Le zone a cavallo tra Marche ed Umbria colpite dai terremoti del 2016, hanno ospitato il nuovo campo di addestramento di Rescue Drones Network destinato a sperimentare l’impiego dei droni a supporto delle attività di soccorso su macerie. Nel corso di una intensa due giorni,  la prima rete strutturata al mondo di professionisti dei droni, ha sperimentato le sue procedure innovative a Campi di Norcia e Castelsantangelo sul Nera. Piloti dei droni e altri volontari provenienti da diversi regioni d'Italia, si sono ritrovati per mettere a disposizione le proprie specifiche competenze.  I professionisti dei droni, in particolare mettono volontariamente a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni le loro competenze e le attrezzature necessarie per affrontare in modo più efficace le diverse situazioni di emergenza e, obiettivo del nuovo campo di addestramento è stato sperimentare modalità di intervento in aree colpite da eventi sismici, in particolar modo attraverso l’aerofotogrammetria d’emergenza e la ricerca di persone nelle aree colpite.

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In caso di medio-maxi emergenza, uno dei problemi di rilevo  è infatti quello dell’enorme difficoltà a reperire tempestive informazioni sull’estensione dell’area colpita, sull’entità sommaria dei danni, sui percorsi stradali disponibili per le squadre di soccorso e, sulle aree destinate alla movimentazione degli elicotteri, all’allestimento dei posti medici avanzati. Si comprende bene inoltre che, quando  non sono più disponibili le infrastrutture di comunicazione telefonica e viaria, tutto questo diviene ancora più complicato, con la conseguenza che non si hanno informazioni attendibili sino a che non si prende contatto visivo diretto con l’evento.

Il progetto di RDN per l’aerofotogrammetria d’emergenza tende proprio ad effettuare rilievi a mezzo droni per fornire in breve tempo ai centri di comando e controllo modelli bi e tridimensionali, che consentano di cambiare significativamente l’esito dei soccorsi, per farli diventare più mirati ed efficaci. Progetto ambizioso ma estremamente complesso da attuare, necessitando di attenta pianificazione che non ha una letteratura consolidata su cui basars e che deve tener conto di numerose variabili.

 Nella giornata di sabato, piloti di droni ed altri volontari  si cono concentrati a studiare con attenzione le diverse problematiche rilevate dall’esperienza, affrontando un caso concreto nell’area di Campi di Norcia (uno dei tanti paesi fantasma); a seguire sono stati effettuati alcuni rilievi sull’area per testare le procedure di volo studiate appositamente per le attività di soccorso.

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Nella giornata di domenica i volontari di RDN si sono spostati a Castelsantangelo sul Nera dove sono confluiti altri volontari del gruppo di Protezione Civile dello stesso comune, del gruppo cinofilo di Jesi, del CB Club Maceratese e della Croce Rossa di Visso, nonché la Polizia locale.

Destinataria delle operazioni di ricerca congiunta è stata la frazione di Nocria dove si è testata innanzitutto l’integrazione dei diversi attori impegnati nel soccorso: i droni di RDN hanno dapprima effettuato la ricerca dall’alto di persone sia tra le macerie reali che nelle aree limitrofe, impiegando anche termocamere per l’individuazione di persone in vita. I coordinatori delle unità cinofile hanno così potuto vedere sugli schermi dell’Unità mobile del gruppo CB maceratese le immagini in diretta dai droni, in modo da poter avere indicazioni su dove muoversi con maggior sicurezza e seguire puntualmente le unità di terra che perlustravano l’area.

Un grande aiuto dall’alto anche per il personale sanitario della CRI che sempre attraverso i monitor remoti ha preso contatto visivo con le persone da soccorrere, comunicando con loro attraverso i megafoni a bordo degli stessi droni. Le immagini ad alta definizione hanno consentito di valutare il percorso da compiere per raggiungere le persone da soccorrere, un supporto che – considerata la difficoltà di accesso nelle zone  – diventa insostituibile per ridurre i tempi di intervento e garantire un adeguato livello di sicurezza alle squadre di terra.

L’Unità Mobile di Controllo di RDN ha garantito il coordinamento in sicurezza via radio di voli anche contemporanei e l’interconnessione con i diversi gruppi di soccorso impegnati sull’area. Messa alla prova la piattaforma tecnologica realizzata da RDN, proiettata su mega screen, dove era possibile vedere in tempo reale su mappa la posizione dei droni impegnati nelle operazioni, insieme alle informazioni sullo spazio aereo, sui voli commerciali nella zona, sul vento, sulle precipitazioni in atto, sui fulmini, su incendi attivi, ecc.

Molta attenzione è stata data alla questione della sicurezza con la sperimentazione dei comportamenti da tenere in caso di avaria durante i voli, coinvolgendo tutto il personale presente nell’area operativa.

Come sempre uno degli aspetti più qualificanti è proprio quello dell’interscambio formativo ed informativo delle diverse componenti del sistema di soccorso: per questo i gruppi intervenuti hanno evidenziato come sia irrinunciabile imparare a parlare la stessa lingua, conoscere esigenze e potenzialità degli altri attori per valorizzare le competenze e gli equipaggiamenti di ogni risorsa in campo.

Tutti i gruppi hanno espresso soddisfazione per i test effettuati e ognuno ha tratto spunti interessanti per migliorare nel percorso di addestramento. Auspicio condiviso, quello di continuare ad esercitarsi anche localmente, attraverso momenti di formazione e sperimentazione congiunta che andranno a beneficio dell’intera collettività.

La due giorni ha suscitato interesse anche nei media, presenti sia con testate locali che nazionali.

In località Torre Beregna, tra  i comuni di Camerino e Castelraimondo, si è svolta la prima esercitazione di droni professionali dell'associazione Rescue Drone Network, prima rete strutturata di operatori e piloti di droni che offrono il loro supporto per attività di soccorso ordinario e per situazioni di criticità. L’evoluzione tecnologica rappresentata da questi strumenti, può svolgere un ruolo di grande utilità a disposizione delle squadre di primo intervento in diverse situazioni di emergenza ed eventi calamitosi quali, alluvioni, incendi, terremoti. All’esercitazione ha partecipato la delegazione marchigiana dell’associazione nazionale di volontariato, guidata dal camerte Marcello Pannelli. Missioni di ricerca in superficie e sotto le macerie, sono state testate in sinergia con le unità cinofile di Jesi e il supporto del CB club maceratese.

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“ Lo scopo di esercitazioni come quella che ci ha visti impegnati per un’intera giornata - spiega Marcello Pannelli- è stato quello di testare delle metodiche di intervento con l’utilizzo di queste evolute strumentazioni che si rivelano sempre più utili, rapide ed economiche per supportare tutte le attività di ricerca e, in generale, ogni operazione di Protezione civile. L’ occhio che vigila dall’alto è in grado di captare meglio tutto quello che succede al di sotto, offrendo alle persone che sono deputate a prendere delle decisioni in caso di emergenza, un più ampio spettro della situazione e una visione differente di come affrontare il problema. Durante la giornata-continua Pannelli- insieme alle unità cinofile di Jesi e al CB club maceratese, abbiamo testato una serie di situazioni e tutte con ottimo risultato. Da qui a breve, abbiamo in animo di ritrovarci ancora per altri campi d'addestramento ”. L’associazione di volontariato Rescue Drone Network , costituita ufficialmente lo scorso ottobre a Piacenza, vanta circa 250 soci e una disponibilità di ben 500 droni che ne fanno una rete capillare in tutta Italia con un sempre più qualificato raggio d’azione.

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