“Una vera e propria task force che operi per la ricostruzione di Visso”. E’ quanto dichiarato dall’assessore regionale alla ricostruzione Guido Castelli a margine del sopralluogo che ha visto impegnati, in particolare nella piazza principale e nelle zone circostanti, il direttore dell’Usr delle Marche Stefano Babini e i dirigenti dell’Usr Andrea Crocioni e Marco Trovarelli.

Sotto esame la situazione del comune tra i più colpiti dalle scosse di terremoto del 2016, che hanno causato l’inagibilità pressoché totale dell’intero centro storico. Secondo le relazioni dei tecnici, infatti, la percentuale di edifici inagibili è pari al 94,75% dell’esistente

L’ordinanza 26 prevede che l’Usr si occupi della demolizione e dello smontaggio di alcuni edifici, della creazione di aree per il deposito delle macerie, della cantierizzazione di alcune opere e dello spostamento provvisorio delle linee elettriche.

Tra le azioni per cui l’Ufficio Ricostruzione è stato designato come soggetto attuatore, previste dalla specifica ordinanza commissariale, vi sono quindi la realizzazione delle linee elettriche provvisorie delle frazioni limitrofe di Borgo San Giovanni e Villa Sant’Antonio (importo previsionale di spesa, 756.500 euro); inoltre, la viabilità provvisoria di cantiere, la creazione di aree di stoccaggio e le occupazioni temporanee di suolo privato nel capoluogo Visso (649.000 euro).

Saranno competenza della Regione Marche, invece, le demolizioni e la messa in sicurezza degli edifici pericolanti di Visso, Borgo San Giovanni e Villa Sant’Antonio.

«Dal sopralluogo è emersa una situazione estremamente complessa – ha spiegato il direttore dell’Usr Babini -.  In sostanza si è visto che il sisma ha danneggiato nuovamente in maniera grave gli edifici su cui si era già intervenuto in occasione dei precedenti terremoti, su tutti quello del 1997, quindi la cosa importante è quella di non riutilizzare quelle stesse tecniche ma di cercare qualcosa di risolutivo. È molto importante che ci sia unità di vedute su questo aspetto, bisogna che proprietari siano disponibili a valutare anche tipologie di intervento da mettere in atto utilizzando tecnologie non tradizionali - conclude Babini - Fondamentale pure  che enti ed organismi collaborino con l’obiettivo di raggiungere questo nodale risultato: non si possono più adottare vie di mezzo ma è necessario pensare e poi mettere in pratica soluzioni definitive».

In atto soluzioni provvisorie per tamponare la crisi idrica che da più mesi interessa il comune di Visso e che soprattutto nell’ultima settimana, ha raggiunto un livello di alta gravità. Consistente la perdita di portata della sorgente di Visso Capoluogo con pesanti disagi per tutta la poplazione e per le attività commerciali. Persino l’azienda Svila ha dovuto ridurre alcuni turni di produzione; visto che le autobotti non erano più sufficienti a riempire i serbatoi e alcune zone del borgo erano rimaste a secco il sindaco Gianlugi Spiganti Maurizi ha interessato del problema la Prefettura e la Protezione Civile. Tre giorni fa, alla presenza del Capo della Protezione Civile regionale Piccininini e dei rappresentanti dell’Ente Parco, si è dato il via libera all’allaccio all’acquedotto dell’Alto Nera.
“ Un allaccio provvisorio che potrà perdurare fino al 30 di marzo 2020 - dichiara il sindaco Spiganti Maurizi – e comunque è già un passo importante perché, pur provvisorio l’utilizzo , il raccordo è un qualcosa che rimarrà e potrà servire provvisoriamente anche un domani dovesse verificarsi per qualsiasi motivo un problema di carenza idrica. Allo studio sono intanto altre possibili soluzioni e spero che a breve diventi concreta anche la possibilità di poter usufruire della nuova sorgente Le Vene e per la fattibilità delle operazioni abbiamo chiesto dei rilievi anche ai Geologi dell'università di Camerino. Di una gentilezza squisita, i geologi Unicam ci hanno spiegato che è preferibile attendere fino a febbraio- marzo prossimi per verificare se la sorgente riesce a riprendere. Quelloattuale – spiega Spiganti Maurizi- è infatti il periodo peggiore; da circa sette mesi non esce che qualche goccia d’0acqua e proprio questo periodo è quello del calo maggiore delle sorgenti . Se pensiamo che da 24- 25 litri al secondo – conclude il sindaco di Visso- siamo passati sì e no a 4 litri al secondo, è comprensibile la portata del problema, oltretutto rapportato alla presenza di una grande azienda come Svila, al numero consistente di SAE del comune e anche alle altre famiglie che sono tornate in paese per la revoca d’inagibilità delle loro case”.
cc
“Si ricordano il 24 di agosto che ancora esistiamo; per tre o quattro giorni siamo stati sommersi da telecamere e interviste, passati i quali, torniamo nel più squallido anonimato”. E’ l’amara considerazione del sindaco di Visso Gianluigi Spiganti Maurizi che auspicherebbe una costante e concreta attenzione nel rappresentare le problematiche, tuttora gravi, che accomunano Visso, Camerino, Muccia, Pieve Torina, Ussita.

Se si spengono i riflettori, per noi è finita. Il problema dei problemi, è che finora non c’è stata un’adeguata considerazione e -sottolinea il sindaco- il governo che verrà dovrà darsi una mossa, perché qui non sappiamo più come doverci comportare. Abbiamo le mani legate, siamo soffocati dalla burocrazia; anche per spostare solo una penna, sono necessari cento passaggi. Se andiamo avanti così, quando potremo mettere mano alla vera ricostruzione? Questioni che suonano ormai come dette e ridette, col risultato che tutto quello che diciamo non fa che sbattere contro un muro di gomma e rimbalzarci addosso: nessuno che prenda un’ iniziativa concreta per sbrogliare questa gigantesca matassa o cambiare le cose che non vanno. Ci siamo sempre augurati che accadesse, ma per adesso, la situazione è ancora quella di sempre".  

Tra le note positive c’è che in un comune come Visso, il cui centro storico è totalmente devastato, nei fine settimana e durante tutto il periodo estivo, le presenze turistiche non si sono mai arrestate. “ Nel mese di agosto abbiamo registrato arrivi quasi tutti i giorni- dice il sindaco- Nei fine settimana, gente di passaggio da Ussita e Castelsantangelo si è vista, anche se si tratta di un turismo mordi e fuggi di chi arriva la mattina per ripartire la sera. Di certo- continua Spiganti Maurizi-, se qui non si mettono in testa di far realizzare qualche struttura ricettiva, persone che potrebbero fermarsi in zona una settimana o 15 giorni, restano impossibilitate a farlo. E’ vero che siamo devastati ma la montagna ha molto da offrire in fatto di paesaggio, ambiente e natura. Penso agli impianti sciistici di Frontignano anche lì c’è il problema grosso di ripartire e voglio dire che se c’è qualcosa da fare come amministrazione per aiutare Ussita in questa ripartenza, siamo disponibilissimi a farlo. A tal proposito ho intenzione di parlare col Commissario  prefettizio per rappresentargli che siamo prontissimi a collaborare per la nostra parte, per una felice soluzione di questo problema. E’ interesse di tuti i comuni della montagna maceratese l’essere collaborativi, in special modo nei confronti di centri come Ussita che più hanno risentito dello sfacelo. Siamo in diversi ad essere stati distrutti, a non avere più niente e, non sapendo come i nostri centri verranno ricostruiti e soprattutto, quando verranno ricostruiti, dobbiamo fare in modo almeno di salvaguardare il turismo naturalistico e dell’ambiente. Ci vuole un’attenzione diversa che finora non c’è mai stata: grandi cose in tre anni non si sono viste, prova ne sia che il poco realizzato proviene da donazioni private. Si poteva fare molto meglio; doveva essere una ricostruzione con sistema straordinario. L’ordinarietà di tutte le azioni comporta tanti passaggi da seguire dai vincoli paesaggistici a tutta una serie di limitazioni che, data la straordinarietà della situazione che viviamo, non ci permettono purtroppo un consistente margine d’azione ”.

C.C.

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