"Si dia inizio ai festeggiamenti del santo patrono Venanzio". E' la fatidica frase, con la quale per il trentottesimo anno, il banditore ha autorizzato l'accensione del grande falò in piazza San Venanzio.
Preceduta dalla pesatura dei ceri, la manifestazione in notturna della rievocazione storica di Camerino, dalle rispettive postazioni fino alla piazza antistante la basilica, ha visto sfilare i cortei dei terzieri di Muralto, Mezzo e Sossanta.
Accompagnato dal rullo dei tamburi, dai piccoli musici camerti e dal suono delle chiarine, il lungo corteo composto dai rappresentanti delle Arti Maggiori e Minori e dei Comuni del circondario, si è presentato in tutta la sua incantevole magia al numeroso pubblico intervenuto.
Aiutati da una così ricca cornice di suggestione, alla sua prima vigilia di festa, l'arcivescovo Francesco Massara ha invitato a vivere l'intensità del momento come segno di speranza e rinascita :"Attorno a questo santo che ci protegge, si è rinnovato il rito dell'offerta dei ceri che tra poco, si accenderanno tra le fiamme del falò. Dobbiamo vivere questo momento, ognuno di noi portando il cero del proprio cuore e della propria anima, da accendere di fronte al patrono, affinchè possa dare luce, speranza e fortezza a questa città. L'augurio è che il fuoco che accenderemo sia un segno di rinascita per la città, per il suo splendore, per la sua bellezza e che San Venanzio, possa guidare e proteggere l'intera comunità.
L'offerta dei ceri - ha detto Mons. Massara- è l'offerta della nostra vita, è l'offerta di questa città nelle mani di San Venanzio. Con il suo aiuto, la città di Camerino, rinascerà a vita nuova". Ai malati e alle persone che vivono una situazione di sofferenza, è stata indirizzata la preghiera recitata da tutti i presenti. Nelle sue parole, l'arcivescovo Francesco è tornato a richiamare ai valori della condivisione, chiedendo la pace per la città, per le famiglie e, per ognuno dei suoi abitanti: "E' una corsa alla spada, ma è soprattutto una corsa alla carità, al bene e alla solidarietà". Infine, preceduti dalle fiaccole dei tedofori, gli atleti dei terzieri hanno acceso il "focaraccio". Dopo un avvio stentato, le fiamme sono divampate alte e decise.