Articolo uno MDP, sceglie Camerino per presentare il suo progetto politico

Martedì, 30 Maggio 2017 13:21 | Letto 2464 volte   Clicca per ascolare il testo Articolo uno MDP, sceglie Camerino per presentare il suo progetto politico Presentato a Camerino, il Movimento Democratici e Progressisti Articolo Uno. “ Con i nostri valori vicini alle persone” il titolo scelto per spiegare al numeroso pubblico in sala, le idee di fondo del nuovo progetto politico, nato dalla scissione del PD e la cui forza ispiratrice è la Costituzione italiana, per rimettere al centro i valori della democrazia e del lavoro. A fine marzo nel maceratese, il documento ufficiale del movimento era stato sottoscritto da 31 esponenti ex PD, ex SEL, ex IdV, tra i quali anche amministratori provinciali e locali, tuttora in carica. All’incontro, introdotto e moderato da Massimo Montesi, coordinatore provinciale della nuova formazione politica, sono intervenuti Lara Ricciatti, deputata di Articolo Uno MDP ed Enrico Rossi, governatore della Regione Toscana che, insieme a Speranza e Scotto, è tra i fondatori del movimento. “Per il lancio della sfida politica della nuova forza- ha spiegato in apertura Montesi- abbiamo scelto la città di Camerino, luogo simbolo del sisma e tra i centri più colpiti dalla devastazione” Poco prima la visita nel “deserto” della zona rossa, aveva mostrato ai loro occhi tutta l’evidenza del dramma. “ Un territorio che rischia di essere cancellato per sempre- ha detto Montesi- per questo, bisogna riportare il prima possibile le persone nella loro terra. E’ in gioco la modifica della geografia della nostra provincia e non è possibile che l’iter per le casette preveda 10 passaggi; questa è una situazione eccezionale di emergenza che richiede strumenti straordinari e semplificazione”. Dare sistematicità alle ordinanze e avere un chiaro manuale di buone pratiche, rinsaldare un tessuto economico e produttivo già indebolito dalla crisi, tra i punti centrali della relazione introduttiva focalizzata  sul tema ampio e complesso del terremoto “ ma non ci basta dire che è complicato - ha puntualizzato Montesi-; occorre che le risorse siano finalizzate a questo territorio, non a Pesaro”. Nel suo intervento, la vice presidente del gruppo Articolo Uno MDP alla Camera on. Ricciatti, ha evidenziato la bocciatura delle modifiche da lei proposte al decreto legge 24- 04 -2017 n. 50, recante “disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo”. In particolare, i tre emendamenti presentati e respinti proponevano tempi più lunghi per la restituzione dei tributi della ‘busta paga pesante’, estensione della zona franca urbana anche alle micro imprese, esenzione per le famiglie terremotate dal pagamento delle tasse universitarie” “ Siamo voluti tornare in zona rossa- ha detto la deputata- perché anche Rossi si rendesse conto di quello che è accaduto; ritengo sia utile continuare a raccontare di queste situazioni e di come incide il terremoto nella vita quotidiana delle persone. Qui il tessuto è completamente da ricostruire; siamo di fronte ad una comunità sfarinata. Non siamo in grado di giudicare le scelte delle persone che hanno deciso di restare sulla costa, ma è nostro dovere mettere a disposizione di chi vuole restare qua, o vuole tornarci nel minor tempo possibile, tutti gli strumenti burocratici, normativi e materiali che permettano di continuare una condizione di vita normale. Penso che oggi la sfida più importante della politica e di chi sta nelle istituzioni, sia quella di non far diventare la parola “sfollato” uno status. O noi siamo in condizione di fare questo, oppure non ci sarà spopolamento della montagna che terrà. In Europa si deve avere il coraggio di dire, che la stessa rigidità che l’Europa ha avuto quando ha imposto ai governi nazionali l’inserimento del vincolo del pareggio di bilancio, bisognerebbe averla anche quando si tratta della vita delle persone e penso che un Paese come l’Italia, abbia le carte in regola per andare in Europa e dire che adesso noi abbiamo un’altra emergenza, che non è quella di foraggiare le economie europee, ma è quella di aiutare le popolazioni colpite dai sismi del centro Italia. L’economia del centro Italia non può appoggiarsi semplicemente sulla buona volontà o la solidarietà di una grande nazione che sceglie di comprare il ciauscolo piuttosto che altri prodotti tipici locali; l’Italia, e in dettaglio il suo centro, ce la può fare solo se decide di ricostruire quello che è stato e che non potrà essere più uguale. Ci sono alcune realtà in cui il tempo si è fermato a nove mesi fa e dobbiamo avere il coraggio di dire che così, non funziona. E per la collettività del nostro Paese che noi dobbiamo dire che la politica mette a disposizione fino all’ultimo centesimo, a costo di acquistare qualche Effe 135 in meno, a costo di mettere qualche tetto alle super-pensioni degli enti pubblici, a costo di rivedere anche i super-vitalizi degli ex-parlamentari. Si può andare a tagliare dove c’è lo spreco, si può iniziare a fare una lotta vera all’evasione fiscale, per riuscire a dire con forza che il Paese vuole investire sulle priorità e, intanto, una delle priorità è consentire di poter iniziare ad abitare una casa a chi una casa non l’ha più, a dare un lavoro dignitoso a chi l’aveva e oggi l’ha perso. Un Paese che ce la può fare, sceglie di investire sui punti strategici e un Paese che ce la vuol fare, mette in condizione tutte le ragazze e i ragazzi di continuare il proprio percorso di studi, perché il nostro Stato è all’avanguardia e ce la può fare, solo e soltanto se non lascerà indietro nessun ragazzo. Stare a sinistra significa avere la capacità di misurarsi con i problemi reali della gente e a me interessa sapere come noi, di una sinistra che si pone il tema del governo dei processi economici, politici, sociali, e non del governismo, intendiamo migliorare i processi di vita delle persone, e ridurre le disuguaglianze. Io non so se questo progetto politico sia il punto terminale di tanti impegni che da individuali diventano collettivi – ha concluso l’on. Ricciatti- però penso che se oggi siamo qua e il segnale che abbiamo scelto di dare è stato quello di venire in una zona che ha bisogno di essere aiutata ma la cui solidarietà, sola e fine a se stessa non basta, penso che possiamo farcela. Ma un risultato sarà possibile solo se da una parte saremmo in grado come sinistra di costruire una comunità più ampia e senza pregiudizi e, dall’altra, abbiamo il dovere di tenere ben alta l’attenzione sulla comunità marchigiana, profondamente ferita dai sismi ma che, con la tigna che la caratterizza, ce l’ha fatta e ce la vuole fare. Un popolo che non chiede briciole, né elemosina, ma delle leggi giuste per tornare a ricostruire le Marche forse anche più belle di prima”.    Della forza del progetto politico “Articolo uno” è sempre più convinto anche Enrico Rossi, i cui fine settimana sono dedicati all impegno di fondazione del movimento “ Nostro scopo è far rinascere nel Paese una sinistra seria di governo che marchi una differenza rispetto a quanto finora accaduto e, un banco di prova per questa nuova forza politica, è il terremoto che è, e deve restare, grande questione nazionale. Come forza di governo, dobbiamo avere il massimo della serietà e l’idea di un momento di studio che in una situazione collettiva, dopo aver ascoltato i sindaci, i cittadini e le forze sociali delle Marche, dell’Umbria e dell’Abruzzo, riesca a mettere a fuoco le tematiche più importanti su cui ci sono ritardi e su cui avanziamo proposte per accelerare, Questa sarà anche la campagna elettorale di un pezzo dell’Italia centrale e noi dobbiamo prepararci; non si può dire con una narrazione fasulla che tutto va bene, perché basta andare in giro e si capisce e si avverte il contrario, né si possono fare insulse grida o alzate di testa. L’intento è mettere in fila una serie di proposte che segnino una svolta nell’intervento sulla tragedia che ha colpito queste zone,  e, su cui si avverte che le promesse fatte non hanno avuto esiti e riscontri.  I problemi sono nella governance, nella lentezza delle pratiche che vanno accelerate. Credo che per ricostituire un tessuto sociale, le persone debbano essere messe nelle condizioni di poter tornare il prima possibile e mi colpisce positivamente il tessuto più che vitale dell’università che ha dimostrato encomiabile capacità di reazione. Ne parlerò con Speranza e Scotto per proposte serie, avendo prima raccolto le problematiche dei cittadini e del mondo universitario, per costruire una piattaforma e il tema nazionale, che è il superamento dell’emergenza che non è superato, e il tema della ricostruzione che, in una terra sismica, va affrontato con serietà per il futuro.Auspichiamo una crescita del nostro movimento per presentarci alle prossime elezioni con idee che ridiano spazio ai fortissimi bisogni sociali, rispondendo ai quali, secondo me, si può salvare il Paese. Diversamente, l’Italia è destinata al degrado e all’arretramento continuo. L’obiettivo è ricentrare una proposta nuova che consenta di parlare al Paese e ai ceti popolari che vogliamo tutelare e rappresentare, prima di tutti gli altri. Bisogna ripartire innanzitutto dall’unità della sinistra,  guardare anche oltre la sinistra; i tempi ci incalzano ed è necessario quanto prima avere un programma, per una lista di sinistra che si presenta aperta ai contributi di altri e anche di diverso orientamento”

Presentato a Camerino, il Movimento Democratici e Progressisti Articolo Uno. “ Con i nostri valori vicini alle persone” il titolo scelto per spiegare al numeroso pubblico in sala, le idee di fondo del nuovo progetto politico, nato dalla scissione del PD e la cui forza ispiratrice è la Costituzione italiana, per rimettere al centro i valori della democrazia e del lavoro. A fine marzo nel maceratese, il documento ufficiale del movimento era stato sottoscritto da 31 esponenti ex PD, ex SEL, ex IdV, tra i quali anche amministratori provinciali e locali, tuttora in carica.

All’incontro, introdotto e moderato da Massimo Montesi, coordinatore provinciale della nuova formazione politica, sono intervenuti Lara Ricciatti, deputata di Articolo Uno MDP ed Enrico Rossi, governatore della Regione Toscana che, insieme a Speranza e Scotto, è tra i fondatori del movimento.

“Per il lancio della sfida politica della nuova forza- ha spiegato in apertura Montesi- abbiamo scelto la città di Camerino, luogo simbolo del sisma e tra i centri più colpiti dalla devastazione” Poco prima la visita nel “deserto” della zona rossa, aveva mostrato ai loro occhi tutta l’evidenza del dramma. “ Un territorio che rischia di essere cancellato per sempre- ha detto Montesi- per questo, bisogna riportare il prima possibile le persone nella loro terra. E’ in gioco la modifica della geografia della nostra provincia e non è possibile che l’iter per le casette preveda 10 passaggi; questa è una situazione eccezionale di emergenza che richiede strumenti straordinari e semplificazione”. Dare sistematicità alle ordinanze e avere un chiaro manuale di buone pratiche, rinsaldare un tessuto economico e produttivo già indebolito dalla crisi, tra i punti centrali della relazione introduttiva focalizzata  sul tema ampio e complesso del terremoto “ ma non ci basta dire che è complicato - ha puntualizzato Montesi-; occorre che le risorse siano finalizzate a questo territorio, non a Pesaro”.

pubblico

Nel suo intervento, la vice presidente del gruppo Articolo Uno MDP alla Camera on. Ricciatti, ha evidenziato la bocciatura delle modifiche da lei proposte al decreto legge 24- 04 -2017 n. 50, recante “disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo”. In particolare, i tre emendamenti presentati e respinti proponevano tempi più lunghi per la restituzione dei tributi della ‘busta paga pesante’, estensione della zona franca urbana anche alle micro imprese, esenzione per le famiglie terremotate dal pagamento delle tasse universitarie”

“ Siamo voluti tornare in zona rossa- ha detto la deputata- perché anche Rossi si rendesse conto di quello che è accaduto; ritengo sia utile continuare a raccontare di queste situazioni e di come incide il terremoto nella vita quotidiana delle persone. Qui il tessuto è completamente da ricostruire; siamo di fronte ad una comunità sfarinata. Non siamo in grado di giudicare le scelte delle persone che hanno deciso di restare sulla costa, ma è nostro dovere mettere a disposizione di chi vuole restare qua, o vuole tornarci nel minor tempo possibile, tutti gli strumenti burocratici, normativi e materiali che permettano di continuare una condizione di vita normale. Penso che oggi la sfida più importante della politica e di chi sta nelle istituzioni, sia quella di non far diventare la parola “sfollato” uno status. O noi siamo in condizione di fare questo, oppure non ci sarà spopolamento della montagna che terrà. In Europa si deve avere il coraggio di dire, che la stessa rigidità che l’Europa ha avuto quando ha imposto ai governi nazionali l’inserimento del vincolo del pareggio di bilancio, bisognerebbe averla anche quando si tratta della vita delle persone e penso che un Paese come l’Italia, abbia le carte in regola per andare in Europa e dire che adesso noi abbiamo un’altra emergenza, che non è quella di foraggiare le economie europee, ma è quella di aiutare le popolazioni colpite dai sismi del centro Italia. L’economia del centro Italia non può appoggiarsi semplicemente sulla buona volontà o la solidarietà di una grande nazione che sceglie di comprare il ciauscolo piuttosto che altri prodotti tipici locali; l’Italia, e in dettaglio il suo centro, ce la può fare solo se decide di ricostruire quello che è stato e che non potrà essere più uguale. Ci sono alcune realtà in cui il tempo si è fermato a nove mesi fa e dobbiamo avere il coraggio di dire che così, non funziona. E' per la collettività del nostro Paese che noi dobbiamo dire che la politica mette a disposizione fino all’ultimo centesimo, a costo di acquistare qualche Effe 135 in meno, a costo di mettere qualche tetto alle super-pensioni degli enti pubblici, a costo di rivedere anche i super-vitalizi degli ex-parlamentari. Si può andare a tagliare dove c’è lo spreco, si può iniziare a fare una lotta vera all’evasione fiscale, per riuscire a dire con forza che il Paese vuole investire sulle priorità e, intanto, una delle priorità è consentire di poter iniziare ad abitare una casa a chi una casa non l’ha più, a dare un lavoro dignitoso a chi l’aveva e oggi l’ha perso. Un Paese che ce la può fare, sceglie di investire sui punti strategici e un Paese che ce la vuol fare, mette in condizione tutte le ragazze e i ragazzi di continuare il proprio percorso di studi, perché il nostro Stato è all’avanguardia e ce la può fare, solo e soltanto se non lascerà indietro nessun ragazzo. Stare a sinistra significa avere la capacità di misurarsi con i problemi reali della gente e a me interessa sapere come noi, di una sinistra che si pone il tema del governo dei processi economici, politici, sociali, e non del governismo, intendiamo migliorare i processi di vita delle persone, e ridurre le disuguaglianze. Io non so se questo progetto politico sia il punto terminale di tanti impegni che da individuali diventano collettivi – ha concluso l’on. Ricciatti- però penso che se oggi siamo qua e il segnale che abbiamo scelto di dare è stato quello di venire in una zona che ha bisogno di essere aiutata ma la cui solidarietà, sola e fine a se stessa non basta, penso che possiamo farcela. Ma un risultato sarà possibile solo se da una parte saremmo in grado come sinistra di costruire una comunità più ampia e senza pregiudizi e, dall’altra, abbiamo il dovere di tenere ben alta l’attenzione sulla comunità marchigiana, profondamente ferita dai sismi ma che, con la tigna che la caratterizza, ce l’ha fatta e ce la vuole fare. Un popolo che non chiede briciole, né elemosina, ma delle leggi giuste per tornare a ricostruire le Marche forse anche più belle di prima”.   

Della forza del progetto politico “Articolo uno” è sempre più convinto anche Enrico Rossi, i cui fine settimana sono dedicati all' impegno di fondazione del movimento

Rossi

“ Nostro scopo è far rinascere nel Paese una sinistra seria di governo che marchi una differenza rispetto a quanto finora accaduto e, un banco di prova per questa nuova forza politica, è il terremoto che è, e deve restare, grande questione nazionale. Come forza di governo, dobbiamo avere il massimo della serietà e l’idea di un momento di studio che in una situazione collettiva, dopo aver ascoltato i sindaci, i cittadini e le forze sociali delle Marche, dell’Umbria e dell’Abruzzo, riesca a mettere a fuoco le tematiche più importanti su cui ci sono ritardi e su cui avanziamo proposte per accelerare, Questa sarà anche la campagna elettorale di un pezzo dell’Italia centrale e noi dobbiamo prepararci; non si può dire con una narrazione fasulla che tutto va bene, perché basta andare in giro e si capisce e si avverte il contrario, né si possono fare insulse grida o alzate di testa. L’intento è mettere in fila una serie di proposte che segnino una svolta nell’intervento sulla tragedia che ha colpito queste zone,  e, su cui si avverte che le promesse fatte non hanno avuto esiti e riscontri.  I problemi sono nella governance, nella lentezza delle pratiche che vanno accelerate. Credo che per ricostituire un tessuto sociale, le persone debbano essere messe nelle condizioni di poter tornare il prima possibile e mi colpisce positivamente il tessuto più che vitale dell’università che ha dimostrato encomiabile capacità di reazione. Ne parlerò con Speranza e Scotto per proposte serie, avendo prima raccolto le problematiche dei cittadini e del mondo universitario, per costruire una piattaforma e il tema nazionale, che è il superamento dell’emergenza che non è superato, e il tema della ricostruzione che, in una terra sismica, va affrontato con serietà per il futuro.Auspichiamo una crescita del nostro movimento per presentarci alle prossime elezioni con idee che ridiano spazio ai fortissimi bisogni sociali, rispondendo ai quali, secondo me, si può salvare il Paese. Diversamente, l’Italia è destinata al degrado e all’arretramento continuo. L’obiettivo è ricentrare una proposta nuova che consenta di parlare al Paese e ai ceti popolari che vogliamo tutelare e rappresentare, prima di tutti gli altri. Bisogna ripartire innanzitutto dall’unità della sinistra,  guardare anche oltre la sinistra; i tempi ci incalzano ed è necessario quanto prima avere un programma, per una lista di sinistra che si presenta aperta ai contributi di altri e anche di diverso orientamento”

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