Taglio del nastro a Camerino per il nuovo Centro ambulatoriale Santo Stefano
Inaugurato a Camerino il nuovo Centro ambulatoriale Santo Stefano Riabilitazione.
Un “nuovo inizio” per la struttura la cui precedente sede, danneggiata dal terremoto, ha dovuto essere chiusa per inagibilità. Un momento di festa che gli operatori di Camerino hanno voluto condividere con tutta la cittadinanza.
Dotata di ascensore, la struttura si trova al secondo piano del Centro commerciale “Superconti” di via A. D’Accorso
.“Siamo orgogliosi di rafforzare la nostra presenza nell’entroterra maceratese, ove abbiamo una consolidata tradizione di servizio e di qualità – ha detto l’AD Santo Stefano Riabilitazione – Kos Care, Enrico Brizioli -. Felici di farlo in un momento così significativo per la rinascita della città e di questo splendido territorio”.
Una cerimonia particolarmente sentita dagli abitanti, presenti numerosi al taglio del nastro insieme alle autorità cittadine. Un traguardo significativo che in segno di unione hanno voluto salutare con la loro presenza anche i sindaci di Montecavallo Secoli, di muccia Baroni e la vicesindaco di Castelraimondo Gregori
“L’inaugurazione di oggi- ha detto il Sindaco di Camerino Gianluca Pasqui- racchiude un forte messaggio. Avremmo dovuto farla, prima del terremoto nell’ex ospedale interamente ristrutturato, uno degli edifici più belli del centro storico della città e di cui l’evento sismico ci ha privati. Il sisma ha solo rimandato quel sogno. Sento di ringraziare l’istituzione Santo Stefano per aver onorato la parola data di voler rimanere su questo territorio, e, l’aver mantenuto l’impegno preso, in questo momento è sinonimo della grande voglia di lanciare il volano della rinascita a grande velocità.Il Centro ambulatoriale Santo Stefano- ha aggiunto- è una eccellenza, che nonostante tutto, ha scelto di restare a Camerino e di investire su Camerino: questo per noi è il messaggio più importante. Con il taglio del nastro di oggi ci ritroviamo a festeggiare una città e un intero territorio che non si sono mai fermati, mantenendo tutte le sue istituzioni. Una città e un territorio che stanno vivendo un presente in proiezione futura, per riabbracciare quell’arcobaleno che illumina il cielo dopo la tempesta e che noi rivedremo tutti insieme. Come amministrazione comunale ci sentiamo di ringraziare con il cuore l'intera struttura Santo Stefano, rinnovando il nostro impegno a collaborare per rendere ancora più forte e vivace questo sodalizio”. Con il sindaco Pasqui hanno presenziato anche il vicesindaco Roberto Lucarelli, e le assessore Antonella Nalli ed Erica Cervelli.
Cervelli e Nalli
Tra le autorità intervenute il Magnifico Rettore Unicam Flavio Corradini e il Rettore eletto Claudio Pettinari.
“Un segnale di ripartenza molto importante- ha sottolineato Corradini- che manifesta la vivacità di tutto un territorio, anche nell’affrontare situazioni di forte imbarazzo come quelle dell’ultimo periodo. Una struttura che impiega oltre venti professionisti, con la quale l’Università di Camerino ha dei rapporti di collaborazione molto intensi nel campo della Farmacia e dei prodotti e della Salute. Con il Santo Stefano- ha aggiunto- formalizzeremo un accordo che ormai è quasi pronto nei nostri uffici legali per ribadire con forza e determinazione la volontà di stare insieme e di tornare in questi luoghi che meritano grande attenzione”.
.”E’ un nuovo inizio e un segnale di speranza – ha detto Antonio Bortone, direttore dei Centri ambulatoriali del Santo Stefano – e noi facciamo festa perché, aldilà della vita professionale, rappresenta la ripresa della vita sociale che riparte, non a caso, con la riabilitazione, momento fondamentale per una persona malata che cerca di recuperare la funzione. Qui vediamo un territorio che è stato fortemente colpito e, la riapertura di questa sede è un grande auspicio: è come se idealmente questo territorio recuperasse la funzione sociale. Abbiamo sentito forte l’impulso a non mollare, a non abbandonare Camerino, contribuendo, con la nostra presenza, alla “riabilitazione” di queste bellissime zone, ricche di storia, di cultura e di grande partecipazione sociale”.Un segnale di fiducia per il futuro e di grande speranza, perché è con la speranza che si costruiscono grandi sfide e risultati, auspicando il bene per tutta la popolazione.”
La responsabile Roberta Ferranti
Dieci mesi difficili per gli operatori del Santo Stefano di Camerino costretti dal sisma ad un trasferimento forzato a Matelica “Ripartiamo da dove ci siamo lasciati - ha detto la responsabile del Centro Roberta Ferranti- In questi mesi, nonostante la distanza, abbiamo cercato di essere presenti in tutti i modi a Camerino, partecipando a tutte le manifestazioni locali che nel frattempo si sono presentate e, con molto piacere abbiamo trovato sempre le porte spalancate. Abbiamo collaborato a “ Cortili in fiore” “ Corsa alla Spada” agli screening per le scuole, ricevendo forti segni di solidarietà. Il fatto che le persone siano così contente del nostro ritorno è un incoraggiamento a fare sempre meglio. Oggi, siamo davvero felici perché il Santo Stefano ci ha messo a disposizione la sede che avremmo voluto anche se non ci fosse stato il terremoto. E’ una sede stabile e definitiva che rappresenta un segno di speranza per il futuro”.
Locali molto accoglienti, attrezzature e arredi nuovissimi per la nuova sede del Santo Stefano di Camerino, dotata di ascensore e di un’ ampia hall; due le palestre attrezzate, cinque le stanze di fisioterapia, due quelle dedicate alla logopedia e una alla psicomotricità. Corredano gli ambienti, oltre ad altri locali, l’ambulatorio medico, l’ufficio della responsabile.
“ E’ quello che desideravamo da sempre per lavorare con entusiasmo e anche in qualità”- così si sono espresse le operatrici del Centro nell’accompagnare la visita nelle stanze.
Palestra
“ Ambienti davvero meravigliosi e di grande qualità- ha commentato il rettore eletto Pettinari- Qui sarà possibile fare un lavoro importante per la comunità E’ un grande segnale per una struttura per lungo tempo lontana da noi a causa del sisma e l’inaugurazione testimonia che c’è la speranza di venir fuori da questo dramma nella maniera migliore. Oggi vedo persone felici animate dalla voglia di lavorare, tanta gente vicina alle istituzioni. Un plauso all’amministrazione comunale e a tutti gli artefici di questo nuovo inizio”.
Fra' Gianni ha officiato la benedizione
Ferranti e Brizioli al taglio della torta
Lo staff del santo Stefano di Camerino
Scuola: Il grido di protesta dei bidelli.
A pochi giorni dall'inizio della scuola e della prima campanella, il grido di protesta arriva dal personale Ata ( i così detti bidelli ) che denunciano nelle Marche una grave carenza di personale.Con un comunicato congiunto i sindacati - Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, hanno fatto sentire la loro voce e hanno chiamato in causa i parlamentari marchigiani Alessia Morani e Camilla Fabbri. Nei prossimi giorni sono previsti incontri con altri parlamentari del territorio.
Le Marche sono la regione che ha ottenuto meno personale ATA per le proprie scuole in tutta Italia.
Appena 42 posti in più rispetto a un organico di diritto di 5.949 che è stato progressivamente limato nel corso degli anni.
Nell'anno scolastico 2015/2016 erano 6.139 le unità necessarie per far funzionare la scuola delle Marche. Ora, a parità di condizioni, appare davvero improbo il compito di far funzionare tutto il sistema, rispetto anche all'aumento di complessità di compiti amministrativi e gestionali, l'aumentato utilizzo di spazi fisici (aule multimediali, spazi disabilità), palestre, nuove tecnologie, laboratori e officine virtuali.
Senza contare il blocco inserito nella Finanziaria 2015 che ha reso impossibile sostituire il personale tecnico e amministrativo anche in caso di assenza prolungata per malattia.
Di certo non servirebbero i numeri della Campania (+1298) ma secondo secondo Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confasal, la situazione attuale rischia di mettere in crisi tutto il sistema.
Questi in estrema sintesi i motivi che hanno portato le segretarie regionali del comparto, Leonilde Gargamelli (Flc Cgil), Anna Bartolini (Cisl Scuola), Claudia Mazzucchelli (Uil Scuola) e Paola Martano (Snals Confsal) a sollecitare i parlamentare eletti nelle Marche chiedendo loro un intervento. Il 31 agosto, con una delegazione di lavoratori, hanno incontrato a Pesaro, nella sede della Provincia, le parlamentari Alessia Morani e Camilla Fabbri. È stato consegnato un documento che riepiloga sia la situazione nazionale che quella marchigiana.
«Per far “funzionare” una scuola è necessaria – dicono le sindacaliste - la partecipazione attiva di tutto il personale, anche l'Ata. Tale assunto sembra essere completamente ignorato dalla legge 107 che non prende mai in considerazione il personale Ata, quasi fosse inesistente. È invece fondamentale per il buon funzionamento di ogni scuola riconoscere le specificità delle funzioni ATA nel loro pieno esercizio. Nelle segreterie, nei laboratori, negli spazi della scuola a contatto con gli alunni, in collaborazione con la docenza e la dirigenza scolastica.
Chi fa le leggi non può dimenticare che nelle istituzioni scolastiche esistono ruoli, oltre che a quelli prettamente didattici, che concorrono al raggiungimento degli obiettivi fissati, figure che devono essere valorizzate e che non possono essere trascurate o sottovalutate come tuttora avviene».
Saranno organizzati altri incontri con i parlamentari marchigiani: fra una decina di giorni, c'è già appuntamento a Civitanova. Intanto Fabbri e Morani hanno riconosciuto che nella cosiddetta "Buona Scuola" il personale Ata non è stato considerato e convenuto sul fatto che si dovranno investire risorse economiche e professionali.
«Chiediamo – concludono le segretarie regionali – la revisione della norma sulle supplenze Ata, un organico funzionale al Piano di offerta formativa consolidando i posti tagliati nel 2015, un riequilibrio tra le regione, aumentando adeguatamente l'organico della Regione Marche, tra scuola primaria e secondaria, criteri di assegnazione che tengano conto del numero di alunni, plessi, alunni disabili, assistenti informatici in tutte le istituzioni, formazione, un bando di concorso riservato a direttori dei servizi generali amministrativi e retribuzioni adeguate visto il ruolo svolto all'interno della scuola. Speriamo di riuscire a sensibilizzare i nostri rappresentanti in Parlamento perché è inutile investire risorse se poi l'apparato amministrativo non è messo in condizioni di funzionare».