Notizie di politica nelle Marche

Se vivete circondati da tante bellezze,non date tutto per scontato. Godetevele al massimo...,A NOI MANCANO DA MORIRE”. E' il motto con il quale il Comune di Camerino e l'Associazione Turistica hanno presentato la città alla Borsa del Turismo del Centro Italia (MULA: Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo), attiva fino al 2 settembre presso il Centro AgroAlimentare Piceno di San Benedetto del Tronto. Da una città ricca di storia e cultura che il sisma ha profondamente ferito, un messaggio semplice ed incisivo, per sottolineare l'importanza di preservare e custodire bellezza e la grande voglia di rinascere. Al numeroso pubblico della Borsa è stato mostrato il video della città realizzato prima del sisma, proprio a testimoniare quanto di bello racchiudono le mura cittadine. Grazie alla presenza in fiera del presidente e dei volontari della Pro Camerino, è stato anche possibile illustrare ai visitatori la ricca offerta di manifestazioni che Camerino è in grado di offrire nel corso dell'anno.

 

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Alberto Cambio è argento al DecaIronman e batte il record italiano di categoria. Doppia soddisfazione per l’atleta settempedano delle imprese titaniche, in Svizzera per una delle sfide più dure nel mondo dello sport: fare un Ironman al giorno (la distanza standard del triathlon cioè 3,86 km di nuoto, 180,260 km di bicicletta, 42,195 km di corsa), per dieci giorni. Cambio ha percorso ben 38 chilometri a nuoto, 1800 in bicicletta e 422 di corsa. E lo ha fatto in 143 ore e 43 minuti, aggiudicandosi quattro primi posti parziali e battendo il nuovo record assoluto italiano di categoria. 

“Per uno come me che ha fatto sempre sport - dice - primeggiare in queste gare di livello mondiale e così dure, perché è forse la più dura delle competizioni, è il massimo della soddisfazione. È vero che puntavo al podio ma mai avrei pensato di arrivare a questi livelli. Tocco il cielo, non sto nella pelle dall’emozione”.

Ma oltre alla difficoltà delle prove, anche le condizioni atmosferiche hanno giocato la loro parte importante. Il DecaIronman si è svolto in Svizzera, a Buchs, lungo il Reno dove le temperature non erano certamente d’aiuto: “Il posto è bellissimo ma non si può dire lo stesso delle condizioni atmosferiche, terribili. I primi giorni è sempre stato molto caldo - racconta - con condizioni atroci. Erano sempre 34 o 35 gradi ma se ne percepivano anche 40. Tirava anche un vento caldissimo e questo non aiutava, specie in bicicletta. Il terzo giorno ha fatto dapprima molto caldo con un vento fortissimo e poi un temporale. Abbiamo fatto tutta la maratona sotto la pioggia e questo ci ha ucciso fisicamente. E il quarto giorno lo abbiamo passato interamente sotto la pioggia. È stato un diluvio”.

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La sveglia, per Cambio e gli altri atleti partecipanti, era ogni giorno alle 5:40 per essere pronti a partire intorno alle 7 meno dieci. Mai avrebbe immaginato, dice, di poter lottare addirittura per il primo posto eppure si è trovato proprio a far questo in una sfida diretta con il russo Vladimir Voloshin. “Nei primi tre giorni - racconta ancora - il russo ha preso tanto vantaggio su di me, quasi 4 ore. Poi il quarto e quinto giorno per me c’è stata la rimonta. Ho iniziato a vincere recuperando ma non tanto da superarlo. Ha mantenuto tre ore di vantaggio nonostante io abbia vinto per quattro giorni. Sono stato bravo a tener botta - spiega - alla sera finivo ad orari che mi hanno permesso di cenare, fare massaggi e dormire molto. Ogni giorno sei sempre più stremato. Il russo era molto molto forte e più imponente di me. Potevo lottare per il primo posto ma non mi importa in fondo - ammette -. L’ultimo giorno è stato bellissimo perché sono arrivato primo e quindi ho dimostrato più resistenza”.

Ora è il tempo di riposare per Cambio e sto fra qualche tempo si penserà alle prossime sfide: “Quali saranno ancora non lo so. Devo fare mente locale, sono sfinito, per recuperare ci vorranno mesi. Vedrò come va il recupero - conclude - e poi cercherò di pianificare la prossima stagione”.

Gaia Gennaretti 

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“Sull’incenerimento il Movimento 5 Stelle si è fatto autogol. Impugnare la legge regionale non è un atto dovuto ma solo una volontà politica”.

La pensa così Sandro Bisonni, consigliere regionale del gruppo misto e promotore della legge regionale approvata all’unanimità che vieta l’incenerimento di rifiuti in qualsiasi forma (ad eccezione del biometano) e la realizzazione di inceneritori nelle Marche. Questo è avvenuto a giugno ma di recente il Ministero dell’Ambiente ha diffidato la Regione a rinunciare a tale divieto perché in contrasto con lo Sblocca Italia del governo Renzi. Se ciò non dovesse accadere, il Ministero impugnerebbe la legge regionale perché incostituzionale.

Va precisato che il ministro Costa si è detto contrario a tale normativa nazionale e ha espresso l’intenzione di abrogarla. Nel frattempo però, sempre secondo Costa, l’impugnazione sarebbe un atto dovuto fintanto che lo Sblocca Italia sia ancora in vigore: “Come a dire - commenta Bisonni - che sono costretti. Peccato però che le cose non stiano esattamente così, infatti l'articolo 127 della Costituzione italiana testualmente recita: ‘Il Governo, quando ritenga che una legge regionale ecceda la competenza della Regione, può promuovere la questione di legittimità costituzionale dinanzi alla Corte costituzionale entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione’. Insomma l'atto non è dovuto ma semplicemente rientra tra le possibilità del Governo”. I 5 Stelle però, nel diffondere il comunicato del Ministro, hanno ricevuto la risposta del loro costituzionalista di fiducia e di riferimento, Enzo Di Salvatore. Costui, con onestà intellettuale ha sentenziato: “Comunque non è un atto dovuto. Il Consiglio dei Ministri può deliberare di impugnare, se vuole”.

“Appunto - incalza Bisonni - se vuole e se lo ritiene come la Costituzione dice. È pertanto palese a tutti che l'atto del Ministero è una scelta politica non un obbligo. Una scelta immotivata se fosse vero che il Movimento vuole abrogare lo Sblocca Italia; si ricordi inoltre che questa legge nazionale è oggi oggetto della giustizia europea a seguito di un ricorso al Tar del Lazio vinto da alcune associazioni ambientaliste. È chiaro che, al di là della propaganda, qui qualcosa non torna - conclude - e sopratutto si prenda atto che il Governo M5s-Lega non ‘deve’ ma ‘vuole’ impugnare la nostra legge imponendo alle Marche di rinunciare al divieto di combustione a favore dell’inceneritore, con buona pace di tutti...o quasi”.
Gaia Gennaretti 

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Tolentino perde uno degli ex sindaci che hanno fatto la storia della città.

E’ scomparso questa mattina, a seguito di una malattia contro cui combatteva da tempo, Nicola Comi.

Classe 1940, Comi era conosciuto non solo per la sua professione di medico cardiologo, ma anche per essere stato sindaco di Tolentino dal 1980 al 1985.

Padre di Francesco Comi, segretario regionale del Partito Democratico, Nicola è sicuramente stato un esempio per il figlio che ha poi deciso di seguire le orme del padre, impegnandosi nella politica cittadina e regionale.

”Sono profondamente addolorato – ha dichiarato il Sindaco Giuseppe Pezzanesi - in quanto è scomparsa una persona che come me, si è impegnato e ha lavorato con grande passione per far crescere e migliorare la nostra Città. Con lui ho avuto un rapporto ottimo, al di là della politica che passa in secondo piano per le qualità umane e professionali, basato sul rispetto reciproco. Comi è stata una persona corretta che ha amato Tolentino nel senso più profondo e che ha realizzato tra la fine degli anni ’70 e metà anni ’80, opere molto importanti per Tolentino, lasciando una traccia profonda e un ricordo indelebile. Una profonda amicizia mi lega alla famiglia e a Francesco che abbraccio con tutto il cuore. A loro va il mio personale cordoglio quello degli Assessori, del Consiglio comunale, dell’Amministrazione, dei dipendenti e la vicinanza di tutti i cittadini di Tolentino che conserveranno per sempre il ricordo di Nicola”.

 

La Camera Ardente sarà allestita al Palasport “G. Chierici, in viale della Repubblica e sarà aperta a partire dalle ore 10 di venerdì 31 agosto. Alle ore 17.00, sempre al Palasport, si terrà la cerimonia civile di commiato. 

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Tramite l’ultimo numero de l’Appenino Camerte, il nostro Sindaco ha dato la disponibilità. Ha confermato che sarà a disposizione della città per dare continuità al processo di ricostruzione. Ora, a prescindere dal fatto che il processo di ricostruzione non è ancora iniziato ed è quindi difficile dargli continuità, visto che senza la deprecabile donazione (non nel principio, ma in quanto sostituta del finanziamento pubblico) non si sarebbe realizzata neanche una sola opera pubblica, mi sento di condividere e sponsorizzare pubblicamente l’impegno civico del Sindaco. Come consigliere comunale, infatti, non posso che rallegrarmi del fatto che, in questa babele politica, ci sia ancora qualcuno con la volontà di mettersi in gioco, a disposizione della sua comunità. Ci sto anche io e do pubblicamente la mia disponibilità. Per un ulteriore quinquennio, tuttavia né da consigliere né da sindaco, mi impegnerò ancora per la mia città. Metto a disposizione le mie conoscenze e competenze per una unica, sinergica, lista civica. Trovo ridicolo, oltre che inutile, scendere in campo, nella contesa elettorale, in una situazione come quella attuale. Per chi non se ne fosse accorto, Camerino è in fin di vita. Dire il contrario significa mistificare la realtà oppure essere poco lucidi perché ancora traumatizzati dal sisma. Io, fortunatamente, ho il privilegio di avere vissuto un trauma molto minore rispetto a chi ha perso casa e lavoro e quindi posso fregiarmi del titolo di “lucido”. Pertanto voglio lanciare la proposta: unire le forze, tutte, politiche e civiche, per un’unica lista che sintetizzi le anime della nostra città.

Per fare questo, però, occorre che tutti, compresi il sottoscritto e il Sindaco, facciano un passo indietro, dando esempio e disponibilità a lavorare dietro le quinte. “Uniti per Camerino” potrebbe essere il nome della prossima lista unica civica. L’occasione è irripetibile e, oserei dire, rappresenta l’ultima spiaggia per il nostro territorio. Un passo indietro per il bene di Camerino. Un passo indietro per raggiungere la sintesi di tutti. Un passo indietro per una squadra nuova che non dia continuità, ma un deciso strappo. Una squadra senza tessere elettorali, ma con tanta voglia di lavorare e che azzeri campanilismi sciocchi e litigi da bar. Camerino lo merita. I camerinesi lo meritano.

Propongo quindi al Sindaco, in qualità di primo cittadino, la convocazione degli Stati generali di Camerino: un’assemblea pubblica, permanente, che raccolga le idee di tutti per definire il prossimo programma elettorale di un’unica lista civica ecumenica ed i suoi componenti. Altrimenti ci troveremo, tra qualche settimana, ad assistere ai soliti teatrini pre elettorali che partoriranno le più altisonanti ed irrealizzabili promesse di ricostruzione post sisma. Della serie… chi la spara più grossa.

Pietro Tapanelli – consigliere comunale

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Incidente senza gravi conseguenze per le persone coinvolte nei pressi della frazione di Canepina di Camerino; è' avvenuto poco dopo le 9, sulla strada provinciale 256 muccese  Per cause in corso d'accertamento, una Fiat Panda che procedeva verso Camerino è entrata in collisione con uno scooter che proveniva dall'opposta direzione di marcia. Lo scontro è avvenuto proprio davanti al distributore di carburanti. Sul posto i sanitari del 118 di Camerino  che hanno provveduto a prestare soccorso ai rispettivi conducenti dei rispettivi mezzi, le cui condizioni non destano preoccupazione . Solo problemi ad una  caviglia per il giovane disarcionato dalla due ruote, trasportato per accertamenti al pronto soccorso del nosocomio camerte. Tanto spavento ma nessuna conseguenza fisica per il conducente e gli altri due occupanti l'auto  Per i rilievi del caso sono intervenuti sul posto i Carabinieri del Comando Compagnia di Camerino. 

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Giovedì, 30 Agosto 2018 08:38

Hashish e cocaina. Nei guai due tunisini

Sequestrate 36 dosi di cocaina e un grammo di hashi. Arrestato un tunis e denunciato a piede libero un connazionale. È il risultato di un’operazione della guardia di finanza della Compagnia di Civitanova Marche volta al contrasto di traffici illeciti. Un altro duro colpo dunque allo spaccio di stupefacenti. 

Sviluppando alcuni elementi acquisiti nel corso dell’attività info investigativa, i militari hanno individuato una abitazione nel Comune di Civitanova Marche ove erano alloggiati due tunisini collegati con lo spaccio di stupefacenti. 

Nel corso della perquisizione locale i due soggetti hanno negato ogni addebito, ma il fiuto del cane antidroga ha scovato lo stupefacente nascosto dentro un comodino della camera da letto: 36 dosi di cocaina, per un peso complessivo di oltre 37 grammi e quasi un grammo di hashish oltre ad un bilancino di precisione e un coltello con residui di stupefacente. 

Un tunisino di 24 anni, tra l’altro non in regola con le norme che disciplinano l’immigrazione, è stato arrestato e, su disposizione dell’autoritàgiudiziaria inquirente, posto in via precautelativa agli arresti domiciliari;un suo connazionale di 25 anni, invece, è stato denunciato a piede libero.
g.g.

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La fine è veramente molto lontana, ma anche linizio non è dei più incoraggianti - afferma Giordano Saltari, assessore allurbanistica e alla Ricostruzione di San Ginesio - . Anche a livello normativo ci sono molte discordanze fra le deroghe concesse per il sisma e le leggi nazionali sugli appalti e i lavori pubblici. Si va avanti soltanto attraverso decreti e proroghe, ma risposte certe, immediate e veloci ancora nulla. Una normativa stabile e definitiva aiuterebbe almeno a restituire un po’ di fiducia e qualche certezza ai cittadini. Di fronte alla tragedia di Genova e al terremoto di Termoli, che ci vedono assolutamente solidali, chiediamo di non essere messi da parte e che i riflettori continuino ad essere accesi anche su di noi, che certi momenti drammatici li abbiamo già vissuti e li stiamo ancora vivendo.

Noi amministratori e i nostri cittadini siamo sempre più preoccupati e arrabbiati. È tutto fermo al palo, ricostruzione pubblica e privata - continua il sindaco Giuliano Ciabocco -  La cosa preoccupante è che viene prorogato lo Stato di emergenza, mentre lemergenza dovrebbe essere per definizione qualcosa di limitato nel tempo. Questa è la cosa più preoccupante. Sono già passati due anni. Anche sulla questione finanziamenti è tutto un grande punto interrogativo: tutto rimane a livello di assegnazione su carta ma di erogazioni ne abbiamo veramente poche. Le aspettative vengono disilluse perché non abbiamo gli strumenti per poter agire. Speriamo che si cambi rotta il prima possibile e che si pensi di più alle persone che hanno vissuto e vivono questo dramma piuttosto che ai vincoli e alle questioni burocratiche. Luomo deve tornare ad essere protagonista attivo dellinteresse di chi si occupa del bene comune. Vorremmo una politica meno concentrata a fare passerelle e più impegnata sui fatti concreti. 

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Due anni dalle prime scosse di terremoto e sono ancora parole come semplificazione e velocità a farla da padrone. Accantonata quella della burocrazia che nel primo anno è stata utilizzata in ogni dove, spesso come capro espiatorio che tutto ha giustificato, quello che servirebbe veramente a questo punto è quel concreto e reale calarsi nei territori con la capacità di toglier via ostacoli che rischiano di arrugginire senza essere rimossi. Nella gestione del dopo sisma e, soprattutto dal nuovo governo, la popolazione attendeva un cambio di passo che invece, dopo il varo del decreto sisma e del ‘milleproroghe’ non ha riguardato che poche modifiche. Per il resto molti i colli di bottiglia che rallentano la ricostruzione soprattutto privata degli immobili danneggiati. E’ lo stesso direttore dell’Ufficio per la ricostruzione delle Marche, ingegnere Cesare Spuri, a parlare di un sistema che denota nel complesso sofferenze a tutti i livelli . “Non possiamo dire che la macchina non cammini – afferma il dirigente dell’Ufficio Ricostruzione Cesare Spuri-; assegnare 140 milioni di euro e far partire 1000 cantieri significa infatti che i motori sono accesi. Quello che serve, è mettersi d’accordo sulla velocità e su qual è quel compromesso verso il quale tendiamo che è poi la risposta in tempi più rapidi alle esigenze e alle aspettative di tutte le persone, con un criterio di correttezza trasparenza e bontà della ricostruzione che si fa. Oggi – continua Spuri- mi sento di dire che c'è un controllo sufficientemente accurato delle valutazioni , però constatiamo che i tempi sono un po' lunghi e magari, senza pregiudicare per trasparenza e correttezza, qualcosa si potrebbe fare per cercare di ridurli. Io credo pertanto che vi siano i margini per poter fare una riflessione. E poi occorrono più fiducia e meno sospetto. C’è  un momento in cui è molto importante il discorso della trasparenza, l'eliminazione di qualsiasi infiltrazione malavitosa all'interno di un cantiere, e parliamo di cantieri per centinaia e centinaia di milioni di euro però - spiega l’ingegnere-, oggettivamente vivere sempre con un controllo costante addosso, con il pensiero che sempre e comunque dietro ogni angolo ci sia qualcosa che non è stato fatto in modo regolare, nuoce un po' alla serenità di tutti coloro che debbono lavorare e che magari qualche volta possono dimenticare un aspetto tale comunque da non pregiudicare le regolarità complessive. Su questo dunque dovremmo a mio avviso “rischiare” forse un po' di più, fermo restando che ben vengano i controlli e nessuno se ne deve sottrarre. Eliminiamo magari quella forma preventiva di controllo su ogni cosa che, oggettivamente, di tempo ne porta via. Io credo che, proprio sulla scorta dell'esperienza che abbiamo fatto in questo anno di lavoro di ufficio ricostruzione, da quando abbiamo iniziato con le relative pratiche, gli elementi che cominciamo ad avere ormai sono abbastanza stabili e standardizzati e possiamo essere in grado di dire:' così stiamo andando bene; liquidiamo contributi, paghiamo stati d'avanzamento, apriamo cantieri'. E chiediamoci cosa sia  necessario se volessimo fare più velocemente, se magari c’è bisogno di più persone, oppure, di meno controlli e più autocertificazioni. Si tratta di affrontare insomma una discussione, fornendo alla parte politica che deve prendere queste decisioni, degli elementi su cui poter valutare”.

Intanto all’Ufficio Ricostruzione Marche, ad oggi sono giunte 3500 pratiche riguardanti la ricostruzione privata, delle quali ne sono state autorizzate 1050. Il dirigente, dice che un altro 50 per cento è fermo nei comuni e che, data la vastità della devastazione, servirebbero più professionisti e imprese. Nessun problema invece per i pagamenti degli stati di avanzamento lavori ( SAL), cioè dei documenti attestanti l’avvenuta esecuzione di una certa quantità di lavori, che servono poi a poter calcolare l’importo che il committente deve pagare all’azienda commissionata per averlo svolto. “ Nella nostra regione - dice Spuri-  almeno abbiamo da registrare un punto d’onore ed è che gli stati d’avanzamento vengono pagati a 30 giorni e questo posso certificarlo come Ufficio Ricostruzione; non abbiamo lamentele dal mondo degli imprenditori riferite a pagamenti che arrivino in ritardo sui Sal  e, credo che nella cabina di regia del prossimo 6 settembre (che dovrebbe essere l'ultima del Commissario De Micheli), parleremo anche di un accordo con l’Abi per dare anche delle anticipazioni che oggi sono comunque possibili. Vero è che attualmente ci sono soprattutto cantieri di poca entità e ricostruzione leggera; probabilmente, a livello nazionale, le imprese si muoveranno in modo più consistente nel momento in cui aumenteranno i cantieri e magari saranno anche più sostanziosi. Quello che più mi preoccupa – conclude l’ingegnere Spuri- è l'aspetto della parte dei professionisti perché, se non si fanno progetti, non si appaltano nemmeno le opere”.

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Arrestati nella notte due italiani di 51 e 40 anni e un romeno 44enne.

La banda aveva tentato un furto al Centro Commerciale “La Rancia” di Tolentino, ma a far sfumare il colpo è stato l'allarme lanciato da una donna che ha udito rumori sospetti provenire dal tetto della struttura.

Avvisati i carabinieri di Tolentino, sono arrivati sul posto con una pattuglia.

I malviventi, sentendosi scoperti, sono fuggiti scendendo prima dal tetto tramite una scala antincendio posta sul retro, e successivamente dileguandosi nell’area vicina.

Sul posto sono arrivati altri equipaggi dell'Arma e dopo circa due ore, due dei tre malviventi sono usciti allo scoperto, tentando invano di forzare di corsa il dispositivo dell’Arma. Bloccati i primi due, le ricerche sono proseguite alla ricerca del terzo.

Nel frattempo sono arrivati anche i Vigili del Fuoco.

Il terzo della banda è stato trovato sdraiato prono a terra e ricoperto di fogliame, nel tentativo, anche stavolta vano, di mimetizzarsi tra la vegetazione. Sul tetto ed addosso agli arrestati hanno trovato numerosi arnesi atti allo scasso, tre passamontagna ed un dispositivo “jammer”, utilizzato per disturbare le frequenze radio, le comunicazioni e gli antifurti.

I tre arrestati, gravati da precedenti specifici, sono stati trattenuti nelle camere di sicurezza dell’Arma, in attesa di convalida e del conseguente rito direttissimo.

Giulia Sancricca

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