Valentiniana.
Un racconto dell'esperienza che i vari attori hanno vissuto e allo stesso tempo una visita dellla sede temporanea dell'archivio storico della Biblioteca Valentiniana. Una “ricognizione” per verificare lo stato dei lavori, con gli interventi del sindaco di Camerino Sandro Sborgia, del responsabile del trasferimento Francesco Aquili, del responsabile dei volontari di protezione civile della regione Marche, Mauro Perugini e del direttore di Legambiente Marche Marco Ciarulli. Con loro anche il direttore onorario della Biblioteca Valentiniana Pier Luigi Falaschi.


Tra le più importanti per tipologia e longevità delle Marche, la Valentiniana conta 150mila volumi antichi e incunaboli, dal Medioevo sino ad Ottocento inoltrato, ed è stata ospitata dal 1810 al 1997 dal palazzo Ducale del Comune di Camerino. A causa del sisma del 2016 è stato necessario spostare il tutto in una sede sicura, operazione riuscita grazie alla collaborazione tra il Comune di Camerino, la protezione civile, i volontari e Legambiente Marche, che ha coordinato la formazione dei volontari. 

“Una visita al luogo dove dove sono in corso i lavori di trasferimento della nostra Bibilioteca Valentiniana - ha detto il sindaco di Camerino Sandro Sborgia -. Abbiamo potuto toccare con mano il lavoro che tanti volontari di Legambiente e Protezione Civile hanno portato avanti per salvare un patrimonio davvero importante per la nostra città. Intanto proseguono i lavori al San Sebastiano: questo ci consentirà di poter riaprire una piccola parte della biblioteca, mentre le sezioni più importanti torneranno nel centro storico una volta terminati i lavori”.

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"Che tipo di ricostruzione vogliamo fare? Dove vogliamo andare? Vogliamo fare solo una ricostruzione strutturale, o vogliamo ricostruire il terrritorio nella sua interezza?" Questi gli interrogativi che hanno introdotto l'intervento di Mons. Francesco Massara a conclusione del convegno nazionale Anci di ieri a Camerino, occasione di un bilancio tra i 130 sindaci del cratere sulle cose che funzionano e sugli ostacoli che ancora si frappongono alla partenza spedita della ricostruzione.

"Non basta ricostruire solo le case - è tornato a ripetere l'Arcivescovo Massara -. Se la ricostruzione strutturale non viene accompagnata da un sostegno alle attività produttive e da una ricostruzione del tessuto sociale rischiamo di vederne il fallimento. Avremo solo case e chiese vuote che nessuno vivrà. E questi aspetti debbono pertanto essere portati avanti insieme - ha sollecitato -, altrimenti rischiamo di curare un unico aspetto della ricostruzione e questo territorio intanto rischia di morire. La verità è che ogni giorno la nostra gente non ne può più. Non ne può più di aspettare. Il Commissario Legnini ci ha dato sicuramente gli strumenti per poter vedere finalmente la ricostruzione ma io - ha evidenziato Massara - credo che sia già ingolfata in partenza. Il Commissario più di fornirci tutte le ordinanze che vogliamo, altro non può fare, ma poi ci ritroviamo a fare i conti con i progettisti che non fanno i progetti, la Sovrintendenza che non ci dà le risposte, l'USR sommerso di pratiche, le ditte che non si trovano, il caro prezzi dei materiali e le macerie che non si sa dove portare. Ed è così che tutta una serie di problematiche e tutte le ordinanze che il Commissario ha fatto finiscono nel collo di un imbuto". 

Parole realistiche quelle del presule, quotidianamente a contatto con i tanti Comuni dell'arcidiocesi e con una moltitudine di persone alle prese con una situazione di sofferenza che si protrae purtoppo da 5 anni. Da qui la proposta di una cabina di regia che coordini il tutto, perchè "procedere per risoluzione di problemi di settore, non approderebbe ai risultati sperati. Risolveremmo altrimenti un solo problema, ingolfandoci su tutto il resto e non riuscendo a dare quelle risposte che ognuno di noi deve dare, perchè la storia la facciamo noi tutti insieme".

Incisiva la chiusura, nel puntualizzare che "la prima ricostruzione è quella sociale - ha detto Massara -. I dati assolutamente negativi di 24 suicidi in 4 anni e dell'aumento esponenziale nel consumo di farmaci ansiolitici parlano da soli. Ognuno di noi è responsabile anche del nostro futuro. Questo non è un territorio spettrale ma i nostri ragazzi hanno necessità di vedere riconosciuto il diritto ad avere una prospettiva in queste zone. Ai sindaci, che ringrazio per il loro lavoro prezioso, insieme alle infrastrutture e ai servizi, chiedo di fare dei centri di aggregazione perchè i nostri ragazzi hanno bisogno di punti d'incontro. La ricostruzione la facciamo ricostruendo la persona".

Carla Campetella
"La proroga del 110 per cento è una priorità. Lo è in generale, ma per le aree colpite dal sisma è una priorità assoluta". Lo ha detto il Commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini intervenuto questa mattina a Camerino al convegno nazionale "Il sisma  2016 del Centro Italia, cinque anni dopo", organizzato dalle Anci regionali di Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria in collaborazione con l'Anci nazionale.
"Pochi mesi fa siamo riusciti a mettere a regime il 110 per cento con la Ricostruzione,- ha affermato Legnini- adesso l'idea che questo strumento venga meno in pochi altri mesi, non è sostenibile. Quindi occorre rifinanziare il 110 per cento, prorogarne la durata e fare in modo che per le ricostruzioni del Centro Italia e degli altri centri colpiti dal sisma, il periodo di bonus 110 per cento si superiore a quello degli altri territori. È questa infatti l'occasione per mettere in sicurezza il patrimonio edilizio. Nel mentre noi ricostruiamo dobbiamo fare prevenzione; dobbiamo far sì che gli edifici che stiamo ricostruendo siano più sicuri e più sostenibili. Questo deve essere il nostro obiettivo e quello strumento formidabile del 110 per cento aiuta a fare questo".
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Occasione di confronto tra gli attori istituzionali e i soggetti del territorio sulla ripresa e la ripartenza dei Comuni colpiti dal sisma, l'incontro ha riunito in sala tanti sindaci, alcuni dei quali hanno portato la loro testimonianza diretta, tracciando delle loro esperienze dall'emergenza alla prima ricostruzione e soffermandosi sulle criticità nuove che richiedono soluzione. Tra questi i primi cittadini di Norcia Nicola Alemanno, di Amatrice Giorgio Cortellesi, di Visso Gian Luigi Spiganti Maurizi e di Colledara Manuele Tiberi.

Nel fare un quadro dei dati in evidenza a 5 anni di distanza, il Commissario Legnini ha poi rilevato che "con le risorse stanziate che ci sono, sulla ricostruzione privata possiamo andare avanti fino alla prossima primavera dopodichè occorrerà il rifinanziamento della ricostruzione privata. Avanzamenti importanti riguardano anche la ricostruzione pubblica, anche se non con la stessa velocità di quella privata. 
Le prenotazioni di contributo che hanno avuto un successo notevole e i cui termini sono stati riaperti fino al 15 dicembre - ha spiegato -  ci dicono infatti  che per ricostruire il patrimonio edilizio abitativo privato del Centro Italia nelle 4 Regioni occorrono circa 20 miliardi di euro. Come noto le risorse stanziate sono di 6 miliardi per cui occorre il rifinanziamento della ricostruzione privata. Lo stato generale della ricostruzione, i cui dati verranno aggiornati nel corso della prossima ricorrenza del 30 ottobre, si registra una fortissima crescita nel primo semestre, una minore crescita in questo trimestre e si comincia ad avvertire il problema della saturazione del mercato edilizio, della scarsità di manodopera e dei materiali e tutto questo, costituisce oggi la diìfficoltà  principale della ricostruzione. Una questione che dunque richiede in via generale che la ricostruzione sia affidabile e attrattiva dal punto di vista della continuità e della capacità di sviluppo. Ripeto oggi, quanto già dissi lo scorso 24 agosto alle imprese e ai progettisti: fidatevi di questo processo della ricostruzione, cerchiamo e cercate di darvi continuità perchè è un processo che adesso si è avviato e non possiamo arrestarlo". I lavori sono stati introdotti dalla presidente di Anci Marche e sindaca di Ancona Valeria Mancinelli, sottolineando che  il ruolo dei Comuni e dell'Anci è stato finora fondamentale e continuerà ad esserlo con l'obiettivo di ottimizzare le ingenti risorse economiche destinate alla ricostruzione. "Ricostruzione che, rispetto agli anni passati  oggi registra un dato di novità - ha dichiarato-. Gli ultimi 18 mesi ci dimostrano infatti che la ricostruzione è partita in modo robusto con cantieri aperti, con contributi erogati e con lavori iniziati. Ora questa ripartenza deve essere consolidata - ha aggiunto -. Prima infatti si sono messe a posto le norme e le procedure pper la ricostruzione, e, qui c'è stato un lavoro davvero grandioso fatto dal Commissario Legnini e dalla struttura commissariale  al quale va tutto il nostro ringraziamento e apprezzamento. Ora le risorse ci sono, le norme e le procedure nel loro insieme sono state adeguate. Adesso il problema è che c'è un eccesso di risorse sul campo e si fa fatica a trovare progettisti e imprese per mandare avanti i lavori. Dunque è chiaro che qualche ulteriore provvedimento dovrà essere preso per evitare l'effetto congestione".
Legate a dinamiche di mercato, le maggiori criticità dell'ultimo periodo, evidenziata dallo stesso Commissario Legnini: "Il problema che abbiamo di fronte è che, con il 110 per cento e  con la scarsità dei materiali, si rischia un rallentamento e questo non ce lo possiamo permettere".
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L'incontro ha rappresentato l'occasione per fare un punto con i sindaci e per il Capo Dipartimento per la protezione Civile Fabrizio Curcio anche un bilancio sulla prima parte della gestione emergenziale "per capire le cose che sono andate bene e quello che possiamo fare meglio sotto il profilo della prevenzione - ha detto-; poi c'è tutto il tema della ricostruzione: le attività che sta facendo il Commissario e quello che è stato definito, secondo me in maniera importante, come il cambio di passo della ricostruzione in una omogeneizzazione delle norme e delle procedure che tengono finalmente conto delle necessità di semplificare ma anche della diversità del territorio. Questo terremoto infatti e, soprattutto nelle Marche, ha investito delle realtà locali molto diverse tra di loro, qundi la necessità di trovare risposte alleesigenze diverse del territorio".     

L'importanza della filiera istituzionale per la ripresa dei territori è stata approfondita nella prima sessione dell'evento,  mettendo a confronto le esperienze e i contrìibuti dei presidenti e rappresentanti delle 4 regioni e i rispettivi vertici Anci. 
"La ricostruzione è una forza della filiera istituzionale - ha commentato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli - ma la sfida è anche saper affrontare le questioni e le problematiche che sono ancora irrisolte. Si tratta di questioni che attengono a punti nevralgici come il superbonus 110 % e la proroga per l'area del cratere sismico, così come la gestione delle macerie e il caro prezzi delle materie prime. Questioni e problematiche che rendono dunque la ricostruzione poco praticabile nella realtà. Dopo un primo impulso dato con l'ordinanza 100 e con tutte le altre i che hanno contribuito  a dare un riassetto burocratico -ha sottolineato Acquaroli-  oggi c'è da dare un'ultima spinta per portare la ricostruzione materiale nel cratere, così da essere da traino e da speranza anche per i tantissimi che ancora non si sono adoperati per fare domanda per la ricostruzione e attivare le procedure necessarie".
Toccante il video reportage realizzato dall'Anci, raccogliendo voci e testimonianze dirette sulle realtà locali delle 4 regioni colpite dal sisma. Un esempio d'amore e d'attaccamento straordinario al territorio la testimonianza portata in sala da Federico Maccari dirigente dell'impresa Entroterra Spa - La Pasta di Camerino
Durante l'evento l'associazione dei Comuni  Anci ha presentato le proprie richieste al Governo: creare subito un tavolo di lavoro congiunto tra Anci, la struttura commissariale ed il Dipartimento 'Casa Italia' presso la Presidenza del Consiglio dei ministri per individuare infrastrutture strategiche e investimenti necessari per le aree del sisma 2016, e sfruttare al meglio tutte le risorse legate al Pnrr.
Prorogare, almeno fino al 31 dicembre 2024, la durata dello stato di emergenza e della gestione commissariale, così da consentire la programmazione dei complessi, e ancora numerosi interventi da realizzare sui territori.
All'Esecutivo, Anci chiede l'impegno per dare continuità alla ricostruzione pubblica e privata nei Comuni colpiti dal sisma 2016


A Camerino, l’incantevole Rocca Varano si appresta a vivere gli antichi fasti di un tempo. L'antica fortezza, costruita su uno sperone roccioso a poca distanza dal centro abitato della città. sarà infatti al centro delle Giornate del Fai d’Autunno in programma domani, sabato 16 ottobre, e, domenica 17. Sarà una passeggiata tra cultura e leggende a coinvolgere i visitatori che sul loro percorso troveranno anche una serie di sorprese: musica, armature, combattimenti e balli dell'epoca medievale. Un’occasione unica per visitare uno dei luoghi più suggestivi delle Marche; eretta nel XIII secolo come residenza fortificata della nobile famiglia dei Da Varano, la Rocca nel XIV secolo fu trasformata in fortezza difensiva. Per la futura signoria la Rocca costituiva una vera e propria fonte di guadagno, grazie ai pedaggi imposti alle genti che percorrevano la strada sottostante che collegava Roma all'Adriatico. Nel periodo successivo alla fine del ducato di Camerino, la fortezza si salvò dal degrado perché trasformata in casa colonica. Altre sorprese riserva comunque il ricco fine settimana: in viale Giacomo Leopardi tornerà domani anche  la Fiera di Santa Camilla che si svolgerà dalle ore 8 alle ore 14.   Le tante bancarelle che allestiranno le loro merci fino a piazza San Venanzio, sostituiranno pertanto l’abituale mercato che si svolge ogni sabato nel quartiere Vallicelle, che riprenderà regolarmente la prossima settimana.
Un ricco programma per una bella passeggiata autunnale che, tra l'altro, offrirà l'opportunità di poter godere anche dell’arte. Per tutto il fine settimana infatti è prevista l'apertura straordinaria dell’edificio Venanzina Pennesi sede temporanea dei Musei di Camerino. 

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La giunta comunale di Camerino ha deliberato l'approvazione del progetto esecutivo per il ripristino del Rotary Palace danneggiato dal sisma del 2016. Un passo in avanti anche  verso la realizzazione del nuovo laboratorio tecnologico dii ricerca "Marlic" dell'Università di Camerino che sorgerà proprio nella struttura di proprietà comunale di via Madonna delle Carceri, resa inagibile dal terremoto e per lunghi anni, sede temporanea della Biblioteca Valentiniana. Gli spazi delll'edificio, grazie al lavoro svolto in prima persona dal responsabile comunale del settore Servizi Sociali Francesco Aquili col contributo di tanti volontari di protezione civile, sono stati progressivamente svuotati del prezioso contenuto di volumi che ora sono adeguatamente sistemati in altra struttura.
Con apposita delibera del febbraio 2020, l'amministrazione comunale di Camerino aveva deciso di mettere a disposizione dell'Universià gli spazi del Rotary Palace per consentire all'ateneo di realizzarvi i laboratori Marlic "Marche Applied Research Laboratory for Innovation Composite" che godono del finanziamento di 796mila euro del Por Fesr 2014-2020. 

"Abbiamo approvato il progetto esecutivo per la ristrutturazione dell'ediificio Rotary palace- spiega il sindaco Sandro Sborgia- di modo che la struttura possa esseere utilizzata per l'utilità di questo importante percorso che Unicam ha deciso di mettere in piedi. Laboratori che verranno dunque utilizzati da numerose aziende che si servirannop di quella struttura per approfondire la ricerca e lo studio sui materiali. È questa una delle tante dimostrazioni della collaborazione alla quale sono chiamate le istituzioni nell'interesse e per il bene della città e dell'intero territorio- continua Sborgia-. Mettere a disposizione quella struttura, per il Comune ha significato venire incontro alle esigenze dell'università, così come l'ateneo è stato ed è sensibile alle esigenze dell'amministrazione comunale. Un rapporto la cui ottica è dunque quella di fare in modo che i reciproci interessi coincidano e che si realizzi l'obiettivo comune di rendere questi luoghi sempre più attrattivi anche per attività di tipo imprenditoriale  quali quelle che vi si potranno svolgere". 

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Camerino si prepara al ritorno delle Giornate del Fai d’autunno, una bella conferma voluta per rendere accessibili i tesori della città nel fine settimana (sabato 16 e domenica 17 ottobre) dopo lo stop causato lo scorso anno dalla pandemia.
Un weekend unico e irrepetibile in cui potersi immergere a pieno alla riscoperta di luoghi incantati e dei tesori del suo territorio tra storia e di antiche leggende. Protagonista delle Giornate del Fai di quest’anno sarà Rocca Varano, in un viaggio tra cultura e leggenda di una rocca inattaccabile. È un vero tuffo nella storia quello che si svolgerà in uno dei castelli più affascinanti della Regione,e tra i “Luoghi del cuore” Fai più votati nelle Marche lo scorso anno. L'evento è reso possibile anche grazie alla collaborazione col Comune di Camerino, il comitato Rocca Varano, Archeoclub d'Italia - Sede Marca di Camerino.
Un’apertura che permetterà non solo di conoscere curiosità in merito a questo splendido tesoro, ma anche di scoprire il podcast del Fondo Ambiente italiano, i mestieri dell'epoca, gli usi e i costumi camerti del XII e XIII secolo. Ci sarà un focus sulla zona verde che circonda la costruzione, con la partecipazioni della Pro Loco di Camerino della Militia Bartholomei, delle Soavi Allegrezze dei Da Varano che intratterranno i visitatori con le danze, le musiche e gli stili di combattimento tutte frutto di ricerche su documentazione dell'epoca.
Le Giornate del Fai sono anche un’occasione per rinnovare la grande collaborazione tra Comune di Camerino e Contram: una navetta infatti accompagnerà nel viaggio e provvederà agli spostamenti.

“Il mio ringraziamento va a tutte le associazioni che si sono adoperati per queste giornate – commenta l’assessore alla cultura Giovanna Sartori – è davvero un gioco di squadra alla riscoperta di uno dei nostri luoghi del cuore, simbolo della storia di cui Camerino è stata protagonista. Siamo contenti di riproporre le Giornate del Fai dal momento che quest’ultimo si impegna ogni giorno per proteggere la bellezza del Paese e per raccontarla, proposito che abbiamo sposato a pieno già due anni fa quando le abbiamo proposte per la prima volta”.

La Rocca Varano fu eretta all'inizio del XII secolo sullo sperone roccioso a picco fra le valli del Chienti e del suo affluente, il torrente San Luca, a sud di Camerino. Fu tra le fortificazioni più importanti dei signori di Camerino. Dopo la fine del ducato fu trasformata in casa colonica, restaurata dal comune di Camerino è oggi utilizzata come centro di convegni, mostre e spettacoli. Merita di salirvi anche per lo splendido panorama sul paesaggio circostante. Visitabile solo all'esterno Originariamente fu la residenza fortificata dei Da Varano e, antecedentemente al periodo comunale, rappresentò la fortuna degli stessi feudatari che imponevano pedaggi a chi attraversava l'Appennino da Roma all'Adriatico e viceversa. Dal 1997 Rocca Varano viene gestita dall'Associazione “Arti e Mestieri” che ogni anno ne cura l'apertura al pubblico come Centro espositivo permanente dell'artigianato artistico.

Per informazioni e prenotazioni: https://www.fondoambiente.it/luoghi/rocca-varano-16828?gfa
Camerino perde una delle colonne del commercio cittadino. All’età di 83 anni se n’è andato Angelo Rivelli storico commerciante del centro cittadino, il più anziano di tutta la categoria ripartita con le attività dal Sottocorte Village. Si è spento questo pomeriggio nella sua abitazione, dove viveva con la moglie Francia. Fino all'ultimo anno, in cui acciacchi e malanni dell’età hanno cominciato a farsi sentire minando il suo stato di salute, Angiolino, così tutti lo hanno sempre chiamato, con la sua attività di piccoli elettrodomestici ha resistito all’avanzata della grande distribuzione,, dimostrandosi costantemente aggiornato e pronto alle innovazioni del settore, a dispetto dell'età che avanzava. Caratterizzata da grande spirito di sacrificio e iniziata da giovanissimo, la storia nel commercio di Angiolino, a partire dalla notte del 26 ottobre 2016 si è trovata a fare i conti con una serie di difficoltà e peripezie, affrontate con esemplare coraggio e determinazione mano nella mano con la sua amatissima sposa. Con la scossa delle 21 e 18, il tetto della loro casa in piazza Filippo Marchetti è parzialmente crollato e per uscire di casa, hanno dovuto liberare oltre un metro di macerie con il solo aiuto delle mani.
Alloggiati per tre settimane nel palazzetto sportivo a Le Calvie, si sono poi spostati a Porto sant’Elpidio nell’appartamento messo a disposizione da un amico. Trasferiti i materiali del negozio sotto il tendone del City Park, Angiolino e Francia  hanno fatto la spola ogni giorno dal mare per continuare a portare avanti il loro lavoro.

“Quando eravamo un po’ sofferenti per le condizioni avverse e faticose del tendone - ricorda una collega commerciante - pensavamo a lui che non rinunciava al rito di aprire il suo negozio nonostante tutto e, capivamo di dover seguire il suo esempio di ‘resilienza’, quella parola che per molto tempo ci hanno cucito addosso. Ora capisco che non era resilienza. Era amore. Amore per il proprio lavoro, amore per la propria città. Un po’ come lo è stato e lo è ancora per quasi tutti noi”.
La sua perdita, impoverisce la città di una figura d’uomo buono e mite, la cui genuinità d’animo e il cui costante darsi da fare si sono rivolti alla comunità con atteggiamento generoso e sempre disponibile. Un uomo che ha sempre compreso la serietà del suo mestiere e che, con la sua delicata gentilezza, è stato tra i primi a costruire quella rete indissolubile che ha contribuito a far vivere l’economia e, soprattutto, la socialità del centro storico della città.
I funerali si svolgeranno questo  giovedì 30 settembre alle ore 15.00 nella chiesa di Comunità di San Paolo a Camerino 

c.c.
La diocesi di Camerino-San Severino in festa per l’ammissione agli ordini sacri del diaconato e presbiteriato di quattro giovani.

Francesco Marcatili, di San Severino, Marco Capri di Pian di Pieca (entrambi per l’arcidiocesi di Camerino-San Severino), e Fredy Joel Lara Ramirez ed Eduardo Rony Caal Xol, provenienti da Guatemala e Ecuador (per l’arcidiocesi di Fabriano-Matelica), hanno detto il loro “sì” a Dio domenica nella cattedrale di San Venanzio.

Si tratta di un rito molto importante nel cammino vocazionale di un uomo con il quale il suo desiderio di avviare un percorso verso la vita consacrata viene formalmente accolto dalla comunità.

Gaia Gennaretti


Di seguito la gallery fotografica:

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Il mancato smaltimento delle macerie, il cumulo dei progetti, la difficoltà di reperimento di manodopera e di alloggi per le maestranze. Sono queste le problematiche legate alla ricostruzione che l’Arcivescovo Francesco Massara ha presentato all’incontro con Confindustria, ANCE Marche, il Commissario Straordinario Giovanni Legnini e i vertici regionali. L’impegno è quello di costituire quanto prima una cabina di regia per affrontare in sinergia le problematiche economiche e sociali legate al post sisma 2016.

“Sono questioni che non possono essere affrontate singolarmente – afferma l’Arcivescovo –. I problemi delle imprese, il caro prezzi sui materiali edili, lo smaltimento delle macerie: solo una cabina di regia dedicata può attivare i giusti collegamenti e creare un coordinamento tra le diverse istituzioni e i soggetti che si occupano della ricostruzione. Bisogna essere consapevoli che già in questo momento i lavori sono fortemente rallentati: andando avanti di questo passo vedremo soltanto piccoli cantieri, non la vera ricostruzione di cui abbiamo bisogno. Le posizioni dei presenti – continua Massara – sono state unanimi. Ora bisogna individuare al più presto le professionalità che comporranno questa cabina: è necessario, altrimenti i diversi ambiti del problema continueranno a essere affrontati settorialmente, senza visione di insieme”.

La chiusura dell’Arcivescovo Massara è sui risvolti sociali della ricostruzione: “La gente è sfinita da cinque anni di difficoltà. Non si può prescindere da una netta accelerazione della ricostruzione: ne va del futuro dell’entroterra”.

l.c.

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