“Sull’incenerimento il Movimento 5 Stelle si è fatto autogol. Impugnare la legge regionale non è un atto dovuto ma solo una volontà politica”.

La pensa così Sandro Bisonni, consigliere regionale del gruppo misto e promotore della legge regionale approvata all’unanimità che vieta l’incenerimento di rifiuti in qualsiasi forma (ad eccezione del biometano) e la realizzazione di inceneritori nelle Marche. Questo è avvenuto a giugno ma di recente il Ministero dell’Ambiente ha diffidato la Regione a rinunciare a tale divieto perché in contrasto con lo Sblocca Italia del governo Renzi. Se ciò non dovesse accadere, il Ministero impugnerebbe la legge regionale perché incostituzionale.

Va precisato che il ministro Costa si è detto contrario a tale normativa nazionale e ha espresso l’intenzione di abrogarla. Nel frattempo però, sempre secondo Costa, l’impugnazione sarebbe un atto dovuto fintanto che lo Sblocca Italia sia ancora in vigore: “Come a dire - commenta Bisonni - che sono costretti. Peccato però che le cose non stiano esattamente così, infatti l'articolo 127 della Costituzione italiana testualmente recita: ‘Il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione’. Insomma l'atto non è dovuto ma semplicemente rientra tra le possibilità del Governo”. I 5 Stelle però, nel diffondere il comunicato del Ministro, hanno ricevuto la risposta del loro costituzionalista di fiducia e di riferimento, Enzo Di Salvatore. Costui, con onestà intellettuale ha sentenziato: “Comunque non è un atto dovuto. Il Consiglio dei Ministri può deliberare di impugnare, se vuole”.

“Appunto - incalza Bisonni - se vuole e se lo ritiene come la Costituzione dice. È pertanto palese a tutti che l'atto del Ministero è una scelta politica non un obbligo. Una scelta immotivata se fosse vero che il Movimento vuole abrogare lo Sblocca Italia; si ricordi inoltre che questa legge nazionale è oggi oggetto della giustizia europea a seguito di un ricorso al Tar del Lazio vinto da alcune associazioni ambientaliste. È chiaro che, al di là della propaganda, qui qualcosa non torna - conclude - e sopratutto si prenda atto che il Governo M5s-Lega non ‘deve’ ma ‘vuole’ impugnare la nostra legge imponendo alle Marche di rinunciare al divieto di combustione a favore dell’inceneritore, con buona pace di tutti...o quasi”.
Gaia Gennaretti 

Una battaglia lunga dieci anni quella che ha condotto ieri il consiglio regionale a dire no alla combustione dei rifiuti (e di tutti i loro sottoprodotti, compreso il Css, il combustibile derivante dal trattamento dei rifiuti indifferenziati) nelle Marche. È stata infatti approvata una proposta di legge promossa dal consigliere Sandro Bisonni contro quella che lui stesso definisce “una pratica inquinante e assurda sotto molteplici punti di vista”. I ringraziamenti all’Aula ed a quanti hanno sostenuto il suo percorso. 

D’ora in avanti, in sostanza, agli ambiti territoriali di ciascuna provincia sarà negata la possibilità di gestire i loro rifiuti tramite incenerimento e tutti i piani d’ambito dovranno adeguarsi a questa novità. 

La legge non riguarda il biometano, pratica che riguarda i rifiuti organici. 

Fortissima la soddisfazione del consigliere promotore di questa che è una vera e propria svolta: “A stento riesco a trattenere l'emozione per questo risultato epocale che rappresenta per me, e per molti che mi sono stati vicini. È il traguardo di una vita. Ho dedicato gli ultimi 10 anni - precisa - a combattere la combustione dei rifiuti e oggi finalmente vedo realizzarsi quello che sembrava essere solo un sogno. Insieme a tante persone che mi sono state vicine abbiamo vinto tutte le battaglie ed infine, oggi, anche la guerra contro questa pratica inquinante, oltre che assurda sotto molteplici punti di vista”.

In aula Bisonni ha voluto ringraziare tutti quanti, insieme a lui, si sono impegnati per scongiurare lo scenario dell’incenerimento, a partire da tutti i colleghi che hanno approvato la legge, fino ai tanti di Tolentino, Castelraimondo, Matelica, San Severino e Macerata che in questi anni hanno vissuto con lo spettro che nei loro territori si tornasse a bruciare. 

“Con questa legge – conclude Bisonni – le Marche voltano pagina e si candidano ad essere la terra delle armonie e della sostenibilità ambientale, dove vivere in modo green permetterà a noi e alle nuove generazioni di guardare al futuro con maggiore speranza e ottimismo. Un risultato storico per questa regione e per me, oltre che la risposta al mandato conferitomi dagli elettori, una grandissima soddisfazione personale che mi rende orgoglioso del risultato ottenuto.”
Gaia Gennaretti 

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