Consiglio fiume, lo scontro è sulla Don Bosco. Pd: "Se l'avessero tolta dal PSR lo avremmo votato"

Venerdì, 25 Giugno 2021 12:38 | Letto 1080 volte   Clicca per ascolare il testo Consiglio fiume, lo scontro è sulla Don Bosco. Pd: "Se l'avessero tolta dal PSR lo avremmo votato" Un consiglio comunale fiume, finito oltre la mezzanotte, dove non si poteva che arrivare allo scontro per via di quello che ormai da tre anni rappresenta lo scoglio più grande per Tolentino: la delocalizzazione della scuola Don Bosco in zona Pace, nel campus scolastico.Lo conferma il consigliere dem Fulvio Riccio con un annuncio su Facebook in cui dice addio alla struttura scolastica in questione: “Si sono discusse molte proposte importanti – dice - , alcune positive, come ad esempio il Regolamento per lattivazione dellunità cinofila a Tolentino e lo statuto per la Fondazione Tacci Porcelli, entrambe votate allunanimità, altre meno positive.Ovviamente lo scontro vero si è concentrato sulla delocalizzazione della scuola Don Bosco, posta allinterno del PSR (Piano straordinario ricostruzione). Finalmente ieri abbiamo capito una cosa: la scuola Don Bosco è sicura (per questo i bambini ci possono andare tranquillamente anche ora) e lo potrebbe diventare ancor più successivamente ad una ristrutturazione. Queste le parole dei tecnici comunali – racconta - .La delocalizzazione è quindi una scelta politica di questa amministrazione che preferisce avere una scuola in periferia che in centro. Purtroppo i numeri erano dalla parte della maggioranza – ammette - che ha votato compatta e convintissima sulla loro proposta. È stato perfino richiesto dalla minoranza di tirar fuori dal PSR la questione scolastica per votarlo tutti insieme, perché il resto del PSR era condivisibile, e rinviare la delocalizzazione. Purtroppo, come spesso accade, ci è stato risposto picche.Quindi – conclude - dite addio alle scuole Don Bosco e Bezzi perchè non esisteranno più. Ciascun consigliere di maggioranza si assumerà per il futuro le proprie responsabilità per questa scelta”.Ieri, sulla questione scolastica era intervenuto anche Nazzareno Tiranti del Comitato che era sorto a difesa della storica struttura: “Dopo aver ascoltato la presentazione del PSR – aveva scritto - , strumento pensato dalla struttura commissariale per velocizzare liter della ricostruzione dei centri storici, voglio fare delle semplici considerazioni: capire cosa centra la delocalizzazione della scuola Don Bosco con il PSR; come si può pensare di valorizzare e rivitalizzare il centro storico eliminando dei servizi strategici, come ad esempio una scuola; perché – si chiede - , nonostante immobili e terreni di proprietà, il Comune di Tolentino acquisterà un terreno da privati per 2 milioni di euro, per delocalizzare la Don Bosco ed un immobile dalla Curia (ora inagibile causa sisma) dove delocalizzare la scuola Bezzi; perché – prosegue nei quesiti - , a detta della giunta tolentinate, ledificio della scuola Don Bosco non può essere adeguata sismicamente mentre si può adeguate sismicamente lex edificio delle ex Maestre Pie Venerini dove si vuol spostare la scuola Bezzi pur essendo entrambi vincolati dalla Sovrintendenza delle belle arti”.Tutte domande che più volte i contrari a questa decisione hanno sollevato alla maggioranza ma che, come più volte ribadito anche dal sindaco Giuseppe Pezzanesi, non hanno scalfito la decisione della giunta su questo tema.GS
Un consiglio comunale fiume, finito oltre la mezzanotte, dove non si poteva che arrivare allo scontro per via di quello che ormai da tre anni rappresenta lo scoglio più grande per Tolentino: la delocalizzazione della scuola Don Bosco in zona Pace, nel campus scolastico.

Lo conferma il consigliere dem Fulvio Riccio con un annuncio su Facebook in cui dice addio alla struttura scolastica in questione: “Si sono discusse molte proposte importanti – dice - , alcune positive, come ad esempio il Regolamento per l'attivazione dell'unità cinofila a Tolentino e lo statuto per la Fondazione Tacci Porcelli, entrambe votate all'unanimità, altre meno positive.

Ovviamente lo scontro vero si è concentrato sulla delocalizzazione della scuola Don Bosco, posta all'interno del PSR (Piano straordinario ricostruzione). Finalmente ieri abbiamo capito una cosa: la scuola Don Bosco è sicura (per questo i bambini ci possono andare tranquillamente anche ora) e lo potrebbe diventare ancor più successivamente ad una ristrutturazione. Queste le parole dei tecnici comunali – racconta - .

La delocalizzazione è quindi una scelta politica di questa amministrazione che preferisce avere una scuola in periferia che in centro. Purtroppo i numeri erano dalla parte della maggioranza – ammette - che ha votato compatta e convintissima sulla loro proposta. È stato perfino richiesto dalla minoranza di tirar fuori dal PSR la questione scolastica per votarlo tutti insieme, perché il resto del PSR era condivisibile, e rinviare la delocalizzazione. Purtroppo, come spesso accade, ci è stato risposto picche.

Quindi – conclude - dite addio alle scuole Don Bosco e Bezzi perchè non esisteranno più. Ciascun consigliere di maggioranza si assumerà per il futuro le proprie responsabilità per questa scelta”.

Ieri, sulla questione scolastica era intervenuto anche Nazzareno Tiranti del Comitato che era sorto a difesa della storica struttura: “Dopo aver ascoltato la presentazione del PSR – aveva scritto - , strumento pensato dalla struttura commissariale per velocizzare l'iter della ricostruzione dei centri storici, voglio fare delle semplici considerazioni: capire cosa c'entra la delocalizzazione della scuola Don Bosco con il PSR; come si può pensare di valorizzare e rivitalizzare il centro storico eliminando dei servizi strategici, come ad esempio una scuola; perché – si chiede - , nonostante immobili e terreni di proprietà, il Comune di Tolentino acquisterà un terreno da privati per 2 milioni di euro, per delocalizzare la Don Bosco ed un immobile dalla Curia (ora inagibile causa sisma) dove delocalizzare la scuola Bezzi; perché – prosegue nei quesiti - , a detta della giunta tolentinate, l'edificio della scuola Don Bosco non può essere adeguata sismicamente mentre si può adeguate sismicamente lex edificio delle ex Maestre Pie Venerini dove si vuol spostare la scuola Bezzi pur essendo entrambi vincolati dalla Sovrintendenza delle belle arti”.

Tutte domande che più volte i contrari a questa decisione hanno sollevato alla maggioranza ma che, come più volte ribadito anche dal sindaco Giuseppe Pezzanesi, non hanno scalfito la decisione della giunta su questo tema.



GS

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