Sisma: Una mozione per riconoscere il danno indiretto alle imprese che hanno cessato l'attività

Mercoledì, 23 Giugno 2021 16:08 | Letto 715 volte   Clicca per ascolare il testo Sisma: Una mozione per riconoscere il danno indiretto alle imprese che hanno cessato l'attività Una mozione per impegnare Presidente e Giunta Regionale a “richiedere al Governo centrale un intervento economico volto a concedere un contributo una tantum alle aziende del cratere sismico che non hanno potuto riaprire ma che riescano a dimostrare di aver subito danni sul fatturato e che hanno subito danni alle scorte, attrezzature e merci, senza prevedere l’impiego in azienda dimostrabili dai costi di produzione; a prevedere la possibilità di prorogare di un altro biennio i costi di produzione, al fine di permettere a molte aziende di riaprire la propria attività, spendendo con serenità il proprio contributo” è stata presentata dai consiglieri regionali di Forza Italia Gianluca Pasqui e Jessica Marcozzi e dal consigliere Udc Dino Latini.Sul piatto la questione del cosiddetto “danno indiretto”, che calcola i mancati guadagni delle imprese ricadenti sui comuni ricompresi nel “cratere sismico”. Del risarcimento possono attualmente beneficiare soltanto quelle imprese che abbiano avuto una riduzione del fatturato annuo in misura non inferiore al 30 per cento rispetto a quello calcolato sulla media del triennio precedente e dovrebbe costituire un indennizzo per chi ha subito delle perdite a causa del sisma. Contributo che, però, è ora ammesso soltanto nell’eventualità che l’attività abbia sostenuto dei costi a seguito del sisma. In altre parole l’attività economica riceve il rimborso del danno indiretto solo a condizione che a seguito del sisma abbia speso quella somma, per costi correnti di gestione, quindi di fatto solo nel caso in cui abbia potuto riaprire o proseguire l’attività o abbia avuto la possibilità, anche economica, di spendere una somma di denaro per la propria attività terremotata.Una situazione, dunque, che crea disparità di trattamento fra le imprese che dopo il terremoto hanno riaperto e quelle che, invece, hanno cessato l’attività. E proprio per garantire il rispetto del principio di uguaglianza i suddetti consiglieri hanno presentato tale mozione.f.u.
Una mozione per impegnare Presidente e Giunta Regionale a “richiedere al Governo centrale un intervento economico volto a concedere un contributo una tantum alle aziende del cratere sismico che non hanno potuto riaprire ma che riescano a dimostrare di aver subito danni sul fatturato e che hanno subito danni alle scorte, attrezzature e merci, senza prevedere l’impiego in azienda dimostrabili dai costi di produzione; a prevedere la possibilità di prorogare di un altro biennio i costi di produzione, al fine di permettere a molte aziende di riaprire la propria attività, spendendo con serenità il proprio contributo” è stata presentata dai consiglieri regionali di Forza Italia Gianluca Pasqui e Jessica Marcozzi e dal consigliere Udc Dino Latini.

Sul piatto la questione del cosiddetto “danno indiretto”, che calcola i mancati guadagni delle imprese ricadenti sui comuni ricompresi nel “cratere sismico”. Del risarcimento possono attualmente beneficiare soltanto quelle imprese che abbiano avuto una riduzione del fatturato annuo in misura non inferiore al 30 per cento rispetto a quello calcolato sulla media del triennio precedente e dovrebbe costituire un indennizzo per chi ha subito delle perdite a causa del sisma. Contributo che, però, è ora ammesso soltanto nell’eventualità che l’attività abbia sostenuto dei costi a seguito del sisma. In altre parole l’attività economica riceve il rimborso del danno indiretto solo a condizione che a seguito del sisma abbia speso quella somma, per costi correnti di gestione, quindi di fatto solo nel caso in cui abbia potuto riaprire o proseguire l’attività o abbia avuto la possibilità, anche economica, di spendere una somma di denaro per la propria attività terremotata.

Una situazione, dunque, che crea disparità di trattamento fra le imprese che dopo il terremoto hanno riaperto e quelle che, invece, hanno cessato l’attività. E proprio per garantire il rispetto del principio di uguaglianza i suddetti consiglieri hanno presentato tale mozione.

f.u.

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