«L’ospedale Bartolomeo Eustachio non è di San Severino, ma dell’Area Vasta 3».

È racchiusa in questo assunto la scelta di riservare, da oggi, una parte del terzo piano del nosocomio settempedano ai pazienti Covid.

Lo spiega l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, che evidenzia come questa decisione derivi dalla necessità di liberare i posti letto per riprendere le cure delle altre patologie messe in ginocchio dall’emergenza pandemica.

«C’è stato un aumento – dice - , nell’ultima settimana, (anche se ieri è sceso il numero dei pazienti in terapia intensiva) di persone contagiate che richiedono un ricovero a bassa intensità di cura. Abbiamo quindi valutato di utilizzare l’ospedale di base di San Severino che è uno dei quattro al servizio dell’Area Vasta 3. Al terzo piano sono stati predisposti tra i 17 e i 20 posti, con percorsi ovviamente separati: credo sia uno sbocco provvisorio per qualche mese, non di più».

Nello specifico il reparto sarà riservato a pazienti che «hanno una bassa carica virale ma non possono essere mandati a casa, perché anziani o con co-morbidità. Inoltre – aggiunge l’assessore – abbiamo la necessità di liberare i posti per acuti parchè dobbiamo continuare a operare persone con patologie gravi e non possiamo continuare a bloccare la cura degli altri pazienti. L’ospedale non è di San Severino – specifica - ma dell’Area Vasta. Tra l’altro alcuni interventi chirurgici programmati al Bartolomeo Eustachio saranno spostati a Camerino. È un bell’esempio di cooperazione tra territori e servizi sanitari».

L’obiettivo è dunque quello di «liberare gli ospedali per curare le altre esigenze. Il Covid non ha interrotto le altre patologie, noi continuiamo ad avere liste di attesa per cardiopatici, malati oncologici e molti altri. Non possiamo bloccare tutta la sanità come è successo fino ad oggi per la pandemia. Dobbiamo sicuramente uscire da questo meccanismo. Credo che stiamo uscendo dal tunnel e per questo motivo invito chi non si è vaccinato a farlo: il pericolo, a questo punto, è l’emersione di una eventuale nuova variante. Da qui l’esigenza di vaccinare tutti e continuare a utilizzare tutte le precauzioni che conosciamo».

I passi verso il cambiamento sono rappresentanti anche dall’ultima conferenza Stato-Regioni a cui l’assessore ha partecipato ieri. «Tutte le regioni hanno chiesto al Governo di emanare un provvedimento per distinguere la popolazione non più tra positivi e negativi  ma tra sintomatici e asintomatici. Di fatto i positivi che non hanno sintomi ormai sono talmente tanti che è impossibile isolarli e, se avverrà questa distinzione, la situazione si semplificherebbe anche per le scuole. Tra vaccinati e terza dose, nelle Marche c’è una copertura molto ampia della popolazione e attualmente in terapia intensiva ci sono solo non vaccinati e un 30 per cento di persone che sono vaccinate ma che hanno gravissime altre patologie».

GS

In molti lo ricordavano. In tanti, alla lettura della nota in cui si rendeva noto che la pista di atterraggio per elicotteri dell'ospedale di San Severino era stata adeguata al volo notturno, si sono chiesti: ma non lo era già? Pare proprio che la memoria non li ingannasse, e lo conferma Marco Massei che all'epoca dell'inaugurazione, nel 2009, era assessore ai lavori pubblici nella giunta di Cesare Martini. Una "non notizia" dunque, che per Massei avrebbe solo lo scopo di indorare la pillola mentre si porta avanti il piano di privatizzare la sanità pubblica.

"Qualche giorno fa - racconta - mi è capitato di leggere una notizia che, se fosse vera, rappresenterebbe la prova del nove della privatizzazione delle strutture ospedaliere periferiche: parrebbe che il nostro illuminato Presidente (Luca Ceriscioli, ndr) abbia concesso, per 6 anni, ad una struttura privata di disporre in affitto di una parte dell’ospedale di comunità di Sassocorvaro. Solo di una parte, quella che conviene economicamente di più. Ovviamente, il punto di primo intervento (complesso e pericoloso sotto il profilo dei contenziosi) rimarrà in carico al pubblico, mentre alcuni reparti più vantaggiosi saranno utilizzati dal privato (ad esempio la lungo-degenza)". Se ciò corrispondesse al vero, dice Massei, sarebbe la prova del disegno di privcatizzazione della sanità pubblica marchigiana. La prova del nove.

"Lo strumento per far ciò sarebbe trito e ritrito - sostiene -. Se i servizi pubblici non funzionano, gli utenti si disaffezionano e sono costretti a rivolgersi altrove; a quel punto, la Regione denuncia una riduzione della domanda e la non sostenibilità economica dei servizi, con la conseguenza che molti reparti devono essere chiusi: ecco che, come nelle più antiche tragedie elleniche, compare il deus ex machina (il privato benefattore) che risolve il dilemma e ripristina – a pagamento - i servizi dimostrando maggiore efficienza e rapidità. Il lavoro è servito. Di certo, non lo vedrete proporsi per attivare rianimazione o una chirurgia complessa, si limiterà a vene varicose, cataratte e diagnostica". Contestualmente a ciò, si starebbe anche distogliendo l'attenzione dell'opinione pubblica con manovre rassicuranti, dati che lasciano ben sperare e che fanno credere ad aumenti delle prestazioni. "Ad esempio, ho letto di recente che l'ospedale di San Severino si è dotato di una elisuperficie abilitata al volo notturno: ho sobbalzato sulla sedia - ironizza - poiché sono tornato indietro all’anno 2009, epoca in cui come assessore ai lavori pubblici della Giunta Martini partecipai all’inaugurazione di tale pista con tanto di simulazione di trasporto di ammalato in elicottero del 118. La superficie – così come mi è stato rammentato dal tecnico comunale – era già abilitata al volo notturno - afferma -  e pare che non sia stata funzionante per disservizi di altri organi non comunali. Perché si dà per fresca una notizia ormai così stagionata? Probabilmente, si conta sulla memoria corte dei cittadini".

Elisuperficie8

Massei è anche il vicepresidente del comitato per la difesa dell'ospedale, organo che non si accontenta di promesse ma si basa solo su atti, delibere e determine: "Le promesse fatte sono sempre risultate da marinai - stigmatizza Massei -. Come è successo per altri reparti ospedalieri poi miseramente soppressi, nonostante le chiacchiere, gli atti amministrativi – inesorabilmente predisposti dall’Asur – fecero la differenza e decretarono la fine di eccellenze note di tutta la Regione. A breve - aggiunge - ci aspetta una battaglia campale sui pronti soccorsi, di cui pochi parlano: la legge ci impone di ridurre - a livello regionale - i pronti soccorso. Dovranno passare da 13 a 9: chi saranno i 4 pronti soccorsi che perderanno tale qualifica? Silenzio tombale, o quasi, non bisogna disturbare 'i manovratori' ". Il comitato, dice Massei, non ci sta e annuncia che indirà assemblee e convegno affinché i cittadini siano a conoscenza di ciò che starebbe avvenendo. "D’altronde - conclude - mica siamo sudditi, siamo cittadini, o no?".

g.g.

Bocciata la mozione del consigliere regionale Sandro Bisonni. Si chiedeva la riapertura del punto nascite di San Severino, chiuso nel marzo del 2016 a seguito della riforma sanitaria messa in atto dalla giunta Ceriscioli. A stupire però, non è l'esito della discussione, quanto “la latitanza da parte di quei consiglieri che appartengono al territorio e che più di altri avrebbero dovuto battersi per la riapertura e che invece si sono astenuti o peggio”. A votare a favore sono stati il Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia, mentre ad astenersi sono stati Luigi Zura-Puntaroni, di San Severino, Marzia Malaigia, Sandro Zaffiri, Jessica Marcozzi, Piero Celani, Mirco Carloni, Anna Casini, Fabrizio Volpini, Renato Minardi, Moreno Pieroni e Luca Marconi. Tutti gli altri hanno votato contro. 

g.g.

Inaugurato oggi pomeriggio un nuovo mammografo digitale all’ospedale di San Severino. 

Presenti al taglio del nastro, oltre al sindaco di San Severino Rosa Piermattei, accompagnata da alcuni assessori e da alcuni consiglieri di minoranza, il direttore dell’Area Vasta 3 Alessandro Maccioni, il presidente della Regione Luca Ceriscioli e il consigliere regionale Sandro Bisonni. 

“Guardate quant'è bello questo ospedale. Solo che è vuoto, va riempito”, così il primo cittadino li ha scherzosamente accolti. 

mammografo

Il direttore Maccioni ha spiegato come al momento si stia lavorando per mettere in pratica la riforma sanitaria regionale “che alcuni - ha sottolineato - sostenevano che non stavamo applicando. Con fatica stiamo cercando di valorizzare anche questo ospedale di base, investendo e non togliendo altri servizi, e con alcune specialità come la week surgery e l’oculistica. Poi stanno per essere attivati anche i 20 posti letto per la lungodegenza”. Il mammografo era una macchinario tanto desiderato ed è costato 178mila euro. l’Area Vasta ne ha acquistati 5 per un ammontare, dunque, di quasi 900mila euro. “Abbiamo in programma anche l’acquisto di cinque Tac. nell’Area Vasta 3 abbiamo già investito 30 milioni di euro dall’insediamento della giunta regionale Ceriscioli e per il prossimo anno ne sono previsti altri 18 milioni. Non abbiamo mai avuto problemi di denaro - ha concluso - semmai di burocrazia o mancanza di medici”.

mammografo 3

Assolutamente soddisfatto il responsabile della radiologia di San Severino, Camerino e Matelica, il dottor Pietro Cruciani, che ha voluto dedicare il nuovo mammografo a “tutte le donne di questo territorio”. Frutto di una lunga battaglia, ha detto, iniziata due anni fa con l’insediamento del sindaco Rosa Piermattei: “Questo è un mammografo digitale diretto e i vantaggi sono diversi: riduce il rischio di malattie radio-indotte nei pazienti, le immagini sono migliori, e permette di vedere meglio e più nel dettaglio le mammelle. Tutti e cinque i nuovi mammografia sono in rete uno con l’altro dunque in qualsiasi postazione si può visionare i referti. Ora però - ha anche detto - mancano un po’ di medici radiologi”.

Un problema, quello della carenza dei medici, molto diffuso e che è stato anche la causa del ritardo nell’attivazione dell’ambulanza medicalizzata h12, pienamente a regime dal 1 maggio ma inaugurata a dicembre. Per i primi mesi rispondeva alle chiamate con solo l’infermiere a bordo. “Da febbraio ad oggi - ha affermato il responsabile del Pronto Soccorso Domenico Sicolo - ha effettuato 268 interventi, una media di 65 al mese. Adesso i pazienti vengono portati direttamente nella struttura più idonea a seconda del caso, mentre prima venivano portati a San Severino per i controlli, ma era una perdita di tempo in casi di infarto o ictus”.

mammografo4

Relativamente alla manca di medici, sia Bisonni che Ceriscioli hanno osservato come il problema evidentemente sia a monte, nel fatto che le facoltà di medicina siano a numero chiuso. Il primo ha proposto l’eliminazione del limite, mentre per il governatore basterebbe allargare il numero di iscrizioni: “Serve una riforma nelle università, magari non togliere il numero chiuso ma allargare la fascia. Sulla specialistica addirittura sembra un terno al lotto, è difficilissimo trovare medici specializzati”.

Secondo Ceriscioli gli investimenti in sanità permettono di risparmiare e di reinvestire il denaro, creando insomma un circolo positivo: “Con macchinari nuovi aumentiamo la qualità dei servizi e la sicurezza di medici e pazienti. Inoltre un sistema in rete permette di visualizzare un referto ovunque e in tempo reale. Se non si investe - ha sottolineato - si genera un’erosione”. Sono però gli uffici amministrativi, ha poi osservato, che trasformano il denaro stanziato in cose e “l’Area Vasta 3 sta dimostrando grandi capacità”.

Il sindaco di Piermattei da parte sua si è limitata a ringraziare tutti quanti si sono operati per il mammografo e la medicalizzata, definendo questo traguardo “un obiettivo raggiunto per i cittadini e la loro salute. Noi vorremmo sempre di più ma sappiamo anche che una goccia fa il mare quindi siamo certi che la situazione migliorerà”.

Gaia Gennaretti

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