Dal discorso di ieri sera del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a cui è seguito l'incontro appena concluso con l'ex presidente della BcE, Mario Draghi che ha accettato l'incarico con riserva, sono scaturiti diversi commenti anche in ambito politico locale.

Da ex assessore regionale e presidente del Circolo Aldo Moro di Macerata, è Angelo Sciapichetti a definire l'attuale situazione politica nazionale la conseguenza di "un gesto irresponsabile che ha un nome e un cognome e che non può essere condiviso. E' una partita a poker fatta sulle spalle degli italiani".

Dura la posizione di Sciapichetti nei confronti del leader di Italia Viva, Matteo Renzi: "Dopo l'apertura di una crisi al buio - dice - , fortunatamente il Presidente della Repubblica ha fatto un appello accorato al Paese e ai partiti e ha preso la scelta più saggia che in questo momento potesse fare. E' chiaro che ne escono sconfitti la politica, i partiti, e soprattutto l'Italia e gli italiani perchè è stato perso più di un mese in una situazione molto difficile".

In merito alla divisione tra chi chiede il voto subito e chi condivide la scelta di un governo di "alto profilo" come definito da Mattarella, Sciapichetti commenta: "Le elezioni sono un bagno di democrazia, ma le sagge parole del Presidente hanno spiegato il motivo per cui ora non sono possibili. Perderemmo 5 mesi in un momento in cui ci sono problemi drammatici da risolvere. 
Non possiamo permetterci un governo che faccia l'ordinaria amministrazione e ci porti alle elezioni. Il Paese ha bisogno di un governo forte e stabile e a questo punto la figura di Draghi è la più autorevole possibile".

Una crisi che pesa sulle spalle di tutti gli italiani ma che nelle Marche assume una veste ancora più drammatica: "Nella nostra regione abbiamo una emergenza nell'emergenza - commenta Sciapichetti - . Il problema del sisma dura da quattro anni e non è stato superato.
Per le Marche e per tutte le altre regioni terremotate è bene che ci sia un governo stabile e con punti di riferimenti certi. La crisi di governo non ha aiutato, non facilita, e non va nella direzione di quanto i terremotati chiedono".

Poi la ferma condanna a Matteo Renzi: "In condizioni normali - dice - i temi sostenuti da Renzi  vengono affrontati in Consiglio dei Ministri e in un tavolo parallelo che è quello dei segretari dei partiti di maggioranza. Non c'era bisogno di fare la crisi. E' stata voluta al buio, senza avere una via d'uscita nell'ipotesi in cui sarebbe andata male la questione Conte ter. Io ho votato Renzi quando era nel Pd - dice - e ne ho preso le distanze quando mi sono accorto che quello che dicevano in molti era vero: cioè il suo narcisismo che lo porta a fare scelte come quella che abbiamo detto".

Infine la risposta a chi paragona il leader di Italia Viva agli esponenti della CD: "Non ha nulla della scuola, della cultura e della capacità che poteva avere la Democrazia Cristiana. Non può esservi paragone perchè i democristiani avevano la capacità di mediare, di trovare il compromesso, di trovare le soluzioni necessarie nei momenti più difficili e drammatici del Paese. Penso a Moro - conclude - quando ebbe il coraggio di fare il governo di solidarietà nazionale con il PCI nel 1978. Tutta un'altra storia che non va affatto confrontata con Renzi perchè è offensiva per chi non c'è più".

GS

L’Università di Macerata inaugura domani il suo 730° anno accademico. In un periodo difficile per la città e per tutto il Paese, l’ateneo trova comunque la sua luce, rinfrancato dalle numerosissime iscrizioni, sintomo per il Rettore di grande fiducia e voglia di fare dei giovani, e dalle celebrazioni di domani, a cui presenzierà anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Sette secoli e oltre sono tanti – così il Rettore Francesco Adornato  ai microfoni di Radio C1 inBlu –, ma  sembra che non li portiamo addosso. Tutte le università, e quindi anche la nostra, sono giovani per definizione e ogni anno i giovani che si iscrivono al nostro ateneo, nonostante i 730 anni che conta l’istituzione, portano freschezza e dinamismo”.

“Domani noi saremo orgogliosi e onorati della presenza del Presidente della Repubblica – prosegue Adornato –, una figura che ci infonde grande fiducia, come lo ha fatto ad altre comunità e lo fa a tutto il Paese. Spero che, per la secolare storia dell’ateneo, possa essere una giornata molto importante e che ricorderemo anche in futuro”.

Domani le celebrazioni, rimandate dal 9 marzo scorso, che inizieranno in Piazza della Libertà alle 10 e 40, con l’arrivo del Presidente Mattarella previsto per le 11. Dalle 11 e 30 al teatro Lauro Rossi gli interventi degli ospiti.

Red.
Dietro ai sipari chiusi da più di un mese c'è un mondo che pochi conoscono e, forse, proprio per questo, non viene ritenuta una attività lavorativa al pari delle altre. Una attività che mantiene uomini, donne e famiglie, oggi senza un lavoro e con la preoccupazione per quello che verrà.
È per questo motivo che Mauro Mazziero, presidente dell’Associazione Culturale  “Centro Culturale”, piccola realtà di Potenza Picena, ha scritto una lettera, sottoscritta anche da amministratori e rappresentanti del settore, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

"Da anni, assieme ai miei soci e collaboratori - spiega Mazziero - , cerchiamo di risollevare e promuovere la nostra terra, già martoriata dal terremoto, attraverso la materia più preziosa che abbiamo: la bellezza delle tradizioni musicali e artistiche che, da sempre, hanno innalzato la reputazione e la nostra immagine nel mondo, trainando tutto il resto. Abbiamo realizzato un Festival di musica e arte, dedicato al nostro illustre concittadino Bruno Mugellini e un incubatore culturale, MayDay, che sta producendo importanti progetti. Per un piccolo centro il valore del lavoro legato alla cultura, nelle dovute proporzioni, è paragonabile a quello di un ente culturale di una grande città, forse anche di più, perché in provincia tutto è più laborioso.

Vi scriviamo - si legge nella lettera al presidente - in questo momento cruciale non per chiedere un aiuto, ma per condividere una riflessione sull’opportunità di mettere finalmente mano, in modo organico, in un settore così importante e propulsivo per l’identità e l’economia delle nostre comunità. Nella tradizione contadina da cui provengo, profondamente legata alla terra e al cielo, la bellezza nella vita di tutti i giorni era un elemento essenziale e non superfluo. Anche la famiglia più povera non rinunciava a far dipingere il suo carro, a ricamare le lenzuola per il corredo e, infine, a una stanza speciale dove accogliere gli ospiti di riguardo. Gli strumenti musicali e quindi la musica hanno sempre accompagnato la vita dei nostri nonni e genitori anche nei momenti più duri della guerra. Pensiamo che oggi come allora il “lavoro della bellezza” possa essere determinante per fare di questa notte un giorno radioso. La bellezza da sola non salverà il mondo; è la volontà di bellezza, il suo concretizzarsi in lavoro e in nuove occasioni di sviluppo autenticamente civile che potrà ridarci una società migliore e più consapevole.

Questo è il momento per costruire - conclude - , come è avvenuto agli inizi del Novecento, una nuova avanguardia delle arti che sia guida e concreto impegno per tutti coloro che amano la propria terra e il proprio cielo. Convinzione condivisa con tutti i firmatari di questo scritto".

GS
Taglio del nastro oggi per l’Orto sul Colle dell’Infinito. Stamattina a presenziare è stato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Ministro della Cultura Dario Franceschini. Oggi pomeriggio il taglio del nastro ufficiale con il primo cittadino Antonio Bravi, il vice presidente esecutivo del Fai Marco Magnifico, l’assessore alla cultura Rita Soccio e l’assessore regionale Moreno Pieroni, Barbara Gabrielli, vicepresidente dell’omonimo gruppo, Fabio Corvatta, presidente del Centro Nazionale di Studi Leopardiani e il presidente del Fai Andrea Carandini. 

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L’Orto è il primo bene Fai nelle Marche. Proprio in concomitanza con il bicentenario della stesura dell’Infinito, i lavori di restauro dell’antico orto-giardino dell’ex convento di Santo Stefano in cui l’idillio è ambientato si sono conclusi: è stato un importante progetto di valorizzazione culturale unico, la sfida più inconsueta e affascinante che il Fai abbia affrontato. Riaperti al pubblico quindi non solo l’Orto ma anche il Centro Nazionale Studi Leopardiani. “Esisterebbe l’Italia senza Dante, Petrarca, Leopardi e altri geni? Leopardi ha fatto un miracolo, ha unito gli italiani - ha detto il presidente del Fai Carandini -. L’Infinito per la prima volta viene resa perfettamente comprensibile grazie a questo luogo che diventa epicentro straordinario di cultura. Recanati è un lembo di patria infatti anche grazie ai recanatesi stessi, è merito loro se oggi possiamo rendere alla città questo straordinario luogo”. 




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Fra alberi da frutto, cipressi, ortaggi, fiori, Leopardi 200 anni fa aveva pensato L’Infinito e oggi sarà di nuovo usufruibile grazie a un progetto Donato al Fai dall’architetto Paolo Pejrone, realizzato insieme al Comune di Recanati. L’Orto aggiunge all’ itinerario Leopardiano di Recanati un altro luogo fondamentale che va a integrare e completare la conoscenza dell’autore restituendo la complessità del suo pensiero, la sensibilità della sua anima e il conflitto della sua giovane vita trascorsa tra la biblioteca paterna e l’Orto vicino casa. 

G.G.

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Il conte Leopardi

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Dopo il Quirinale anche l’aula di Montecitorio quale ospite d’onore, insieme ai suoi colleghi “Alfieri della Repubblica”.

Ha vissuto un’altra indimenticabile esperienza nei Palazzi delle Istituzioni la sarnanese Elena Piergentili, insignita lo scorso 23 febbraio dell’attestato di “Alfiere della Repubblica” dal presidente Sergio Mattarella. Elena è, infatti, stata invitata ad assistere dai banchi dell’emiciclo che ospita le sedute della Camera dei Deputati allo spettacolo “Processo a Pinocchio”, testo firmato da Emilia Narciso, avvocato di Aversa per anni alla guida del comitato provinciale Unicef e realizzato da alunni della scuola media “Don Bosco” di Trentola Ducenta, località in provincia di Caserta. In un’aula gremita di giovani studenti, alla presenza del presidente della Camera Roberto Fico, della vice presidente Mara Carfagna, del presidente Unicef Italia Francesco Samengo, i 29 “Alfieri della Repubblica”, tra cui Elena Piergentili, hanno assistito alla rappresentazione, trasmessa in diretta anche da Rai 3, in una sorta di viaggio dei ragazzi all’interno della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.  

F.U.

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Elena Piergentili con le sorelle Lucia e Anna, il Papà Luca, il presidente dell'Osservatorio dei diritti sui minori e garante per l'infanzia e l'adolescenza della regione Calabria Antonio Marziale e l'ufficiale di staff Ufficio Marketing - Stato Maggiore dell'Esercito Sabrina Parisi 

 

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Mara Carfagna vicepresidente della Camera con gli alfieri

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Si è svolta a Roma, al Palazzo del Quirinale, la cerimonia di conferimento delle onorificenze agli Alfieri della Repubblica, giovani nati fra il 1999 e il 2008 che si sono distinti come "costruttori di comunità attraverso la loro testimonianza, il loro impegno, le loro azioni coraggiose e solidali". Tra i 29 nuovi Alfieri della Repubblica c’è anche la sarnanese Elena Piergentili, che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento a seguito della segnalazione fatta dalle insegnanti dell’Istituto Comprensivo "Giacomo Leopardi", da lei frequentato, “per – si legge nella motivazione -  non aver perso il sorriso e la disponibilità verso i compagni di scuola e di gioco, nonostante le difficoltà vissute a causa del terremoto, continuando anche ad occuparsi della sorellina, che vive in condizioni di grave infermità, essendo per lei di grande aiuto". Emozionatissima Elena, accompagnata alla cerimonia dal papà Luca, dalle sorelle Anna e Lucia e dalla dirigente scolastica dell’Istituto “Leopardi”, Maura Ghezzi, ha ricevuto l’onorificenza dalle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Una grande emozione – le sue parole – per un riconoscimento che non mi aspettavo di ricevere. Sono davvero molto felice”. E alla domanda come vivrà ora i suoi impegni da Alfiere della Repubblica, la risposta è stata di una semplicità disarmante. “Continuerò a fare quello che ho sempre fatto e con lo stesso spirito”.

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il momento della premiazione

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il momento della premiazione

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Elena e le sue sorelle Anna a sx e Lucia a dx, con l'attestato 

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Elena con le sorelle Anna e Lucia, il papà Luca Piergentili e la preside Maura Ghezzi del Comprensivo di Sarnano

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tutti i ragazzi premiati..

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 Elena con il papà Luca

 

L’hanno già firmata oltre 4.900 persone. L’obiettivo è raggiungerne 5mila. È partita dal Seminario di Architettura e Cultura Urbana di Camerino la petizione online indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per salvare Camerino dall’abbandono post sisma. 

Il centro storico è ancora deserto, chiuso, da quell’ottobre di due anni fa e ormai a farla da padrone è anche la vegetazione selvatica che ha iniziato a crescere qua e là. Un tempo era lì che tutto si concentrava: la vita delle istituzioni, dell’Università e degli studenti che popolavano la città, delle attività commerciali, dei fedeli. Camerino era il suo centro storico. 

“Il duplice problema che oggi si pone a Camerino - si legge nel testo della petizione - è di dare forma e sostanza alle conurbazioni esterne, soprattutto dopo gli eventi sismici che hanno comportato un aggravio di utenza delle infrastrutture esistenti e, soprattutto, di restituire alla vita il centro storico che rappresenta la vera anima e la stessa ragion d’essere della città.

Dopo oltre due anni nei cittadini comincia a venir meno l’idea del ritorno: molti, condizionati dall’esilio forzoso stanno ricostruendo la loro vita altrove, i più sono rimasti aggrappati alla speranza di ritrovare quel modo di vivere urbano di antica civiltà che contraddistingue da sempre Camerino”. È per questi ultimi che serve una risposta urgente, prima che anche loro perdano la speranza. E di certo il corpus di procedure e norme fin ora posto in essere non aiuta la città a risollevarsi e a ripartire: è tutto troppo complicato, farraginoso, e i tempi lunghi e incerti.

“È pur vero che occorre il tempo necessario per intervenire con giudizio su un territorio di grande bellezza e di altrettanto grande fragilità. Esistono, comunque, delle priorità incontestabili - prosegue il testo - per cui vale la pena di agire con urgenza: quei luoghi rappresentativi della ‘civitas’ che fungono da attrattori di interesse per la città, promotori della rinascita sociale, culturale, economica e motivo per la sua rioccupazione residenziale”. Per questo il Seminario di Architettura e Cultura Urbana promosso da Università di Camerino, Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e Archeoclub d’Italia ha individuato quattro complessi monumentali esistenti all’interno del centro storico per una petizione rivolta al Capo dello Stato affinché sia attivata una specifica modalità d’intervento urgente per il loro risanamento: il Palazzo ducale, il Teatro comunale ‘F. Marchetti’, il Polo museale e il Palazzo della Musica.

Il Palazzo ducale, ricco di storia, col suo cortile rinascimentale che si affaccia sulle mura urbiche è sede del Rettorato, della Scuola di Giurisprudenza, dell’Aula Magna, di un’importante biblioteca aperta agli studenti ventiquattro ore su ventiquattro ed è, inoltre, tradizionale meta di visita turistica e di incontro dei cittadini.

Il Teatro comunale, col suo impianto di palchi a ferro di cavallo, rappresenta il meglio del ‘Teatro ottocentesco del Melodramma’ ed è aperto tutto l’anno alle stagioni musicali e di prosa. Il Polo museale di San Domenico raccoglie importanti testimonianze della pittura camerinese del Quattrocento, il museo archeologico e il museo universitario delle scienze, unico nelle Marche. Il Palazzo della Musica, infine, è sede di scuole musicali di ogni livello, di stage, master e concerti che richiamano musicisti e pubblico dall’Italia e dall’estero”.

È per questi edifici, che hanno un livello di danno che comunque ne consente il risanamento strutturale, che si chiedono specifiche modalità di azione così da restituirli alla città e dare una speranza a chi ha scelto di non andarsene nonostante tutto.

 

Per firmare la petizione seguire il seguente link: http://chng.it/4GBWcW7Xxk

 

g.g.

Qualcosa sta cambiando nel Paese se il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell’ultimo mese ha sentito la necessità di ribadire più volte che l’informazione è un bene pubblico di rilevanza costituzionale. E che la libertà di stampa e la tutela delle minoranze richiedono il sostegno dello Stato. In un tempo in cui pare che tutto debba essere ricondotto alla legge di mercato, il valore del pluralismo nell’informazione torna ad essere al centro del dibattito. Qui ci interessa in particolare quello che dà voce ai territori, alle comunità, alle periferie, alle realtà decentrate.

Sono i giornali di carta e sul web che raccontano una comunità, un’area ben definita del nostro Paese. Molte delle notizie che diffondono non arrivano mai alla ribalta nazionale. Sono i giornali diocesani che, come ha sottolineato papa Francesco, sono “voce, libera e responsabile, fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica, perché sia assicurato il continuo scambio delle idee e un proficuo dibattito basato su dati reali e correttamente riportati”. Hanno una tiratura legata al territorio e svolgono una funzione indispensabile e preziosa nella crescita democratica della Nazione e consentono di essere consapevoli del tempo che si sta vivendo. Ancor più nell’attuale contesto comunicativo che avvolge tutti con sempre nuovi strumenti, veloci e persuasivi.

Da quest’anno, dopo un lungo ed articolato lavoro a livello parlamentare e dei protagonisti dell’informazione tra cui anche la Fisc, è in vigore la riforma del comparto editoria, che con regole chiare, trasparenti ed eque, sostiene l’informazione locale (carta e web) legata al no-profit e alle cooperative dei giornalisti.

La notizia di questi giorni è che in Parlamento sarà discusso un emendamento alla legge di Bilancio, su proposta di una porzione della maggioranza al Governo, che rimette in discussione tutto questo, liquidando un tema vitale per il Paese. Tutto si può ridiscutere e migliorare, ma, per un comparto così significativo, delicato e complesso come la libertà di stampa e il pluralismo informativo, occorre un ascolto più ampio con coloro che sono coinvolti. Evitando dogmatismi pregiudiziali, e guardando alla realtà delle cose ed al contesto democratico.

Un cambio repentino della legge metterebbe a rischio anche i posti di lavoro di migliaia di giornalisti che sono radicati sul territorio. E non è immaginabile un Paese impoverito di queste voci, sarebbe privato di apporti fondamentali al dibattito sociale e civile. Verrebbe meno un’informazione credibile sempre sul campo al di là delle tante, troppe, fake news che proliferano.

Confidiamo, quindi che non si proceda al cambiamento attraverso la legge di Bilancio, ma che si apra un confronto costruttivo e aperto per continuare a sostenere il pluralismo.

 “Sono qui per dimostrare la grande e piena solidarietà da parte di tutto il Paese. La scuola rappresenta il punto di partenza di ogni comunità, condizione in cui tutte le famiglie si ritrovano”. Queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, stamattina ad Esanatoglia per l’inaugurazione della nuova scuola intitolata a Carlo Alberto Dalla Chiesa. 

Prima del taglio del nastro, ha fatto un breve giro nel centro storico della città insieme al sindaco Luigi Nazzareno Bartocci, e visitato la Villa del Seminario dove, ad attenderlo, c’era l’arcivescovo Francesco Giovanni Brugnaro.

Presenti alla mattinata di festa, anche il Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, il commissario straordinario Paola De Micheli, il presidente della Regione Luca Ceriscioli, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti e numerosi sindaci del cratere.

A fare gli onori di casa il primo cittadino che ha in primis ringraziato tutti quanti hanno dato il loro apporto per la realizzazione della scuola, a partire dalle Misericordie d’Italia e alle ordinanze commissariali per il finanziamento per fondazioni e opere di urbanizzazione. 

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Il grazie del sindaco anche al personale scolastico, che ha definito encomiabile e, ovviamente al Presidente: “Grazie per averci restituito la speranza. Questa struttura è stata possibile grazie al percorso della solidarietà. Dalle raccolte fondi dei dipendenti di importantissime imprese, dai dipendenti e lavoratori delle scuole pubbliche, dai cittadini e dai bambini che hanno visitato mostre, musei, orti botanici e da tanti, tantissimi privati che hanno contribuito. Questa struttura - ha aggiunto - è interamente frutto della solidarietà istituzionale e privata, che dovremmo saper custodire. Tutto frutto del nostro meraviglioso Paese che si chiama Italia”. Poi si è rivolto ai bambini, ai quali ha ricordato l’importanza di credere nelle istituzioni e di rispettarle.

Bartocci ha poi ricordato la necessità di proseguire la ricostruzione con progetti condivisi, con le necessarie diversificazioni per chi è stato maggiormente colpito ed un’unica connotazione: “Siamo e resteremo maceratesi”. Il ringraziamento anche al Commissario De Micheli, al Ministro Busetti, al governatore Ceriscioli e all’assessore Sciapichetti, a Cesare Spuri, direttore dell’ufficio ricostruzione e a Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile. Infine, le parole rivolte al Presidente Mattarella: “Il lavoro da fare in queste zone è grande, il diritto alla pubblica istruzione è irrinunciabile per il rilancio di questi territori. A Lei Presidente la mia ultima e più commossa considerazione: avere oggi nel nostro territorio la più alta carica dello Stato è segno del sentimento che unisce l’Italia e che oggi rappresenta. Lei oggi, con la Sua autorevole presenza, regala un po’ di sollievo a tutti noi e rinsalda quel profondo legame che i nostri territori hanno con la Patria. Grazie per averci regalato, con la Sua presenza, il calore e il sostegno dell’abbraccio di un padre. Oggi ancor di più ci sentiamo avvolti nel tricolore - ha concluso - in questa bandiera che accomuna il sacrificio dei nostri padri e la nostra volontà di dare un futuro ai nostri figli”.

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Il governatore Luca Ceriscioli ha ricordato, da parte sua, lo spirito che ha animato fin dal principio la ricostruzione delle aree colpite nel 2016: quello di ripartire dalle scuole: “Ogni volta che si restituisce una scuola al territorio, prepariamo le radici del futuro. Sono comunità che rinascono dalle amicizie di questi bambini, che sono il cemento delle nostre piccole ma grandi comunità per bellezza, impegno civile e forza. Queste sono anche le caratteristiche tipiche dei marchigiani”. Poi i ringraziamenti ai sindaci e al Ministro che “ha colto appieno il senso di questa Regione. Le scuole avranno bisogno di insegnanti e personale. Noi vogliamo mantenere le cose come erano prima, perché sono la ragione che permetterà di scommettere ancora sul territorio. La sua presenza fin dai primi giorni fa ben sperare. Concludo - ha poi detto - con il ringraziamento al Presidente Mattarella. Tante volte ho avuto occasione di vederlo, e ogni volta per le nostre comunità è un’iniezione di energia straordinaria, ed è quello che ci fa  guardare avanti. È il segno delle istituzioni unite che sono in grado di superare qualunque ostacolo”.

Ad inframezzare gli interventi delle cariche presenti, la piccola Virginia Rossi, sindaco dei bambini di Esanatoglia che ha paragonato la perdita delle aule della vecchia scuola, inagibile dopo il sisma, alle camerette: “Non avere più le nostre aule è stato un po’ come non avere più le nostre stanze, ovvero parte della nostra identità di ragazzi, alunni, cittadini. Ciò significa che non ci avete solo donato un edificio, ma anche una speranza e una promessa per il nostro futuro”.

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Prima di lasciare la parola al Presidente della Repubblica, è intervenuta il Commissario De Micheli che ha parlato della presenza di Mattarella come la prova di quanto tutto il Paese voglia ricostruire i territori, nonostante le difficoltà burocratiche ed economiche. Rivolta ai sindaci ha ricordato il momento in cui li ha incontrati la prima volta “comprendendo appieno il significato della solitudine. Vedervi capaci di fare squadra e di costruire ed essere la spina dorsale della comunità della ricostruzione ha dato e darà a tutti la più grande soddisfazione di una carriera intera, quella di essere riusciti a dare una mano alle persone che rappresentate con la fatica di tutti i giorni”. Anche il Commissario ha ricordato la scelta di ripartire proprio dalle scuole per poi concludere salutando il Presidente Mattarella: “La Sua presenza serve anche a dare fiducia, perché se è vero che possiamo migliorare è anche vero che si può ricostruire e che ogni tanto la solitudine e la sfiducia ci prende ancora e ci dà un groppo alla gola. Vorrei che ci ricordassimo che ce l’abbiamo fatta anche in altre ricostruzioni. Questo terremoto è molto più grande di quelli degli ultimi decenni ma sono convinta che oltre alle buone leggi, lo spirito di fiducia può consentirci di vincere questa sfida. Se l’Italia ce la fa a ricostruire, queste aree potranno affrontare qualunque sfida”.

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Da parte sua il Ministro all’istruzione si è detto a totale disposizione e ha promesso che si sarebbe immediatamente attivato per “il ripristino a regime del sistema d’istruzione delle aree del cratere”. Ha poi annunciato l’attivazione di una speciale task force che affiancherà e supporterà l’ufficio scolastico regionale: “Attiverò subito gli uffici del ministero - ha poi aggiunto - per far sì che predispongano tutto il necessario per garantire il diritto allo studio dei vostri giovani. Tutto passa per l’istruzione e abbiamo il dovere di assicurare un’istruzione di qualità. La Sua presenza, Presidente, oggi rappresenta la vicinanza del popolo italiano a questa comunità. Le sono grato per ciò che ha fatto, farà e continuerà a fare a servizio del Paese. È un modello per tutti noi”.

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A concludere, prima del taglio del nastro con la benedizione dell’arcivescovo Brugnaro, il Presidente Mattarella che si è complimentato con tutti i bambini presenti per la pazienza, e per la perfetta esecuzione dell’Inno di Mameli insieme alla banda. Poi ha ricordato i significati della sua presenza ad Esanatoglia: “In primo luogo, la scuola è luogo che rappresenta il punto di partenza delle comunità così gravemente colpite ed è la condizione in cui tutte le famiglie di una stessa comunità si incontrano, si ritrovano, sono attente e partecipi. È inoltre un’occasione che esprime grande senso di solidarietà, quella che è caratteristica del nostro Paese e che lo fa grande. Ringrazio i donatori e chi ha collaborato. In Italia la solidarietà è ampiamente praticata - ha affermato - meno narrata di tante altre cose ma molto più consistente, protagonista. È infine un significato di rilancio del territorio. Questa giornata è anche l’esempio dell’impegno delle istituzioni, da quelle locali a quelle nazionali a seguire e agevolare il percorso di ricostruzione. Oggi siamo qui - ha detto rivolgendosi ai sindaci - ma è come se fossimo in ciascuna delle vostre città. Grazie per quanto fate. Tutti voi avete la grande e piena solidarietà di tutto il Paese ed è questo che voglio testimoniare".
Gaia Gennaretti

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Dopo la visita di ieri mattina, a Visso, del neoministro per i Beni Culturali Alberto Bonisoli, domani è attesa in territorio maceratese un'altra importantissima carica dello Stato. La prima, ovvero il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Sarà ad Esanatoglia, nella mattinata di domani, per l'inaugurazione della nuova scuola secondaria di primo grado intitolata a Carlo Alberto dalla Chiesa. La scelta di partecipare al taglio del nastro di una scuola, per ribadire l'importanza, per i territori colpiti dal sisma del 2016, di ripartire anche e sopratutto dai bambini e studenti, che rappresentano il futuro di questi luoghi. Al termine forse, ma non c'è ancora l'ufficialità, il Presidente potrebbe riservare una particolare sorpresa all'Arcivescovo di Camerino-San Severino, Francesco Giovanni Brugnaro.

g.g. 

 

 

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