Appello ai parlamentari del preside Marcelli sulla busta paga pesante

Mercoledì, 18 Aprile 2018 17:59 | Letto 2200 volte   Clicca per ascolare il testo Appello ai parlamentari del preside Marcelli sulla busta paga pesante Il terremoto ha non solo sconvolto un intero territorio, ma continua a produrre anche conseguenze in capo alle popolazione che quasi due anni sono costrette a fare i conti con gli effetti del sisma. Uno di questi riguarda la restituzione di quanto dovuto per la cosiddetta busta paga pesante, somme che gli interessati dovranno rendere al fisco a partire dalla fine del prossimo mese di maggio. Una questione su cui prende posizione, a titolo strettamente personale, Giancarlo Marcelli, dirigente scolastico dellIstituto “Antinori” di Camerino, con lintento di stimolare i parlamentari. “Il tema nasce da una constatazione oggettiva – le parole del dirigente Marcelli - Quando si gestisce una comunità come una scuola, quando le persone che hanno lavorato in quella comunità scossa da situazioni drammatiche si deve cercare di interpretare il disagio che si ripercuote su queste persone, siano esse adulti o ragazzi. Ecco, allora, che bisogna affrontare le questioni con la dovuta correttezza. Dal mese di maggio, per 24 mesi, i dipendenti delle pubbliche amministrazioni che hanno avuto la possibilità di percepire la cosiddetta busta paga pesante, cioè priva degli oneri associati alla fiscalità, devono tirare fuori tutte le somme che non hanno avuto trattenute. Si tratta di importi abbastanza elevati. Ritengo che si debba considerare come dalla data in cui la busta pesante è stata elargita al momento in cui viene richiesta la restituzione non è cambiato molto nello scenario del territorio. Ci sono ancora molte persone che sono in autonoma sistemazione, gente che viaggia avanti e indietro dalla costa, situazioni continue di disagio. Forse era il caso non di non dare questa opportunità, visto che le persone sono ancora nelle stesse condizioni di allora dal punto di vista economico e si trovano in assoluta difficoltà perché rischia di trovarsi con uno stipendio dimezzato o, nei casi peggiori, quasi ridotto a zero. Perché questo deve accadere? - si chiese Marcelli - Perché al disagio del vivere con difficoltà si deve aggiungere quello di vivere nella povertà? Non riesco a capirlo e per questo ho sensibilizzato non solo le istituzioni di cui faccio parte, ma anche i rappresentanti in Parlamento chiedendo loro di adoperarsi per ridurre tali disagi. Non è necessario aggiungere al danno anche la classica beffa”.

Il terremoto ha non solo sconvolto un intero territorio, ma continua a produrre anche conseguenze in capo alle popolazione che quasi due anni sono costrette a fare i conti con gli effetti del sisma. Uno di questi riguarda la restituzione di quanto dovuto per la cosiddetta busta paga pesante, somme che gli interessati dovranno rendere al fisco a partire dalla fine del prossimo mese di maggio. Una questione su cui prende posizione, a titolo strettamente personale, Giancarlo Marcelli, dirigente scolastico dell'Istituto “Antinori” di Camerino, con l'intento di stimolare i parlamentari. “Il tema nasce da una constatazione oggettiva – le parole del dirigente Marcelli - Quando si gestisce una comunità come una scuola, quando le persone che hanno lavorato in quella comunità scossa da situazioni drammatiche si deve cercare di interpretare il disagio che si ripercuote su queste persone, siano esse adulti o ragazzi. Ecco, allora, che bisogna affrontare le questioni con la dovuta correttezza. Dal mese di maggio, per 24 mesi, i dipendenti delle pubbliche amministrazioni che hanno avuto la possibilità di percepire la cosiddetta busta paga pesante, cioè priva degli oneri associati alla fiscalità, devono tirare fuori tutte le somme che non hanno avuto trattenute. Si tratta di importi abbastanza elevati. Ritengo che si debba considerare come dalla data in cui la busta pesante è stata elargita al momento in cui viene richiesta la restituzione non è cambiato molto nello scenario del territorio. Ci sono ancora molte persone che sono in autonoma sistemazione, gente che viaggia avanti e indietro dalla costa, situazioni continue di disagio. Forse era il caso non di non dare questa opportunità, visto che le persone sono ancora nelle stesse condizioni di allora dal punto di vista economico e si trovano in assoluta difficoltà perché rischia di trovarsi con uno stipendio dimezzato o, nei casi peggiori, quasi ridotto a zero. Perché questo deve accadere? - si chiese Marcelli - Perché al disagio del vivere con difficoltà si deve aggiungere quello di vivere nella povertà? Non riesco a capirlo e per questo ho sensibilizzato non solo le istituzioni di cui faccio parte, ma anche i rappresentanti in Parlamento chiedendo loro di adoperarsi per ridurre tali disagi. Non è necessario aggiungere al danno anche la classica beffa”.

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