Secondo il report dei contagi che ogni giorno viene diffuso dalla regione, il paese sembra ben resistere all'urto della quarta ondata pandemica, registrando tra i residenti zero positivi e meno di cinque quarantene.
In due anni di pandemia, anche nei periodi più critici, il piccolo comune dell'entroterra montano di 115 anime, non ha mai superato il numero di dieci positività.
"Grazie a Dio attualmente non abbiamo nessun caso- dichiara il sindaco Pietro Cecoli-. La comunità è molto attenta e non abbassa la guardia. Chiaro tuttavia che in questa fase così 'disperata'e fluttuante di contagi che aumentano, per ribaltare la situazione basta che una persona del posto si rechi al lavoro e incontri un altro individuo che è positivo al Covid. L'essere ad oggi Covid Free - precisa Cecoli- non è dunque merito del Comune o di chissà cosa. È solo un po' di fortuna e il fatto di stare molto attenti. Con questo virus infatti anche se si è vaccinati non si è immuni da contagi. Non abbassare mai la guardia è il minimo che possiamo fare: mascherina dappertutto e poi, come predico sempre ai miei cittadini, chi non si è ancora vaccinato deve assolutamente provvedervi. È un gesto di responsabilità e di civiltà quello che si deve fare".
c.c.
Legge sulle Unioni montane, Cecoli: "Una norma per salvare poltrone e per fare favoritismi"
04 Gen 2022"Una legge antidemocratica, che arriva in un momento in cui i piccoli Comuni dovrebbero essere capaci di fare quadrato”. Pietro Cecoli, sindaco di Montecavallo, è critico sulla decisione della Regione che "in questo modo crea una disparità nelle condizioni di territori che sperimentano una grande sofferenza – commenta –. Trovo davvero inopportuno che sia stata promulgata una legge ‘salvapoltrone’ per alcuni politici dell’entroterra, a discapito di altri che vivono le stesse situazioni nello stesso territorio. Questa è una legge che punisce alcuni enti e che preserva il posto di alcuni amministratori, facendo degli inopportuni e illegittimi favoritismi. Per quello che riguarda il nostro Comune – spiega Cecoli –, abbiamo fatto di tutto per poter entrare a far parte dell’Unione. Abbiamo presentato tutta la documentazione e le opportune domande già dal 2018. La motivazione che ci è stata addotta dall’Unione è quella di non aver rispettato il loro statuto, ma è una bugia. Noi non staremo comunque con le mani in mano – conclude il primo cittadino di Montecavallo –: troveremo soluzioni alternative contro una nefandezza portata avanti da alcuni politici che dovrebbero difendere gli interessi della montagna e che invece portano avanti personalismi inopportuni".
l.c.
L'Unione Montana non risponde, i sindaci accusano l'ente di omissione di atti di ufficio
30 Giu 2020“Strano ma vero, ad oggi ancora nessuna risposta – dichiarano sgomenti i 3 sindaci - Siamo certi che le massime istituzioni regionali stiano valutando come intervenire a questo censurabile, illegittimo e incomprensibile comportamento di un Ente Pubblico sovracomunale che avrebbe dovuto chiedere ai comuni che non aderirono alla trasformazione da Comunità Montana a Unione Montana di entrare, se non altro per le ragioni post sisma e per dimostrare una compattezza politica di un’area che di tutto ha bisogno, meno di essere oggetto di divisioni perché danneggiano un intero territorio. Si nascondono meschinamente le vere ragioni di questo insolito “non fare” non prendendo atto che ormai tutti conoscono le vere ragioni: quelle della democrazia rappresentativa che se non conviene si osteggia in tutti i modi! E’ altresì incontrovertibile e sotto gli occhi di tutti la totale assenza di qualsiasi iniziativa dell’Unione Montana Marca di Camerino per il territorio.
Le altre due Unioni Montane di San Severino e San Ginesio, hanno attivato e concretizzato importanti progetti e servizi dimostrando ampiamente un ruolo di Ente sovracomunale che supporta e integra i Comuni aderenti con significativi risultati. Si approfitta per ringraziare il Sindaco del Comune di Camerino che ha comunque coordinato egregiamente importanti incontri sulla ricostruzione post sisma, sulla sanità e sui servizi coinvolgendo tutti i Comuni del nostro comprensorio cercando di sopperire al disagio che arreca la mancata partecipazione di tutti. Qualcuno dimentica che si deve essere sempre al servizio delle Istituzioni e mai al contrario!”.
f.u.
Anche il direttore dell'Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, è stato fortemente criticato, in special modo dall'ex sindaco Manlio Rossi (tanto che il presidente del consiglio Sandro Granata ha dovuto richiedere l'intervento degli agenti della polizia locale per placare gli animi). Ha elencato tutti gli investimenti fatti fin ora a San Severino e non solo, i servizi attivati e affermato che "nulla cambia se una unità è definita semplice dipartimentale o solo semplice. Il modello organizzativo non ha nulla a che fare con i servizi e le prestazioni. La qualità la fa il medico, non il “grado” e su San Severino abbiamo investito circa 3milioni e 517mila euro". Però si è detta del tutto insoddisfatta il sindaco Piermattei che, in conclusione, ha ribattutto: "Non siamo mica stupidi, conosciamo la differenza fra unità semplice dipartimentale e unità semplice. Ci dovete dire qual è il futuro del nostro ospedale senza prenderci in giro, siamo stati colpiti dal sisma quindi vogliamo i servizi per un territorio già martoriato e soprattutto non mi fermerò finché la 742 non sarà annullata".
I Comuni che hanno aderito all'iniziativa del sindaco Piermattei sono: Apiro, Belforte, Bolognola, Caldarola, Camerino, Camporotondo, Castelraimondo, Castelsantangelo Sul Nera, Cessapalombo, Cingoli, Civitanova, Esanatoglia, Fiuminata, Fiastra, Gagliole, Matelica, Montecavallo, Muccia, Pieve Torina, Pioraco, Poggio San Vicino, Pollenza, Sefro, Sarnano, Serrapetrona, Serravalle del Chienti, Tolentino, Treia, Ussita, Valfornace, Visso, Fabriano, Arcevia, Genga, Frontone, Mergo, Sassoferrato, Serra San Quirico, Cupramontana, Pergola, Cagli.
(Sul prossimo numero di Appennino Camerte, in edicola giovedì, è previsto un servizio di approfondimento)
“Nutro una grande soddisfazione per il lavoro fatto in questi cinque anni - afferma Gentilucci -. Abbiamo preso in mano una Unione in cui nessuno voleva entrare perché c’erano delle condizioni economiche non favorevoli. Abbiamo dato un senso di rispetto a questi territori, abbiamo avuto la forza e la voglia di credere in questa istituzione rischiando anche personalmente, la sfida è stata vinta: abbiamo garantito e stiamo garantendo gli stessi servizi che l’Unione ha storicamente garantito a tutti, anche a quei Comuni i cui sindaci avevano fatto scelte differenti uscendo dall’ente. Il senso di responsabilità che ci ha sempre contraddistinto ieri è stato confermato”. L’ente ha peraltro chiuso con un avanzo primario di 80mila euro, altro motivo di soddisfazione per il presidente che lo definisce un traguardo incredibile. “Offrire gli stessi servizi con quattro dipendenti mentre prima ce n’erano più di dieci è qualcosa che non tutti riescono a fare”.
Relativamente ai Comuni che si erano staccati, su cui anche la Regione è intervenuta e il 4 settembre si svolgerà una riunione con l’assessore Angelo Sciapichetti, Gentilucci chiarisce che la loro condizione patrimoniale non potrà essere la stessa dei cinque Comuni che oggi fanno parte dell’Unione: “Ci siamo dati delle regole uno statuto - spiega - la loro condizione non potrà essere la stessa dei cinque Comuni che hanno lottato per avere questa opportunità. Ma soprattutto c’è una linea politica. Abbiamo un percorso e dei punti di riferimento come il Contram, le politiche dei cittadini per l’acqua, mi riferisco anche alla condivisione delle tematiche relative alla ricostruzione. Tutti questi percorsi sostanziano la possibilità di stare insieme in funzione della crescita del territorio”. Secondo Gentilucci l’Unione Montana Marca di Camerino deve guardare e aprirsi agli altri territori e quindi è imprescindibile un percorso congiunto anche con i presidenti delle vicine Unioni Montane. “Vogliamo unire la montagna in un percorso che ha una forza incredibile. Questi sono i temi che io metto sul piano della bilancia”. È cercando una sinergia sulle linee guida e sullo statuto dell’Ente, senza cercare di rientrare a gamba tesa, secondo il presidente, che si potranno ottenere risultati e si potrà fare ancora qualcosa di buono: “E’ in questo spirito che abbiamo potuto garantire la sede della Compagnia Carabinieri di Camerino. Se le cose non fossero andate come sono andate, oggi staremmo parlando di un edificio completato, in disponibilità della Regione che non si sa che uso ne avrebbe potuto fare, e non avremmo potuto metterlo nella disponibilità dell’Arma. Questi sono argomenti fondamentali. Il territorio montano - conclude - deve fare sinergia ma questo non con le poltrone bensì sulle tematiche e sulle politiche”.
Fra i presenti anche il sindaco di Camerino Sandro Sborgia che ha votato a favore di questa mozione e quindi del rinnovo del direttivo ma ha chiesto di far rientrare all’interno dell’Unione i comuni di Castelsantangelo, Montecavallo e Valfornace: “Ho presentato un documento contenente una dichiarazione di voto - racconta - favorevole alla proposta del Comune di Fiastra proprio per dare un segno di unione e di continuità, di una comunità che ha un percorso complesso da affrontare. Il mio voto però era condizionato da due fattori: che si definisca una volta per tutte la destinazione dello stabile dell’Unione Montana a comando Compagnia Carabinieri di Camerino perché, ricordiamole, da oltre un anno c’è un tavolo aperto per la definizione delle condizioni alle quali questo stabile deve essere ceduto e ormai mi pare un tempo più che sufficiente per prendere una decisione”. La caserma attualmente è ospitata in container allestiti in via Madonna delle Carceri e Sborgia ha chiesto, una volta per tutte, che la situazione si definisca anche perché l’agenzia del demanio ha impegnato 5 milioni di euro per la ristrutturazione dell’immobile e “più passa il tempo e più rischiamo che questi fondi siano destinati altrove con la conseguenza che non solo non potremo realizzare la caserma ma anche che lo stabile dell’Unione Montana rimarrà così, al grezzo, con un doppio danno”.
La seconda condizione era appunto quella di reintegrare i Comuni che erano usciti per questioni economiche: “Mi pare arrivato il momento che questo avvenga. Penso sia un argomento importantissimo e penso che se un’Unione Montana prima era composta da 13 comuni e oggi da 5, considerando gli accorpamenti che ci sono stati, è arrivato il momento di accogliere le richieste di chi chiede di rientrare. Se entro il 31 dicembre non ci saranno stati passi avanti - sottolinea Sborgia - dovremo capire verso quale direzione si vuole andare. Se vogliamo rimanere come gli ultimi 5 anni, lasciando che un intero territorio sia rappresentato solo da una minima parte di comuni penso sia dannoso per tutti. I problemi sono tanti e li dobbiamo affrontare tutti insieme iniziando a parlare di progetti, strategie, iniziative e non solo di poltrone”.
g.g.
"Sin dai primissimi articoli di giornale- scrive Francesca Germoni- le sue dichiarazioni sono state accusatorie nei confronti dell'opposizione; ha sempre parlato di attacco politico riferendosi alle indagini della magistratura, attribuendomi un potere che non posso assolutamente avere. Ha rilasciato, e tuttora rilascia, interviste nelle quali parla di campagna denigratoria, quindi invito il sindaco ad aprire un vocabolario della lingua italiana e ad informarsi sul significato della parola "denigratorio". Mi sono sempre limitata a riportare fatti reali non inventati e- contiinua Germoni-, nessuna falsa accusa è stata avanzata nei suoi confronti. Non è facile scalzare chi amministra da tempo immemorabile un paesino, in cui sono tutti amici e parenti ma, finalmente, anche i cittadini di Monte Cavallo hanno iniziato ad aprire gli occhi e, a differenza degli anni passati, abbiamo avuto un importante riscontro con il 37% dei voti a nostro favore: a loro vanno i nostri ringraziamenti e questo è il segnale che il CAMBIAMENTO è già nell'aria.
Fieri del risultato- conclude Francesca Germoni- io e gli altri consiglieri di minoranza, abbiamo già iniziato il nostro lavoro; invito anche il sindaco Cecoli a rimboccarsi le maniche se vuole finalmente mantenere le promesse fatte nel programma elettorale che, da ormai più di trent'anni, non è riuscito a realizzare. Oggi Cecoli parla di un futuro migliore, quando l'artefice del passato, è stato proprio lui".
Francesca Germoni
“C’è stato un lungo percorso – dice Cecoli - perché sono alla guida del mio paese da molti anni, i cittadini mi hanno dato fiducia, visto che l’altra campagna elettorale è stata impostata in maniera denigratoria nei miei confronti non ha portato alla loro vittoria. Le polemiche non pagano – commenta il sindaco - . . In politica meno si fanno e meglio è, lo vediamo anche a livello nazionale.
Per Montecavallo ci sarà un futuro migliore, metterò in campo tutta la mia esperienza. Abbiamo fatto molto, continueremo a fare e a ricostruire. Ci hanno legato le mani, rispetto al ’97, ma noi andiamo avanti”.
GS
A guardarla da lontano in queste tiepide giornate di marzo non si direbbe, ma la neve in montagna può essere ancora insidiosa per chi decida di avventurarsi con l’auto sulle strade. Ne sa qualcosa l’imprenditore del perugino che, rimasto bloccato per neve a Selvapiana, deve il salvataggio al provvidenziale aiuto del sindaco di Montecavallo. Programmato di pranzare in un ristorante di Montecavallo, l’imprenditore aveva deciso di raggiungere il paese, passando da Pintura di Ciglia, Selvapiana, Collattoni ma non aveva fatto i conti con una coltre bianca che in quelle zone raggiungeva gli oltre 40 cm di spessore
“ Ero in comune impegnato nelle solite procedure di routine- racconta Pietro Cecoli- quando ho ricevuto la chiamata dell’imprenditore che conosco. In località Pantaneto non c’erano che 20 cm di neve e lì per lì mi sono sorpreso che potesse aver avuto difficoltà. Presa una corda, mi sono messo alla guida del pick up per raggiungerlo e in effetti, ho dovuto ricredermi perché verso Selvapiana, poco prima di prendere la discesa in direzione della Pintura di Ciglia, c’era circa mezzo metro di neve. Con la sua utilitaria- prosegue Cecoli- il mio amico aveva proseguito finché gli era stato possibile, ammucchiando la neve davanti alle ruote ma ad un certo punto, si era ritrovato a cavallo su uno spessore troppo alto. Agganciata la corda al pick up ho quindi trainato il suo mezzo fino a Selvapiana, facendo circa 600 metri a marcia indietro e riuscendo a liberarlo. Per fortuna dalla parte opposta lo spessore era più basso e così tutto è filato liscio. In montagna-commenta il sindaco – bisogna essere tuttofare; una piccola azione per carità, però c’è sempre soddisfazione nel potersi rendere utili “. Ancor più soddisfatto, il protagonista della disavventura conclusasi con il lieto fine e tanti ringraziamenti al suo benefattore.
C.C.