Crediamo che il compito dell'informazione, soprattutto in un momento come questo, sia anche e soprattutto quello di portare un servizio pubblico e di accorciare le distanze che l'emergenza sanitaria ha doverosamente fatto crescere. È per questo che di seguito pubblichiamo il commento al Vangelo che l'arcivescovo Francesco Massara ha tenuto questa mattina, nella basilica di San Venanzio, durante la funzione religiosa celebrata in diretta Facebook.

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Cari fratelli e sorelle,

Stiamo vivendo giorni di forte preoccupazione e crescente inquietudine, giorni in cui la fragilità umana e la vulnerabilità della presunta sicurezza nella tecnica sono insidiate a livello mondiale dal Coronavirus (COVID-19)[1] una pandemia che ci sta rubando il presente, ma che se non combattuta con sacrificio e senso di responsabilità, rischia di cancellare anche il nostro futuro.
Pertanto come pastore di questa chiesa particolare, oggi ho sentito il bisogno di incontrare se pur attraverso questo spazio digitale ciascuno di voi; per esprimervi tutta la mia prossimità e solidarietà attraverso questa liturgia Eucaristica, senza popolo, ma offerta per il popolo.
Questa santa Messa, memoriale del sacrificio di Cristo per la salvezza del mondo, è offerta come rendimento di grazie per il popolo che in questi giorni ed in queste ore soffre a causa del contagio del COVID-19, è celebrata per le vittime e le loro famiglie, nonché per tutti gli operatori sanitari, impegnati in prima linea, spendendo ogni energia nel curare le persone colpite e nel portare a queste sollievo.
In questa Quaresima, dove ci è chiesto di astenerci da ogni forma di contatto sociale, il Vangelo di oggi ci riporta il dialogo tra Gesù e la Samaritana al pozzo come uno degli incontri più belli e simbolici di sempre.

Come prima cosa mi ha subito colpito il fatto che non si tratta di un incontro casuale; infatti, il versetto precedente a quello iniziale del Vangelo che abbiamo ascoltato oggi, ci informa che   «Doveva perciò attraversare la Samaria» (Gv 4,4). Questo “bisogno” torna più volte nel Vangelo ed è quasi sempre in riferimento a Gesù che sente la necessità di incontrare i lontani per riportarli all’unica famiglia del Padre. Per questo l’incontro con la Samaritana – è paradigma dell’incontro con tutti quelli che vivono o si sentono lontani da Dio.

Oggi in questo brano è significato l’incontro con ciascuno di noi, che oppressi dalla paura per questo virus, viviamo come se ci sentissimo abbandonati da Dio e lontani da lui.
Ed eccolo qui Gesù; solo, affaticato dal viaggio e seduto, vicino al pozzo. Stanco e assetato. Non è così che siamo abituati a pensarlo, e non è così che ci piace pensarlo. Però l'evangelista ce lo presenta così. E non dobbiamo temere di pensarlo così; perché pur di incontrarci, Gesù è disposto a farsi povero e mendicante davanti a noi. Si fa maestro di dialogo, per insegarci che a volte per raggiungere il cuore di una persona, è necessario farsi vedere bisognoso.
L’incontro avviene in un luogo isolato, in uno spazio di solitudine in quel segreto del cuore dove Dio vede, in quell’abisso che ci portiamo dentro e che è richiamato dall’immagine del pozzo.

Oggi quel pozzo sono le nostre case, dove siamo isolati e Gesù per incontrarci non sceglie una cattedra, un pulpito, ma il muretto di un pozzo, le nostre mura domestiche, perché per Lui ogni luogo è occasione per essere raggiunti dal bisogno di Dio che dona se stesso per noi per la nostra necessità di sentirci accolti ed amati.
Per Gesù ogni luogo è appropriato per mettere in evidenza il suo inerme desiderio: ho sete! Sì, Gesù ha sete della salvezza di questa donna, ha sete della felicità di ciascuno di noi. Vuole dare risposta a quel desiderio di vita piena che ciascuno di noi si porta nel cuore, dentro quel cuore che a volte è proprio un abisso come un pozzo, dal quale non riusciamo più a tirar fuori l’acqua che dà vita.

In quel luogo, arriva la Samaritana, simbolo del mondo di oggi, che come lei non ha regole da seguire, ma desideri da soddisfare e opportunità da prendere e lasciare. E non ha convinzioni religiose assodate, se non il culto della propria immagine e il timore del giudizio altrui; Ecco perché, per andare a prendere l’acqua al pozzo, sfrutta un orario nel quale può sfuggire a occhi indiscreti. Sa che nessuno l’aspetta. Invece Gesù aspetta proprio lei. Aspetta ciascuno di noi.
Gesù che attende, sembra l'immagine della Chiesa di oggi. Di ogni comunità cristiana di oggi. Di ogni cristiano singolo. Tutti stanchi e poveri di potere e strumenti. Verrebbe da scoraggiarsi, o addirittura da lamentarsi come gli Ebrei a Massa e Meriba: "Il Signore è in mezzo a noi sì o no?" (Es 17,3-7).
Invece cosa fa Gesù? Appena gli si offre la possibilità di dare l'"acqua viva" alla donna, dimentica la stanchezza, la sete e la fame, e le offre ciò di cui ha realmente bisogno cioè essere voluta bene.

Niente scoraggiamento, perciò, e nessuna resa alla stanchezza. Niente paura in questo delicato momento di difficoltà e di smarrimento. E' proprio dalle difficoltà che devono nascere nuove energie. E se "il mondo" alza sempre nuovi ostacoli, la fede ha sempre nuova forza per superarli, perché questa forza non la si deve trovare chissà in quali pozzi profondi. Ci viene donata: è la grazia che ci è stata data nel battesimo per mezzo di Gesù Cristo. E in lui la speranza non delude.
In questi nostri giorni “senza” celebrazioni, senza liturgie, senza incontri, sentiamo inoltre, più che mai attuale la domanda della Samaritana: Dove andremo per adorare Dio? Sul monte o nel tempio? La risposta è diritta come un raggio di luce: non su un monte, non in un tempio, ma dentro. In spirito e verità.
Allora dentro le nostre case care famiglie ritroviamoci per meditare le letture della domenica, recitare il Padre nostro e una preghiera. Riprendiamo in mano il rosario e consegniamo la nostra fiducia in Maria, Madre vicina a tutti i suoi figli. Offriamo il dono di una parola buona, magari di una telefonata, di un atto di perdono, di segni concreti di carità e di servizio. Preghiamo per chi si prodiga per le cure, per la ricerca, per i servizi pubblici essenziali.
La sofferenza di questo momento per contenere la diffusione del Coronavirus sia accompagnato dall’impegno di ogni singolo fedele per il bene più grande: la riconquista della vita, la sconfitta della paura, il trionfo della speranza.

Concludo rivolgendo il mio pensiero a tutto il personale sanitario che sta operando sul territorio della nostra Diocesi ed in Italia. Esprimo a loro la nostra riconoscenza, la nostra stima e il nostro affetto. Voi, cari operatori sanitari, siete in trincea. I nostri malati sono prima di tutto nelle mani di Dio e poi nelle vostre. Cari fratelli e sorelle grazie perché con in dosso il camice della solidarietà vivete e ci indicate il senso del mistero della Pasqua come donazione e servizio.
In questi giorni, cosi faticosi, mi stringo idealmente vicino a chi è ammalato e solo; a chi non può lavorare, a chi deve inventare ogni giorno qualcosa di nuovo per stare insieme ai figli o ai nipoti rimasti a casa da scuola, a chi non vede prospettive per la propria attività economica. Mi avvicino a voi e vi dico, senza retorica, ma con tanta speranza coraggio il Signore è con noi!
A voi giovani chiedo di compiere scelte coraggiose, perché questo non è il tempo di mostrare il vostro impegno sociale e per il mondo solo attraverso slogan di passaggio e parole vuote, ma mettendo in campo con la vostra determinazione scelte ed azioni responsabili, insegnateci a tutelare il vostro futuro “amando non a parole, ma con i fatti e nella verità” (1Gv 3,18).
Lo so benissimo è un sacrificio enorme rinunciare a tante belle cose della vostra giovinezza, ma se anche la vita oggi ci chiede di astenerci dagli abbracci, non ci impedisce di moltiplicare il modo di pensarci e di farcelo sapere pur rimanendo a casa.
Usiamo allora questo tempo per riscoprire l’essenziale: cioè che la nostra vita è nelle mani di Dio e a servizio dei fratelli.
Vergine Maria, Madre della Speranza, sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta.

+ Francesco Massara
Arcivescovo

LINK alla pagina Facebook dove è possibile rivedere il video integrale della Messa
https://www.facebook.com/appenninocamerteradioc1/


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Basta un messaggio su Whatsapp per sentirsi di nuovo parte di quella comunità che l'isolmento di questi giorni aveva disgregato.
Questo lo ha capito bene don Giuseppe Scuppa, parroco di Belforte del Chienti, che questa mattina ha creato il gruppo dei suoi parrocchiani.
"Parrocchia di Belforte" è il nome della "nuova" comunità che ora può sentirsi riunita sotto l'immagine del polittico di Giovanni Boccati. Subito sono arrivati i ringraziamenti al sacerdote che nell'attuale periodo di emergenza sanitaria ha dimostrato di essere al passo coi tempi, adeguando la fede della sua parrocchia all'epoca del web.
Non è da meno il parroco di Caldarola, don Vincenzo Finocchio, che da martedì scorso ha creato una "stanza" così si chiama nel gergo dell'applicazione Jitsi, nominata "Parrocchia Caldarola". Attraverso questa applicazione, il sacerdote trasmette le funzioni religiose in video conferenza e, negli ultimi giorni, ha coinvolto anche i catechisti che si stanno preprando per inviare materiale alle famiglie dei bambini e dei ragazzi della prima Comunione e della santa Cresima. E non è detto che, in quella "stanza" multimediale, non creino presto dei veri e propri incontri di catechismo. "Questo pomeriggio alle 17 - dice don Vincenzo Finocchio - i fedeli si potranno collegare per partecipare alla santa messa celebrata nella strutture delle monache; alle 21.30 trasmetterò il rosario dalla mia SAE e domattina alle 9.30 un'altra funzione religiosa dalle monache".
Uno momento di riscatto per i social, quindi. Quegli spauracchi di cui fino a poco tempo fa emergeva solo il lato negativo.
Quando potevamo restare insieme la tecnologia ci isolava nella stessa stanza; oggi crea i legami che altrimenti non potrebbero esserci. Basterebbe solo ricordarsi di questo quando si potrà di nuovo tornare a stare insieme, senza schermi.

Giulia Sancricca
Oltre agli aiuti concreti che negli ultimi giorni stanno arrivando dalla Cina in Italia, ci sono i pensieri che scaldano il cuore e leniscono le ferite, soprattutto quelle più profonde dei terremotati che vivono l'emergenza nell'emergenza.
Balsamo per le ferite di Camerino è la lettera che Lu Yu ha scritto alla città ducale che lui stesso conosce bene grazie al periodo di studio che vi ha trascorso.
"Ho studiato all’Università di Camerino - scrive su Facebook - per un anno e durante quel periodo ho stretto una profonda amicizia con gli abitanti della città, avendo l’occasione di conoscere la gloriosa storia e la cultura italiana.

Mentre il Coronavirus infuria nel mondo, vi scrivo una lettera nella speranza che vi dia conforto ed incoraggiamento.

All’università di Camerino ho seguito i corsi di “Biodiversity Assessment and Forest Diversity Monitoring” e “Principles of Landscape Ecology” con i professori Canullo e Campetella.

Inoltre, ho studiato italiano per due mesi alla scuola della Società Dante Alighieri, grazie alla quale ho avuto la possibilità di visitare Firenze, Bologna, San Marino ed altri posti meravigliosi. Così, studiando la vostra lingua e visitando le vostre città, ho potuto imparare ancora più cose sulla cultura italiana.

Mentre vivevo a Camerino, ho stretto amicizia con molte persone, ad esempio Paolo, proprietario di una pizzeria, il signor Maurizio, gestore di un ristorante, e Cesare, il proprietario di casa.

Quando è arrivato il momento dei saluti, Paolo mi ha regalato un pezzo di pizza deliziosa, il signor Maurizio mi ha cucinato una bistecca buonissima, mentre Cesare e sua moglie mi hanno salutato a malincuore.

Non dimenticherò mai i giorni passati a Camerino - aggiunge - e non ci sono parole per esprimere quanto io sia grato ai suoi abitanti.

Ora sto studiando all’Università di Guangzhou per la laurea specialistica e, a causa dello studio intenso, non ho più molti contatti con gli amici di Camerino, ma sento sempre la loro mancanza, a maggior ragione ora che sono preoccupato per la loro salute".
Lu Yu coglie quindi l'occasione per parlare di questo mostro invisibili che prima ha colpito il suo Paese e ora sta mettendo in ginocchio il nostro: "Inizialmente io stesso non ho preso sul serio quello che stava succedendo, limitandomi ad indossare la mascherina, a rimanere a casa e ad evitare posti affollati, almeno fino al 23 gennaio, quando la città di Wuhan è stata isolata ed i numeri dei nuovi casi di Covid-19 e delle vittime sono cominciati ad aumentare.
 Il 10 marzo sono uscito finalmente di casa e la primavera è sbocciata, il momento più pericoloso è passato.

La Cina sta collaborando attivamente con gli altri paesi per condividere informazioni, strategie di prevenzione e di controllo dell’epidemia. Anche io sono in stretto contatto con i miei amici in Italia. Già a metà febbraio li ho avvisati di indossare la mascherina, di ridurre le feste e di prestare attenzione quotidianamente ai numeri di contagi e vittime. Oltre a preoccuparci della salute dei nostri amici, la cosa più importante è sconfiggere questa pandemia in modo che non sia più un pericolo per nessun paese e nessun popolo. Ne va della nostra vita, della sopravvivenza umana.

Quando la mia amica farmacista Renata mi ha detto che le forniture mediche in Italia scarseggiavano - scrive  -, mi sono sentito amareggiato e impotente, ma i medici e gli infermieri procedono coraggiosamente, ed è forse questo il segreto della longevità dei nostri paesi: i cinesi e gli italiani possono sempre contare sulla protezione dei loro uomini e donne più coraggiosi.
Dopo il terremoto nel Sichuan del 2008, l’Italia ha inviato 14 esperti in nostro soccorso. Ora la provincia cinese del Sichuan ha inviato 9 esperti in aiuto dell’Italia con ben 31 tonnellate di materiale sanitario.

Non bisogna mai dimenticare l’aiuto di un amico e, soprattutto, ricambiarlo. La gratitudine è una virtù tradizionale della Cina e dell’Italia".
Un messaggio importante per gli italiani e i camerinesi che arriva da qualcuno che ce l'ha fatta. Che prima di noi ha vissuto l'incubo del virus e che ora non si tira indietro per provare ad essere d'aiuto a chi è in difficoltà.

GS
Rinvio delle elezioni regionali e slittamento del referendum sul taglio dei parlamentari. Queste le misure che sarebbero contenute nella bozza del nuovo Decreto Legge sul Coronavirus che determinerebbe il rinvio delle consultazioni per il rinnovo dei Consigli regionali e lo slittamento del referendum di 240 giorni, con la consultazione referendaria rimandata al prossimo autunno. Così sarebbe prolungata di 3 mesi la scadenza degli organi di governo regionali che continuerebbero ad operare nella pienezza dei loro poteri. Decisione definitiva che, comunque, spetterà al Consiglio dei Ministri. 
"Una decisione giusta e inevitabile - il parere dell'assessore regionale alla Protezione civile delle Marche Angelo Sciapichetti - Siamo in trincea per combattere un nemico ancora sconosciuto e in queste ore a tutto possiamo pensare tranne che alle elezioni. Siamo tutti impegnati a difenderci nel miglior modo possibile contro questo virus e cerchiamo di vincere questa battaglia. Poi, una volta tornati alla normalità, potremo pensare anche alle elezioni regionali".

FU
L'importanza, per i più piccoli, di non perdere il contatto con gli insegnanti degli asili nido che prima erano abituati a vedere tutti i giorni e di cui oggi sentono la mancanza per via della chiusura delle strutture.
È per sopperire a questo problema che il sindaco di Belforte del Chienti, Alessio Vita, ha deciso di contattare le educatrici dell'asilo del suo paese per valutare insieme la possibilità di creare dei contenuti da mostrare ai bambini.
"Credo sia importante - ha detto Vita - per i bambini, continuare a sentire la voce delle educatrici. Mi auguro che sia un modo anche per aiutare i genitori che in questo periodo devono gestire i figli per l'intera giornata e capisco che non è facile".
Una richiesta accolta con entusiasmo dalle educatrici che si sono subito messe all'opera per la realizzazione di due video: "Abbiamo già registrato due video - dice una di loro, Loredana Nabissi - . È importante mantenere il contatto con loro. i giorni di chiusura saranno molti quindi cerchiamo di far vivere da casa i momenti quotidiani che svolgevamo al nido. Il primo video ha una presentazione e un nostro saluto, mentre il secondo contiene delle canzoncine che di solito cantiamo con loro".
I video saranno inviati ai gruppi Whatsapp dei genitori e c'è la possibilità che vengano caricati su un canale Youtube a cui sta lavorando il primo cittadino.

GS
L'Italia si ferma e lo stop coinvolge anche chi, solo pochi mesi fa, aveva lanciato un importante messaggio di speranza per il territorio come l'imprenditore Sandro Parcaroli.
È passato poco più di un mese dal taglio del nastro della nuova sede Med Group di Piediripa di Macerata dove l'imprenditore di origini camerinesi, che vive a Castelraimondo, aveva voluto dimostrare ancora una volta il proprio attaccamento alla terra che ha visto crescere lui e la sua azienda.
Parlando dei momenti del sisma si era commosso e oggi arriva per lui e per il suo gruppo, come per tutte le aziende della penisola, un'altra dura prova: quella dell'emergenza sanitaria.
"Fino a marcoledì - dice Parcaroli - c'era molta incertezza. Secondo il decreto noi possiamo stare aperti, ma ieri alle 13:00 abbiamo deciso di chiudere tutti i negozi perchè, anche se lavorare è importante, ora lo è molto di più la salute. Dobbiamo chiudere anche se garantiremo online solo i servizi essenziali".
Sandro Parcaroli fa parte anche della nuova squadra di Confindustria Macerata ed è per questo che si trova ad analizzare le ripercussioni che l'emergenza potrà avere sull'economia: "Le aziende sono sane possono, con i propri mezzi, sopperire a questi giorni difficili, ma le aziende già in difficoltà hanno bisogno dell'intervento dello Stato. Non sappiamo quanto tempo durerà quindi si arriverà ad un punto in cui lo Stato dovrà intervenire".

Scelte importanti che dovrebbe prendere l'Europa per fermare il contagio: "Dobbiamo essere tutti uniti - dice -, consapevoli che in Cina hanno isolato una regione grande come l'Europa ed il contagio è finito. Dobbiamo farlo in Europa senza far passare il messaggio sbagliato che il contagio è solo italiano".
Non si perde d'animo l'imprenditore che ha rassicurato i suoi duecento dipendenti e che vuole dimostrare la forza dei marchigiani: "Il territorio era già ferito e con questa emergenza la ferita si allarga, ma siamo marchigiani, siamo persone che pensano al futuro dei nostri figli. Certo - conclude -  se non abbiamo un aiuto lo sconforto può arrivare, ma spero che con la primavera torni la gioia di vivere e andare avanti. La storia insegna che dopo ogni difficoltà si può risorgere".

GS
Anche la politica cambia ai tempi del Coronavirus. Non è stata, infatti, una seduta consiliare solita quella che ieri sera si è svolta a Pioraco. A darne notizia è proprio la pagina della lista Prolaqueum che ha pubblicato un post con la foto della video conferenza ed una parte degli intervenuti. Gli amministratori non si sono incontrati di persona, ma via Skype, consapevoli dell'importanza di andare avanti nelle riunioni, soprattutto in un periodo così difficile.
Pioraco è anche uno dei paesi della provincia ad aver contato il primo contagiato che si trova ricoverato all'ospedale di Camerino.
"Credo nella forza dei sorrisi - si legge nel post - , soprattutto in questo momento tanto difficile per tutti noi, e credo in questa amministrazione che, nonostante non si sia potuta riunire normalmente, lo ha fatto tramite videochiamata per non fermarsi, per Pioraco e per tutti voi.

Erano presenti anche Egidio Bonifazi, Luca Gagliardi e Luisella Tamagnini, solo che per piccoli motivi tecnici non siamo riusciti ad immortalarli nella foto".

GS

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Trenitalia ha elaborato un piano di razionalizzazione dei servizi ferroviari, con una riduzione giornaliera del 30 per cento dei treni circolanti, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Viene comunque assicurato, nelle varie direttrici interessate, la disponibilità di un treno ogni ora. Il piano è stato concordato con la Regione Marche. Sarà operativo da domani a venerdì 3 aprile prossimo. Lo comunica l’assessore ai Trasporti Angelo Sciapichetti: “Il provvedimento tiene conto dell’eccezionale situazione che si è verificata nella nostra regione, in adesione alle misure adottate dal presidente del Consiglio dei Ministri, con i decreti emanati in questi giorni sulla limitazione degli spostamenti. Risponde alle esigenze di mobilità legate all’emergenza Covid-19, limitando, per quanto possibile, il rischio da esposizione al contagio, pur garantendo ogni collegamento a quanti si spostano per raggiungere le proprie sedi di lavoro. Il piano potrà essere rimodulato a seguito dell’adozione di ulteriori disposizioni governative. L’auspicio è quello di tornare presto alla normalità, superando eventuali disagi con la comprensione degli utenti”.

Anche il Cosmari corre ai ripari a seguito dell'evolversi della situazione epidemiologica, adottando ulteriori misure per evitare il contagio.

Da oggi, infatti, fino a nuova comunicazione, "tutti i centri di raccolta comunali e intercomunali (isole ecologiche) e i centri del riuso - si legge in una nota - rimarranno chiusi al pubblico e quindi non sarà più possibile conferire rifiuti fino a nuova disposizione.
Sono, inoltre, sospese le attività che possono generare polveri sospese, come i soffioni delle spazzatrici o le attività di decespugliazione. Saranno incentivate le attività di disinfezione e di lavaggio con prodotti igienizzanti, nei limiti del personale disponibile".

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