Siro e le orme mesozoiche. La ricerca Unicam, presentata ad Ancona

Giovedì, 31 Gennaio 2019 15:49 | Letto 1575 volte   Clicca per ascolare il testo Siro e le orme mesozoiche. La ricerca Unicam, presentata ad Ancona Ancora successi per lo studio delle impronte rinvenute sul Monte Conero svolto dal team di ricerca composto dal biologo Alessandro Blasetti, dal geologo Giuseppe Crocetti, entrambi del Museo delle Scienze di Unicam e dallarcheologo Luca Natali dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Roma. La ricerca pubblicata sul numero di gennaio 2019 della rivista scientifica internazionale Cretaceous Research è stata presentata ufficialmente lo scorso venerdì 25 gennaio presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche ad Ancona, in una conferenza organizzata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Dopo il saluto del dott. Stefano Finocchi, Responsabile di Zona della Soprintendenza dellarea del rinvenimento, e della dott.ssa Nicoletta Frapiccini, direttore del Museo Archeologico Nazionale, è intervenuto il Rettore UNICAM Prof. Claudio Pettinari che ha sottolineato l’impegno del Museo delle Scienze di Unicam nel promuovere ricerche multidisciplinari, come quella appena presentata, che coinvolgono diversi settori scientifici come ad esempio quelli della chimica, della geologia, della fisica e di altre discipline presenti nellAteneo. Il Prof. Gilberto Pambianchi, direttore del Sistema Museale Unicam, ha evidenziato quanto il Museo delle Scienze si dedichi ad attività di ricerca oltre a svolgere le funzioni di comunicazione e di divulgazione scientifica, ora possibile anche al recente acquisto di un mezzo mobile che consente di divulgare la scienza e le sue scoperte nel territorio. Ha infine concluso lintroduzione larch. Maurizio Piazzini, Commissario dellEnte Parco Naturale del Conero, che si è detto disponibile a inserire nei prossimi progetti di finanziamento delle somme per valorizzare il sito del ritrovamento ed i risultati della ricerca. Il dott. Luca Natali, autore della scoperta, ha poi illustrato la storia del rinvenimento avvenuto grazie, oltre che alla sua esperienza accumulata nel corso di anni di esplorazioni e ricerche scientifiche in Italia e all’estero, anche a delle particolari condizioni di luce radente che gli hanno consentito di notare quelle tracce sulle rocce delle falesie del Conero. Ne ha poi descritto le caratteristiche mostrando alcune immagini delle impronte rinvenute, relazionando anche sullo studio svolto unitamente al Museo delle Scienze Unicam. Il dott. Giuseppe Crocetti ha invece illustrato le successive fasi dellindagine geologica che hanno portato a dare delle risposte a domande che non sembravano avere una spiegazione. La pista fossile del Conero è molto importante perché rappresenta una conferma della possibilità di rinvenire tracce fossili lasciate da rettili marini, coevi dei dinosauri, su fondali marini profondi. E poi intervenuto il dott. Alessandro Blasetti che ha descritto lindagine che sta svolgendo per individuare chi ha lasciato quelle orme sulle falesie del Monte Conero, sottolineando come sia verosimile immaginare che antichi rettili marini potessero raggiungere notevoli profondità alla ricerca di cibo. Le indagini sono comunque ancora in corso ed i risultati non tarderanno ad arrivare. L’obiettivo è dunque quello di proseguire la ricerca e di giungere, attraverso un approccio interdisciplinare, alla completa comprensione delle tracce e di chi le ha lasciate, che per ora è stato battezzato informalmente Siro in onore del Comune di Sirolo all’interno del cui territorio è stato effettuato il rinvenimento.

Ancora successi per lo studio delle impronte rinvenute sul Monte Conero svolto dal team di ricerca composto dal biologo Alessandro Blasetti, dal geologo Giuseppe Crocetti, entrambi del Museo delle Scienze di Unicam e dall'archeologo Luca Natali dell’Istituto Italiano di Paleontologia Umana di Roma. La ricerca pubblicata sul numero di gennaio 2019 della rivista scientifica internazionale Cretaceous Research è stata presentata ufficialmente lo scorso venerdì 25 gennaio presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche ad Ancona, in una conferenza organizzata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

Dopo il saluto del dott. Stefano Finocchi, Responsabile di Zona della Soprintendenza dell'area del rinvenimento, e della dott.ssa Nicoletta Frapiccini, direttore del Museo Archeologico Nazionale, è intervenuto il Rettore UNICAM Prof. Claudio Pettinari che ha sottolineato l’impegno del Museo delle Scienze di Unicam nel promuovere ricerche multidisciplinari, come quella appena presentata, che coinvolgono diversi settori scientifici come ad esempio quelli della chimica, della geologia, della fisica e di altre discipline presenti nell'Ateneo.

Il Prof. Gilberto Pambianchi, direttore del Sistema Museale Unicam, ha evidenziato quanto il Museo delle Scienze si dedichi ad attività di ricerca oltre a svolgere le funzioni di comunicazione e di divulgazione scientifica, ora possibile anche al recente acquisto di un mezzo mobile che consente di divulgare la scienza e le sue scoperte nel territorio.

Ha infine concluso l'introduzione l'arch. Maurizio Piazzini, Commissario dell'Ente Parco Naturale del Conero, che si è detto disponibile a inserire nei prossimi progetti di finanziamento delle somme per valorizzare il sito del ritrovamento ed i risultati della ricerca.

Il dott. Luca Natali, autore della scoperta, ha poi illustrato la storia del rinvenimento avvenuto grazie, oltre che alla sua esperienza accumulata nel corso di anni di esplorazioni e ricerche scientifiche in Italia e all’estero, anche a delle particolari condizioni di luce radente che gli hanno consentito di notare quelle tracce sulle rocce delle falesie del Conero. Ne ha poi descritto le caratteristiche mostrando alcune immagini delle impronte rinvenute, relazionando anche sullo studio svolto unitamente al Museo delle Scienze Unicam.

Il dott. Giuseppe Crocetti ha invece illustrato le successive fasi dell'indagine geologica che hanno portato a dare delle risposte a domande che non sembravano avere una spiegazione. La pista fossile del Conero è molto importante perché rappresenta una conferma della possibilità di rinvenire tracce fossili lasciate da rettili marini, coevi dei dinosauri, su fondali marini profondi.

E' poi intervenuto il dott. Alessandro Blasetti che ha descritto l'indagine che sta svolgendo per individuare chi ha lasciato quelle orme sulle falesie del Monte Conero, sottolineando come sia verosimile immaginare che antichi rettili marini potessero raggiungere notevoli profondità alla ricerca di cibo. Le indagini sono comunque ancora in corso ed i risultati non tarderanno ad arrivare.

L’obiettivo è dunque quello di proseguire la ricerca e di giungere, attraverso un approccio interdisciplinare, alla completa comprensione delle tracce e di chi le ha lasciate, che per ora è stato battezzato informalmente Siro in onore del Comune di Sirolo all’interno del cui territorio è stato effettuato il rinvenimento.

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