Se n'è andato ieri, per un improvviso malore, nello sconcerto di tantissime persone che lo conoscevano. Stefano Pinto era un noto wedding planner originario del pesarese ma che da tempo ormai risiedeva a Castelraimondo, a Borgo Lanciano, relais spa a 4 stelle dove ricopriva il ruolo di Direttore Artistico dei matrimoni che vi si celebravano. La sua fama era di livello internazionale e aveva organizzato cerimonie per tanti nomi importanti. Numerosi i messaggi che sono stati lasciati sulla sua bacheca di facebook dopo la notizia della sua scomparsa a soli 46 anni, come quello del Cigar club di Matelica: "Oggi abbiamo ricevuto una telefonata che ci ha lasciati senza parole. Fin dal giorno in cui è entrato a far parte dello staff dell’Encuentro Amigos de Partagás si è distinto per la sua intraprendenza, professionalità e per l’energia positiva che metteva in campo per realizzare sempre al meglio qualsiasi incarico che gli veniva assegnato. Era diventato un punto di riferimento nell’organizzazione e sicuramente mancherà a tutti". Tante anche le coppie di sposi che Pinto ha accompagnato o avrebbe dovuto nel loro giorno più bello: "L’incredulità, la tristezza che abbiamo dentro è immensa - scrive una futura sposa -. Non riesco a fermare le lacrime.  Eri il nostro punto fermo, mi ero ancorata a te fidandomi ciecamente. Non abbiamo fatto in tempo a realizzare tutto quanto insieme, il nostro matrimonio da sogno, ma so che da lassù farai ugualmente di tutto per renderlo speciale. Perché tu sei unico". 

"Mi conosci da quando ero bambina - un altro messaggio - ho sempre pensato che avresti organizzato il mio matrimonio. Sono molto addolorata".

In tanti hanno anche ricordato di aver scambiato messaggi o telefonate con lui fino a pochissime ore prima della sua scomparsa: "Fino all’ultimo abbiamo sperato di aver capito male, che non fosse vero. Abbiamo riletto, increduli, i messaggi che ci siamo scambiati fino a qualche giorno fa e, allo stesso tempo, quelli - tantissimi - pubblicati sulla tua pagina. Ci siamo conosciuti per il nostro giorno più bello, che tu hai reso perfetto. Da lì non ci siamo più lasciati. Non troviamo parole, solo lacrime. E tanta rabbia che ci toglie il fiato.  Resterai sempre nel nostro cuore, e fra i nostri ricordi più belli. Si dice che la luce che arde col doppio dello splendore brucia per le metà del tempo... quella luce sei tu".

g.g.

Tutto esaurito per  lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet. Il pubblico ha partecipato in massa all’incontro svoltosi all’auditorium di Borgo Lanciano, a Castelraimondo, sul tema “Il Coraggio e la Passione”. Talmente tante le persone, che la sala non è riuscita a contenerle tutte. 

Si tratta di una serie di incontri che Crepet sta portando in giro per il territorio italiano, in cui si insegna alle famiglie, ai genitori, agli educatori e ai giovani, a fronteggiare la più grande urgenza sociale odierna, ovvero quella di non saper più educare, non saper più dire no, non saper più ricominciare, non sapere più avere paura.

L’iniziativa, promossa dall’associazione Scacco Matto Onlus con il patrocinio del Comune di Castelraimondo, ha visto anche il sostegno dell’Unione Montana Potenza Esino e Musone e della Regione, nell’ambito del progetto “Giravoce”.

A ricevere lo straordinario ospite prima dell’inizio del partecipato incontro, durato quasi due ore e che ha lasciato tutti senza parole, sono stati il sindaco di Castelraimondo, Renzo Marinelli, il vice sindaco, Esperia Gregori, il presidente dell’Unione Montana, Matteo Cicconi, e Ilenia Cittadini, vera anima della serata.

Rivolgendosi in particolari a quelli che la moderna società descrive come i “nativi digitali” Crepet ha proposto un ipotetico inventario di alcune declinazioni del coraggio in vari ambiti proprio dell’esperienza umana. Un inventario concepito come un’associazione di idee, un brain-storming, un esercizio utile per stimolare adulti e non ancora adulti a ritrovare la forza della sfacciataggine e la capacità di resistenza che la vita ogni giorno ci chiede. Convinto che chiunque possa dare una mano a “creare un nuovo mondo”, Crepet ha invitato i giovani a riscoprire sé stessi per non ritrovarsi tristi e rassegnati e i più grandi a iniziare un rinascimento ideale ed etico. 

“Il coraggio - come ripete spesso in questi incontri il professor Crepet - è la forza straordinaria che ha permesso agli esseri umani di sopravvivere, ma se si supera la soglia della sopravvivenza, può essere considerato coraggio l’indignazione, la resilienza, la disobbedienza, l’andare controcorrente. Ed il coraggio supremo penso sia la forza di cambiare, di mutare, di trasformarsi, di vincere la nostra atavica accidia, vedere il mondo da altre prospettive, per intenderci il coraggio della libertà, il coraggio di superare e vincere gli stereotipi ed inseguire un desiderio che sia il nostro”.

Tra gli aspetti importanti toccati nel corso della serata – lezione anche quello della meritocrazia, che nel nostro Paese dove tornare ad essere il fulcro della società, ma anche quello della diversità, con un diverso che non va emarginato ma valorizzato perché è nella diversità che si fonda il patrimonio culturale, intellettuale e scientifico dell’epoca in cui noi tutti viviamo.

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