Via le mascherine nei teatri, nei cinema e nei palasport. Da domani non sarà più obbligatorio indossare i dispositivi di protezione personale in questi luoghi, tra i più colpiti dalle restrizioni negli ultimi due anni di pandemia. Un provvedimento molto atteso, ma che arriva in un momento di bassa stagione. I cinema sono in un momento di calma, come spesso accade d’estate, mentre i teatri hanno già avviato i calendari estivi, contraddistinti dalle rappresentazioni all’aperto. Resta comunque il sentimento di speranza in vista di una ripresa per la stagione autunnale.

«Quest’estate usciranno pochi film, e in generale la bella stagione è sempre quella meno partecipata – commenta Massimiliano Giometti, dei multisala omonimi a Tolentino e Matelica –. L’allentamento degli obblighi era comunque una decisione che attendevamo da parecchio. Il comparto cinema è stato indubbiamente tra i più colpiti dall’emergenza pandemica, così come tutto il settore legato allo spettacolo. Ad aggravare il problema per le sale sono stati i vertiginosi rincari in bolletta, con aumenti vicini al 250 percento, e la nostra scarsa capacità di competere con le piattaforme di streaming online. In questo momento abbiamo bisogno degli aiuti dello Stato, e soprattutto che la pandemia allenti definitivamente la morsa. I cinema rischiano di non sopravvivere ad un’altra stagione a mezzo servizio, anzi, qualcuno ha già dovuto chiudere la propria attività».

Non diverso il discorso per i teatri. Il Feronia di San Severino Marche, ad esempio, ha chiuso la sua stagione invernale e l’addio alle mascherine arriva quindi in un momento in cui gli spettacoli si sono già spostati all’aperto. «La notizia rimane comunque confortante – sottolinea il direttore di Teatri San Severino, Francesco Rapaccioni –. Bisogna comunque mettere l’accento su un fatto. I teatri, così come i cinema, hanno l’assoluto bisogno di tornare alla piena capienza, almeno per quello che riguarda le normative. Ne hanno bisogno per la qualità dell’esperienza e per questioni di bilancio. Lo scorso biennio è stato molto complicato sotto questo punto di vista, per questo siamo disposti anche ad accettare compromessi. Meglio una platea gremita con gli spettatori in mascherina che un teatro semi vuoto senza l’obbligo di indossarle».
Con la ripartenza della scuola i fari sono puntati anche sul trasporto pubblico e l’organizzazione dei pullman per accompagnare gli studenti.

Stefano Belardinelli, presidente Contram, sottolinea l’impegno dell’azienda e la collaborazione con le forze dell’ordine per il rispetto delle regole.

È infatti prevista una capienza dell’80% del totale dei posti a sedere e in piedi.

“Nel contesto normativo e negli spazi disponibili – dice – la situazione è sotto controllo.

Sta andando abbastanza bene, poi è chiaro che il Covid sia imprevedibile. Noi abbiamo messo in campo oltre 160 bus ordinari in provincia per il trasporto degli studenti delle scuole superiori e quello extraurbano. Oltre 50 autobus disponibili sono serviti a fare, mediamente, una trentina di corse di andata bis e altrettante di ritorno. Stiamo monitorando in maniera molto precisa le capienza a bordo. Nella parte dell’entroterra stiamo al di sotto del 70%, mentre più siamo vicini all’80% nelle zone più popolose, da Macerata scendendo verso la costa. In quel caso facciamo molta attenzione: oggi in un paio di mezzi eravamo vicini alla capienza massima e abbiamo contato tutte le persone a bordo”.

Risultati che, secondo il presidente Contram, vengono raggiunti grazie alla collaborazione di tutti: “I ragazzi si sono comportati in maniera regolare, indossando le mascherine e occupando gli spazi disponibili.

Certamente se uno avesse più spazio nei terminal e nelle fermate sarebbe meglio, ma le nostre città hanno la loro conformazione e comprendiamo che non è possibile cambiare tutto rapidamente. C’è una ottima collaborazione, migliorata grazie al tavolo della prefettura di Maceratam con le forze dell’ordine, la protezione civile, la polizia municipale e con i nostri steward a terra in tutta la provincia”.

L’augurio di Stefano Belardinelli è dunque quello che la situazione dei contagi continui ad essere sotto controllo: “Quest’anno la novità più grande è il vaccino – dice - che ci dovrebbe far ridurre l’indice dei contagi. Certamente l’anno scorso le chiusure sono state diverse, ma non direi che il problema siano stati i trasporti.  Le persone vaccinate erano pochissime, anzi, nessuna, quindi è chiaro che il virus abbia avuto modo di diffondersi con maggiore intensità e questo ha portato alla didattica a distanza”.

GS
Domani, in occasione della Festa della Repubblica, la consegna dei 71 riconoscimenti ad altrettanti cittadini della provincia.
La cerimonia si terrà allo Sferisterio, alla presenza del prefetto Flavio Ferdani e delle autorità civili e militari.

I 64 che saranno insigniti del titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica, sono soprattutto operatori sanitari impegnati nell’emergenza legata alla pandemia.

Di questi, sei sono dell’ospedale di Camerino: sono i primari Angelo Leo, dell’Unità Operativa complessa Anestesia e Rianimazione e Domenico Sicolo del Pronto Soccorso, la pneumologa Gabriella Mazzoli del reparto Medicina, le coordinatrici del servizio delle professioni sanitarie e caposale, della Chirurgia Rosa Piccirilli, della Rianimazione-Anestesia Samantha Bartolucci e, del Pronto Soccorso Giuliana Fratini.

“Ho provato emozione ed orgoglio – dice Angelo Leo -. È un’onorificenza che condivido con tutti i miei collaboratori, medici, infermieri, oss, direzioni amministrative. Lavorare in emergenza significa avere sicuramente  un profilo intellettuale molto solido; nel marzo 2020 l'ospedale di Camerino nel giro di poche ore si è trovato travolto dalla pandemia. È stata dura, ma con spirito di abnegazione tutti quanti abbiamo portato avanti il nostro lavoro. Non ci siamo tirati indietro su niente e, anche se le nostre risorse non sono sempre bastate a salvare delle vite, abbiamo ottenuto dei buoni risultati”.

Colta di sorpresa anche Giuliana Fratini che estende il riconoscimento a tutte le figure professionali che nell’essere in prima linea, hanno compiuto un eccellente lavoro di squadra, mancando il quale nulla sarebbe stato possibile. “Un vero onore per me esserne la portavoce e rappresentarli in questa particolare circostanza. Non mi aspettavo un attestato per una professione che da 35 anni, ho sempre svolto allo stesso modo. Certo, il lungo periodo ha messo a dura prova tutti noi, tanto più agli inizi quando le informazioni si rincorrevano, non c’erano presidi adeguati, nessuno sapeva bene ciò che fare. Nella seconda fase eravamo più preparati; si pensava che tutto avrebbe potuto risolversi nel 2020, ma così non è stato”. Sulla stessa linea è Rosa Piccirilli che parla di una prova che ha risvegliato il senso etico e morale della professione infermieristica. La sua onorificenza la dedica a tutta l'equipe della chirurgia con la quale ha condiviso ogni momento. “Da un lavoro solitamente più tecnico siamo tornati a prenderci cura e ad assistere la persona ritrovando la vera essenza dell’essere infermieri”.

Sorpresa dalla comunicazione anche Samantha Bartolucci che si dice molto onorata sia per il  premio in se stesso “sia perché rappresento in questo tutti i miei oss, tutti gli infermieri e tutto il personale che da marzo fino a novembre ha lavorato con me a Camerino e in seguito è stato trasferito con me  al covid Center di Civitanova; una grandissima squadra fatta di tanti ragazze e ragazzi, che  non si sono mai tirati indietro e che hanno fatto onore al nostro ospedale e alla nostra professione. Dunque, sebbene il riconoscimento porti il mio nome è dedicato a tutta la squadra”.

Per Domenico Sicolo l’attestato d’onore è una di quelle cose che uno nella vita non si aspetta ma che quando arrivano sono sempre molto gradite: “Senza retorica non può che far piacere un riconoscimento per un lavoro che si è svolto con impegno. Sembra una frase fatta ma nel ritirare questa onorificenza, andrò a rappresentare le  persone che hanno vissuto con me di tutto questo”. In prima linea dal primo giorno col suo lavoro di medico è la pneuomologa Gabriella Mazzoli che, per evitare che Camerino chiudesse, ha voluto dividersi  anche come  volontaria a Civitanova. È durato fino a novembre 2020, a quel punto i malati erano talmente tanti che due piani dell’ospedale di Camerino sono stati riaperti ai pazienti covid. Così la dott.ssa Mazzoli ha continuato a lavorare in entrambe le strutture. Il 20 dicembre, proprio mentre si stava recando al lavoro sulla costa, è rimasta coinvolta in un brutto incidente senza conseguenze gravi ma che probabilmente le costerà la patente. ”Quando ho visto arrivare una lettera dalla prefettura ho pensato al ritiro della patente. Poi ho scoperto che era cosa ben diversa ma credo che arriverà presto anche l’altra lettera e allora - si schernisce - sarò un cavaliere senza cavallo. Essere cavaliere al merito della Repubblica non può essere che un grande onore ma se andrò lo farò nel nome di tanti miei colleghi e giovani infermieri”.

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Dall'alto Maurizio Fontenova, Angelo Montaruli, Edoardo Mattioli, Marco Sabbatini e Massimo Nerpiti, Domenico Sicolo, Angelo Leo, Gabriella Mazzoli, Rosa Piccirilli, Giuliana Fratini


Camerino conta anche un Commendatore ed un Cavaliere al Merito della Repubblica.

Il primo è l’attuale segretario dell’Unione Montana Marca di Camerino Angelo Montaruli, già segretario comunale nella città ducale negli anni difficili della gestione dell’emergenza post-sisma 2016.
“È sicuramente motivo di orgoglio per tutto il lavoro che è stato svolto in questi anni a servizio dello Stato - Montaruli -. Io sono infatti un Dirigente dello Stato e in tale qualità ho agito sempre a livello di enti locali,  in particolare nei comuni e nelle Unioni Montane. È dunque un riconoscimento che va un po’ a premiare specialmente l’attività che io ho svolto al Comune di Camerino subito dopo gli eventi terrificanti del terremoto. Abbiamo vissuto momenti difficili, situazioni che hanno visto la popolazione in ginocchio, bisognosa di aiuto e in quel frangente l’amministrazione Pasqui ha sicuramente fatto fronte ad un evento che tutti hanno paragonato ad una guerra mondiale”.

nazzareno micucci

Il secondo è l’imprenditore Nazzareno Micucci distintosi nel settore del commercio e in altri settori a servizio della comunità: “Sono sorpreso – commenta - e mi chiedo quanto possa essere meritato o no, forse al mio pari ci possono essere altre persone che hanno fatto molto. Ho cominciato a lavorare a 18 anni, ho avuto la fortuna di fare qualcosa che mi è sempre piaciuto. La passione fa sicuramente la differenza. Spaziocasa commercialmente parlando è la mia creatura più importante, quasi una figlia alla quale ho dato tutto e che mi ha restituito tutto a piene mani”.

Samantha Bartolucci insieme ad una parte del personale di Rianimazione
Samantha Bartolucci insieme ad una parte del personale di Rianimazione dell'ospedale di Camerino

Anche Maurizio Fontenova, collaboratore di RadioC1…inBlu, sarà insignito del titolo di Cavaliere per il suo impegno nel settore contabile dei Vigili del Fuoco da oltre 30 anni: “Una grande emozione – commenta - . Una onorificenza importante dal punto di vista morale e lavorativo. Ho visto nascere e crescere la parte contabile dei Vigili del fuoco. Ho avuto una grande esperienza con i terremoti del 1997 e del 2016. Sono stato al campo operativo di Arquata ed è stata una esperienza fondamentale”.

Nomina di Cavaliere anche per Massimo Nerpiti, tecnico Asur: “Un onore immenso – dice  -. Non mi rendo neanche conto di cosa significhi. Una immensa gioia, a livello professionale. Abbiamo vissuto momenti molto difficili: prima il terremoto (ricordo quando abbiamo montato le tende d’urgenza all’ospedale di Tolentino) poi la pandemia (quando in dieci giorni abbiamo attrezzato una palazzina per i pazienti Covid). È stato un momento dove non c’erano i materiali, le ditte non volevano venire in ospedale per paura dei contagi. Questa onorificenza è il giusto premio per un lavoro fatto da tutti. Un premio condiviso con tutto l’ufficio”.

Riconoscimento di Cavaliere anche per l’imprenditore e presidente della Pro Loco di Tolentino Edoardo Mattioli: “Sono soddisfatto – dice - di aver ricevuto questa. La soddisfazione c’è e l’ho ricevuta non sapendo nemmeno come sia arrivata. Probabilmente c’è chi, fino ad oggi, ha apprezzato il mio modo di operare volontariamente in questa città ed in favore della città. Ho iniziato da 17enne con la radio di Jimmy Fontana, come inviato da Tolentino, poi si sono aperte tante altre possibilità e ancora sono impegnato con l’obiettivo di lasciare questa passione ai giovani”.

Il titolo di Grand'Ufficiale sarà conferito al rettore Unimc, Francesco Adornato, mentre quello di Commendatore, oltre che a Montaruli, andrà a Carlo Iacomucci. Titolo di Ufficiale per Nicola Pagano. 

Redazione
La lettera inviata dagli alunni della classe quarta della scuola primaria Salvo D'Acquisto di Camerino dovrebbe strappare un sorriso, ma si porta dietro una riflessione importante sulla pandemia, sulla scuola e sui bambini.
Gli studenti parlano, infatti, di una gita, un viaggio d'istruzione al museo egizio di Torino. Ma solo la fantasia e la fiducia nel futuro dei più piccoli possono evidenziare come sia possibile trarre il lato positivo da ogni cosa.

La primavera è sempre stata la stagione delle gite, quella dell'emozione nel preparare l'occorrente per la partenza, la scelta dei posti sul pullman e la voglia di sentirsi "adulti" data da quel viaggio fatto solo con amici ed insegnanti.

Sono esperienze che, per chi ha avuto l'occasione di farle, resteranno indelebili, mentre per gli studenti di oggi cambiano forma. Noi adulti potremmo dire che sono semplicemente un punto in più da aggiungere alla lista delle cose che i bambini di oggi sono costretti a perdere, ma sono i più piccoli ad insegnarci che non è così: ci aprono gli occhi su un futuro che forse tornerà ad essere come prima, perchè loro credono che sarà così, e ci dimostrano che, nella spensieratezza dei loro 10 anni, può essere bello anche un viaggio immaginario.

Di seguito la lettera per imparare a sognare come loro:


Non ci crederete mai, ma oggi siamo andati a Torino! Sì, proprio a Torino! Al Museo Egizio! Una gita in questo periodo non è da tutti! Grazie al nostro dirigente scolastico, dott. Maurizio Cavallaro, insieme alle nostre insegnanti della classe quarta della scuola primaria Salvo D'Acquisto di Camerino dalle nostre posizioni da casa siamo arrivati a Torino in un baleno! Ognuno di noi aveva la sua “valigia dell'indispensabile” con dentro oggetti necessari. C'è chi si è portato un gatto! Sotto la guida di un egittologo, Stefania, abbiamo esaminato alcune mummie rappresentative di epoche storiche differenti e scoperto le relative tecniche di conservazione del corpo. Su una linea del tempo creata per l'incontro abbiamo capito l’evoluzione dell’architettura della tomba egizia. Grande spazio ha avuto il significato dei culti, dei rituali e dei corredi funerari. Conoscete la posizione dell'Egizio? Posizione eretta con i piedi rivolti verso destra, braccio destro piegato come una elle stampata maiuscola con il palmo della mano rivolto verso l'alto e il braccio sinistro in pozione opposta, testa rivolta verso destra come nei geroglifici. Abbiamo ballato per due volte su una musica che la maestra ha detto di chiamarsi “Walk like an Egyptian”! Fantastico!  Sapete che il direttore del museo, dott. Cristian Creco, ci ha dato il benvenuto salutandoci con la frase “IU EM HETEP”, cioè “Benvenuti in pace”. Ognuno di noi ha voluto dire ciò che ha provato!

Livia dice: -  In questo difficile momento ci ha dato la possibilità di visitare il museo e di mettere un po’ in pratica la storia che stiamo studiando. È stata un’esperienza unica e davvero interessante. Grazie.

Emanuel e Francesco: - Bellissima gita virtuale. Ci è piaciuto tutto! Soprattutto la mummia predinastica!!

Melissa: - Questa visita virtuale è  stata molto bella ed emozionante!

Leonardo: - Senza muoverci dalle nostre case, abbiamo fatto una gita bellissima.
Alessandro - Anche con questa pandemia le nostre maestre sono riuscite, come sempre, a darci un' opportunità unica.

Elena: - Bella esperienza che abbiamo vissuto questa mattina al museo egizio.

Tommaso: - Mi sono divertito molto durante la visita guidata al museo egizio di Torino, è stato come essere lì. Le domande dell'egittologa Stefania sono state molto interessanti e divertenti. Grazie per averci fatto partecipare a questo tour virtuale.

Khady: - Io rivivrei questa storia, mi sono divertita tanto perché ci ha fatto scoprire cose nuove. Io non ho mai visto un corpo di una mummia e  grazie a Stefania ho scoperto questa cosa, grazie mille .

Giuseppe: - Bellissima gita, soprattutto in questo momento. Le mummie sono state spettacolari e spaventose.

Giacomo: - Mi ha affascinato la visita virtuale al museo egizio di Torino, è stata un’esperienza bellissima che ha allietato la mia giornata e poi la maestra Stefania è stata davvero simpatica.

David  -Mi è piaciuta molto la visita al museo egizio di Torino. Stefania è stata molto brava.

Leandro: -Questa gita virtuale è stata molto bella, grazie anche a Stefania che ci ha spiegato molte cose interessanti.

Elena: - Questa gita è stata molto emozionante, sembrava di essere lì. Grazie per averci fatto vivere questa bellissima esperienza.

Camilla. - Grazie per questa gita al museo. La cosa che mi è piaciuta di più è stata la mummia dove abbiamo visto lo scheletro interno: per me è stato come se fossi lì al museo. Grazie mille!

Cristian: - Che bella avventura!

Siamo pronti a partire di nuovo.



Giulia Sancricca
Un anno di pandemia, un anno in cui tutto è cambiato, anche per l'Università di Macerata, costretta come tutti gli altri atenei a proseguire con le lezioni e le lauree a distanza.
E se da un lato il rettore Francesco Adornato stila un bilancio di ciò che è stato, nel momento in cui si prosegue con le vaccinazioni dei docenti e del personale amministrativo si guarda anche al futuro e a ciò che l'Università tornarà ad essere: "È stato un anno faticoso - dice - , sorprendente, che ha stremato i rapporti sociali, li ha ridotti e ha creato molte complicazioni alle singole persone perchè la comunità ne è stata colpita nel profilo distintivio.
Tutto questo ha richiesto all'Università una implementazione della forza, un impegno più forte, perchè abbiamo dovuto rimediare in tempi rapidi, rispondere alla problematica dell'insegnamento a distanza con la tecnologia che però non sostituice la presenza.
Abbiamo garantito la didattica - spiega - ma è rimasto sempre chiaro a me e agli studenti che il tratto distintivo dell'esperienza universitaria sia quello delle lezioni in presenza. Non si possono costringere studenti e docenti ad andare contro la natura umana che è quella dei profili sociali.
Siamo rimasti in contatto con gli studenti attraverso la radio dell'ateneo - dice -  con iniziative e webinar; abbiamo sopperito con la tecnologia, che considero essere un elemento complementare dell'esperienza universitaria in presenza, un elemento che certamente cambierà il percorso di studi, ma non sostituirà mai la presenza delle persone, non toglierà l'umanità che vive nelle esperienze fisiche".

La sensibilità al centro dell'impegno del rettore che comprende come esprienze tanto attese quali la laurea debbano tornare ad essere come prima della pandemia, quando si potrà: "Era un momento di grande aggregazione emotiva - racconta - , non erano solo la pergamena o la proclamazione, ma un passaggio che coinvolgeva la famiglia, era un rito e come tutti i riti ha un suo significato di conferma della realtà umana nel suo sentire più profondo, che è quello dello stare insieme.
L'esperienza fatta attualmente a livello globale inciderà sulla strumentalizzazione utilizzata - spiega - e credo che le università si attrezzeranno per fornire un duplice sistema di formazione didattica. Nell'ultimo anno, quando abbiamo potuto riaprire in presenza, lo abbiamo fatto, perchè vogliamo sostenere la fiducia dei nostri studenti che si attendono di tornare alla normalità".

Si guarda al futuro, quindi, nell'attesa di poter tornare a ciò che era, anche grazie alla campagna vaccinale: "Avevamo iniziato la scorsa settimana quando la somministrazione di AstraZeneca è stata interrotta, poi è ripresa lunedì scorso. Abbiamo preso il tempo per riorganizzarci e abbiamo continuato con la somministtazione sia ai docenti che al personale amministrativo, perchè tutto ciò che si può porgere in presenza agli studenti ed agli interlocutori è un dono che facciamo all'umanità. È stato vaccinato anche il personale che non è dipendente, ma presta i servizi come portierato e pulizie: ci è sembrato coerente, doveroso e giusto. Fra qualche giorno - aggiunge - inizierà la vaccinazione dei soggetti fragili". 

La campagna vaccinale rappresenta così il primo passo verso un possibile ritorno alla normalità a cui Adornato crede fortemente: "Se c'è un messaggio che ho cercato di dare in questi anni è che noi guardiamo con ostinata fiducia al futuro. Credo che, anche se per questa sessione non potremo fare le lauree in presenza, tuttavia ripeteremo appena possibile la stessa emozionante cerimonia dello scorso settembre quando, in una pausa consentita dalle norme sanitarie, abbiamo consegnato in tre pomeriggi le pergamene di laurea ai ragazzi. Il messaggio significativo di un legame profondo che connette gli studenti all'università, alla città, al territorio intero. Una manifestazione di sensibilità da parte dell'Ateneo che ha voluto mostrare al virus che noi saremo più forti. Per ora siamo confinati nei nostri rapporti, ma torneremo con più energie e più entusiasmo di prima. 
Universitas, nel suo significato, comprende tutto l'insieme, una comunità di uomini e donne con l'obiettivo di aggregare tutte le figure: fare in modo che l'ascensore sociale, garantito dalla costituzione, venga realizzato. Questa è l'esperienza che noi stiamo ricavando dal virus: torneremo come Università più forti di prima e più solidali di prima, avremo appreso una lezione da una esperienza drammatica". 

GS
In occasione della prima Giornata nazionale per la memoria delle vittime della pandemia da Covid-19, il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli ha diffuso un messaggio di cordoglio.

Nella nota del Presidente si legge: "Oggi, 18 marzo, è la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime della pandemia, istituita dal Parlamento. In questo anno abbiamo conosciuto un dolore inedito, abbiamo perso decine di migliaia di persone, che le famiglie e i propri cari non hanno potuto salutare nel modo più dignitoso. Il nostro pensiero, oggi e ogni giorno, va a tutti loro, alle persone che non ci sono più: alle 2.464 nelle Marche e alle oltre 100.000 in Italia. Questa ferita deve farci riflettere su quanto sia fondamentale oggi essere uniti nella lotta al Coronavirus, su quanto anche ciascuno dei nostri comportamenti sia importante per uscire il prima possibile da questa drammatica pandemia".

l.c.
Sapete cosa rende simile Castelsantangelo sul Nera ai numerosi comuni d’Italia? Triste a dirsi ma sono le restrizioni causate dalla pandemia. Anche qui quest’anno non si festeggerà il carnevale. Per il resto il piccolissimo paese è molto diverso dagli altri. I residenti sono pochi e la maggior parte è avanti con l’età. Vivono “delocalizzati” nelle Sae, le famose soluzioni abitative di emergenza.

Pietro Blanchi, è un residente, uno dei pochi che ha avuto la “fortuna” di restare con la sua famiglia nella sua casa. Il terremoto non lo ha costretto ad andarsene. E’ una persona solare e propositiva. In tutti questi anni l’ho sempre visto impegnarsi per il suo paese e per il territorio di cui è sicuramente orgoglioso. Fa anche parte della Pro Loco. Però vivere qui è dura se hai 50 anni. “La situazione è un po' triste. Vedendo questa piazza così, tutta vuota in questo periodo del carnevale, quando eravamo abituati agli scherzi, ai giochi dei ragazzi, ai carri e invece niente siamo desolati.” Dice Pietro sconsolato. “Questo periodo di pandemia è un grosso colpo per noi, piccolo paese. Siamo all'incirca 120 persone, la maggior parte ha una certa età. La piazza rimane sempre vuota. Ci sono pochi bambini, ci sono 4,5 ragazzi a Castelsantangelo. Fortuna che con la scuola a Visso fanno aggregazione perché sennò è una desolazione, è triste. Come genitore reputo che la scuola in presenza sia molto importante, più che altro perché c’è socializzazione, stanno tra compagni, fanno esperienze tra ragazzi.”

Prima di salutarci chiedo a Pietro cosa si augura per Castelsantangelo e se avverte che la ricostruzione stia partendo. “Speriamo che parta al più presto ma è una situazione in cui ci vorranno anni per vedere qualcosa. Serve il giro dei cantieri aperti, degli operai e dei vecchi residenti nati qui e che ritornano a vedere casa. Tutto questo crea socializzazione. Serve parlare, perché adesso non vedi più nessuno.”

Barbara Olmai

Approfondimento su L’Appennino Camerte in uscita giovedì prossimo
Buone notizie per la regione Marche il cui colore riguardante l'andamento della curva dei contagi potrebbe variare verso il giallo nei prossimi giorni.
Il presidente Francesco Acquaroli, infatti, ha annunciato di essersi confrontato con il Ministro Speranza che ha "confermato l'andamento molto positivo dell'indice Rt anche nella scorsa settimana. Se questi dati verranno confermati anche nella settimana in corso - dice il governatore regionale - , e dai risultati parziali che abbiamo questa sembra essere la tendenza, dal prossimo 4 dicembre la nostra regione dovrebbe tornare in zona gialla. Il ministro mi ha anche preannunciato che l'ordinanza in scadenza oggi sarà prorogata fino al 3 dicembre, poiché i 14 giorni per cambiare fascia non vanno considerati dal giorno in cui l'ordinanza è stata emessa ma dal giorno in cui si registra il primo risultato positivo. Cerchiamo di restare attenti e vigili - esorta il presidente - . Ringrazio i cittadini marchigiani per l'atteggiamento costruttivo e collaborativo e per i sacrifici che stanno compiendo".

GS
Grande successo per gli "Spaghetti a colazione" che Luciano Capomasi ha servito conditi con cacio e pepe questa mattina alle 6 nel suo ristorante Ai Pini di Sarnano.
Un'idea nata quasi per gioco, che doveva accendere i riflettori sulle difficoltà che in questo momento sono costretti ad affrontare bar e ristoranti, con la chiusura anticipata alle 18, e che invece si è trasformata in un vero e proprio evento che ha avuto una grande risposta da parte dei partecipanti.

"Non solo l'amministrazione comunale - ha commentato il risotratore - ma ho avuto una trentina di persone. Quelle che il mio locale può contenere nel rispetto delle restrizioni dovute alla pandemia. Una coppia è arrivata addirittura da Potenza Picena e quando me l'ha detto sono rimasto davvero sorpreso".

Un momento conviviale che ha ristorato non solo il palato, ma anche i cuori che in questa seconda ondata della pandemia sembrano sempre più appesantiti dalla preoccupazione.
"Abbiamo riso - ha detto Capomasi - e ce n'era davvero bisogno. Poi abbiamo concluso con le ciambelle di mosto e il vino cotto. Quello che mi ha fatto davvero piacere è vedere gli occhi degli ospiti sorpresi nello scoprire che il pasto è stato offerto dal ristorante. Non lo avevo detto a nessuno prima".

Non è stato quindi un modo per attrarre clienti, ma un messaggio da trasmettere: "Mi dispiace che qualcuno abbia pensato che non ho rispetto della situazione. Il mio è stato un messaggio pacifico per far capire che noi commercianti siamo pronti ad adattarci, ma è necessario che vengano comprese anche le nostre difficoltà ad andare avanti".

La versatilità nei confronti di questa situazione Capomasi l'ha dimostrata questa mattina, ma continuerà a farlo anche nei prossimi giorni: "Abbiamo pensato di fare dei percorsi a tema una volta a mese - conclude - visto il successo di questa mattina. Già sabato prossimo apriremo il ristorante nel primo pomeriggio per festeggiare San Martino con una merenda".

GS

I commensaliI rappresentanti dellamministrazione
Il termine 'resilienza' negli ultimi quattro anni è stato usato tanto, forse troppo, e a volte anche in maniera sbagliata.
Ma quando ci sono esempi che lo rappresentano a pieno è giusto che venga sottolineato così come la forza che spinge i marchigiani a non mollare, la passione per il proprio lavoro ed il rispetto per la terra dove si vive.

È il caso della famiglia Casadidio, titolare della gioielleria a Tolentino che porta il suo nome e che non si è lasciata abbattere dall'ultimo Dpcm che prevede la chiusura dei centri commerciali nel weekend e nel giro di poche ore ha subito trovato una soluzione.

Fabio Casadidio e sua moglie Gabriella sono, infatti, proprietari del punto vendita al centro commerciale La Rancia di Tolentino, scelto come unica sede dopo aver chiuso lo storico locale di via San Nicola, nel cuore della città.
Ma quel negozio in centro, nel giorno in cui Tolentino ha deciso di accendere le luminarie natalizie 'Sotto una buona stella' riaprirà i battenti.

"Alla luce delle grandi difficoltà affrontate nel lockdown di primavera - dice Gabriella Accoramboni, moglie di Fabio Casadidio -  questa nuova ondata ha gettato nella paura e nell'incertezza tutti i commercianti, anche in vista del Natale. Appresa la notizia della chiusura nel weekend, periodo della settimana in cui ci auguravamo di lavorare di più, abbiamo deciso di riaprire la storica gioielleria in centro.
La scelta di chiudere quel locale dopo il sisma era stata fatta per via dei numerosi edifici inagibili in quella via e del lavoro che inevitabilmente era calato. Per questi motivi avevamo concentrato tutte le nostre energie nell'altro punto vendita del centro commerciale. La speranza di riaprire in via San Nicola - confida - c'è sempre stata, tanto che tra le nostre previsioni per il futuro c'era quella di fare una apertura temporanea nel periodo natalizio".

In pochi giorni, dall'annuncio del Premier Conte, la famiglia Casadidio, anche con l'aiuto delle figlie Alice e Letizia, si è armata di buona volontà e ha deciso di mostrare a tutti come un ostacolo può trasformarsi in opportunità.

"Tutta la famiglia - prosegue la commerciante - ha collaborato per ripristinare questa attività. Tanta gente ieri, mentre allestivamo, si è avvicinata per sostenerci e anche l'affetto dimostrato da moltissimi sui social ci ha riempito il cuore e curato l'anima. Siamo consapevoli che non sarà semplice - ammette - , ma il segnale che stiamo dando ai clienti e la loro risposta di affetto per noi sono già una vittoria. Anche noi, nel giorno dell'accensione delle luminarie natalizie, nel nostro piccolo abbiamo voluto dare questo un piccolo segnale di speranza".

Il centro storico di Tolentino è sempre stato al centro del dibattito pubblico, per via delle difficoltà che i commercianti si sono trovati ad affrontare dopo il sisma, ma non è detto che il nuovo Dpcm, seppur nel timore di una pandemia che sembra non arrestarsi, possa trasformarsi in un piccolo riscatto per il cuore della città: "Io - spiega Gabriella Accoramboni - ho tanto rispetto e ammirazione per i commercianti che sono rimasti difendendo il centro storico e tenendo alte le loro attività. Sono consapevole che sia faticoso ed è giusto che il centro storico resti la perla della città, del commercio, anche come centro di aggregazione. È bello credere che possa essere un tentativo di riscatto per questa zona di Tolentino".


Giulia Sancricca

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