Si sono svolti nella settimana dal 23 al 27 maggio, all’Accademia della Musica, i saggi finali della scuola media a indirizzo musicale “G. Boccati” di Camerino.
Ad esibirsi gli alunni iscritti alle classi di flauto traverso, percussioni, pianoforte e violoncello, guidati in modo egregio dai docenti di strumento professori Valentina Del Carpio, Roberto Bisello, Alessandro Menichelli, Elena Antongirolami e Paola Stizza.

Istituito tre anni fa grazie al dirigente prof. Maurizio Cavallaro e attivato all’interno del curricolo della scuola secondaria di I grado, il corso a indirizzo musicale è una delle eccellenze dell’Istituto Comprensivo “Ugo Betti”, che fa della musica e dell’espressione artistica in genere il suo credo. Questo perché imparare a suonare uno strumento rappresenta un’occasione di socializzazione imperdibile, sviluppa la creatività̀, contribuisce a migliorare le relazioni tra coetanei e favorisce un armonioso sviluppo psicofisico. La musica offre frequenti momenti di incontro con le discipline letterarie, scientifiche e storiche, accrescendo così il bagaglio culturale di chi la pratica. Ciò è avvenuto nel corrente anno scolastico alla secondaria “Boccati” dove, oltre agli effetti sulla socializzazione, si è riscontrato un miglioramento delle prestazioni degli studenti anche nelle altre discipline.
Gruppo violoncelli boccati

Tutti gli studenti dell’indirizzo musicale, dalla prima alla terza classe, si sono dunque cimentati davanti a un folto pubblico in programmi vari ed articolati, impaginati non solo con brani da studio, ma anche con alcuni capolavori della letteratura musicale classica: valzer e preludi di Chopin, estratti dalle suite per violoncello di Bach, sonate di Mozart… Abbiamo inoltre ascoltato brani con organici cameristici vari, come una Sonata di Händel per flauto, violoncello e pianoforte, o l’originale versione del Ballo in fa diesis minore di Angelo Branduardi per voce recitante, flauto, violoncello e percussioni. Insomma, un repertorio di altissimo livello che, spaziando dalla musica barocca fino ai giorni nostri, ha dato modo ai giovani interpreti di mostrare tutto il loro valore frutto di talento e serio impegno.
Musica classica Boccati
Grande soddisfazione ha espresso alla fine di ogni esibizione il dirigente Scolastico prof. Francesco Rosati, complimentandosi con gli insegnanti per l’ottimo lavoro svolto ed esortando gli studenti a continuare con lo studio di uno strumento musicale anche dopo il conseguimento del diploma.
La musica aiuta infatti ad elevare lo spirito e migliora le relazioni umane, stimolando la condivisione di una esperienza emotiva. La musica è un patrimonio di tutti e per questo va coltivata non solo da chi proseguirà gli studi musicali a livello accademico, ma anche da quei giovani che faranno scelte professionali diverse.

gruppo musica Boccati

gruppo 2 boccati

gruppo 3 Boccati




Nell’agosto 2017 l’amministrazione comunale - sindaco Pasqui, vicesindaco Lucarelli - sceglie l’area a valle della strada provinciale 256 denominata “Area SAE1 3 – Camerino 2”, per l’allestimento del campo container per 250 studenti Unicam. 
Su tale area è nota la presenza di una frana attiva, come documentato anche dallo studio di micro-zonazione sismica, commissionato nel 2014 dalla stessa amministrazione e pubblicato sul sito del comune nel luglio 2017 (frana n. 3012).

Nella foto sotto: Estratto dalla carta delle microzone omogenee in prospettiva sismica (MOPS)
frana  
Nonostante tale indicazione, l’amministrazione scelse comunque di allestire su quest’area il campo container, preventivando un importo dei lavori pari a circa tre milioni di euro (€ 2.370.000 lotto 1 più € 640.000 lotto 2 per un lungo marciapiede).

Nel marzo scorso, nonostante le palificazioni, i drenaggi e le terre armate, la frana è ricomparsa, rovinando e rendendo inagibile una parte delle costose opere volute dagli amministratori dell’epoca.

Foto 1  – Porzione di marciapiede franato in prossimità dell’ingresso al campo container
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Foto 2- – Sprofondamento del marciapiede realizzato su terre armate

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Foto 3 – La  frana sul tratto della strada provinciale 256frana 4


Foto 4 – La frana sotto la strada provinciale 256 in corrispondenza del primo container
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Commozione e cordoglio a Camerino per la scomparsa dell'avvocato Giovanni Gaeta. La città perde un'altra illustre personalità. Il decesso è avvenuto questa mattina .   
Nato a Matera, Giovanni Gaeta era approdato, giovanissimo, con la famiglia a Camerino, dove il padre Giuseppe era stato chiamato a rivestire l’incarico di ispettore scolastico.
Qui si laureò in giurisprudenza e iniziò una brillante carriera di avvocato, prima presso lo studio dell’avv. Giuseppe Sartori, quindi in autonomia. Ben presto il suo studio crebbe acquisendo clientela anche importante e divenendo così uno dei primi di Camerino.
Negli anni Novanta Giovanni Gaeta fu anche presidente dell’ordine degli avvocati, che allora era collegato all’esistenza del tribunale. Oltre alla professione, fu attivo nel mondo della politica e dell’amministrazione come aderente al Partito repubblicano italiano, che a Camerino godeva di soglie importanti di elettorato.
Nel 1975 fu eletto per la prima volta consigliere provinciale nelle elezioni del 15 giugno; per tutto il quinquennio successivo fu anche assessore ai lavori pubblici e vice presidente della provincia; nel giugno 1980 fu rieletto consigliere ed entrò ancora a far parte della giunta, dimettendosi tuttavia nel dicembre 1981.
Essendo infatti anche consigliere comunale a Camerino, nel novembre 1981 era stato eletto sindaco “in corso di legislatura” a capo di una giunta che metteva all’opposizione la Dc dopo quasi tre decenni di ininterrotto governo cittadino. L’esperienza ebbe termine nel 1985, allorquando venne eletto sindaco l’avvocato Emanuele Grifantini.

Dal 1990 al 1993 rivestì l’incarico di vice sindaco di una giunta che vedeva a capo lo stesso Grifantini e in tale veste, il 18 marzo 1991, si recò a salutare con la fascia tricolore, in una piazza del Popolo gremita fino all’inverosimile, papa Giovanni Paolo II in visita a Sanseverino Marche prima di recarsi a Camerino. Cessata nel 1995 l’esperienza comunale, continuò a occuparsi di politica con il distacco che ormai gli consentiva l’esperienza accumulata e l’affievolirsi del calore della passione immediata. Ha continuato a coltivare la professione forense praticamente fino all’ultimo, affiancato dai suoi figli Giuseppe e Rosella. Problemi di salute lo hanno assalito non più tardi di due o tre mesi fa. Lunedì 23 maggio si è dovuto arrendere alla forza della malattia lasciando nel dolore della perdita la sua gentile consorte Nanda, i figli Giuseppe e Rosella, la nuora e gli adorati nipoti. 
I funerali si svolgeranno domani, martedì 24 maggio alle ore 15.30 nella basilica di San Venanzio. 
Porte delle discoteche sbarrate per un anno a sei matelicesi, tutti tra i 23 e i 38 anni. Lo ha stabilito il questore di Macerata, Vincenzo Trombadore, su segnalazione dei carabinieri della Compagnia di Camerino e dopo le indagini dei militari della Stazione di Matelica.

Le ragioni del provvedimento, che impedisce ai sei giovani l’accesso e l’avvicinamento a tutti i locali da ballo della città per almeno un anno, risalgono a fine febbraio. I sei denunciati, insieme a un altro ragazzo ancora non rintracciato dalle forze dell’ordine, avevano scatenato una rissa fuori da un locale a Matelica. I carabinieri hanno ricostruito gli avvenimenti di quella notte, denunciando i responsabili all’Autorità Giudiziaria e chiedendo provvedimenti amministrativi a loro carico. I sei protagonisti della colluttazione, la maggior parte dei quali per altro gravati da precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona, sono stati quindi sanzionati dalla Questura. Per un anno non potranno accedere ai locali della città matelicese, né stazionare nelle loro vicinanze.
La città di Camerino entra nel vivo della vigilia di festa in onore del patrono San Venanzio martire. L’auspicio è di tornare al consueto modo sereno e gioioso di rievocare i fasti della Signoria, ma di positivo c’è che, proprio per la giornata che precede la ricorrenza della festività del 18 maggio, alcune delle piazze e delle vie percorribili del centro storico, torneranno ad essere punto di partenza del corteo delle arti e mestieri, e, a fare da scenario al gesto antico della pesatura dei ceri che questa sera ciascun terziere porterà in dono al Santo. Grande attesa dunque per l’emozionante notturna dell’offerta dei ceri nel cui profondo significato religioso viene ad essere sintetizzata la fede dei camerinesi e del territorio circostante nei confronti del protettore della città. Un gesto di devozione che, come da tradizione consolidata, si concluderà sulla piazza antistante la basilica con l’accensione del “focaraccio” accompagnato dal suono del campanone.
Dunque, il sentimento nuovo dell’edizione numero 41 della Corsa alla spada è che si torna a vivere in presenza gran parte degli appuntamenti più attesi e sentiti dell’intera manifestazione, compreso il sontuoso corteggio storico con cornice di pubblico lungo le vie e la piazza di San Venanzio. Tutto avrà inizio da piazza Caio Mario dove è  fissato il ritrovo del corteo delle arti e mestieri, dopodiché,  sempre davanti al palazzo comunale, si procederà alla pesatura  dei ceri. Passo dopo passo, i rappresentanti  delle arti maggiori e minori e dei mestieri della città raggiungeranno piazza dei Costanti, dove convergeranno i tre i cortei dei terzieri di Sossanta, Mezzo e Muralto, rispettivamente partiti da Santa Chiara, piazza Garibaldi  e Porta Caterina Cybo . Al suono impetuoso dei tamburi, l’incedere ritmato dei figuranti in costume si dirigerà quindi verso la basilica di San Venanzio, all’interno della quale, davanti all’arcivescovo Francesco Massara , si rinnoveranno  la preghiera al santo e l’offerta dei ceri.
Uno spettacolo che dunque potrà tornare ad essere goduto direttamente dal pubblico che potrà occupare le navate laterali della basilica, mentre al centro prenderanno posto i figuranti dei vari cortei (terzieri, comuni, arti e mestieri).
Tra i popolani, ad assistere in chiesa alla cerimonia in abiti medievali, sarà anche una rappresentanza di rifugiati ucraini. Come promessa di pace e concordia, tradizione vuole che accompagnato dai canti della corale, le dame dei terzieri si scambino un abbraccio. Abbraccio  che acquisterà quest’anno una maggiore intensità di significato, quale testimonianza di solidarietà e speranza nei confronti  di chi in questo momento vive le atrocità di una guerra.

Le dame dei terzieri raggiungono laltare per lofferta dei ceri
Offerta dei ceri 2021

«Racchiuso nel semplice gesto dell’abbraccio, - dichiara la presidente dell’associazione Corsa alla spada Stefania Scuri- un segno di pace che abbiamo voluto dedicare alle sofferenze della popolazione ucraina».
Domani 18 maggio, ricorre la giornata di festa dedicata a San Venanzio. Sarà l'arcivescovo monsignor Francesco Massara a presiedere la solenne celebrazione liturgica delle ore 11.30. Alle ore 21 e 15, a cura della Banda città di Camerino diretta dal maestro Vincenzo Correnti, si terrà in basilica l'omaggio al Santo Patrono.
Inoltre, da oggi a lunedì 23 maggio, avrà luogo la tradizionale pesca di beneficenza organizzata nel teatrino parrocchiale.
Giovedì 19 maggio, sulla piazza e lungo tuttto viale Giacomo Leopardi tornano le bancarelle della grande fiera e in serata, a partire dalle ore 22, l'area delle taverne del piazzale dell'ex City Park sarà teatro di animazione a cura dei "Giullari del diavolo".
Nel pomeriggio di sabato 21 maggio, alla Rocca dei Borgia sarà la volta della manifestazione "Da Camerino a Incudine: viaggio fantastico nella Marca" che vedrà coinvolti gli sbandieratori di Fermo, in collaborazione con gli Arcieri De Varano, il Fiastra Fantasy e Unicam. La serata proseguirà con lo spettacolo della Scuola Primaria Salvo D'Acquisto "Le mie radici...le mie ali", in programma alle ore 19.00 all'auditorium Benedetto XIII. A conclusione della serata, sulla piazza di San Venanzio, a partire dalle ore 23.00, nuove emozioni verranno offerte dallo spettacolo "Fuoco" a cura della Compagnia dei Folli. 

C.C.


Con rinnovato successo, proseguono a Camerino le iniziative della rievocazione della Corsa alla spada e Palio, apripista alla settimana cruciale dei festeggiamenti in onore del patrono San Venanzio martire.  Appuntamenti che, grazie alla possibilità di tornare ad essere vissuti in presenza, per questa edizione abbinano al tuffo nella storia medievale, la tanto agognata riconquista dell’atmosfera incantevole che caratterizza da oltre quarant’anni il maggio cittadino.
Intenso il pomeriggio musicale di oggi che, in un omaggio musicale al protettore della città,ha riunito nella basilica di San Venanzio, le allegre danze dei bambini della scuola d’infanzia di Camerino, e il piccolo concerto “Strumenti a corte”, offerto dai ragazzi della scuola secondaria di primo grado Boccati dell’Istituto comprensivo Betti.
Ragazzi 2

Protagonisti in questo caso, sono stati gli alunni che frequentano l’indirizzo musicale della scuola, preparati dagli insegnanti Valentina del Carpio (flauto), Paola Stizza (violoncello) e Roberto Bisello (percussioni).
Sotto la guida dei docenti di musica, i musicisti in erba hanno nei mesi scorsi dedicato il loro impegno a documentarsi, studiare e ridare vita ad alcuni spartiti rinascimentali seppure suonati con strumenti contemporanei.
Un omaggio caratterizzato dall’entusiasmo e dalla particolare disinvoltura con cui, indossando abiti dell’epoca,,sia i più piccoli che i più grandicelli, si sono perfettamente calati nei diversi ruoli. Molto apprezzata l’esibizione solista di Gabriella Lucarini che, accompagnata da flauti, violoncello e percussioni, si è cimentata nel suggestivo brano di Angelo Branduardi “Ballo in fa diesis minore” .
Lesibizione di Gabriella Lucarini
A rappresentare l’indirizzo musicale delle scuole medie camerti, le esibizioni di Federico Pascucci, Ludovica Perali, Aurora Pascucci, Gabriele Caprodossi, Alice Giuli, Francesco Paolo Cisternino, Romeo Maria Mimmotti, Martina Matteucci, Sara Gasparoni, Gabriella Lucarini, Pietro Lucarini.
Nel corso dello stesso pomeriggio, la basilica ha ospitato anche la finezza d’esecuzione dell’ensemble di flauti già molto apprezzata ieri all’interno della disfida degli arcieri De Varano che si è disputata alla Rocca Borgesca.
Accolti dal parroco don Marco Gentilucci, bambini e ragazzi hanno dato il meglio di sé improvvisandosi anche presentatori delle musiche suonate dal gruppo di flauti. Presente all’omaggio musicale anche il dirigente dell’Istituto comprensivo Betti Francesco Rosati il quale, oltre a complimentarsi per gli eccellenti risultati raggiunti dagli alunni, ha voluto ricordare il collega e versatile musicista Maurizio Cavallaro. Scomparso prematuramente un mese fa , è a lui che si deve l’istituzione dell’indirizzo musicale alla scuola Betti. Quale portavoce del plauso e dei saluti della presidente dell’associazione Corsa alla spada e palio di Camerino Stefania Scuri, è intervenuto Luciano Birocco.
Sempre nella tarda serata di oggi, nuove emozioni da vivere in musica sono in programma sul pronao di San Venanzio che, a partire dalle ore 22 ospiterà  il concerto del coro dei Monti azzurri diretto dal maestro Maurizio Maffezzoli e l'eleganza dei passi di danza medievale del gruppo storico camerte "Soavi Allegrezze"
c.c.
Il dirigente Rosati Birocco Lucarini

ragazzi del Betti in concerto
In scadenza il prossimo 31 maggio, per i cittadini la cui abitazione è inagibile, il termine per dichiarare il possesso dei requisiti che permettono di continuare a percepire il contributo di autonoma sistemazione o rimanere nelle soluzioni abitative d’emergenza. Cambia tuttavia la modalità di dichiarazione che, diversamente da quanto avvenuto finora, non andrà più fatta in modalità cartacea da presentare al proprio comune di appartenenza, bensì esclusivamente con procedura online. Già preannunciata dalla regione Marche, la novità della piattaforma informatica che è in fase di predisposizione da parte della Protezione civile, sarà la via da utilizzare anche per la presentazione delle dichiarazioni annuali riguardanti il possesso dei requisiti per la fruizione dell’assistenza abitativa. Quindi, i cittadini terremotati che debbano confermare il diritto a percepire il contributo di autonoma sistemazione o a rimanere nelle Sae, per la compilazione del modulo online dovranno necessariamente essere in possesso dell’identità digitale (carta d’identità elettronica, Spid o carta nazionale dei servizi).

A poco più di 20 giorni dalla scadenza improrogabile del 31 maggio, seppure non ancora suffragata da ufficialità, tra i cittadini dei territori colpiti dal sisma questa nuova regolamentazione telematica sta già creando non poca preoccupazione. La maggior parte della popolazione che vive nelle aree Sae o percepisce il Cas è infatti composta da persone anziane e sole, senza alcuna confidenza con i sistemi informatici. «Ancora una volta abbiamo dimostrazione di quanto poco si conosca il tessuto sociale dei comuni colpiti dal sisma – denuncia il presidente dell’associazione “La terra trema noi no”, Diego Camillozzi –. Ma non ci stupisce visto che il capo di Protezione civile Curcio, non si è mai degnato di avere un confronto con chi invece conosce molto bene le problematiche del territorio. Stesso capo della Protezione civile che, nonostante i nostri appelli, ha deciso di ricorrere contro i terremotati nella causa sul Cas che ci vedeva in parte vincitori riguardo le gravi discriminazioni di trattamento. Per l’altra causa siamo ancora in attesa di fissazione dell’udienza. Queste persone si rendono minimamente conto di quanta popolazione anziana ha il nostro territorio? – rimarca Camillozzi – È già tanto chiedere una presentazione telematica, figuriamoci se dovrà essere fatta tramite Spid, la maggior parte delle persone non sa nemmeno cosa sia, assurdo. Ancora più assurdo è chiedere di far tutto in meno di venti giorni, visto che il modulo da presentare non esiste. A differenza del commissario Legnini, a differenza della Regione con l’assessore Castelli, di molti politici e del suo predecessore Borrelli, che si sono sempre dimostrati disponibili all’ascolto delle problematiche, il capo della Protezione civile Curcio, non è pervenuto. Chiederemo a "Chi l’ha visto"».

c.c.
Una pasquetta nel segno della musica, quella organizzata dall’Associazione Adesso Musica di Camerino. Prove, esibizioni, attività ludiche e il concerto finale hanno coinvolto le tante persone che hanno aderito all’iniziativa. La giornata, patrocinata dal Comune di Camerino, dall’Università camerte e dalla Andrea Bocelli Foundation, ha rappresentato un momento di festa per allievi, componenti della banda, genitori e amici che si sono ritrovati a condividere la passione per la musica. Attimi di commozione nel ricordo di Maurizio Cavallaro, amico, allievo e sostenitore dell’Associazione. A celebrarne la memoria l’esibizione di un giovane allievo di corno, Damiano Senesi. 

Nel pomeriggio, all’esterno dell’Accademia, con il profilo della città camerte sullo sfondo, l’improvvisata “orchestra di Pasquetta” coinvolto allievi, docenti e componenti della banda/orchestra Città di Camerino, diretta dal maestro Vincenzo Correnti. Un concerto dall’avvio semplice, con la partecipazione di tutto il gruppo, per poi passare all’esecuzione di pezzi importanti del repertorio della banda/orchestra (tributo agli Abba e a Santana, Volare, il Concerto a colori e Cin ci là). A presentare la giornata Donatella Pazzelli. Soddisfazione per il risultato dell’iniziativa da parte del presidente Gilberto Spurio e da tutto lo staff di Adesso Musica: il pensiero è già rivolto all’edizione del prossimo anno.

l.c.
Un volo di palloncini colorati, la canzone del suo gruppo musicale preferito, le note allegre della Banda città di Camerino. Così, in una mattinata di sole, un intero territorio ha salutato per l'ultima volta il prof. Maurizio Cavallaro, "maestro di vita" la cui umanità ha lasciato un segno indelebile in chiunque abbia incontrato.
“Non un addio ma un arrivederci ad un padre, un musicista, un ballerino ma soprattutto un amico” la frase che campeggiava sullo striscione davanti al colonnato della basilica di San Venanzio. Una frase che più di ogni altra sintetizza i tratti della personalità eclettica, e per certi versi unica, di Maurizio Cavallaro, uomo generoso e gioioso, dalle tante passioni coltivate che, ovunque si siano posate, hanno seminato bellezza. Unita al dolore dei familiari, una folla immensa ha voluto partecipare alle esequie, officiate a Camerino dall’arcivescovo Francesco Massara e concelebrate dai sacerdoti della città.

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Una testimonianza di grande affetto, che nei ricordi e nella vicinanza alla famiglia, ha unito ogni fascia d’età: dai bambini delle scuole ai tanti componenti le diverse associazioni che hanno visto il più grande amico della città, sempre attivo presente e disponibile, dalle autorità comunali a quelle provinciali, alla folta rappresentanza delle istituzioni scolastiche con le quali, nel lungo tempo di dirigenza di più istituti  dell’entroterra, il prof. Maurizio Cavallaro ha stretto rapporti.

un momento della cerimonia funebre

Carica di emozione, l’omelia di saluto pronunciata da Mons. Massara: ”Maurizio era una persona mite nel cuore. Una mitezza che manifestava nelle sue relazioni personali, nel mondo della scuola, nella società civile, nei contatti col mondo ecclesiale. Una mitezza fatta di bontà- ha ricordato Massara-,  Maurizio era la bontà personificata e con il suo sorriso, con la sua musica e col suo modo di essere, sapeva manifestarla con grande amore. Non ho mai sentito da parte sua una parola che non fosse positiva. E questo accadeva anche a scuola, nelle sue relazioni con gli alunni con i quali è sempre riuscito a creare empatia. Un uomo misericordioso, un puro di cuore, un operatore di pace. Col suo modo di fare, semplice e nel contempo geniale, ha saputo essere presente in tutte le situazioni: la sua perdita è per Camerino e per un intero territorio.
Credo che adesso dal cielo si stia chiedendo il perché di tanta gente qui riunita, ma sono sicuro che starà già dirigendo il coro degli angeli. Nel cuore di Maurizio, la musica è sempre stato l’elemento capace di innalzare di fronte alle cose umane; la scorsa domenica era qui a suonare e oggi è come se fosse sempre presente: è ritornato da quel Dio che ha sempre rispettato. Col suo modo di essere, con la sua forte testimonianza, Maurizio è sempre stato presente; così negli scout, nella rievocazione storica della Corsa alla Spada, nelle tante manifestazioni cittadine di ogni genere. Io debbo ringraziarlo per la sua umanità  e - ha concluso  - ,credo che lascerà un segno nel cuore di ognuno di noi. E se vogliamo fare veramente una bella memoria di Maurizio, penso che anche noi dobbiamo sforzarci di praticare quello che lui ha vissuto nella sua vita: la bontà, la mitezza, la pace, l'accoglienza, così come questo suo modo bello di riuscire a coinvolgere il prossimo anche con la musica. Maurizio noi ti ringraziamo. Se tanta gente oggi è qu,i è perché ti ha incontrato nella vita. E quando noi incontriamo delle persone così positive, non possiamo rimanere come eravamo. Dobbiamo anche noi cercare di cambiare, imitare le cose belle che persone positive e belle come Maurizio ci hanno insegnato».
Significativi i ricordi e le testimonianze di saluto ad un grande amico che si sono succeduti prima dell'ultima benedizione e che hanno visto prendere la parola  una rappresentante dei Centri di riabilitazione Santo Stefano di Camerino e Matelica, l'attuale dirigente dell'Istituto Comprensivo Betti di Camerino e amico d'infanzia Francesco Rosati, la vice preside del Betti Iole Alma. Sono seguiti gli interventi di Paola, legata da amicizia quarantennale a Maurizio e alla sua famiglia, di Stefano Belardinelli, presidente del Cus Camerino, della rappresentante dell'Istituto Comprensivo Strampelli di Castelraimondo, alla cui direzione Cavallaro era subentrato proprio nell'attuale anno scolastico. Parole toccanti sono state pronunciate anche dall'ex parroco di Santa Maria in via don Mariano Ascenzo Blanchi. 
Sentito, autentico e sincero il commiato, come le tante coinvolgenti occasioni che Maurizio ha saputo offrire. 

C.C.

Servizio di approfondimento nel prossimo numero di Appennino Camerte

Murizio fuori da chiesa

Maurizio striscione

Murizio palloncini 2
 
Per la prima volta, da quando sono state unite in persona episcopi, le diocesi di Camerino San Severino Marche e Fabriano Matelica hanno celebrato insieme la solenne Messa Crismale.
Presieduta da Mons. Francesco Massara,  è stata celebrata nella basilica di San Venanzio a Camerino.
Una Chiesa gremita da sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose che insieme ai fedeli presenti, hanno voluto pregare il Signore nel giorno in cui ricordano il momento della consacrazione della loro vocazione con olio crismale.
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«Viviamo questo momento liturgico centrale, per la prima volta come due diocesi unite nella persona del vescovo, e lo celebriamo come rendimento di grazie, non solo nella memoria del nostro ministero sacerdotale, ma anche nel fare un grato ricordo dei nostri fratelli sacerdoti che ci hanno preceduto nel segno della fede e dormono il sonno della pace».
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Nel sottolineare il
grande significato della Messa Crismale in cui si manifesta la pienezza della Chiesa diocesana che rende grazie ed è in festa, di fronte alle difficoltà del tempo attuale, reso ancora più faticoso «da venti di guerra che flagellano l’anima e ci rendono sempre più consapevoli della fragilità e della sconsideratezza umana», nella sua omelia  l’arcivescovo ha voluto  evidenziare  l’importanza di «ritrovarsi insieme alle comunità per riscoprire il valore e il senso di essere un popolo consacrato dalla Grazia di Dio».
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Un'omelia, quella dell'arcivescovo Massara, ispirata
 ai temi della comunione, missione e partecipazione, parole chiave del cammino verso il cambiamento “Per una Chiesa Sinodale” ed elementi scelti dal presule per esortare i presbiteri, pur nella diversità delle provenienze e dei percorsi formativi ed ecclesiali, non solo a celebrare, ma a vivere autenticamente tra di loro e nelle comunità.
«Il significato più profondo di questa liturgia che ci raduna insieme, sta nel fatto che il Signore ci invita a non pensarci come presbiteri isolati e autoreferenziali, ma come presbiterio di fratelli. Ci chiede, inoltre, di non diventare gestori di cose sacre, ma pastori con l’odore delle pecore e il profumo di Cristo. Un profumo che sa di fiducia, lealtà, sincerità, responsabilità, parresia».
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Nell’ottica di una pastorale nuova adeguata ai tempi, che richiede comunione e unità, le praole di Mons. Massara si sono quindi concentrate sulla missione, impegno costitutivo del ministero presbiterale che scaturisce dall’urgenza di far conoscere il Signore e dal desiderio di avvicinarlo alla gente, perché «non ci può essere ministero sacerdotale che possa essere definito autentico se, nonostante il proprio modo di essere, mancasse di circondare di attenzione e di tenerezza le persone a lui affidate, fino a conoscerle una per una» e «
se vogliamo realizzare sapientemente, come Chiesa, un sinodo che non sia solo convegni, pubblicazioni o idee a tema, dobbiamo uscire, come dice Papa Francesco, da una certa pigrizia pastorale, ripiegata sul comodo “si è sempre fratto così”, e cogliere la sfida di questi tempi e dei tanti cambiamenti che non ci permettono di proseguire in una pastorale ripetitiva, ma ci chiedono empatia, slancio, coraggio e creatività».

Infine, la partecipazione, «da vivere come corresponsabilità nel servizio inteso come “passione struggente” verso la propria comunità e la Chiesa. Un servizio da declinarsi nell’essere Pastori secondo il cuore di Cristo, ultimi e servi di tutti coloro che ci sono affidati. Pastori che sanno stare davanti al gregge, con coraggio e senza paure; in mezzo al gregge, per condividere e camminare insieme; alle spalle del gregge per proteggerlo. Pastori che sanno essere fratelli e padri, senza spadroneggiare, in ascolto delle necessita e dei bisogni della gente, e sempre pronti a comprendere e a perdonare, sapendo meravigliosamente coniugare misericordia e verità. Servizio da costruire nella generosa disponibilità ad amare il popolo di Dio a noi affidato, educandolo, ma lasciandoci anche educare da quel dinamismo di condivisione e unità che siamo chiamati a promuovere con sinodalità nelle nostre comunità».
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A concludere l’omelia, l’invito rivolto a ciascuno ad aprirsi incondizionatamente allo Spirito del Signore per guarire soprattutto le malattie dell’anima, le distrofie che possono colpire i cuori delle persone che compongono il presbiterio.«Solo lo Spirito del Crocifisso può aiutarci a rinsaldare i legami della fraternità, della collaborazione pastorale che, grazie a Dio, consente di portare ai poveri il lieto annuncio- ha richiamato Massara-. Maria, che nel Cenacolo si è fatta compagna e sostegno degli Apostoli, ci aiuti a sentire amore per la Chiesa e a essere grati nella comunione, appassionati nella missione e gioiosi nel servizio».
c.c.
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