Screening di massa nelle Marche, la campagna di controlli a tappeto su tutto il territorio regionale è in partenza: fino al 23 dicembre, con eventuale ripresa dal 27 al 30, si procederà con i tamponi antigenici nei capoluoghi di provincia e nella città di Urbino per poi procedere a cascata verso gli altri comuni con più di ventimila abitanti e in chiusura con i centri più piccoli. L’assessore alla sanità, Filippo Saltamartini, durante la presentazione ha affermato: “Siamo pronti: schieriamo un esercito di infermieri e medici che potranno testare migliaia di cittadini”.

"Operazione Marche Sicure", questo il nome dato alla campagna, è gratuita e su base volontaria per tutti i cittadini maggiori di sei anni. Una macchina per la prevenzione che mobilita più di mille persone tra volontari e personale Asur, che secondo l’assessore sarà in grado di creare un percorso sicuro e rapido per attestare l’eventuale positività di un grande numero di cittadini e che permetterà di controllare il 70% dei marchigiani, capendo come il Coronavirus è distribuito sul territorio e soprattutto responsabilizzando i cittadini: “Siamo ottimisti – ha proseguito Saltamartini –. Abbiamo messo in piedi un’organizzazione complessa che in seguito potrà essere utilizzata anche per la somministrazione dei vaccini. Lo sforzo è stato enorme: circa mille persone in tutte le Marche, tra volontari e personale sanitario. Saremo in grado di somministrare questi test rapidi che garantiscono un’affidabilità superiore al 90 percento”.

L’assessore ha poi spiegato il percorso “fisico” da intraprendere per sottoporsi al test: “I cittadini, una volta sul posto predisposto dalle Aree Vaste, rilasceranno un’autocertificazione e saranno testati da un primo infermiere. Successivamente un secondo, con la supervisione di un medico, processerà i tamponi. L’esito arriva dopo circa un quarto d’ora: se positivo si passerebbe immediatamente al test molecolare”.

Ad Ancona, Macerata e Ascoli Piceno sarà necessaria la prenotazione, a Fermo l’accesso sarà per ordine alfabetico mentre nell’Area vasta 1 per quartieri. Il sito individuato dal ccomune di Macerata è il Centro Fiere di Villa Potenza, aperto con orario continuato dalle 8 alle 20.

Red.

Il sindaco di Treia Franco Capponi, allineandosi al pensiero del collega di Tolentino Pezzanesi, ha chiesto ampia responsabilità e maggiore potere per gli enti locali nella gestione della pandemia da Covid 19. Una proposta proprio di Capponi ai sindaci della provincia di Macerata è al vaglio dei primi cittadini, pronta a essere rielaborata e poi inviata all’assessorato regionale alla sanità.

Si può leggere: “Ognuno deve fare la sua parte. Il sistema sanitario, da solo, non può vincere contro un virus che sta crescendo, a livello di positivi, facendo così saltare il tracciamento in tutte le Aree Vaste. I ritardi accumulati nelle operazioni di tracciamento dei contatti stretti amplificano enormemente la diffusione del virus e creano nelle persone positive un senso di confusione e disorientamento per la mancata affidabilità del sistema.

L’epidemia è in peggioramento progressivo nella nostra Regione e nella nostra Area Vasta 3, nella quale nella giornata di ieri sono stati registrati quasi 200 casi, che vanno ad aggiungersi ai 2700 casi totali. Il carico di lavoro non è più sostenibile dai servizi sanitari territoriali con l’evidenza di impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione, come spiegano i servizi ISP delle ASUR.

Il sistema di tracciamento è complicato e quindi una nuova organizzazione di esso, con il coinvolgimento dei sindaci, dei medici di base, l’accreditamento di ulteriori laboratori di analisi e delle strutture comunali si rende indispensabile. Non si può, come ora, affidare ai singoli individui il rispetto dei provvedimenti di quarantena e di isolamento nel caso ci si trovi nella condizione di contatto stretto con casi accertati, anche in assenza di comunicazione da parte dei servizi sanitari di Area Vasta.

Tutto ciò specialmente in un momento in cui vi e’ un aumento progressivo e lineare dell’incidenza dell’infezione e quindi risulta saltato il modello ISP di tracciamento tempestivo dei contatti.

Per far fronte a questo quadro noi sindaci proponiamo di aiutare le ASL nell’istruttoria di individuazione dei tracciamenti, anche perche i sindaci già utilizzano i dati del tracciamento ISP per attivare i servizi di supporto alle famiglie colpite dal Covid, sia per l’approvvigionamento di medicinali e beni di prima necessità, sia l’attivazione dei servizi di raccolta dedicata dei rifiuti, che debbono essere trattati in modo specifico per non ampliare la diffusione del virus.

L’azione potrebbe essere semplice: quello che proponiamo come sindaci è che al posto di chiamare l’Asl, il medico, qualora rilevi un caso di positività, chiami il sindaco e comunichi chi è il sospetto o il positivo. A quel punto il tracciamento verrebbe affidato alla Polizia Locale e alle stazioni dei Carabinieri. Si avrebbe il quadro completo in poco tempo, vista anche la conoscenza territoriale, e l’ASUR avrebbe caricato a sistema un dato veritiero e certificato su cui avviare le azioni di controllo e di effettuazione dei tamponi.

I dipartimenti di prevenzione sono in difficoltà in ogni provincia, bisogna usare quello che si ha a disposizione: l’istituzione locale che diventa, come autorità, anche garante del rispetto della privacy”.

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