Messe ancora vietate. I Vescovi contro decisione del Governo

Lunedì, 27 Aprile 2020 08:43 | Letto 871 volte   Clicca per ascolare il testo Messe ancora vietate. I Vescovi contro decisione del Governo Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte illustra il nuovo decreto relativo alle riaperture e cita tante attività, ma le misure ristrettive riguardano ancora le messe, vietate alla partecipazione dei fedeli. Interviene la nota critica della CEI: Non possiamo accettare di vedere comnpromessa la libertà di culto. Segue  una nota di Palazzo Chigi che prende atto della comunicazione dei vescovi  e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa. Già nei prossimi giorni - si legge in una nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri - si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza.Nella nota della Conferenza Episcopale italiana dopo la conferenza con il premier relativa al nuovo decreto sulla fase 2, i Vescovi italiani hanno dunque  chiaramente espressa la propria contrarietà alla compromissione dellesercizio della libertà di culto: Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza- afferma la nota della CEI-  nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale. Dopo “settimane di negoziato - prosegue la nota - che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo. Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.Nel documento dei vescovi si ricorda  che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese aveva affermato ad Avvenire che erano “allo studio del Governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto”: parole intercorse  il 23 aprile scorso “dopo un’interlocuzione continua e disponibile tra la Segreteria Generale della Cei, il Ministero dell’interno e la stessa Presidenza del Consiglio. Un’interlocuzione, nella quale la Chiesa ha accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria”. In questo dialogo – precisa la nota – la Cei aveva sottolineato  più volte “in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”.Secondo quanto riportato nella nota di Palazzo Chigi, si prende atto della comunicazione della CEI e viene confermato che già nei prossimi giorni sarà allo studio un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedelli alle messe in condizioni di massima sicurezza. c.c.  
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte illustra il nuovo decreto relativo alle riaperture e cita tante attività, ma le misure ristrettive riguardano ancora le messe, vietate alla partecipazione dei fedeli. Interviene la nota critica della CEI: "Non possiamo accettare di vedere comnpromessa la libertà di culto". Segue  una nota di Palazzo Chigi che prende atto della comunicazione dei vescovi  e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa. Già nei prossimi giorni - si legge in una nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri - si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza.

Nella nota della Conferenza Episcopale italiana dopo la conferenza con il premier relativa al nuovo decreto sulla fase 2, i Vescovi italiani hanno dunque  chiaramente espressa la propria contrarietà alla compromissione dell'esercizio della libertà di culto:" Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza- afferma la nota della CEI-  nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale. 
Dopo “settimane di negoziato - prosegue la nota - che hanno visto la CEI presentare Orientamenti e Protocolli con cui affrontare una fase transitoria nel pieno rispetto di tutte le norme sanitarie, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri varato questa sera esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo. Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.

Nel documento dei vescovi si ricorda  che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese aveva affermato ad Avvenire che erano “allo studio del Governo nuove misure per consentire il più ampio esercizio della libertà di culto”: parole intercorse  il 23 aprile scorso “dopo un’interlocuzione continua e disponibile tra la Segreteria Generale della Cei, il Ministero dell’interno e la stessa Presidenza del Consiglio. Un’interlocuzione, nella quale la Chiesa ha accettato, con sofferenza e senso di responsabilità, le limitazioni governative assunte per far fronte all’emergenza sanitaria”. In questo dialogo – precisa la nota – la Cei aveva sottolineato  più volte “in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”.
Secondo quanto riportato nella nota di Palazzo Chigi, si prende atto della comunicazione della CEI e viene confermato che già nei prossimi giorni sarà allo studio un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedelli alle messe in condizioni di massima sicurezza.
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