Una nuova emergenza per il settore dell’allevamento zootecnico marchigiano determinata dalla peste suina africana. Dopo i primi accertamenti del contagio in Italia, avvenuti in Piemonte e Liguria, la Giunta regionale delle Marche, su segnalazione di Coldiretti, ha attivato l’unità di crisi.

“Purtroppo i danni che i cinghiali causano alla collettività potrebbero avere gravi ripercussioni di carattere economico sul settore degli allevamenti – dichiara Francesco Fucili di Coldiretti Macerata – Questo animale selvatico che prolifica nelle nostre campagne, facendo danni alle colture, creando problemi alla circolazione stradale e mettendo a repentaglio anche l’incolumità delle persone, oggi sta anche diventando vettore di una malattia che colpisce i suini. Una malattia che non si trasmette all’uomo, ma che purtroppo crea problemi ai maiali e, di conseguenza, a coloro che li allevano. Per questo – conclude – abbiamo sollecitato alla regione l’attivazione di una unità di crisi per far sì che si crei il più grande abbattimento straordinario di cinghiali che si sia mai visto sul nostro territorio regionale. E’ l’unica soluzione per mettere al sicuro le persone, i nostri campi e anche gli allevamenti di maiali”.

f.u.
“Abbiamo, come Marche, tutte le carte in regola per essere la prima regione Italiana per il biologico, giusto quindi andare avanti uniti e più competitivi sui mercati”.

Sono queste le parole con le quali il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili, ha commentato l'annuncio del vicepresidente regionale Mirco Carloni che ha presentato i nuovi criteri per il riconoscimento dei Distretti del cibo annunciando un sistema unico per il biologico, chiamato a valorizzare al massimo questo comparto che caratterizza la nostra regione, ai vertici italiani per incidenza sulle superfici agricole.

In tutti i nostri territori – prosegue Fucili - dalla costa all'entroterra ci sono molte imprese che già da decenni operano in regime bio, dalla coltivazione di cereali e foraggi, alla gestione dei pascoli. Nella zona di Matelica abbiamo molte aziende vitivinicole e anche lungo le aste fluviali del Potenza e del Chienti anche diverse aziende orticole fanno vendita diretta di prodotti biologici. La stessa zootecnia, compresa la filiera avicola sia da carne che da uova, che può già contare su una larga diffusione di produzioni dedicate di cereali e leguminose per mangimi, potrebbe trarne giovamento distinguendosi dal convenzionale, valorizzandosi così sul mercato. Il Distretto unico potrebbe avere anche questa finalità”.






















Tra i settori maggiormente colpiti dalla chiusura imposta dall'emergenza Covid 19 c'è sicuramente quello della ristorazione e che comprende anche il mondo degli agriturismi. Un settore che, nelle zone del cratere sismico, puntava fortemente al rilancio attraverso il flusso del turismo e che oggi vede soltanto riconosciuta la possibilità, come come per i ristoranti, di poter effettuare consegne a domicilio. Una misura che, però, non viene ritenuta sufficiente dagli operatori del settore, come testimonia l'allarme lanciato da Coldiretti Marche. "Purtroppo nel settore degli agriturismi il danno che si registra è immenso - le parole del presidente di Coldiretti Macerata Francesco Fucili - perchè la chiusura è avvenuta in primavera, il periodo di maggiore attività con le festività di Pasqua, del 25 aprile e del 1 maggio. Addirittura alcune attività avevano bloccato le prenotazioni per questo periodo già dal mese di dicembre". Così sono state chieste alla Regione misure urgenti per aiutare un settore che vive e lavora nell'entroterra maceratese già martoriato dal sisma. "Imprese che hanno il problema della liquidità - prosegue Fucili - per garantire lavoro e  occupazione anche nell'indotto. Per questo abbiamo chesto un sostegno straordinario anche con la possibilità di indennizzi a fondo perduto. Tutti hanno voglia di ripartire e di rilanciare, ma senza adeguata liquidità non si riesce a rimettere in moto una macchina che è stata ferma ormai per oltre due mesi".

f.u.

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